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Messaggi - baylham

#916
Preferisco l'ipotesi alternativa: io esisto dunque l'assoluto non esiste.
#917
All'approccio liberale, ben argomentato da davintro,  rivolgo l'obiezione che in molte relazioni si assiste al fatto che l'espansione  della libertà di alcuni determina la restrizione della libertà di altri.  Per cui sono convinto, per quanto possa apparire paradossale, che solo un sistema di norme finalizzato può dare una minima protezione al tempo libero individuale. Personalmente alla libertà dei consumatori antepongo la libertà dei lavoratori dipendenti e non.

Ho la netta sensazione che se non si cerca collettivamente di conservare uno o più giorni settimanali dedicati al tempo libero, festivi, esclusi dal lavoro, il risultato finale sarà la sparizione del tempo libero. Inoltre, come evidenziano i vostri interventi, decadrà la dimensione collettiva del tempo libero, ridotto a fenomeno d'aggregato ma non di gruppo. 

Il commercio al minuto mi sembra un settore economico protetto dalla concorrenza internazionale per via dei costi dei trasporti. Perciò la legislazione di uno stato in materia è sufficientemente libera da condizionamenti esterni.  Per quanto riguarda l'occupazione nel settore del commercio vedo un grande sviluppo dell'automazione con conseguente riduzione degli occupati: forse i negozi diventeranno luoghi automatizzati di consegna delle merci preordinate.

A differenza di sgiombo e di altri, ritengo che i grandi cambiamenti contemporanei nelle economie delle società occidentali non siano la conseguenza dalla fine del comunismo sovietico ma dello sviluppo capitalistico della Cina. Ben prima del disfacimento dell'Unione Sovietica, il comunismo fu stravolto, rovesciato in Cina.
#918
Citazione di: InVerno il 11 Settembre 2018, 14:08:58 PM
Diciamoci la verità, "non tutti" sentono il bisogno di andare a messa la domenica, quello che si difende è una "festività marxista" a cui i liberisti giustamente non sentono alcun obbligo di aderire, tu pensi per ignoranza o per qualsiasi altro motivo, ma parecchie persone si sentono completamente a loro agio a lavorare alla domenica, a lavorare e qualsiasi ora, pur di lavorare.  Ma perchè queste persone cedono a questo ricatto "pur di lavorare", perchè esse cedono un valore metafisico (la festività) in cambio di un valore materiale (la paga) ? Se non per la mentalità materialista? Non ci sarà statà nessuna "volontà utopica" in Marx, ma la pervicacia con cui il marxismo ha sostituito le feste religiose con feste marxiste (in primis il 1 maggio, poi la domenica e altro) è parecchio interessante.

Forse il riposo settimanale è venuto prima dei motivi religiosi che lo giustificano.

Gli stacanovisti sono socialmente nocivi, stupidi. Per impedirgli di nuocere in una economia di mercato vanno posti dei limiti, delle restrizioni, degli ostacoli.

L'alienazione coinvolge in forme diverse i membri di entrambe le classi, il proletario come il capitalista; anche quest'ultimo è un servo del sistema capitalistico secondo Marx e Weber.
 
#919
Citazione di: davintro il 10 Settembre 2018, 18:32:34 PM
contrario alla chiusura, in quanto la ritengo un'interferenza arbitraria dello stato nella vita dei singoli individui, e quel che è peggio che cerca di giustificare se stessa sulla base di argomenti moralistici, come l'idea che la Domenica debba essere riservata alla famiglia anziché al lavoro tipici di uno stato etico totalitario che vuole imporre una morale pseudooggettiva, a scapito della libertà di scelta dei singoli, lavoratori e consumatori. Non mi ritengo uno schiavo del consumismo e non ho molta simpatia per i centri commerciali, ma ho l'umiltà di considerare ciò un mio semplice gusto soggettivo che mai desidererei imporre agli altri. Sarebbe come se fossi favorevole a vietare per legge cibi come il formaggio o la mozzarella perché mi disgustano, non considerando che sono liberissimo di evitare di mangiarli senza bisogno di obbligare gli altri a comportarsi come me. In generale sono contrario a qualunque idea di stato etico totalitario che pretenda di saperne più di me in cosa dovrebbe consistere il mio benessere, trattandomi come un bambino incapace di discernere autonomamente il suo bene, e compire scelte conseguenti. Dove sta scritto che una persona non possa coltivare le sue relazioni con la famiglia e con i suoi amici in un giorno infrasettimanale? Dove sta scritto che per tutti stare in famiglia sia più piacevole che lavorare, dove sta scritto che una persona non possa preferire avere come giornata libera un giorno infrasettimanale, magari un amante della lettura, che nel tempo libero preferisce frequentare librerie o biblioteche nei giorni in cui sono aperte, anziché di domenica dove questi luoghi sono chiusi? Perché lo stato deve imporre a tutti una ruotine settimanale in cui il tempo libero dal lavoro consiste nella tradizionale gita fuori porta la domenica con la famiglia, anziché avere liberi il Martedì o Mercoledì per leggersi un libro in biblioteca e incontrare gli amici che condividono i suoi interessi culturali, anziché lasciare che ciascuno si organizzi sulla base delle proprie esigenze personali?

