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Messaggi - Jacopus

#916
Tematiche Filosofiche / Re: Decalogo liberale
22 Maggio 2023, 23:07:26 PM
Sono tutti condivisibili ma sono necessarie alcune precondizioni, anzi una: la possibilità che gli esseri umani che rispettano quei precetti liberali abbiano le risorse economiche per non farsi condizionare, altrimenti sono precetti validi ed ineccepibili solo per chi se li può permettere.
#917
Tematiche Spirituali / Re: Come rispondereste?
21 Maggio 2023, 16:53:56 PM
Ciao Aspirante. Credo che sia troppo tardi perché il percorso della cultura occidentale va verso la direzione della tecnologizzazione, quella che fu definita da Husserl colonizzazione del Mondo vitale da parte del sistema (system vs Lebenswelt). La tecnologia ci illude nel poter risolvere i nostri problemi esistenziali, mentre in realtà li produce. Servirebbe, come sempre, il principio ellenistico del "mesotes", affinché system e Lebenswelt possano convivere insieme e trarre beneficio entrambi dalle loro rispettive qualità. Il Lebenswelt invece è oggi ridotto ad arcaicismo tribale, ad ingerenza del collettivo nell'individuale. Processo che ha raggiunto il suo massimo livello negli USA ma che tende ad essere esportato, insieme alla democrazia. Apprendere questa cultura individuale e tecnologica a partire dalla più tenera età, produce cittadini omologati a quel tipo di pensiero e più il processo continua a dominare i processi di trasmissione culturale, più diventa strutturato e solido, fino al "point of no Return".
Questo processo comporta in sostanza la disarticolazione di tutte le associazioni, enti e istituzioni che cercano il "bene comune", in in ottica di "stato etico", sostituiti dalla lotta neutrale e artificiale delle Corporation.
C'è una immagine simbolica. La copertina del "Leviatano" di Hobbes. Un re formato da tanti piccoli re che danno la
Fisionomia alla sua immagine. Quei piccoli Re ora sono distaccati dalla immagine della sovranità collettiva del Leviatano. Un certo distacco permette una dialettica sana fra sovranità unitaria e istanze di libertà, ma quando ognuno diventa un piccolo pretendente di una libertà assoluta che deve primeggiare sulle libertà assolute degli altri, allora è imminente il tempo della sostituzione del Leviatano con il Beemoth.
#918
Tematiche Spirituali / Re: Come rispondereste?
21 Maggio 2023, 14:39:41 PM
Claudia. La risposta di aspirante continua con "cosa ne verrebbe al l'umanità intera?". Il problema attuale dell'umanità è che si illude di poter risolvere tutto con il "cosa conviene a me". Mantenere insieme le due convenienze è invece fondamentale. Credo però che sia troppo tardi.
#919
Tematiche Spirituali / Re: Come rispondereste?
19 Maggio 2023, 18:23:08 PM
Impegnarsi a superare lo stato di minorità che l'uomo può imputare a sè stesso (obiettivo macro). Curare il proprio giardino (obiettivo micro). Connettere i due obiettivi (obiettivo finale).
#920
Anche nel caso del lancio di tutte le bombe atomiche di tutti gli arsenali, dubito che la vita potrebbe finire. Vita che si riproduce in svariate forme anche a diverse migliaia di metri sotto il ghiaccio o nelle profondità marine. Le radiazioni potrebbe accelerare i processi naturalmente mutogeni dei batteri e dei virus e probabilmente per qualche migliaio di anni assisteremo a forme di vita più resistenti alle radiazioni. Non si esinguerebbe neppure homo sapiens, a mio parere, anche se tornerebbe a vivere in condizioni molto più precarie, le stesse d'altronde che sperimentano già oggi miliardi di persone nel terzo mondo.
#921
Sono d'accordo con te. Sono pregiudizi che tendono a colpire chi non si adegua a certi stereotipi sociali definibili "normali". La scelta di restare single può essere motivata da mille ragioni e va rispettata, anche perchè non provoca alcun male negli altri. Solo le scelte che potenzialmente provocano un male, vanno contestate.
#922
Aggiungo che i sogni, come dice Atomista, hanno una funzione di ricaricare le pile, cosa che non si ottiene esclusivamente con il riposo, perchè non tutti i riposi sono uguali. Quando si sogna si scende ad una fase del sonno molto profonda, quando è più difficile essere risvegliati. Il sonno profondo rigenera più velocemente i tessuti e permette un miglioramento delle funzioni della memoria. Il nesso sogno-desideri a me sembra piuttosto corretto, anche se va interpretato in modo più complesso di quanto credeva Freud. Non che l'interpretazione di Freud sia semplicistica. Per Freud il simbolismo dei sogni nascondeva desideri che non avremmo confessato neppure a noi stessi e che quindi avevano bisogno di modi oscuri per esplicitarsi. Sgretolandosi i rapporti umani e sostituendosi i sensi di colpa con il narcisismo, anche i sogni dovrebbero cambiare, perchè anch'essi, oltre ad essere un fenomeno organico, sono strettamente correlati con la cultura dei sognatori. Una società di narcisi, ad esempio, potrebbe aver bisogno di sogni in cui i narcisi vengano duramente puniti e terrorizzati, per compensare la loro percezione nella "vita mattutina" di essere i migliori, i più bravi, i più giovani, i più ricchi, i più più.
