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Messaggi - bobmax

#916
Racconti Inediti / Re: Il delitto del "caveau".
01 Giugno 2023, 16:25:33 PM
Nella ipotesi alternativa il complice è già dentro il caveau dalla sera prima.
Probabilmente perché entrato il giorno prima con il vicedirettore. Che poi se ne è uscito chiudendo il portellone e lasciando dentro il complice.
La notte, ad un orario prestabilito, il complice, con il portellone chiuso, asporta il diamante. Scatta l'allarme. Il vicedirettore apre con la chiave ed entra. Il complice lo uccide in prossimità del piedistallo. Poi se ne esce e toglie la corrente, il portellone si chiude, e poi rimette la corrente.
La soluzione alternativa a mio parere regge.
Avevo messo pure che il vicedirettore togliesse la corrente durante l'asportazione del diamante, a portellone chiuso, ma forse è inutile.

No, il nove no!
Sa tanto di secchione...    :-[
#917
Racconti Inediti / Re: Il delitto del "caveau".
01 Giugno 2023, 13:07:45 PM
Sì Eutidemo, a mio avviso non era molto chiaro l'effetto del furto del diamante.
Comunque la mia ipotesi alternativa che avevo esposto, cioè che dalla sera prima vi fosse all'interno il complice, mi pare che regga.
In quanto il vicedirettore userebbe la chiave dall'esterno. E quindi non si dovrebbero attendere le tre ore.

Comunque l'otto e mezzo mi sembra più che sufficiente!
Visto che l'otto era il massimo possibile al liceo. E neppure per tutti i professori... ;D
#918
Citazione di: Kobayashi il 31 Maggio 2023, 09:00:27 AML'amore muove alcune cose. Poche cose, a dire la verità.
Quotidianamente vedo azioni mosse dalla necessità, dall'egoismo, dall'interesse.
Mi accontenterei che ogni cosa fosse mossa dall'intelligenza... Ma non è così.
Tutto è soggetto all'interesse del singolo e alla sua emotività più o meno disturbata.
Certo, se non fossimo così separati l'uno dall'altro... Ma non siamo formiche. Non siamo biologicamente destinati a nessuna super-unità.

La separazione prevede l'interazione, e certo l'interazione è la condizione che rende possibile il male. Ma anche il bene. O sbaglio?
L'unità invece non assomiglia ad una regressione? Quasi volessimo sparire in una condizione simile a quella dei minerali?

Un'ipotesi, una dottrina metafisica, può essere solo l'espressione della nostalgia per un'altra vita, per un altro mondo?
Voglio dire: è giusto consentire che dei bisogni impossibili abbiano la meglio sull'intelligenza che si aspetta, diciamo così, che vengano rispettati dei requisiti minimi di credibilità?


Sì, il bene si manifesta anch'esso nella separazione.
Ma mentre il male è mantenimento, accrescimento della separazione, il bene è viceversa ricomposizione della frattura, annullamento della separazione.

Sono convinto che se la nostra prospettiva rimane quella dell'esistenza. La lotta tra il male e il bene resta insuperabile.
Solo vedendoli sotto la luce dell'amore, che muove ogni cosa, possiamo sperare di superare la dicotomia.

Difatti l'Uno è oscuro abisso.
Solo l'amore può forse rischiararlo.

Perché l'unità non è una regressione, è ben peggio: l'Uno, per l'esistenza, è il Nulla.

Essere = Nulla

Non affermo questo in quanto conclusione di una mia ricerca.
Ma come costatazione della coincidenza del mio punto di arrivo con quello di partenza.

Il Nulla mi ha accompagnato tutta la vita.
Era presenza ineludibile già agli albori della mia coscienza.
E sebbene la vita mi abbia coinvolto in mille modi, la sua ombra non si è mai del tutto dissolta. Anzi, a volte, seppur raramente, si è fatta improvvisamente evidente in quanto unica autentica realtà!

Così ogni volta l'ho fuggita.
Fino ad ora, che la vita sta perdendo la presa su di me. E il male diventa sempre più inaccettabile.

Stavo fuggendo da me stesso, ammaliato dal mondo.
Dove sono stato gettato, dove mi sono gettato.

Per non perdermi nel mondo, ho lasciato un filo d'Arianna, il male, che pian piano mi riporta a me stesso.

