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Messaggi - green demetr

#916
Citazione di: Ipazia il 14 Dicembre 2023, 08:21:15 AMIl soggetto del soggetto hegeliano era così ben nascosto che tutti i suoi allievi, e non solo Marx, non lo videro e andarono oltre nella direzione di ciò a cui il soggetto è soggetto. E in questo andare oltre, Marx fu quello che più compiutamente di tutti individuò il bandolo della soggezione. Con qualche leggerezza positivista coerente con lo spirito dei tempi (come peraltro il darwinismo nicciano).

Altrove ci si incaponì nello Spirito Assoluto che non poteva portare altro che a: "Solo un Dio ci potrà salvare". Sentiero che più interrotto di così non si può.

Il contributo di Hegel è la dialettica:  moto reale del trascendentale kantiano. Da lì (ri)parte anche Adorno.
Esatto Ipazia.
Certo anche Nietzche agiva in un clima positivista.
Che l'obbiettivo sia quello di far vedere a COSA il soggetto sia assoggetato è il merito immenso che ereditiamo da Marx.
Se vi sono cose che possono essere corrette riguardo al positivismo di questi grandi pensatori io al contrario dell'accademia non mi faccio problemi a farlo notare.
Come dice Dr.D: onestà intellettuale.
#917
Citazione di: Ipazia il 13 Dicembre 2023, 21:25:03 PMSono sempre sorpresa di fronte a questa diffusa incomprensione della Weltanschauung marxiana che attribuisco o a millantate letture o a una totale incomprensione delle stesse.

Eppure basterebbero le tesi su Feuerbach del '44 per capire quanto umanesimo c'è nel materialismo storico di Marx, che non decade mai a mero scientismo meccanicistico ma, al contrario, individua nel feticismo delle ideologie e del capitale i meccanicismi contro cui il suo progetto di liberazione opererà per tutta la vita.

La borghesia non è un accidente storico, ma è la classe che muove la disumanizzazione dell'umano ridotto a merce attraverso le dinamiche dell'accumulazione capitalistica e del mercato. Anche solo per questo contributo di analisi, chi ha conservato un briciolo di umanesimo dovrebbe essere grato a Marx. Per l'alienazione che egli ha analizzato nei suoi meccanismi più occulti e apparentemente "oggettivi".
Anche Marx viene nascoto dalla centrifuga dell'industria culturale.

#918
Tematiche Filosofiche / Re: Oltre la Cenere
13 Dicembre 2023, 21:48:42 PM
Citazione di: Jean il 13 Dicembre 2023, 20:22:51 PMCiao @green demetr,
se la poesia non l'hai capita con le parole puoi provar con la musica...  ;)
https://youtu.be/d02Nk5d6LYA

Paolo C., a 85 primavere, ha ricevuto (finalmente) questo febbraio l'invito a declinar la sua arte alla Scala, luogo da sempre teatro (essendolo) di contrastanti passioni...


Per quel che ricordo del vecchio forum sei stato il primo a sdoganare il termine "rapsodico" che ho visto ricomparire in un tuo recente post.
Pur mutando le prospettive armoniche connesse alla nostra identità, talune "impronte digitali" che ci caratterizzano appaiono e scompaiono – concretamente dandosi - diversamente dagli eterni che lo sembrano, come scrivi.

Se l'individualità si instaura nel tempo (e non col tempo) significa che, fuor da quello, in un non-tempo (aion) o in un tempo modificato (sonno e sogno) l'essere umano, se non affrancato, perlomeno non ne è schiavo?

Il tappeto che nasconde (occulta) la cenere colà diviene magico e talora, casualmente e incondizionatamente s'alza in volo, conducendo (l'osservatore?) oltre... (il tappeto è sempre lo stesso, la straordinaria e preziosissima coscienza).

Al di qua, dove siamo, sballottati dagli innumerevoli accadimenti propri, altrui e sociali (di ogni tipo) cerchiamo in molti modi di cristallizzare una (nessuna – centomila) identità ostinatamente solubile, fluida... magari  sforzandoci di  prendere posizione... e/o di farla prendere agli altri, sperando o presumendo che il mal comune sia meno male di quello personale.

Quante volte nella nostra vita abbiamo cambiato posizione? E il chiodo di quella attuale ha effettivamente schiacciato (eliminato) quello precedente o mai dire mai?

Ognuno gioca (a rincorrere i suoi guai. Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso. E ognuno in fondo perso. Dentro i fatti suoi.) col proprio tappeto confidando non sia troppo evidente il rigonfiamento... quel che resta in vista è il nostro precipuo monolite (colore a scelta) che ci rimanda l'eco lontano dell'occultato, destinato all'immenso serbatoio dell'inconscio... forse la sola cosa che ci accomuna veramente.