Le tue argomentazioni sono moralistiche come quelle di qualunque altro uomo e qualunque stato è etico, basa la sua organizzazione su regole etiche. Uno stato democratico fa scelte etiche come uno stato totalitario.

Non so se sia lo stato a trattare gli individui come bambini o se siano gli individui a trattare gli altri e lo stato come bambini. In ogni caso i principi liberali dell'individuo sono in contraddizione con i principi dello stato e delle altre organizzazioni collettive come l'azienda, l'impresa. Nel lavoro ad esempio non si sceglie liberamente quando, quanto e come lavorare, nella maggior parte dei casi è un prendere o lasciare.

Se non si pongono dei limiti, delle restrizioni nel lavoro, nell'economia di mercato, con la concorrenza non c'è limite al peggioramento delle condizioni di lavoro per tutti e alle esternalità negative. La liberalizzazione degli orari dei negozi commerciali verrà poi estesa agli altri settori costringendo tutti a tempi di lavoro disumani, senza limiti.

Difendere i negozi commerciali, piccoli o grandi, dal commercio elettronico con le aperture domenicali è velleitario. Semmai è proprio l'esistenza di un giorno festivo settimanale, di riposo dal lavoro, comune per la maggior parte della popolazione che rallenta, ostacola la crescita del commercio elettronico.

L'occupazione non è un problema da affrontare a livello di una azienda, di un settore economico, l'occupazione è un problema del sistema economico nel suo complesso. La chiusura domenicale comporta delle perdite di occupazione nel settore della grande distribuzione? Verissimo, ma quanti piccoli imprenditori sono spariti, hanno perso la loro occupazione con la liberalizzazione delle aperture domenicali? Questo è l'effetto principale, se non unico della liberalizzazione delle aperture, la contrazione del numero dei negozi, la concentrazione del settore commerciale.

Il motivo principale per cui sono favorevole ad un giorno di chiusura di tutte le attività produttive non strettamente necessarie è la possibilità di favorire le relazioni sociali più autentiche, più libere. Se non c'è un giorno in comune queste relazioni sociali sono ostacolate o impedite. Come si organizza una qualunque manifestazione, un festeggiamento, una gita, un gioco, un convivio, un incontro collettivo se non c'è un giorno in comune da condividere?
#920
Citazione di: Sariputra il 10 Settembre 2018, 10:08:55 AM
Mi domando sempre, passando a volte davanti a questi centri, con i piazzali strabordanti d'auto parcheggiate, qual'è il senso , se non un evidente spirito masochista, di passare le domeniche, che per molti sono magari l'unico giorno di libertà dal lavoro, rinchiusi colà.
.....
Si dice che quasi 19 milioni di italiani scelgono questo giorno per far la spesa...e si aggiunge: perché privarli di questa libertà?

Fare gli acquisti, la spesa, è un aspetto sociale ed economico semplice, ripetitivo, ma importante e significativo della vita, soprattutto se condiviso con familiari, compagni o amici.

Tuttavia che la vita si restringa a produrre e consumare e che addirittura la libertà consista nel consumare è il segno della decadenza economica e sociale contemporanea dell'Italia e dell'Occidente. Fino a qualche decennio fa, se non erro, il sabato pomeriggio era il giorno dei consumi, la domenica era il giorno libero. Prevale negli aspetti economici la concorrenza al ribasso che deteriora la qualità della vita.

La politica è espressione del conflitto di interessi, lo scontro è inevitabile. Sono d'accordo con la chiusura domenicale dei negozi.




#921
Tematiche Filosofiche / Re:Scienza e scientismo
05 Settembre 2018, 11:42:45 AM
"L'atteggiamento di chi dà importanza preponderante alla scienza dei confronti delle altre attività umane". La definizione di Abbagnano mi sembra un buon punto di partenza per definire lo scientismo.

Personalmente definisco scientista ogni posizione che non distingua il piano della morale e della politica da quello della scienza e della tecnica, che non distingua quindi il bene, il giusto dal vero. I recente dibattiti sulle vaccinazioni e sul crollo del ponte Morandi ne sono un esempio. Lo scientismo portato agli estremi sfocia in una sostituzione degli scienziati ai politici: la posizione di Monod espressa ne "il caso e la necessita" costituisce una chiara deriva scientista.

