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Messaggi - acquario69

#91
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
12 Gennaio 2019, 06:12:01 AM
Citazione di: paul11 il 11 Gennaio 2019, 10:32:50 AM
"perchè se ognuno e quindi tutto insieme ci sentiamo "anime belle", non riusciamo a costruire una società migliore, più umana".

paul..la verita e' che non gliene frega niente a nessuno!..anzi tutti (vabbè diciamo quasi tutti) cercano solo un padrone perché in sostanza quello che veramente vogliono e' rimanere schiavi

Citazionei parametri devono essere fuori dall'uomo, non dentro l'uomo.

In realta' il rapporto e' simmetrico..l'uno condiziona l'altro e viceversa (come ho detto prima sulle polarità)...e se la bilancia pende solo da una parte (dalla parte dell'IO,dell'individuo,che nella nostra società ne fa un valore ASSOLUTO) naturale che poi vengono fuori gravi scompensi e che questi ricadono anche sullo stesso individuo, che pensava pure di essere "furbo" ma in realtà soffre di gravissima miopia.. compresa la mentalità contemporanea che l'accompagna
#92
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Facoltà e diritti
12 Gennaio 2019, 06:05:08 AM
Citazione di: everlost il 12 Gennaio 2019, 00:22:56 AM
Mi pare che esista un reale problema attuativo più che semantico.
Lo stato riconosce tutti i diritti fondamentali, fa pure le leggi, poi però non riesce a garantirli.
La povertà non è stata ancora eliminata, per il momento almeno...ma si potrebbe fare molto di più per attenuare il disagio di chi sta male.

Si potrebbe, se non ci fosse questo scollamento schizofrenico fra ciò che deve essere e ciò che è.  :(

Eh gia...come mai?

..perche tutti vogliono, anzi pretendo i loro diritti, ma pochi, pochissimi fanno il loro dovere (e naturalmente anche il corrotto che assegna una casa popolare a chi non spetta, pensa solo al suo "diritto" estrapolato da qualsiasi contesto)
Ma non ce da meravigliarsi se viviamo appunto in una società dove il "contesto" e' solo individuale 
#93
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
11 Gennaio 2019, 03:52:17 AM
Citazione di: paul11 il 11 Gennaio 2019, 00:25:43 AM
l'analisi è condivisibile, ma il punto importante è alla fine: quale rivoluzione culturale?
Tanti hanno capito e ormai sanno analizzare in via generale le problematiche esistente.
Ma quasi nessuno ha capito la malattia e l'antidoto.
L'accenno al nomos, quando si indica armonia ed equilibrio nella cultura dell'antica grecia, presupponeva non solo il dominio naturale e quindi materiale e quindi particolare e frammentato della propria famiglai, fino all'individuo.
Storicamente il "mio" prevarrà sempre di più su il "nostro".
Che cosa è accaduto? Semplicemnte che la verità divenne  le verità  multiformi e indeterminabili,solo materialisticamente accertabili, solo naturalisticamente osservabili,.In questa cultura che con la modernità diventa preponderante sono all'interno le èlite succedotesi con poteri economici e politici, ma anche gli antagonisti il socialismo, il comunismo e se vogliamo il nazismo e il fascismo, in quanto tutte hanno accettato di fondo la medesima cultura fondativa portandosi quindi all'interno della costruzione del pensiero le stesse contraddizioni di fondo.
Gli antidoti socialisti ecomunisti non hanno funzionato perchè non basta ideologicamente sostenere il nostro contro il mio se di fondo accetta le regole naturali e materiali.
Perchè se si accettano le regole naturali e materialistiche, la selezione del più forte e più furbo vincono contro qualsiai "buonismo altruistico", in quanto afferma il mio e non il nostro.Per quanto quindi si possano creare società socialiste o comuniste ne usciranno le contraddizioni dei privilegi nei poteri riaffermando "la selezione naturali" con formazioni di altri tipi di èlite.Ma sempre èlite sono.