J4Y



Pensa che Conte è uno dei pochi cantautori che non ho mai ascoltato.
I vecchi maestri quando eravamo piccoli, resteranno nella nostra anima.
Certo la vita suona meglio con un orchestra.
Ma sai quando si arriva alla mia età ti rispondo con un autore che sempre Dr.D ci ha ricordato, all'epoca conosciuto ed oggi completamente dimenticato.

...
Quelli erano i tempi della sua inno-
cenza: inseguiva certi piccoli veri, come
da ragazzo correva dietro alle farfalle_:
quando gli pareva di averne acchiappato
uno colla retina dell'erudizione, se ne te-
neva beato, nè d'altro si dava pensiero.
Ma l'innocenza se l'è perduta con gli anni.
Altre cose ha perdute, e tra esse quella
noncuranza spavalda: come una volta non
si curava di compagnie nè di amicizie,
ed oggi invece le cerca, così cerca l'ami-
cizia e la compagnia dei lettori; paren-
dogli di Poter trovare nel caldo dello im-
maginare e del comporre quella commo-
zione che rende più facili gli incontri
umani, quando ad un tratto s'apre la su-
perbiosa armatura della timidezza, si alza
la visiera dell'indifferenza, cade la ma-
schera del riso, si scoprono pensieri e de-
sideri conformi, affetti e difetti comuni,
restano ignude tenerezza e malinconia.

(Roberto Ridolfi - Il libro dei sogni- Belardetti, 1963)

Cose antiquarie, malinconie.
Come quando ti leggo Jean.
Ciao.
Nb: d'accordissimo, siamo uno, mille, nessuno.
#919
Citazione di: PhyroSphera il 13 Dicembre 2023, 19:40:32 PMLo spiritualismo di Hegel e il materialismo di Marx ebbero entrambi qualcosa di totalitario, ma fu determinante anche la ricezione di essi. Hegel abbandonò la visione totalitaria con la filosofia, Marx dissociandosi dallo stesso suo partito. Ma da entrambi erano sorti nel frattempo movimenti culturali e politici prepotenti. Nonostante tutto sia il regime prussiano sia quello sovietico ebbero modo di fare qualcosa di buono. Nella sua fase totalitaria, l'hegelismo imprigiona il divenire storico in qualche formula; la fase totalitaria del marxismo conduce a una sopravvalutazione della storia; da una parte tirannia di ristrette vedute, dall'altra assenza di valori. La contraddizione tra assoluto e storia non fu risolta dal marxismo ma solo rovesciata, costruendo un idolo, dato che la materia ne fu assolutizzata. Il marxista deve la sua forza a un rifiuto che non ha nulla di superiore, per quanto stia durando ancora parte della sua forza. Il marxista pare un grande ragionatore ma è più distruttore... Certo, diceva Jaspers che la filosofia è decisione; ma la distruzione marxista porta lontano dalla filosofia possibile in Occidente; e quello del marxismo è un attentato contro l'Occidente. Non è giusto vedere dell'Occidente solo il lato negativo, ma il marxismo va oltre: addebita all'Occidente, a cominciare dalla borghesia, una negatività che è da attribuire al caso. Non è mai esistito un piano borghese di sfruttamento, la situazione di difficoltà del proletariato scaturì da condizioni non volute dalla classe borghese. Non veniamo da una situazione che consentiva di agire direttamente per abolire la povertà e non risulta che le dissipazioni attuali che impediscono tante azioni umanitarie siano causate da ciò che pensano i marxisti. Se resta una eredità del totalitarismo hegeliano, quello marxista non ha ragione a vincerlo, ci vuole un autoannullamento reciproco.