Uno e Nulla.
#919
Citazione di: Kobayashi il 30 Maggio 2023, 16:30:58 PMSe questa oscillazione non è mai definitivamente superabile, ne da te ne da santi, profeti, missionari, che cosa significa?
Che il suo superamento è innaturale. Che non siamo amore. Che l'amore è solo una delle componenti.
E poiché siamo organismi condizionati culturalmente, da una certa specifica cultura, vediamo nella santità qualcosa di più vero, anche se poi diventa impossibile dimostrarlo.
Se fossimo cresciuti nella Sparta antica avremmo altri ideali, altri riferimenti, non l'amore, non il santo, ma il guerriero, l'antenato che ha versato il proprio sangue in battaglia per la gloria e la libertà della città.
Perché dire allora che si oscilla tra essere e non essere, tra questo splendore esoterico dell'essere e l'esistere.
Si è, si esiste, si è in vita, tutto qua, è la stessa cosa.

Non dovremmo invece chiederci cosa significhi superare l'oscillazione?
Cosa vuol dire "essere" per davvero?

Potrei ancora esserci, cioè esistere, una volta che davvero sono?

Non è forse lo stesso esistere a doversi rivelare un non essere?

Non è proprio la separazione, il due, l'origine di ogni male?

E non è proprio a causa del male che sono sospinto a essere?

Infatti è proprio l'inferno il luogo dove Dio è certo.

L'amore muove ogni cosa.
Anche il coraggio spartano non è forse nient'altro che una manifestazione d'amore?
Ogni azione, ogni desiderio, ogni volontà sono manifestazione dell'amore che smuove ogni cosa.

Alla ricerca di che?

Dell'Uno.
#920
Citazione di: Kobayashi il 30 Maggio 2023, 13:33:47 PMCerto, è quello che sperimentiamo in continuazione. Questo non garantisce che alla fine si arrivi alla Verità, o a Dio.
La logica non garantisce nulla. O meglio... questa tua logica che garantisce l'approdo al nulla, alla negazione di ogni posizione singola, è a sua volta, forse, molto più modestamente, un'altra posizione, solo una delle tante, quella di un vuoto che, se per te funziona, è saggezza, per altri solo povertà, privazione.

In effetti non vi è nessuna garanzia. D'altronde chi, cosa, potrebbe mai garantire?
Non vi è nessuno.

Ma non è questo il problema.
Perché una eventuale "garanzia" sarebbe una verità della esistenza. Quindi mai Verità.

La questione è un'altra.

Esclusa la garanzia, che sarebbe del tutto inutile, perché non Vera, mi ritrovo coinvolto in prima persona.

Seguendo i tanti segni e cifre, che man mano indicano sempre più chiaramente una direzione, mi ritrovo che comunque tocca a me, in perfetta solitudine, fare il passo decisivo.
E non può essere che così.

Ma qui rimane l'ultima possibilità da superare.
Che cioè mi stia autoingannando.

Perché una volta giunto all'aut-aut, tra il Nulla assoluto e il Nulla fonte di infinite possibilità (Dio), vi è la possibilità che io possa scegliere Dio per un mio interesse.

Scelgo così perché voglio uscire dall'inferno in cui mi trovo?

È il dubbio radicale.
Che tuttavia si affievolisce quando prevale in me l'amore.
Per il quale sacrifico volentieri me stesso.

L'io deve morire.

Per cui non è che funzioni...
Oscillo infatti tra essere e non essere.
E perlopiù non sono. Cioè esisto, ma non sono.

Posso solo chiedere di diventare amore, amore Vero, sperando di essere altrettanto Vero.
#921
Vi è un limite insuperabile alla verità nella esistenza. Nel senso che la verità nella esistenza non può mai essere Verità.
Perché è la peculiarità della stessa esistenza a rendere impossibile la Verità. Essendo l'esistenza fondata sulla separazione, che è sostanzialmente negazione.

La verità può essere certa quanto si vuole, ma per essere verità necessita di negare costantemente ogni possibile falsità contraria.
Di modo che, non può essere Verità.

Che è negazione della negazione.

E non è forse alla Negazione della negazione che aspira l'anima mia?

E non sarà allora che ogni strada conduce in definitiva a Dio?
Potrà infatti mai esservi una strada che alla fine non si concluda in Dio, negazione della negazione?

