Citazione di: Sariputra il 28 Febbraio 2017, 09:46:30 AMMi sono imbattuto , nel mio divagare tra le piccole utopie, in quelle che prendono la forma degli "eco-villaggi", il più famoso dei quali è sicuramente The Farm , in Tennessee, ma anche Christiana, la comune storica di Copenaghen. Sono presenti anche in Italia e fanno parte del Rive, la rete delle piccole comunità ambientaliste e 'socialiste' che attirano sempre più persone. Uno dei vantaggi che queste comunità presentano è la possibilità di abbassare il costo della vita mettendo in comune tutte quelle necessità materiali che servono. Questo si paga "abbassando" il proprio tenore di vita in cambio di una qualità di vita migliore: si lavora meno, la qualità del cibo è migliore, si usa meno l'auto, si vive in modo più sano. La fine di una certa militanza politica e la crisi profonda ( irreversibile?) delle ideologie contribuisce ad attirare sempre più persone in queste comunità ambientaliste che si stanno strutturando anche come punti di ricerca e di sperimentazione ( anzi sembra che questa sia la vera vocazione per cui sono nate...) di un modo alternativo e credibile di convivenza. Quindi non comunità 'chiuse' ( vanno tranquillamente a fare la spesa anche al di fuori se necessario...) ma che tendono all'autonomia economica, costruendo possibilità lavorative al proprio interno, anche tramite l'organizzazione di corsi, seminari, conferenze, ecc. Personalmente trovo che uno spazio 'privato' da ritagliarsi all'interno di una possibile comunità sia fondamentale. L'uomo ha bisogno di spazio, il quale contribuisce ad abbassare sensibilmente l'aggressività innata dell'essere umano, oltre che di uno spazio 'proprio' non invadibile da altri ( una sorta di territorio...). Una comunità quindi formata da una rete di punti autonomi che condividono le risorse del territorio e formano una coesione imprescindibile, ma nello stesso tempo vivente di spazi propri, necessari alla stessa autonomia umana e spirituale. mi sembra una soluzione più 'naturale', fatto salvo che , non essendoci mai vissuto, non posso formulare giudizi obiettivi sulle problematiche del 'vivere insieme'. Mi sembra così, a naso, e ricordando i periodi di forzata convivenza che ho vissuto, che l'autonomia formativa delle unità familiari, sia fondamentale... Un'altra cosa che probabilmente forma la coesione di queste comunità degli ecovillaggi è l'ex militanza politica in forze che una famosa forumista chiamerebbe 'sinistroidi' o 'sinistre' ( evocando con questo termine qualcosa di oscuro, malefico, appunto 'sinistro'...). Personalmente vedrei più coesa una comunità che incarni anche la ricerca in campo spirituale ( certo non le comunità post-hippy convertitesi ormai in massa a pseudoguru vari...). Una ricerca però che , nascendo da spazi anche personali di vissuto, sia anti-settaria e anti-dogmatica. Come avere tanti pozzi dove attingere acqua, che poi viene messa al servizio di tutti e in grado di dissetare sia le persone che le campagne ( imprescindibile il rivalorizzare la vita agricola, liberata da ogni forma di schiavitù del bisogno)... @Paul11 Ho letto adesso il tuo post. Per me la società attuale è gia morta, è un cadavere in avanzato stato di decomposizione, lasciato all'aperto ad ammorbare l'aria e tenuto in piedi, a mò di zombie, da fili invisibili ben manovrati da qualcuno molto panzuto. Infatti mi sento continuamente 'tirato' a destra e a sinistra , di qua e di là, e difficilmente riesco ad osservare i miei brandelli di carne che mi cadono... Dove vogliamo andare se, proprio ieri, un famoso e attualmente discusso personaggio, come uno dei primi provvedimenti ha deciso di aumentare a 54 mliardi di $ le spese militari...
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Bel post. Il problema è il solito. Abbiamo idee ma ci mancano le forze e la volontà. Ma la volontà si fonda sulla speranza che non è di certo possibile per un razionalista.

). Personalmente vedrei più coesa una comunità che incarni anche la ricerca in campo spirituale ( certo non le comunità post-hippy convertitesi ormai in massa a pseudoguru vari...). Una ricerca però che , nascendo da spazi anche personali di vissuto, sia anti-settaria e anti-dogmatica. Come avere tanti pozzi dove attingere acqua, che poi viene messa al servizio di tutti e in grado di dissetare sia le persone che le campagne ( imprescindibile il rivalorizzare la vita agricola, liberata da ogni forma di schiavitù del bisogno)... @Paul11 Ho letto adesso il tuo post. Per me la società attuale è gia morta, è un cadavere in avanzato stato di decomposizione, lasciato all'aperto ad ammorbare l'aria e tenuto in piedi, a mò di zombie, da fili invisibili ben manovrati da qualcuno molto panzuto. Infatti mi sento continuamente 'tirato' a destra e a sinistra , di qua e di là, e difficilmente riesco ad osservare i miei brandelli di carne che mi cadono... Dove vogliamo andare se, proprio ieri, un famoso e attualmente discusso personaggio, come uno dei primi provvedimenti ha deciso di aumentare a 54 mliardi di $ le spese militari...
il famoso lancio del dado iniziale dipende da una quantità tremenda di fattori: da come scelgo di lancirarlo, da dove cade, da come è l'ambiente in cui cade... Troppi fattori. E il risultato è che tutti questi fattori fanno sì che "assomigli" ad un evento casuale ma d'altronde non lo è perchè appunto dipende da "fattori esterni" che non ne garantiscono l'"indipendenza statistica". Sì anche io favorisco un determinismo debole ma un determinismo così debole da lasciare una, seppur parziale, autonomia ai suoi ingranaggi non è più un determinismo. In ogni caso secondo me la citata teoria del caos (su cui in questa discussione avevo sorvolato, ma che c'entrava molto di più della MQ
ora ho capito e accolgo la tua obiezione e cerco di integrarla nel mio pensiero. Sì hai ragione nel dire che i fenomeni non si possono davvero paragonare. Tuttavia il mio discorso era un po' diverso. Nel caso classico non c'è davvero in linea di principio bisogno di parlare di "probabilità". Ci serve quando nella pratica abbiamo troppi gradi di libertà: in sostanza ambiti del sapere come la meccanica statistica e lo studio del lancio dei dadi usano il concetto di probabilità perchè ci manca la conoscenza che in linea di principio sarebbe accessibile (vedi demone di Laplace).