Mauro Pastore
Il punto della questione Hegel-Marx non va letta in questi termini.
Serve una meditazione a parte.
Per darti idea è cià che si dipana intrinsecamente alla vita, o alla storia.
Non è quindi la vita o la storia.
Ciò che è intrinseco è il metodo dialettico che forma il soggetto.
Il preteso errore fatto da Hegel di Marx, consiste nel fatto che ha posto il soggetto nel metafisico.
Mentre per Marx il soggetto è sempre dentro la vita, dentro la storia.
Per questo si dice, correttamente, che la filosofia di Marx è storicista.
Ma storicista non vuol dire fermare la storia ad un assoluto, ma il suo esastto opposto, questo è valido per entrambi i filosofi.
Naturalmente come già evinciamo leggendo la mia discussione sulla fenomenologia, Marx deve o non averla letta, probabile, o averla fraintesa completamente.
Per questo molti marxisti rifiutano la lettura di Marx come filosofo.
Sono d'accordo, le critiche di Marx a Hegel sono fonte di imbarazzo e di tentativi di ricucitura facendo balzi mortali.
In Hegel non c'è un soggetto metafisico.
Marx in maniera del tutto errata pensa ad una dialettica che scaturisce dentro il soggetto.
Non ha letto Hegel, che invece gli avrebbe rimproverato di fare un errore madornale, il soggetto non è una entità, non è un animale, non è un robot.
Il soggetto è sempre soggetto di qualcosa.
Appartiene per definizione alla sfera delle cose, e perciò delle merci.
Hegel non arriva a fare questo collegamento.
Marx va oltre le semplificazioni imbarazzanti hegeliane (famiglio-stato-dio), e fa una lettura approfondita e attualissima del soggetto-cosa, del soggetto mercificato.
Leggere le pagine di Marx è assai più attuale che leggere Hegel.
Il punto bomba è che Hegel non tratta del soggetto.
Ma del soggetto come PROBLEMA della coscienza.
La pretesa coscienza di classe del comunismo è una chimera, un errore per chi sappia leggere Hegel.
Il comunismo ma anche il marxismo continuano a NON LEGGERE HEGEL.
Questo è possibile per via dell'industria culturale.
Hegel viene nascosto come scrittore fascista (e di fatto lo era, ma non nei suoi anni giovanili, dove era un napoleonico, un anarchico).
Sembra assurdo eppure nell'età di Internete le persone sono piu stupide di prima, pur avendo la possibilità di essere infinitamente piu intelligenti.
Aporie della storia.
E qui torniamo a Nietzche, e alle scuole psicologiche di altissimi pensatori (lontanissimi dalle istituzioni e dalle loro menzogne).
In effetti Dr.D consiglia Adorno.
Provo ad aprire discussione a breve ;) (tranquilli lo sta già leggendo).
#920
Citazione di: PhyroSphera il 13 Dicembre 2023, 19:15:05 PMIo ho fornito un quadro funzionale al discorso e preciso meglio. Platone è considerato l'origine della scienza occidentale e anche la scienza psicologica ne è debitrice. Tuttavia specificamente il riferimento al pensiero platonico è solo della corrente psicologica rappresentata da Hillman. Non risulta che tutto della nostra psicologia derivi da Platone. Certo, la nozione di archetipo nell'opera di Jung può esser fatta risalire al neoplatonismo, ma per mezzo c'è anche Schopenhauer... Culturalmente la idea di Plotino di anima è alla base della nostra psicologia, tuttavia le nozioni specifiche di base risultano essere cartesiane.

Mauro Pastore
Intendo dire che Platone è la pietra di paragone per il discorso morale.
Per quanto riguarda il discorso psicologico la cosa si complica.
Mentre sto leggendo il Critone, mi si è attivata in testa la parola psicagogia.
Non so come sia possibile, ma di fatto è quello che comincio a credere.
La psicagogia, è la psicologia morale gnostica.
La psicologia contemporanea viene da Cartesio.
Si dice che Platone sia l'incarnazione della scienza occidentale?
Se parli di quella criminale odierna direi  proprio di no.
E' il mestiere dell'industria culturale nascondere Platone.
Mi dispiace che ne sia vittima anche tu.
#921
Citazione di: niko il 12 Dicembre 2023, 14:35:15 PMQuello che tu ed Hegel non volete accettare in questa sede e' solo e sempre l'animalita' dell'uomo.

Avere compagni a questo sprazzo di mondo, sotto questo orizzonte. Compagni di strada, compagni che hanno fatto altre strade.

Compagni, e non solo ossessioni.

Compagni, e non solo padroni, servi e camerati.


Ma di Hegel prendo solo la sua gnoseologia, già a livello psicologico, è inferiore a tanti altri.
Naturalmente Marx era interessato alla politica, il suo evoluzionismo spiccio, va visto in ottica storica, era nel pieno del positivismo.
L'antropologia di Marx è superiore in lungo e largo a quella di Hegel.
Quello che non capisco è perchè questa ossessione di tenere due autori così diversi insieme.
Misteri dell'accademia.

#922
Citazione di: Ipazia il 12 Dicembre 2023, 08:00:43 AMHegel non ha superato la contraddizione tra storia e assoluto. Dopo avere scoperto la dialettica ha voluto fermare il processo al catorcio prussiano. Un trucco da baraccone di cui si accorsero tutti i suoi allievi e tra loro il più coerente e lucido storicamente e metafisicamente: Marx.