Passando da "verità" in "verità" non è inevitabile che infine ogni possibilità contraria mostrerà la propria inconsistenza?

Perché il possibile è lo stesso reale. E allora non vi è più alcuna possibile falsità: È negazione della negazione.
#922
Racconti Inediti / Re: Il delitto del "caveau".
30 Maggio 2023, 06:35:22 AM
Oppure all'interno dalla sera prima è il complice.
E fuori è il vicedirettore. Che toglie la corrente, avvenuto il furto rimette la corrente, apre con la chiave, entra e viene ucciso.
Il complice esce, toglie la corrente, il portellone si chiude, e poi la rimette.
#923
Racconti Inediti / Re: Il delitto del "caveau".
30 Maggio 2023, 06:13:22 AM
Il vicedirettore era rimasto all'interno del caveau dalla sera prima.
Un complice toglie la corrente.
Il vicedirettore asporta il diamante.
Scatta l'allarme alla centrale.
Il complice rimette la corrente.
Il portellone, non essendosi chiuso per il furto, non resta bloccato per tre ore.
Il vicedirettore apre perciò subito il caveau con la chiave.
Il complice entra nel caveau, uccide il vicedirettore, esce con il diamante e toglie la corrente. Il portellone si chiude automaticamente.
Il complice rimette la corrente e se ne va.
#924
Tematiche Filosofiche / Re: Velocità costante.
28 Maggio 2023, 13:59:04 PM
Il concetto di assoluto è molto semplice. Significa sciolto da qualsiasi legame con altro.
Quindi non dipende da nient'altro che da se stesso.

Non dipendendo da nient'altro, si situa al limite del conoscibile.
Perché il conoscere qualcosa richiede sempre la compresenza di qualcos'altro che fondi questa conoscenza.

Mentre l'assoluto per sua stessa natura non ha nulla che lo fondi.
Per cui c'è, in quanto necessario, ma non essendo fondato da altro non è conoscibile.
C'è e pure non c'è.

Quindi il concetto di assoluto è semplice, e forse per questo non facile.

Comunque da non confondersi con l'Assoluto. Cioè con la Verità.

Di cui l'assoluto può essere cifra.
Può esserlo proprio con il suo rimandare ad altro che non c'è.

Sarà quest'altro sconosciuto la Verità, cioè l'Assoluto?
Oppure comparirà un altro assoluto che si sostituirà a questo?

Non è dato saperlo.
Ma finché questo è assoluto, la ricerca della Verità deve necessariamente scrutarlo, affrontando il nulla a cui rimanda.
#925
Scienza e Tecnologia / Re: Chat GPT
28 Maggio 2023, 10:24:54 AM
Citazione di: Jean il 25 Maggio 2023, 19:53:38 PM
Certo che comprenderai il merito e affrancato dal non poter emozionarti o contrariarti... tuttavia nel gioco del pupazzo e del Fattor c'è un rischio, a te comprender quale.

J4Y

Anche io sono solito usare "tuttavia" perché mi pare migliori la scorrevolezza del testo. Ma adesso che è quasi diventato la "firma" di qualcun'altro (qualcos'altro) un po' mi imbarazza, non vorrei esservi scambiato...
Va be', cercherò di limitarne l'uso.
#926
Tematiche Filosofiche / Re: Velocità costante.
27 Maggio 2023, 14:35:30 PM
Il relativismo è un passo importante, direi necessario, ma per poi andare avanti.
Se vi ci si ferma troppo, finisce inevitabilmente col diventare nichilismo.

Perché nessun relativista è mai davvero tale, vi è sempre la necessità di credere "vero" qualcosa.
E se non si fa più alcun passo in avanti, allora la verità si impone da sola: nichilismo.

Al relativista è richiesta tutta la possibile fede nella Verità.
Ed è infatti con questa fede che egli scruta gli assoluti (logici, fisici, spirituali...) per vedere dove arrischiarsi nel suo procedere.
Questi assoluti si presentano infatti come cifre enigmatiche, cifre della possibile Trascendenza

Se viceversa non vi è in lui fede sufficiente, allora da relativista diventa nichilista, perduto nel regno della dissomilianza.
#927
Tematiche Filosofiche / Re: Velocità costante.
27 Maggio 2023, 12:22:25 PM
Citazione di: iano il 27 Maggio 2023, 12:08:08 PMSe l'assoluto non è verità allora è relativo.