Il sogno lo interpreto anche come una apertura ad altri mondi, a non sentirsi imprigionati in un corpo che è comunque limitato e temporalmente destinato a consumarsi. Sia che si tratti di sogni orribili o meravigliosi, ci offrono una sorta di realtà virtuale nella quale la nostra vita "incasellata" per sempre, può essere consolata dell'inevitabilità di quell'incasellamento.
#923
Lo so. Sono un guastafeste. I sogni hanno probabilmente una importante funzione vitale. Se ormai è chiaro che i mammiferi sognano, è ancora più sorprendente che sognino anche animali semplici come i ragni. Per Freud erano semplicemente desideri che si realizzavano nel sonno e sicuramente è una funzione tipica dei sogni. Che lo facciano in modo oscuro e simbolico è un altro tipico metodo dei sogni per organizzare la propria attività.
#924
Come fai notare tu stesso, la natura persegue obiettivi che non sono giusti secondo la visione antropologica, salvo visioni particolari come il nazionalsocialismo o il darwinismo sociale. L'idea di un equilibrio sistemico nella natura è l'idea che Lovelock ha chiamato Gaia. Ma la natura si fonda sulla dialettica fra stasi e dinamica che persegue un obiettivo generale che è quello della proliferazione della vita più adatta ad un certo ambiente. In realtà anche homo sapiens persegue lo stesso obiettivo ma lo fa attraverso modelli comportamentali anomali, come ad esempio curare gli esemplari anziani e malati, mentre la stragrande maggioranza degli animali di solito li emargina. Probabilmente, ma è solo una ipotesi, la grande disponibilità di tempo libero, ci ha permesso di creare modelli teorici di giustizia, di equità, di libertà, che non sono strettamente naturali ma intimamente umani. Ci siamo posti un gradino sopra la natura, in virtù della tecnica. Sta a noi considerarci responsabili rispetto alla natura oppure usare la tecnica come amplificatore della violenza. E pertanto le comparazioni legittimatorie tramite Natura mi lasciano sempre perplesso, così come il riferimento a qualsiasi divinità, sia pure astratta e panteistica. Mio limite.
#925
Ipotizzo: perché vi piacete reciprocamente. Lei ha avuto cura di te e tu sei grato per questo.
Inoltre lei fa il suo lavoro mettendoci anche dell'affettività come accade spesso nel campo sanitario. Probabilmente vi sareste piaciuti anche al di fuori di questo rapporto riabilitativo, che ha dato però una marcia in più alla vostra relazione. Siamo esseri affettivi e prosociali. Possiamo apprendere molte cose ma questa è radicata in profondità nei nostri pattern comportamentali.
#926
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo
07 Maggio 2023, 21:29:01 PM
 Torniamo al tema "positivismo"?
#927
Chi crede di essere senza peccato e scaglia la prima pietra di solito è quello che riesce a compiere le più grandi malefatte. Sul fatto che chi si immedesima sul lato delinquenziale poi diventa indulgente, ti posso citare un anedotto divertente ma significativo. A Torino c'è un museo criminologico, che ha raccolto l'eredità di Lombroso, il fondatore della criminologia come disciplina, famoso per la sua eziologia della delinquenza a partire esclusivamente da fattori organici. Nella sua raccolta di crani di delinquenti, raccolta negli anni, ha espressamente chiesto che alla sua morte, fosse inserito anche il suo cranio nella raccolta. Cranio tuttora ben visibile nella raccolta. Francamente mi fanno molto più paura quelli che NON si immedesimano nelle storie degli altri, che quelli che si immedesimano. Torniamo sempre al solito discorso: dobbiamo sentirci tutti separati o tutti uniti? Non sarebbe meglio considerare il fatto che siamo entrambe le cose e che comunque, laicamente, nessuno si salva da solo?
#928
Probabilmente non riesco a spiegarmi bene. Anche se in realtà il concetto è semplice. Intanto grazie per l'info sulla richiesta di Andreoli, ma come ben sai il giudice è peritus peritorum.