Che non ha fermato la storia su di sé.  Cosa che nessun marxista si sogna di fare, lasciando i feticci alle loro processioni.

il curatore delle lettere di Hegel, intervenuto in occasione della loro pubblicazione presso il canale yotube dell'università di napoli, è stato molto chiaro, vi sono 2 Hegel, il primo del periodo di Jena, e il secondo quello di Berlino (?) o dove diavolo è andato.
Il secondo quello è quello che Marx ha letto.
E' chiaro che la fenomenologia dello spirito è il contrario di tutta la sua produzione posteriore.
Hegel era un miserabile fascista, passato dagli entusiasmi napoleonici, alla visione fascista dello stato prussiano. Un debole, un cinico, un arrivista.
Marx lesse alcune opere di Hegel, e ne trasse disgusto. E sono d'accordo.
Ma non per quanto riguarda la Logica della Filosofia, di cui mi pareva fosse in accordo con la fenomenologia.
Magari mi sbaglio, e Marx aveva ragione.
Il fatto è cha Marx ha usato Hegel per il suo pensiero.
Un pensiero totalmente diverso.
Non sono sicuro che i marxisti abbiano le idee chiare.
Mi riferisco naturalmente a quelli dentro l'accademia.
All'infuori "conosco" solo te Ipazia.
Ma insomma apriremo discussione prima o poi.
Sono tornato a leggere (FINALMENTE), ma ci sono ancora dei blocchi, sopratutto a livello di stanchezza. Non ho piu diciottanni! ;=)
Ciao
#923
Citazione di: PhyroSphera il 09 Dicembre 2023, 12:46:25 PMIn questa tua lunga esposizione tu mostri una cosmologia monoteista che non è di tutti i cristiani. San Tommaso per esempio pensava che non c'è un inizio nella creazione e che la Causa Prima non è la Causa Iniziale ma è invece fuori dal tempo.
Molti che interpretano la Teoria della Relatività assolutisticamente pensano ad un istante zero inizio del tempo; ma le interpretazioni più rigorose riferiscono questo istante soltanto a una parte dell'universo. La gnosi che afferma la creazione del Demiurgo e che non pensa ciò sia una illusione si riferisce a un istante zero, dato che se il Demiurgo sarebbe fuori dal tempo sarebbe Dio stesso, non un dio falso. Allora si tratterebbe di considerare un mondo prima del nostro, il mondo del Demiurgo, e che questo avesse dato origine a una drammatica evenienza con la sua (relativa) creazione... Nella Bibbia prima del cielo e della terra è posta la creazione della Sapienza, tramite essa quella di cielo e terra e il resto... Accordando gnosi e Bibbia, si farebbe corrispondere la Caduta di Lucifero, la ribellione degli angeli (gli angeli ribelli, il diavolo) alla creazione del Demiurgo, e quest'ultima in realtà sarebbe solamente l'invenzione di una alternativa a Dio, il mondo dei ribelli, mondo dunque non inteso come cosmo né come universo ma come il generarsi di una situazione. La gnosi originaria secondo me proponeva di affrontare il problema ritornando a comprendere il vero Dio, capendo che il Demiurgo non è il vero Creatore, che il nostro mondo non è stato creato da un ente diverso da Dio, e agli gnostici bastava questa 'conoscenza', non negando la Creazione affermata dai cristiani... Ma fattesi le circostanze più estreme, diventava necessario riporre fiducia in Dio, e quelli che invece pretesero di ottenere lo stesso soltanto 'conoscendoLo' caddero in fraintendimenti, incontrando l'opposizione cristiana e la critica pagana (Plotino); perché pensavano all'universo come una beffa e alla materia come un male, senza addebitare i problemi a una situazione e incautamente abbandonandosi del tutto alla mondanità o rifiutandola del tutto, illusi di avere ancora misteriose intuizioni.

Mauro Pastore
Certo la gnosi prevede che esista un demiurgo, che è il vero creatore materiale del Mondo.
E che questo Demiurgo sia anche l'Arconte, il nemico, il male.
E' difficile trovare un nucleo non condiviso tra pensiero giudaico, cristiano, ellennistico e gnostico.
Anzi sembra quasi che il pensiero giudaico, cristiano ed ellenistico, germinino dalla gnosi.
E infatti a mio parere è così.
Diverso però l'approdo, il pensiero cristiano crede che il male sia una assenza di bene, temporanea.
Il cristianesimo prende dalla gnosi la questione ontologica, come se fosse una questione ontologica di esistenza del DIO. Essa cioè nega che il mondo appartenga all'arconte. E pone l'arconte in un inferno. Entità fisica.
Il giudaismo prende dalla gnosi la questione morale, come se la questione del male fosse non un dato di fatto, ma una questione di morale.
La gnosi ha cioè due fattori in comune.
Le tre gnosi (cristianesimo, ebraismo e gnosticismo, l'ellennismo è morto) hanno continuato a cibarsi l'una dell'altra nei secoli.
Influenzandosi in maniera vistosa.