Ritengo inoltre che le scienze umane, dalla biologia alla psicologia, siano scienze alla pari con la fisica o la chimica, la differenza principale consiste nella loro assai superiore complessità: mentre una cosa fisica può essere influenzata direttamente da altre cose fisiche, è impossibile che essa sia influenzata direttamente da una teoria scientifica. Al contrario l'uomo può essere influenzato da una teoria scientifica. Inoltre alcune scienze umane, la psicologia, sono solo agli inizi rispetto alle scienze fisiche.

Non condivido lo scientismo, ma non condivido nemmeno l'atteggiamento contrario di chi sopravvaluta la morale o la politica: il moralismo o politicismo è altrettanto se non più deleterio dello scientismo.
#922
La scelta più facile e semplice è di iniziare da un manuale adottato nei licei per la materia di filosofia.
Se va bene per gli studenti principianti, va bene anche nel tuo caso (oltre che nel mio). 
#923
Citazione di: InVerno il 29 Agosto 2018, 19:28:39 PM
Hanno fatto schifo, anche e sopratutto perchè purtroppo i progressisti hanno sempre mancato la dote principale dei conservatori: il cameratismo. E se il fine è l'insurrezione sovranista\dirigista cosi anelata da tanti youtubers e non, sono sicuro che la gran parte dei diverbi storici saranno carta straccia. Quanto ci ha messo il partito antirusso per eccellenza (repubblicani) a diventare filorusso? Sei mesi? Si può fare anche più velocemente..

Altrettanto velocemente si torna indietro.

I conflitti tra stati, a partire dai confini, le frontiere,nazionali, non saranno affatto superati dal sovranismo, semmai saranno esarcebati per ovvi motivi. Il sovranismo non risolve la contraddizione nazionalismo/internazionalismo, che riproduce a livello di stati la contraddizione tra individuo e società.

Per quale arcano mistero, ragione, la destra è più unita della sinistra? Mi sembra un luogo comune ripetuto senza alcun fondamento.
Ricordo che i simpatizzanti, militanti della sinistra si chiamavano compagni, meno bellicoso ma non molto distante da camerati.
#924
Citazione di: Elia il 28 Agosto 2018, 03:57:29 AM
A me viene da piangere per come si è conclusa la questione con la nave Diciotti, praticamente quasi tutti i migranti rimarranno in Italia.  
Certo che fra politici incapaci e  lacchè di sinistra, magistrati rossi contro i politici di destra e politici di destra poco capaci, il cerchio si chiude e facciamo proprio pietà! Incapaci minimamente di farci rispettare dagli altri paesi che ci prendono perciò per i fondelli. Sarà perché siamo il Paese di Pulcinella? Certo è che di Pulcinella ne abbiamo tanti. Questo è un Paese talmente distrutto che ha perso completamente il senso della propria dignità. Lo si evince anche dai dibattiti su questo forum. Invece di essere d'accordo, uniti e compatti nel doverci far rispettare dalla UE e dagli altri paesi, ci ritroviamo invece continuamente a  battibeccare l'uno contro l'altro noncuranti del fatto che abbiamo perso di vista la dignità, perché se l'avessimo ci troveremmo d'accordo a difenderla... Ed è esattamente quello che succede nella politica.

Davvero ho l'impressione di assistere ad un film comico con questa trama: Politici dei governi precedenti firmano una serie di accordi idioti con la UE. Il popolo stanco di questo manipolo di politicanti vota quasi unanime per il cambiamento. Intanto il nuovo Ministro degli Interni viene accusato da magistrati di sinistra (simpatizzanti del vecchio governo di incapaci) di sequestro di persona perché non permette lo sbarco sul proprio territorio di clandestini raccolti in mare non si capisce come, portati da delinquenti scafisti che si nascondono nella stessa nave bloccata dal Ministro, i quali vengono scoperti, arrestati e poi probabilmente rilasciati... ecc. ecc. Sembra la trama di un film di Totò, Peppino De Filippo e Aldo Fabrizi.
Con le battute di Eutidemo poi, mi conferma la sensazione del Paese di Pulcinella...
Mi viene da piangere... Sembra un incubo, mi vergogno di questo Paese ridotto alla berlina dagli stessi suoi cittadini.