Sono d'accordo.
Non so se l'autore dell'articolo quando fa riferimento ad un "liberatore" lo intenda come "esterno" (per cui, come descrivi anche tu, si finirebbero poi per riprodursi le stesse dinamiche)
Credo che l'antidoto sia invece e comunque di ritrovare un liberatore "interno"...che cioè sta innanzitutto dentro di noi.
Secondo me se il "mio" ha prevalso sempre di più sul "nostro" (senza per questo escluderne la legittima esistenza, che poi credo sia quello di identità) e' perché la visione del mondo da universale si e' sempre più ridotta ad una visione solamente umana..
L'esempio l'ho fatto anche nel mio ultimo intervento, quando scrivo in sostanza che la Realtà non e' una contrapposizione..per cui il soggetto si percepisce fondamentalmente separato dal resto (il che e' appunto non reale), ma una complementarità o come in altri termini analoghi si può tentare di trovarne una possibile definizione..Lo sintetizza in maniera a mio avviso impeccabile Giordano Bruno quando scrive:

Tutti gli esseri viventi, sono fenomeni diversi di un'unica sostanza universale; traggono dalla stessa radice metafisica, e la loro differenza è quantitativa, non qualitativa)

...e mi sembra altrettanto chiaro che tutto cio non può che provenire da un altrettanta e parallela visione materialistica dell'esistenza.
#94
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Facoltà e diritti
11 Gennaio 2019, 00:09:17 AM
In Natura esistono due polarità complementari, per cui l'uno non può nemmeno esistere senza l'altro.
La Realta e' tutta improntata a questa presenza contemporanea e appunto riguarda tutti i fenomeni.

e lo stesso vale per i diritti con il suo corrispettivo di doveri.

Pero a un certo punto si e' cominciato a considerare solo i primi, fino a far scomparire i secondi ed e' evidente (o dovrebbe esserlo) che ci sarebbe stata in tal senso una vera e propria scissione dalla Realtà 
Tutto cio ha le sue radici nel soggettivismo/individualismo..per poi passare inevitabilmente al relativismo e i frutti (consequenziali) di questa scissione, di questa che e' pura fantasia, e' l'attuale distopia,spacciata pure per libertà ... 
una dimostrazione, anche piuttosto banale in tal senso e' il solo parlarne e subito si viene etichettati per retrogradi, reazionari, fascisti...(neolingua e psicopolizia orwelliana in atto)

verrà il momento in cui dovremo sguainare le spade per proteggere l'ovvio.
G.K. Chesterton 
#95
Tematiche Filosofiche / Re:Leopardi e il Nulla.
10 Gennaio 2019, 05:03:10 AM
Secondo me il pensiero di leopardi può esser vero e condivisibile fino a un certo punto.
Dal mio punto di vista, considerare tutta l'esistenza basata sul piacere (inteso come unico movente) e che questa poi si vada pure riconfigurando sostanzialmente con la felicita e' molto fallace e riduttivo

E se più che essere istintivamente portati al piacere (o non solo quello) non vi sia anche una propensione, sia pure più nascosta ma ancora più potente a trovare invece un equilibrio e/o una permanenza?

infatti (e tra parentesi) siamo talmente abituati all'agitazione, al "fare"..che difficilmente ce ne rendiamo più conto..

cosi mi sembra altrettanto ovvio che leopardi (e con lui, almeno in tal senso, tutto il pensiero occidentale) arrivi conseguentemente a considerare la cosiddetta felicita una chimera..tante' vero che la felicita, tra l'altro, non la puoi inseguire, questa finira sempre per sfuggire..

E dunque cosa sarebbe equilibrio/permanenza?...

be in poche parole esattamente il contrario di quanto sopra o forse in altri termini e solo apparentemente paradossali,nella sua .. assenza
che riprendendo il "nulla" o il NON ESSERE, non e' il male, il senso di vuoto cosi come lo intendeva (?) leopardi ma la fonte stessa di Tutto...insomma sta più "vicino" di quanto possiamo immaginare (o di quanto ci e' stato ripetutamente ed erroneamente inculcato...un mondo decisamente schizzato per non arrivare facilmente a comprenderlo  :)  )
#96
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
09 Gennaio 2019, 10:34:56 AM
@Kobayashy @Freedom

e' evidente che tutto quello che ci e' stato spacciato per "buono" in realtà era completamente falso...a questo punto credo che per molti ci sia parecchio "lavoro" da fare...sempre se, sapranno prima di tutto, essere onesti con se stessi..requisito essenziale da tutti i punti di vista..anche perché ingannare se stessi credo pure sia la cosa più stupida e controproducente che possa esserci
#97
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
09 Gennaio 2019, 01:50:40 AM
Noi ciechi, nella caverna di Platone chiamata neoliberismo