Lo gnosticismo e l'ebraismo non si basano sulla fede.
E' il cristianesimo che lo fa.
E lo fa perchè non vuole che i suoi adepti vedano il male.
Per questo i cristiani sono i piu ipocriti i piu malvagi i piu senza fede di tutti.
Poichè non lo vedono essi lo diventano.
Semplice semplice.
#924
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 11 Dicembre 2023, 18:15:43 PMLa ricetta: per porre domande? Credo sia sufficiente essere curiosi e non dare nulla per scontato; per uscire dalla situazione in cui mi sono trovato per parecchio tempo? Forse occorre toccare il fondo (come è successo a me) e, avendo tempo a disposizione (io sono in pensione) passare al vaglio tutta la propria vita. Forse io sono facilitato dal fatto di essere ragioniere (ho studiato il metodo della partita doppia, con dare e avere la cui differenza deve sempre essere = a 0) 😏. Quindi ho usato quel metodo sulla mia vita e qualcosa non mi quadrava (come ho scritto in altro post). Alla fine ogni pezzo è andato al suo posto.
Rispetto il dolore, non rispetto chi in questo dolore non si attivi filosoficamente parlando.
Ma sto parlando di dolori psicologici.
Diversa cosa è il dolore fisico, credo che le persone non siano incuriosite dalla tua ricetta, perchè troppo spaventate dal dolore fisico che tu rappresenti.
Anzi se leggi Montaigne vi sono passaggi durissimi su questo.
Purtroppo in questa epoca di ipocrito moralismo non è possibile nemmeno parlarne su un forum.
Anche io non riesco a guardare con serenità persone colpite dal male.
Anche se poi, quando ci parlavo erano spesso persone piu equilibrate di quanto pensassi.
Sono felice che stai cominciando a capire che la teodicea è solo capibile se la nostra anima è illuminata, ovvero se porta luce in questa teodicea.
Ciò che il male ti porta via in termini di piacere fisico, dall'altro il bene ti rende in termini di accensione di illuminazioni.
Poche o tante che siano non ha importanza.
Come dice Platone nel Critone. ONORE A CHI PENSA. ONORE AL MIO PENSIERO.
Ciao ;)
#925
Citazione di: PhyroSphera il 09 Dicembre 2023, 14:37:56 PMIl debito che la psicologia ha nei confronti di Platone è stato affermato da James Hillman, esponente principale della psicologia archetipale.
Secondo alcuni la psicologia quale specifica disciplina di pensiero nacque nella Riforma protestante, distinguendo alcuni riformatori un arbitrio da intendersi in senso teologico da un altro da intendersi in senso psicologico, libero. Perciò è stato detto che il luterano Melantone fu il primo psicologo occidentale. Ma filosoficamente alla base della nostra psicologia può essere posta la distinzione cartesiana tra res cogitans e res extensa.
Molti erroneamente pensano a Sigmund Freud come il vero primo grande psicologo, ma questo non è vero neppure per la psicologia scientifica. Freud da neurologo aveva fatto lavoro interdisciplinare, usando una ottica psicoanalitica che resterebbe insufficiente senza essere inquadrata con una rigorosa psicologia, cosa che realizzò Carl Gustav Jung. L'opera psicoanalitica di Freud non è indipendente e la psicoanalisi come metodo rigoroso non fu formulata da Freud; per essa fu determinante l'attività di Sabina Spielrein (lo dimostrò il junghiano Aldo Carotenuto in un suo studio). Nel rifiutare l'operato di Jung, Freud si poneva contro le proprie stesse ricerche, definibili però solo di confine... E molti fingono che sia stata la neurologia a creare la scienza psicologica, la quale sarebbe studio minore e non indipendente, tentando essi anche di considerare la psicoanalisi altro da un metodo psicologico... La scienza psicologica non nasceva neppure con Jung, esisteva già da prima. Studio fondamentale fu quello sul parallelismo psicofisico, condotto da Wilhelm Wundt. Si badi che non significa questo che esiste solo il corpo. La scienza psicologica nacque indagando l'analogia della mente con il corpo ma proprio studiando la mente, invece molti pensano che si tratti solo di uno studio non autonomo.
Fin qui tutto chiaro, però va citato di nuovo Hillman, che con la sua "Re-visione della psicologia" ne offrì una alternativa fondazione scientifica. Può essere considerata una via parallela che ricomincia daccapo iniziando dalla valutazione dei miti.
La scienza di Hillman, postjunghiano, restava perlopiù ferma a questo, mentre altri studi scientifici junghiani — cito "Studi sull'Ombra" di Mario Trevi e Augusto Romano, dove tra l'altro si troverebbe qualcosa sull'argomento — vi convergevano e descrivevano funzioni simboliche indipendenti dai miti, basate non su linguaggio metaforico ma allegorico, sicché si può dire che se la nostra immaginazione è politeista, essa contiene pure un unico significato ulteriore; oltre cioè che la semplice psiche, dominata dalla molteplicità, lo psichico, che è complesso ma contraddistinto da una certa monotonia.
È vero che la psicologia della religione rispetto alla antropologia della religione è meno adatta a studiare il monoteismo; eppure i pochi risultati raggiungibili sono più profondi.
Tornando alla tua domanda: davvero Platone è l'unico maestro? Io non direi.

