Citazione di: Jacopus il 10 Agosto 2025, 21:21:10 PMCon neuroplasticità si intende la capacità del cervello umano e in misura minore di tutti i mammiferi ed uccelli di modificare il proprio comportamento. È un grande vantaggio in termini evolutivi. Se però questa neuroplasticità si esprime nei contesti culturali tipici dell'uomo, essa si modella in termini culturali e così accade che il "male" assuma le molte facce che ha assunto nel corso della storia. Non penso che Hitler si dipingesse come un demone, ma anzi come un grande eroe che stava facendo il bene della sua comunità. Così come i suoi adepti, dall'ultimo soldato al capo di Stato maggiore della Wehrmacht. Questo era il senso. Per gli animali, che vivono ancora nell'ambito della sopravvivenza e della riproduzione non può esistere un concetto di male/bene. Solo i primati più simili a noi hanno comportamenti che si avvicinano al senso di bene e male. Un esempio per tutti, le guerre fra gruppi di scimpanzè, che comportano anche la morte di alcuni partecipanti. Uno spettacolo molto simile alla guerra.Mi pare che nei tuoi discorsi hai "dimenticato" il punto chiave, cioé i comportamenti ossessivi che sono quelli ai quali mi riferisco. Essi sono contrari a qualsiasi logica di adattamento ambientale, e quindi denotano comportamenti poco efficaci in termini di sopravvivenza, e scarsa plasticità.
Posso provare a dirlo in un altro modo: l'opposizione bene/male nell'uomo nasce da stati affettivi contrastanti che ognuno di noi possiede come una sorta di eredità genetica naturale e che sviluppiamo sempre in ottica evolutiva: pertanto siamo egoisti, ma anche solidali, rabbiosi ma anche amorevoli, e così via, perchè entrambe le vie possono servire e sono servite a farci diventare quello che siamo. Nello stesso tempo siamo una specie che apprende tantissimo, proprio perché siamo una specie culturale. Anche le società primitive, prima di impiegare i bambini facevano trascorrere molti anni, molti più di qualsiasi altra specie. L'apprendimento parentale è inoltre quello più importante perché collega l'apprendimento con i messaggi emotivi dell'unione affettiva familiare. In questo contesto si sviluppa quello che sarà l'uomo/donna adulto/a. E se in quel training formativo si sono sviluppati certi messaggi spostati sul lato egoistico, il soggetto sarà più facilmente egoista e così via. Anche per questo mi riferivo al fatto che le categorie di bene e male non sono soltanto individuali ma collettive.
Il problema non é il bene o il male, ma la ossessività del male in tanti individui. Questa ossessività non ha un senso evoluzionistico, non c'é nessuna ragione biologica per la quale questo comportamento debba aver luogo.
Dal mio punto di vista questo comportamento denota il condizionamento da parte delle forze del male.
Il fatto poi che chi ha questi comportamenti creda di essere nel giusto non cambia certo la sostanza ossessiva e morale degli stessi.