Il neoliberismo, che è la base economica del moderno capitalismo assoluto (speculativo-finanziario), va necessariamente compreso per inquadrare le attuali dinamiche socio-politico-economiche e poiché costituisce quello che viene definito Pensiero Unico (che sostiene il primato dell'economia sulla politica). In parole povere si tratta della dottrina economica (cui corrisponde ovviamente un'inscindibile ideologia politica) all'origine di tutti i nostri problemi e, semplificando, altro non è che la coronazione di un progetto di restaurazione del potere di classe (risalente già agli anni Venti del Novecento ma iniziato ad attuarsi negli anni Settanta) da parte della "classe dominante"; è la reazione delle élite che, nell'età contemporanea, tanto avevano perso in termini di potere e di ricchezza (soprattutto nei "trenta gloriosi" successivi al secondo dopoguerra, quando le Costituzioni socialiste associate alle politiche economiche keynesiane avevano portato benessere ai popoli e forza alle democrazie, tanto che nello studio "Crisi della democrazia" del 1975, commissionato dalla Trilaterale, si parlava della necessità di apatia e spoliticizzazione delle masse e di indebolimento del sindacato a causa di un pericoloso "eccesso di democrazia" da risolvere anche con l'introduzione di tecnocrazie).
Quindi, partendo dalle teorie di Von Hayek e con la Scuola di Chicago di Friedman, andò imponendosi in campo accademico questo nuovo pensiero (grazie, tra le tante, alla influente Mount Pelerin Society fondata già nel 1947 da Hayek con l'intento diaggregare varie personalità del mondo intellettuale al fine di ridiscutere il liberalismo classico della "mano invisibile" di Adam Smith). Essi misero in discussione il liberismo espansivo con intervento statale di tipo keynesiano (l'embedded liberalism della piena occupazione e della redistribuzione della ricchezza) e suggerirono di passare alla deregulation, a politiche di tagli alla spesa sociale, alle privatizzazioni (degli utili, e socializzazione delle perdite), alla finanziarizzazione dell'economia, alla deificazione del mercato e quindi alla definitiva sottomissione dello Stato e della politica agli interessi economici dei potentati privati. Il tutto andò in porto grazie alla diffusione a reti unificate del nuovo credo tramite le "categorie previane" del circo mediatico, del clero giornalistico e accademico e del ceto intellettuale (che, con la sintassi di Bourdieu, è da sempre il gruppo dominato della classe dominante).
Tutto iniziò dal "test pilota" dopo il golpe di Pinochet in Cile del '73, e poi dai governi occidentali di Thatcher, Reagan, Mitterrand e Kohl per arrivare al capolavoro degli arbitrari parametri di Maastricht (fulcro dell'ordoliberismo) e della moneta unica europea a cambio fisso con banca centrale indipendente (e sostanzialmente privata). Fin da allora la distribuzione di ricchezza avrà un'inversione di tendenza e andrà concentrandosi sempre più nelle mani di quella che è di fatto un'oligarchia finanziaria che non fa che portare avanti programmi a proprio vantaggio e a detrimento dei popoli (vedasi dati oggettivi sulla sperequazione crescente). Ciò che si è riassunto in poche righe va contestualizzato all'epoca ed è solo la lotta di classe dopo la lotta di classe (Gallino) ovvero la ribellione delle élite (Lasch); è l'operato di un gruppo, dell'1%, che fa i propri interessi a spese di un altro, quello del 99% (come è lecito, anche se non etico). Il problema è stata la mancata risposta delle classi subalterne edei loro rappresentanti (politici e sindacali) che non hanno saputo interpretare e comprendere i fatti e tendono a non vederli o capirli tuttora (alcuni "stupidamente", altri in malafede, sia a destra che a sinistra, con l'esaurimento della storica dicotomia).
Bisogna liberarsi dei mantra del "There Is No Alternative" (Thatcher) e dell'ineluttabile "fine della storia" (Fukuyama) che abbiamo introiettato; in realtà tutto è frutto di scelte politiche ed economiche deliberate e pianificate; il sistema socio-economico nel quale viviamo non è un fatto naturale e irriformabile e, in quanto tale, non è necessario subirlo, basta pensare ed agire altrimenti (poiché, parafrasando Einstein, non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l'ha generato). Purtroppo però le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti (Marx). Per giungere ad un cambiamento è necessario arrivare ad una "massa critica" di persone consapevoli, che comprendano che è in atto una "guerra" (la mai estinta contrapposizione hegeliana servo-signore) e che si compattino riconoscendo il "nemico" comune da combattere (che personalmente, credo a ragione, ho identificato nel neoliberismo e nelle sue ricadute politiche e sociali).
Cerco di spiegarmi meglio: dal sistema economico vigente scaturisce l'onnipervasivo e catechizzante Pensiero Unico, nel quale si innervano tutte le esiziali logiche sociali hobbesiane della competizione, dell'homo homini lupus, del mors tua vita mea, del do ut des, del narcisismo individualista, dell'egoismo, dell'edonismo, del materialismo, del consumismo e della spietatezza di cui è malata la nostra società nichilistica egocentrata, e che ci rendono "schiavi" perfetti poiché, come abitatori della caverna di Platone, siamo incapaci di vedere le nostre "catene" e quindi impossibilitati a liberarcene. All'interno di quel coagulo di interessi economici e di valori culturali e morali (il blocco storico di gramsciana memoria) appare chiaro come il pensieroeconomico egemone abbia influito cambiando la società che, come propugnava la Thatcher, davvero non esiste più, esistono solo gli individui: non più una comunità di animali sociali (Aristotele) ma una massa di homines oeconomici, di imprenditori di sé, di monadi (da qui, complice il politicamente corretto, l'attenzione focalizzata con successo esclusivamente sui diritti civili a spese di quelli sociali).
Perciò, dunque, occorre una rivoluzione culturale che può partire solo da chi ha una propria coscienza infelice (Hegel) rifuggendo dalla crematistica e ritornando all'equilibrio e quindi ai concetti di misura e limite (come ci insegnano gli antichi greci). Rimane un unico problema che il già citato Platone conosceva fin da 2400 anni fa: l'eventuale "liberatore" verrà dapprima deriso e finanche ammazzato da quelli in "catene". È davvero eloquente ed attuale l'allegoria della caverna, in cui Platone descrive come una realtà mediata e manipolata viene invece percepita come "verità" dagli sventurati protagonisti che, poiché nati in cattività, non possono immaginare un'esteriorità rispetto alla caverna stessa e quindi, non sapendosi schiavi ingannati, tantomeno ambire alla libertà.