Poi rispetto a tutta un'erba un fascio, mi piacerebbe sapere dove l'ho scritto, perché se ho scritto che è sempre responsabilità della società brutta e cattiva e non me ne sono accorto, ho bisogno anch'io di uno psichiatra o più umilmente di un integratore per la memoria. Insomma quello che affermo è che le azioni malvagie nascono da serie multifattoriale di cause. Semplificare il tutto al carattere dell'uomo malvagio che preda l'uomo buono mi sembra una favoletta che non regge, anche se è molto comoda per quietare la nostra coscienza. C'è un film molto interessante sull'argomento: la città di Dio. Descrive una favelas brasiliana, nella quale è un'impresa non diventare dei criminali, eppure il protagonista ci riesce attraverso la passione per la fotografia. Ciò non toglie che al di là delle risorse individuali, sempre in grado di farci scegliere, l'ambiente dove viviamo non è indifferente e tanto meno lo è negli anni della nostra infanzia e formazione. Non si tratta di "buonismo" ma di comprendere i meccanismi dell'agire umano, che sono interdipendenti e intereagenti con quelli degli altri umani con i quali veniamo a contatto. Abbiamo molte scelte da fare nella nostra vita, ci confrontiamo con esperienze, con affetto ( magari nostro zio con simpatie naziste ci voleva davvero bene e noi non giudichiamo più il nazismo - o i furti -così negativamente). Se vogliamo ragionare in termini di complessità possiamo provare a risolvere problemi immensi come quelli posto in questa discussione, oppure limitarci a dire "il male fa parte della natura umana e quindi c'è poco da fare" e poi ognuno se la aggiusta come vuole (sperare nel paradiso, commettere il male perché così fan tutti, deprimersi, dividere il mondo in buoni e cattivi?). La mia religione che è kantiana mi impedisce questa soluzione.
#929
Koba. Direi di no, altrimenti Andreoli lo avrebbe dichiarato incapace di intendere e di volere e pericoloso socialmente. Invece gli ha attribuito la libertà di aver voluto uccidere. Ma questa libertà si associa con un inevitabile parziale determinismo. Se non si comprende questo duplice movente dell'azione umana (ambiente e soggetto individuale a cui andrebbe aggiunto anche la casualità) non si può fare nulla se non aspettare una giustizia ultraterrena. Bilancia è un caso esemplare ma esistono tanti tipi di cattiveria, non necessariamente così sanguinosi. Comprendere l'agire umano è il lavoro essenziale per continuare il lavoro verso una società più giusta. Ma una società più giusta non si ottiene dividendo i buoni dai cattivi. Questa distinzione è di per sè stessa paranoide (e cattiva) e priva di ogni realtà.
#930
Claudia. Visto che l'hai tirato in ballo ti racconto la storia di Donato Bilancia, che in realtà ho già raccontato in qualche precedente discussione, ma magari ti sarà sfuggita. Nel corso del processo per 17 omicidi, Donato Bilancia ha avuto come Consulente Tecnico d'Ufficio, lo psichiatra V. Andreoli, con il quale poi ha scambiato per molti anni una relazione epistolare, autorizzandolo anche a scrivere la sua storia, che è quindi di dominio pubblico.
il libro si intitola "il lato oscuro", di Rizzoli, quindi credo anche facilmente reperibile. In sostanza Donato Bilancia ha avuto un padre/padrone che trattava la moglie come una bestia da soma. Ipergeloso inutilmente e manesco. Entrambi i genitori inoltre si prodigarono ad umiliare Donato Bilancia. Ad esempio la madre stendeva le sue lenzuola per dimostrare che soffriva di enuresi notturna e il padre per canzonarlo gli scoprì le mutandine per mostrare alle sue cuginette quanto ce l'aveva piccolo. Per corroborare la situazione di estremo disagio di questa famiglia, basti anche ricordare che il fratello di Donato Bilancia, prima che Bilancia commettesse gli omicidi si suicidò sotto un treno, portandosi appresso il figlio di pochi anni. Altro aspetto non trascurabile, il fatto che la famiglia Bilancia si trasferì per lavoro dalla Basilicata alla Liguria, con tutte le problematiche delle migrazioni, che ovunque, se non supportate da serie politiche di integrazione, hanno una incidenza di rilievo rispetto alle azioni violente e alla "cattiveria".
Nonostante questo, Bilancia è stato considerato da Andreoli capace di intendere e di volere, ma nel libro si legge la profonda comprensione di Andreoli verso questa come verso le altre vicende raccontate.
In sintesi, non si tratta di deresponsabilizzazione ma di capire che siamo tutti connessi e interdipendenti e nello stesso tempo separati e autonomi. La psicologia (probabilmente non quella pop) questo lo dice da sempre. Probabilmente attorno agli anni '60 si è data più importanza alla società e ciò ha determinato una inclinazione verso la responsabilità sociale, ma ora mi sembra che le due componenti siano piuttosto equilibrate, anzi forse ora vi è più (nuovamente) un riconoscimento della responsabilità personale piuttosto che quella della società. In ogni caso, ripeto, l'eziogenesi delle azioni "cattive" non può essere rinviata alla sola personalità del soggetto "cattivo". Torneremmo indietro nella storia della psicologia e della sociologia al Medioevo.