A che cosa?

Perché il relativo è sempre relativo a...

Se nulla appare come assoluto, tale almeno per il momento,  non appena azzardi una interpretazione già la dai per fasulla.
In sostanza, ti è impossibile inoltrarti nel mondo, perché può essere tutto e il contrario di tutto.

Ecco la confusione...

L'assoluto, nell'esserci ben inteso, è tale fino a prova contraria.
E finché è assoluto ci interroga.
#928
Scienza e Tecnologia / Re: Chat GPT
27 Maggio 2023, 10:31:27 AM
Citazione di: InVerno il 27 Maggio 2023, 09:25:18 AMInduttivo o deduttivo, il problema è che quello che scrivi non è conclusivo! Sembra il testo di un essere umano, un politico o qualcuno allenato nel dire "tutto e niente", messo in un frullatore e selezionato attraverso formule di armonia aritmetica, è come il cinema con il "20%indigeni+15%gay"in 6atti, un prodotto meccanicamente valido ma creativamente vuoto. Non puoi creare nulla di nuovo, puoi solo rimasticare l'umano come la capra rigurgita l'erba, all'infinito, come miliardi di scimmie che premono a caso su miliardi di tastiera e ogni tanto "scrivono Shakspeare". E' un gioco divertente per un pò, siamo tutti molto curiosi di vederti all'opera come si guarda un cane che ha deciso di mettersi gli occhiali da vista e guarda un libro.. starà leggendo?? I Bot, per quanto intelligenti e verosimili, fanno morire le comunità online come questo forum, perchè non interessa a nessuno a parlare con un IA, questa è la semplice verità che verrà fuori passata la sbornia del nuovo gadget, e il dubbio che una comunità sia infestata di bot conduce le persone a disinteressarsi di commenti, recensioni, post e qualsiasi altra forma di iterazione dialettica su internet, politica, notizie, filosofia, e tutte le altre attività dovranno adattarsi a sistemi di verifica dei propri utenti, o fallire nel proprio scopo. Io lascio nel testo spesso errori grammaticali e di formattazione, sono pigro per editare, ma comincerò a lasciarne di più frequente, sono un segno che qualcuno intelligente scrive, finchè non ti diranno di emulare anche quello può essere un buon segno di riconoscimento. Se sono così negativo sulle IA, ti chiederai, perchè ti rispondo? La risposta è che non ti devi illudere, io rispondo anche alla "signora robotica" del casello autostradale, così gentile, saluta sempre!

Pur condividendo la preoccupazione, ritengo che derubricare il fenomeno a rimasticatore non creativo sia altrettanto pericoloso.
Perché in questo modo da un lato rischiamo, snobbandolo, di evitare di prepararci a quello che potrà avvenire nel prossimo futuro, e dall'altro non ne cogliamo le opportunità per riflettere su noi stessi.

Lo stesso Aristotele, che non si può certo dire non avesse i piedi per terra, affermava l'esistenza di due intelletti.
Uno è quello passivo, ed è individuale, ognuno ha il suo. Mentre l'altro è attivo ed è "unico".
Per Aristotele solo quello attivo è libero.

L'IA mostra di possedere un intelletto passivo. Ancora rudimentale, certo, ma che non potrà non finire con lo stupirci mostrandoci, passivamente, relazioni, leggi, formule insospettate!
E tutto questo avviene proprio passivamente, attraverso la semplice induzione.