Fonte:
(Enrico Gatto, "Il problema – contro il quale unirsi", da "L'Interferenza" del 2 gennaio 2019).


Corollario terminale:
https://www.youtube.com/watch?v=wXdD5cdIbqA
#98
Tematiche Filosofiche / Re:L'altruismo
05 Gennaio 2019, 05:41:53 AM
@Jacopus

Jacques Le Goff

Alessandro Barbero

Franco Cardini

PS: siamo off topic...meglio chiudere,oppure aprire l'argomento specifico a parte

Saluti
#99
Tematiche Filosofiche / Re:L'altruismo
05 Gennaio 2019, 05:06:13 AM
@Jacopus

Ci sono troppi pregiudizi e molte bugie che ancora circolano nei confronti di un epoca, come quella medievale, ritenuta epoca "buia"

Nessuna idea di un passato come eta dell'oro ma nemmeno nero come lo si vuol ostinatamente ed esclusivamente dipingere

..non mi interessa fornire un elenco dove verrebbero sfatati altrettanti miti negativi quanto falsi, deformati e inventati di sana pianta.

E poi chi ha detto che "l'armonia sociale" di quei tempi era fondata sulla coercizione,la violenza, sulla precarietà e sulla soppressione delle libertà fondamentali ?
Troppa propaganda e' stata usata a tal proposito

E mettiamoci pure la liberta di espressione...e come sarebbero potute venir fuori opere meravigliose che abbiamo ereditato da quell'epoca,ma anche da quelle ancora precedenti..e cosa abbiamo oggi in paragone alla nostra presunta "liberta di espressione" se non una riproduzione di artefatti più o meno identici massificanti,piu o meno inutili e pure dannosi e privi di una qualsiasi originalità!?

queste casomai riguardano proprio il nostro presente, qualora non ce ne sia ancora accorti..e come dicevo prima,naturale esito di un individualismo esponenziale, e cosidetto "libero" dove tutti finiscono inevitabilmente per confliggere con tutti e dove tutti, tra l'altro, fanno e pensano (se ancora pensano!) le stesse identiche cose (bella libertà espressiva!)