Da un Ministro degli Interni esigo il rispetto della Costituzione e delle leggi italiane, se vuole cambiarle faccia il lavoro di parlamentare o di politico. 
Dai cittadini mi attenderei almeno una minima conoscenza delle norme della propria Costituzione, se non piacciono le cambino. 
Comunque da cittadini che non conoscono e capiscono minimamente il senso dei principi fondamentali della propria Costituzione non mi attendo certamente grandi riforme o cambiamenti in meglio.
#925
Non so se ridere (una comica) o piangere (una tragedia) delle minacce di Di Maio alla CE.
Non ci sarà alcuna sollevazione dei grillini verso la Lega di Salvini sui migranti, la maggioranza di loro è in sintonia.
#926
L'Italia è uno stato di diritto (ancora per qualche tempo), le valutazioni di opportunità politica, le strategie della teoria dei giochi, non spettano alla Magistratura: di fronte ad un reato il pubblico ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale. 
Questo fatto dovrebbe essere scontato, almeno finché non cambia la Costituzione e la legge.
#927
Per la mia ideologia di ispirazione socialdemocratica non ho alcun dubbio su chi, e come, debba gestire dei beni e servizi monopolistici. Senza inutilmente entrare nello specifico, mi limito ad esprimere la mia opposizione alle scelte politiche fatte finora per la gestione privata in concessione della rete autostradale. Una parte minore di questa rete la affiderei comunque in concessione ai privati, come stimolo al confronto e al miglioramento del servizio pubblico.

Chiarita la mia posizione di principio, ritengo che le scelte economiche, gestionali ed organizzative in questa materia siano indipendenti dalla tragedia del ponte Morandi di Genova, proprio perché non ritengo che essa sia attribuibile alle modalità di gestione o di controllo del servizio.

Sul ponte Morandi, dalle notizie diffuse dai media, finora non ho visto emergere alcuna chiara responsabilità, alcun dolo. La discussione rilevante mi pare sul piano tecnico, ingegneristico, a partire dalla speciale tecnica innovativa del progettista Morandi, che si è rivelata problematica ed inidonea.

Da simpatizzante relativista mi va di prendere le distanze da un delirio di onnipotenza, nel bene e nel male, che si manifesta in questo come in molti altri casi drammatici, che non aiuta a migliorare la società umana. Le tragedie, le catastrofi accadranno ancora nonostante tutta la buona volontà, le buone azioni dei soggetti coinvolti. Gli errori sono inevitabili, necessari.
#928
Attualità / Re:Nave Diciotti
22 Agosto 2018, 17:50:30 PM
Finalmente qualche giudice, minorile, comincia a fare il suo dovere.
#929
Attualità / Re:Nave Diciotti
22 Agosto 2018, 11:00:22 AM
Citazione di: Eutidemo il 22 Agosto 2018, 07:43:56 AM
Con questo non voglio dire che Salvini sia davvero consapevole del significato di quello che dice e di quello che fa (perchè in fondo non penso che sia coscientemente "cattivo"), ma è solo preda, come molti italiani, di quella che Hannah Arendt definiva la "BANALITA' DEL MALE"; essa, infatti, alla fine pervenne  alla conclusione che il male perpetrato da Eichmann - come dalla maggior parte dei tedeschi che si resero corresponsabili della Shoah facendo finta di non vedere o di non capire - fosse dovuto non a un'indole maligna, ben radicata nell'anima quanto piuttosto a una completa inconsapevolezza di cosa significassero le proprie azioni e le proprie parole.

Non sono affatto convinto di questa ignoranza, siamo tutti sufficientemente informati delle conseguenze immediate delle politiche sull'immigrazione, come lo erano i tedeschi  o gli italiani al tempo del nazifascismo sulle politiche razziste (la giustificazione è che i regimi nazifascisti erano dittature che minacciavano la libertà e la vita degli oppositori).
Salvini, visto il ruolo che ricopre, è perfettamente informato e consapevole. Salvini ritiene di essere buono e giusto, come si ritengono tutti coloro che lo sostengono o che gli si oppongono.

Sono sorpreso che finora non sia intervenuto un solo coraggioso magistrato a contestare al ministro Salvini un qualche reato per la sua maniacale politica xenofoba, mentre sono molto attivi nei confronti delle benemerite Organizzazioni Non Governative. 
#930
Ho un diverso sentore, non riesco a trovare un colpevole del crollo del ponte Morandi.
Mi sembra che gli uomini, semplici o colti che siano, non riescano ad accettare che i ponti possano crollare e fare vittime per errore, senza che ci siano uno o più colpevoli da punire. Un responsabile potente che sa in anticipo le cose c'è certamente, questo è il senso preciso "di non ammettere alcun limite". Assisto ad un grande messa in scena di conoscenza e di potenza per mascherare l'ignoranza e l'impotenza di fondo, una grande mistificazione collettiva.
Di conseguenza la discussione di contorno sull'economia, sull'ideologia, sugli istituti economici, mi sembra fuorviante, irrilevante.