Citazione di: 0xdeadbeef il 23 Novembre 2018, 19:49:23 PM
Tempo fa, in un dibattito televisivo, ho sentito (in un rarissimo momento in cui ci si è accostati a queste tematiche
"tabù") un "genio" affermare che l'aumento sproporzionato del debito dal 2007 (99,3%) al 2014 (131,8) era dovuto alla:
"perdita di 10 punti di PIL". Nessuno ha replicato...
Eppure la replica era elementare: "perchè, caro signore, la perdita di 10 punti di PIL non ha avuto alcuna ripercussione
sul saldo primario, che ha continuato imperterrito a far segnare punti in positivo (12,1%, se ben so far di conto)?"
Puoi chiarirmi queste due asserzioni, in particolare la replica.
L'asserzione del "genio" è corretta, intendi che non occorre essere dei geni per capire che se diminuisce il PIL, il denominatore, il rapporto aumenta?
Per quanto riguarda il debito pubblico ci sono diverse alternative da percorrere se si vuole ridurlo, in ogni caso con effetti dolorosi per qualche gruppo o classe sociale ed incerti sul risultato. Personalmente non porrei l'obiettivo di ridurre in tempi brevi il rapporto debito pubblico PIL, ma di stabilizzarlo nel breve periodo facendo politiche che lo riducano nel lungo periodo. Il contrario di quanto sta facendo questo governo, le cui politiche sono incerto se considerarle stupide o criminali, nel senso di C. Cipolla.
Il modo più semplice, stabile e politicamente onesto è quello di aumentare le entrate e diminuire le uscite nel lungo periodo. Evidentemente finora l'avanzo primario non è stato sufficiente a coprire la spesa per interessi, interessi che fanno parte per lo Stato delle uscite complessive, alla pari delle retribuzioni, delle pensioni e degli altri trasferimenti. Avrà effetti recessivi inevitabili sull'economia italiana, quindi sul PIL.
Nelle analisi, soprattutto di chi è vicino alle posizioni sovraniste, manca il contesto economico internazionale, che è completamente mutato.
Ad esempio si dimentica che il dollaro è tuttora la moneta di riferimento negli scambi internazionali e che i tassi di interesse statunitensi hanno perciò riflessi diretti sui tassi di interesse degli altri stati. Durante il governo Reagan i tassi di interessi USA salirono in termini reali a livelli molto alti. Se i tassi di interesse sono stabilmente superiori al tasso di crescita del PIL il rapporto debito pubblico-PIL è destinato automaticamente a crescere, salvo correttivi, come è successo in Italia in quegli anni.
Ritengo che ormai qualunque politica economica sia destinata all'insuccesso se non viene contrattata e coordinata in un contesto internazionale. Per questo motivo sono fortemente europeista, non mi piace vedere in prospettiva la dipendenza politica ed economica dell'Italia dagli USA o peggio ancora dalla Russia o dalla Cina.
Anche per banali ragioni geografiche preferisco la dipendenza dall'Europa, in cui come paese ho la possibilità di partecipare alle politiche.