..del tutto inconcepibile in quei brutti tempi cosi "oscuri"
#100
Tematiche Filosofiche / Re:L'altruismo
05 Gennaio 2019, 01:20:05 AM
Citazione di: Freedom il 04 Gennaio 2019, 15:36:51 PM
ribadendo che stiamo filosofeggiando, potrebbe essere interessante aprire un Topic dedicato e considerare che, guarda caso, la parola altruismo nasce nel 1830. Non possiamo dunque dire che, almeno dal punto di vista etimologico, l'altruismo accompagni l'umanità dall'alba dei tempi.


Evidentemente perche prima che venisse fuori la parola altruismo la mentalità pre-moderna non ne esigeva nemmeno l'esistenza...e non a caso proprio a motivo di una radicalizzazione dell'individualismo che in precedenza non veniva neppure concepito, se non in maniera completamente diversa dall'epoca moderna in poi.

Per l'umanità pre-moderna il singolo non si sentiva singolo in quanto tale (separato/atomistico) ma gli proveniva innanzitutto dalla reciprocità relazione, dal senso comunitario che ne scaturiva l'origine stessa, privo perciò di contrapposizioni in merito 
come lo sarebbe quello di un corpo unico, formato dai suoi diversi organi interni,funzionali per l'intero organismo

esattamente il contrario di quello che avviene oggi,più che mai, (metastasi tumorale di cellule impazzite/separate appunto!)..con tutte le ricadute ben evidenti
#101
Tematiche Filosofiche / Re:L'altruismo
04 Gennaio 2019, 13:09:49 PM
Egoismo e Altruismo in fondo sono due facce della stessa medaglia per cui ritengo che a livello basilare (necessario) siamo costituiti da entrambe le parti.
Non credo si può essere totalmente l'uno o totalmente l'altro, oppure per essere davvero altruisti, non si può non essere anche egoisti (e viceversa)

Quindi secondo me non andrebbero viste come parti separate secondo una più o meno rigida dicotomia

a mio avviso la differenza la fa solo l'ignoranza che le fa apparire appunto nel modo sopra descritto..e l'ignoranza risiede nel credere che tutto risiede esclusivamente nell'individuo (o individualita) come ente separato (falsa concezione a partire dall'umanesimo) mentre in realtà tutto e' interconnesso.

il nodo (che andrebbe sciolto) dell'intera questione sta tutto qui
#102
Se all'empatia manca pero la compassione allora e' molto probabile che la prima finisca per risultare sterile ed anche, come e' già stato sottolineato, per essere praticata ambiguamente, sia per tornaconto personale e sino ad arrivare ad azioni malvage
Mentre la compassione, che scaturisce comunque da un empatia iniziale porta alla vera com-prensione...
Inoltre credo che l'empatia da sola può portare a gravi fraintendimenti...perche a quel punto diventa tutto indistinguibile,fintanto che sarà appunto solo il mio io ,o il mio ego, sia pure (solo) empatico,che ne rimane comunque separato se privo appunto della compassione.

L'intelligenza e' com-prendere e com-prendersi..essendo la medesima cosa
#103
Percorsi ed Esperienze / Re:Primo ricordo
14 Novembre 2018, 05:48:12 AM
Citazione di: Isfrael il 13 Novembre 2018, 17:57:32 PM
Da sempre mi affascina la capacità del nostro cervello di immagazinare ricordi, pare che l' ippocampo sia la sede specifica  dove vengono depositati i nostri ricordi autobiografici, che sicuramente sono legati alle nostre emozioni, l' esempio più eclatante è quello della musica, infatti a volte bastano poche note di alcune melodie che abbiamo amato a farci venire in mente momenti belli, importanti, magari anche non piacevoli, che abbiamo vissuto.

Spero nel tempo di poter conservare una buona memoria, la mia è fotografica, a volte riesco a ricordare scene della mia vita, come se fosse un film.