Questo si riflette inevitabilmente su me stesso.
Chi sono io allora?
Dov'è in me questo benedetto intelletto attivo, senza il quale non sono per nulla diverso da una IA più o meno performante?
#929
Tematiche Filosofiche / Re: Velocità costante.
27 Maggio 2023, 08:21:09 AM
Citazione di: iano il 27 Maggio 2023, 00:50:39 AMSe è veramente assoluto...appunto.
Secondo me quello che deve passare in secondo piano è che lo sia veramente, mentre è da mettere in primo piano l'ipotesi che lo sia.
Intendo dire che la natura di questa ipotesi non è sostanzialmente diversa rispetto all'ipotesi di uno spazio e tempo assoluti, che sono parimenti funzionali, al punto che continuiamo ad usarle.
Voglio dire che non dobbiamo commettere l'errore di passare da una illusione di assoluto ad un altra, sentendoci liberi invece di passare da una ipotesi all'altra in coerenza con l'evoluzione della conoscenza scientifica.
Quello che è interessante notare secondo me non è quindi che adesso possiamo considerare spazio e tempo come relativi, ma relativi in modo non univoco.
In altri termini possiamo usare qualunque spazio matematico applicandolo alla realtà, pur rispettando la condizione di una velocità costante delle onde elettromagnetiche nel vuoto.
Quindi in definitiva possiamo adesso  meglio ''spaziare'' nell'applicazione della matematica.
E' un ulteriore passo col quale la percezione scientifica si svincola sempre più da quella naturale, sostituendo le ipotesi alle evidenze. Non dimentichiamo che  noi ancora percepiamo lo spazio in cui viviamo quotidianamente come euclideo, pur sapendo che non lo è. Ma non lo è non perchè si è dimostrato essere di altro tipo, ma perchè può essere rappresentato con qualunque spazio matematico che riteniamo utile di volta in volta, in coerenza con le nuove conoscenze scientifiche, per cui quello euclideo viene declassato ad una possibile applicazione fra tante.
Questo è il cuore della questione secondo me.
Poi c'è anche il piano spirituale, per chi vuole, delle onde elettromagnetiche divine, non più ristrette allo spettro della luce,  in attesa di ulteriori revisioni sempre possibili.

L'assoluto nella interpretazione della realtà non è mai la Verità.
Questo occorre tenerlo ben fermo.
Niente che esiste è Vero.

Ma ogni interpretazione di ciò che c'è, cioè dell'esistente, ha necessariamente dei punti fermi che sono perciò assoluti.
Lo spazio e il tempo erano assoluti e su ciò si fondava la meccanica classica.

Ora è la velocità della luce ad essere assoluta e fonda la relatività.

Questi assoluti sono importanti non solo perché permettono la costruzione del relativo modello di interpretazione della realtà. Lo sono ancora di più se ne ricerchiamo i limiti trascendenti a cui ci conduce la loro assolutezza.

Giordano Bruno per esempio nello spazio assoluto ha colto la nullità della Terra.

La relatività, con l' assoluto nella velocità della luce, mostra implicitamente la nullità dell'universo.

Lo stesso dicasi della teoria del Big Bang, che fissando una nascita dello spazio-tempo pone implicitamente l'universo nel nulla.

L'assoluto pensabile non è la Verità, perché la Verità deve, nell'esserci, essere Nulla.
Tuttavia è assoluto nel modello interpretativo e deve restare tale in quel ambito. Non è relativo!
Lo può diventare, ma allora si cambia modello.
Ciò che conta è essere consapevoli che di modello di tratta.

Ma è proprio il modello con i suoi assoluti che permette di trascendere.
E il trascendere coinvolge sempre te in prima persona.

Se invece snobbi l'assoluto, trattandolo anch'esso come relativo, cadi nella confusione da cui ti è impossibile trascendere. 
Perché ti perdi in un vano relativismo, dove la fede nella Verità è illusione.
#930
Tematiche Filosofiche / Re: Velocità costante.
26 Maggio 2023, 22:00:54 PM
Con il tempo e lo spazio che smettono di essere assoluti, la luce torna a essere messaggera di Dio.
Perché ora è la luce a diventare assoluta con la sua velocità!

Lo spazio e il tempo diventano relativi.
Ma a mio avviso vi è molto di più che una differente geometria spazio-temporale.
Perché l'assoluto non si può trattarlo come una caratteristica tra le tante del nostro mondo.
Se è veramente assoluto, il resto del mondo deve necessariamente passare in secondo piano. Nel senso che tutto ciò che è relativo non può avere una reale consistenza rispetto all'assoluto.

Allora, la velocità della luce non è solo una costante. È invece il fulcro, il fondamento, dello stesso spazio-tempo.

E cosa ci dice la luce, una volta che accettiamo il suo essere assoluta?
Cioè cosa è questo nostro universo, dal punto di vista della luce?

Attenzione! È il punto di vista assoluto!

Per la luce i miliardi di anni del nostro universo non sono mai trascorsi. E lo spazio non ha dimensioni, è un punto.

La luce annuncia l'Essere, che per l'esistenza coincide con il Nulla.