Mauro Pastore
Il tuo procedere è piuttosto rapsodico. Troppa carne al fuoco.
Cosi il discorso si piega su se stesso. E infatti non ho capito cosa vuoi dire.
Platone è l'unico maestro, egli non dimentica il mito (su cui poi la gnosi continuerà il suo lavoro).
Penso che la gnosi possa essere chiarificata solo a partire da Platone.
Platone è la pietra del paragone sia con l'antico che col moderno.
Esiste un altro pensiero in grado di fare lo stesso?
La risposta è no.
I malvagi del mondo sono stati bravi a nascondermelo per tutto questo tempo.
Ma il pensiero fin che c'è vita sebbene sopito e sepolto da questo immondiziaio, ancora pulsa, ancora pulsa, e sempre pulserà.
#926
Citazione di: Koba II il 10 Dicembre 2023, 09:12:55 AML'atomismo o l'evoluzionismo non saziano la ricerca filosofica perché ciò che la filosofia cerca non è un'unità materiale comune, ma uno sfondo veritiero che, intuitivamente, sembra potersi dispiegare al di là di ciò che è illusorio.
Che cosa significa essere, insomma.
Però perché dire che il molteplice è illusorio quando tutto sembra concretamente diverso? Perché il molteplice, che è reale, diventa tale solo partendo dall'illusione dell'Io. Detto più semplicemente, il conflitto tra persone (che presuppone appunto la diversità) può nascere solo nella dimenticanza del fattore comune umano che attraversa i soggetti, e nella sopravvalutazione delle caratteristiche peculiari dell'Io singolo.
L'elogio della diversità è per questo un'apologia dell'individualismo. Che, certo, nella condizione sociale attuale, strutturata da narcisismo e paranoia, risulta essere l'atteggiamento più funzionale alla propria sopravvivenza... Se non ci sono le condizioni per un dialogo la cosa più sana da fare è chiudersi nel proprio soliloquio interiore.
Tuttavia la domanda filosofica sembra voler risalire al di sopra di questa frastagliata, affascinante ma, per certi versi, inconsistente molteplicità.

Non riesco a pensare al futuro della filosofia perché attualmente non è possibile pensare al futuro dell'umanità, punto. Solo presagi di un'apocalisse ecologica. E questa visione del mondo presente fatto da eventi che accadono nell'istante. Che non hanno sviluppo. E quindi non hanno senso?
Dire che la filosofia cerca la verità, come se la verità fosse una questione ontologica, è non aver capito niente della filosofia che conta, ossia quella dei moralisti.
Il senso della vita, come dice la bibbia ebraica sta nella contemplazione del male, ossia nel riconoscere il bene superiore che è contenuto in noi.
Contemplare il male significa RICONOSCERLO.
L'oscurità dei prolet è frutto della loro incoscienza, della lora amoralità, della loro negligenza e del contrario, della loro boria di conoscenza, della loro boria di moralità (che si risolve sempre in nazismo), e della loro zelanteria da aguzzini, se non proprio da criminali.
L'evoluzionismo è la parola chiave del positivismo e il positivismo è il cuore pulsante del modernismo: la mia opionione vale la tua.
INGSOC
Il cuore politico del nostro tempo è proprio il dominio dell'opinione.
La verità? Sta in chi ricerca.
#927
Citazione di: Ipazia il 11 Dicembre 2023, 11:09:03 AMCredo perché ci si trova più a proprio agio coi mali antichi cronicizzati che con gli sforzi della guarigione. Cosa che il Platone della caverna aveva capito, salvo poi, in un eterno ritorno del feticcio, sponsorizzare un sole altrettanto immaginario, pur se meglio confezionato.

Dall'etologia possiamo prendere in prestito il gregarismo del primate e la competizione per il seggio autoritario, tra i tanti tarantolati più scaltri degli altri. Il che rende anche il potere scarsamente attraente e malvagio oltre misura. Come ogni feticcio che si rispetti.