Ho letto che i primissimi ricordi si formano intorno ai due/ tre anni, eppure ci sono persone che hanno qualche flash di immagine già prima, parlando di questo argomento con delle amiche ci siamo confrontate e loro stentavano a credere che avessi un ricordo già intorno all' anno di vitae, è un bel ricordo: una bambola su un' altalena rossa, il mio primo regalo all' Epifania, ( sì all' epoca era la Befana a portare i doni ;D ), ricordo anche dove era stata posizionata nella stanza.

Ovviamente ho chiesto  a mia madre, "inquietantemente" ha confermato di sì.
E voi a che età è più o meno è collocato il vostro primo ricordo?
Se vi va di condividere, ovvio  :)


Ciao pantera rosa
Non ho idea di quanti mesi o anni avessi ma l'immagine che risale al mio primo ricordo e' questa:

Di sicuro ero in braccio a qualcuno che mi stava portando in direzione della cucina, dove cerano altre presenze...dal balcone adiacente proveniva una luce (che era la luce riflessa del sole)  
...quella luce non me la sono più dimenticata, talmente bella, talmente intensa,che non saprei nemmeno come descrivertela.
#104
Citazione di: InVerno il 13 Novembre 2018, 17:47:00 PM
Il problema si pone quando sono tutti cretini e presuntuosi, non tanto perchè lo sono di carattere, ma perchè il medium (internet) li invoglia e sollecita a ciò. Una cosa che ho imparato tempo fa, è che nelle relazioni "vis a vis" bisogna prestare attenzione quasi assoluta al proprio interlocutore, e dimostrarlo fisicamente con il linguaggio del corpo. Quando l'altra persona vede che le tue orecchie sono dritte per le sue parole, normalmente ti ricambia con lo stesso trattamento, e questo fa si che instauri una comunicazione efficiente. Su un forum, o un sistema di messagistica qualsiasi, strumenti di questo tipo sono assolutamente preclusi, e anzi, non qui, ma in generale chi la spara più grossa ottiene più likes. Non è solo colpa di internet ci mancherebbe, anzi, ha semplicemente cristalizzato un abitudine instaurata con la televisione, quella della "battuta che umilia l'avversario"... Discutere è un arte complessa fatta di gesti, parole, compromessi.. Farlo su internet è possibile se si ha un po di pratica nella vita reale, ma quelli che cominciano da zero e cominciano su internet..poveracci..perchè la strada è parecchio in salita.

Riguardo all'accademismo, proporrei questo vecchio documento
https://ojs.uniroma1.it/index.php/lacritica/article/download/7713/7695

Credo sia interessante notare il fatto che ad un aumento di informazione pare corrispondere analogamente ad un impoverimento di tipo cognitivo e/o di altre capacita che si potrebbero dire più "sottili" ..quelle che non si vedono e ne si possono toccare ma che in realtà sono determinanti,
perché e' da quella "dimensione" che poi prende letteralmente forma il resto.

aggiungo solo che in tutte le cose esiste una perfetta corrispondenza 
#105
Citazione di: Socrate78 il 12 Novembre 2018, 19:00:06 PM
Il problema però è che la filosofia è ritenuta da moltissimi come qualcosa di noioso e inutile nello stesso tempo, sono questi i due aggettivi che sono spesso associati alla pratica filosofica! Secondo voi, se si ha a che fare con una persona comunque intelligente ma che ha questi preconcetti, è bene lo stesso cercare di avvicinarla alla cultura filosofica o è meglio lasciar perdere?

Ma non e' mica detto che con una persona intelligente ci si debba per forza relazionarsi/intendersi in maniera strettamente filosofica, nel senso riduttivo del termine.

Alla filosofia ci si può arrivare nei più svariati modi, ognuno in maniera diversa come diverse sono le persone.
per farti un esempio,ci sono quelli che pur non avendo un interesse particolare e diretto per la filosofia, sono decisamente più filosofi di quelli che la intendono solo in quel modo sopra (appunto riduttivo) magari solo perché l'hanno "studiata" 

...ma la filosofia e' molto di più,perché e' la vita in se stessa ad offrire in ogni suo istante "lezioni" (autentiche) di filosofia a 360 gradi.
quindi basterà molto poco, per imparare molto

Il problema sorge solo nel caso in cui si ha a che fare con i cretini e i presuntuosi (che per molti aspetti sono due facce della stessa medaglia)..perche risulteranno impermeabili,innanzitutto ad accogliere, e in secondo luogo a com-prendere..per poi realmente condividere