Se la necessità storica tarda, e i vecchi feticci prosperano, anche la redenzione trova il suo spazio nella storia, ormai strafatta di ignavia e viltà.
Per dire che esista questa necessità nella storia bisogna dimostrarla.
Il marxismo era in errore ancora prima di iniziare.
L'incomprensione di Hegel da parte di Marx, è imbarazzante.
Mi fa ridere che gli stolti prolet, continuino nei loro vagheggiamenti.
La realtà sta da un altra parte.
Marx non era un filosofo, era un prolet.
Si occupasse di prolet, che alla filosofia ci pensiamo noi che un minimo di astrazione la sappiamo fare.
Marx=Evoluzionismo=Nazismo
Facile, facile.
#928
Tematiche Filosofiche / Re: Oltre la Cenere
08 Dicembre 2023, 22:07:50 PM
Citazione di: Jean il 07 Dicembre 2023, 17:01:09 PMCiao @green demetr,  paul non è affatto dell'11... il RIP penso e mi auguro sia ancora ben distante.

Adatto che tutto è collegato (in un modo o nell'altro e ben di più in modi per noi inconoscibili) ecco che già il post d'apertura di Alberto Knox risponde (almeno in parte e certo non per nome e cognome, eh...) al tuo interrogativo sul nostro amico comune:

...così per conoscere la sorte (della legna) di paul 11 che (incenerendosi) ritirandosi è uscito dall'apparire, occorrono delle teorie che interpretino il fenomeno (dell'incenerirsi) del ritirarsi  e dello scomparire e lo inseriscano in categorie che aggiungono, a ciò che appare, un senso che non è attinto da ciò che appare".

Se tutto è collegato, il ritirarsi (o ritrarsi) dal mondo (del forum e in generale) non interrompe la catena dei singoli fotogrammi (di ogni fenomeno) ma la fa traslare in una diversa/altra categoria...

Paul11 - fra l'altro posi lo stesso dilemma di Phil: se il divenire fossero infiniti fotogrammi di istantanee quale sarebbe l'identità di una persona?

Già, quale sarebbe l'identità'? Una, nessuna e centomila... un fotogramma, nessun fotogramma, centomila fotogrammi...


O green, leggo di codesto tuo valente maestro, contento per te tu l'abbia trovato, lungi da me ogni curiosità, vorrei chiederti il parere su quest'altro maestro:

Il Maestro è nell'anima
 e dentro all'anima per sempre resterà
 viva lei, bella e martire,
 che tutto quello che le chiede gli darà
 niente di più seducente c'`e
 di un'orchestra eccitata e ninfomane
 chiusa nel golfo mistico
 che ribolle di tempesta e libertà
 turbinando nel vortice
 dove spariscono i paesi e le città

nel miraggio di quei semplici
 e di quei soliti che arrivano fin là
 per vederlo dirigere
 con la perfidia che scudiscia ogni viltà,
 il maestro è nell'anima,
 e dentro all'anima per sempre resterà.


Cordialement
Jean


Ciao Jean,

Ho provato a far passar passare qualche giorno, ma la poesia non l'ho capita.
Penso che un maestro indichi una strada, una domanda, di cui però poi ognuno deve trovare la forza di affrontare e rispondere.
Per esempio mastro D. (il mio maestro) si è scomposto per un attimo, indicando che al Menone (mi pare) bisogna, per forza di cose, rispondere, prendere posizione.
Bisogna prendere posizione nell'agorà.
Far finta di nulla e rifugiarsi nel concetto confuso, molto confuso, di anima, o Dio, significa essere completamente dentro la Sofia (Il sofismo).
Non serve arrivare al Menone, o forse lì il messaggio è imprescindibile.
Io me ne sono accorto subito (ma forse proprio perchè mi ha già mostrato alcuni fili rossi, che tra l'altro rispondo alla contemporaneità, fantasma del modernità, o semplicemente sua evoluzione nefasta) sin dall'Eutifrone.
Il personaggio di Socrate, marionetta nelle mani del sommo architetto, fa domande, non perchè vengano risposte, ma perchè l'adepto cerchi il significato non nel senso letterale, men che mai storico, bensì nell'anagogico, metafore, scambi di idee, che si susseguono come se fosse un tutt'uno. Domande che aprono su altre domande, il cui domandare globale, aprono vie di tracendenza, altrimenti impossibili, nel cerchio limitato del nostro vedere (oggi a non più di un palmo dal naso).

Tu facevi la domanda dell'individualità, ma vedi gli "eterni" sono ciò che appare e poi scompare.
E' ciò che sembra darsi, senza mai darsi.
Penso che l'analisi più consona a cosa sia l'identità ce l'abbia data Hegel.
Hegel non è un grandissimo filosofo, non c'è dubbio, ma è stato colui che ha fissato un importante acquisizione, ossia che l'individuo è in realtà il soggetto e che il soggetto non è assolutamente dato!!!
Poichè non si da, allora egli diventa un problema.

Qualunque filosofo che ritenga di poter proseguire sulla via della psicologia interiore, deve avere ben in mente questa cosa.

La nostra individualità per lo più si instaura nel tempo.
Ma mentre dello spazio, non abbiamo dubbio, già nel tempo abbiamo grossi, grossi problemi.

Severino riteneva di aver trovato una scorciataia, ai problemi del sottoterra della filosofia, ponendo un ponte, che egli chiamava NECESSITA' LOGICO-FENOMENOLOGICA del tempo come ENTE.

Naturalmente questo è un pensiero molto profondo e ancora da indagare.
Ma come già detto non risolve la condizione di noi che siamo RE, MA NON CE NE POSSIAMO RENDERE CONTO.

E' una filosofia che nega Platone, che nega la grande tradizione psicologica dai moralisti francesi tipo montaigne a nietzche a freud, e agli innumerevoli che sono nati nel novecento.

Non ci sono echi in Severino, solo un monolite nero. (poco appetibile).
#929
Due grandi interventi, grazie.

In effetti mentre ragionavo con voi ho immaginato questo futuro che viene vissuto come minaccia del presente (l'uomo nero, la sofferenza).
E il presente come conoscenza del bene e del male, come lavoro individuale e non di gruppo (quello è il lavoro della religione).
In niko andiamo più a fondo, e troviamo la ragione nel pensare un passato di dolore infinitamente da ripensare, e la non ragione di affidarsi ad un futuro graziato dal gesu.

I vostri interventi quindi vanno incontro al mio pensiero di questo pensiero cosmogonico (non importa che sia l'armonizzato platonico o quello caotico gnostico).
Ma il punto sta appunto in quale cosmogonia credere, e per quale motivo.
Saluti.
#930
Tematiche Filosofiche / Re: Grande Plotino
07 Dicembre 2023, 22:15:24 PM
Citazione di: Pensarbene il 07 Dicembre 2023, 10:59:11 AMIl bambino è il "padre" dell'uomo adulto.
Il bambino soddisfa sé stesso e facendolo prova piacere.
Cerca la soddisfazione e il piacere annesso è connesso, sempre.
Con l'andare del tempo, modifica in parte questa caratteristica e la rende meno coatta e coattiva , la diluisce e ne fa uno stile di vita compatibile con gli altri e l'ambiente.
L'uomo adulto fa lo stesso cambiando in parte i contenuti che gli piacciono.
A volte quando va bene  ,usa valori e comunque cerca di rispettare la legge.
Questo è l'uomo adulto: un umano e basta.
La filosofia dell'uno e/o del tutto specula su questa realtà ma non può negarla, reprimerla o superarla.
Il filosofo è un adulto che soddisfa il suo piacere di pensare qualunque sia il contenuto del suo pensiero.
L'artista anche, lo scienziato pure...
Se l'uomo non seguisse questa linea non esisterebbe nemmeno.
Quindi, onestamente, dovremmo riconoscere che RICERCA DELLA SODDISFAZIONE, SODDISFAZIONE E PIACERE  sono la triade umana per eccellenza.
Il filosofo dovrebbe tenerne conto e sviluppare una idea conseguente sul COME E I PERCHÉ  di questo.
L'artista dovrebbe creare conseguentemente per sé stesso e  se vuole per altri .
Lo scienziato pure.
Il piacere è al centro della vita di ogni uomo  come risultato, effetto e attraente della ricerca della soddisfazione , del come e del perché della soddisfazione stessa e della sua coazione.
Siccome la cosa sembra banale e scontata, io mi e vi  chiedo come mai i "massimi e medi sistemi" in primo piano e i piccoli sullo sfondo?
Se io voglio definire l'essere umano, lo posso fare in linea con questo discorso e vi posso comprendere anche gli animali e i vegetali.
In altre parole posso spiegare il come e il perché della natura con parole semplici, facili, verificabili e condivisibili da tutti.

 
 




Ma è proprio su questa condivisibilità che ho molti dubbi.
Infatti l'industria culturale ci insegna che ogni opinione vale.
Ma la morale è una.
La leggo così la tua intuizione che il singolo viene sempre abbandonato ai discorsi medi e ampi.
L'abbandono è tipico del Prolet, ma l'eroe del pensiero, non abdica mai la sua irriducibile fede nella ragione.