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Messaggi - paul11

#931
Davintro, non sono molto d'accordo sulla tua sintesi argomentativa.
Socrate crede ancora negli dei, ,Platone non tanto(diciamo così).
Platone conosce benissimo il linguaggio del mito .direi addirittura che è l'ultimo filosofo a conoscerlo bene,

Innanzitutto la dialogiia con Eutifrone è circolatoria ,perchè almeno cinque argomentazioni vengono svolte svelando ognuna una contraddizione.Dove gli attributi sono opinioni e l'essenza non può che precederle,ma questi attributi vengono argomentati nel dialogo.Non è una questione "idealistica",termine a mio parere abusato anche con Hegel, perchè si pensa che il mondo dlele idee sia una pura astrazione completamente disancorata da quello che Hegel chiamerà concreto ,"la cosa in sè o cosa in sè e per sè" in Fenomenologia dello Spirito.Ma se in Hegel è la coscienza il luogo dialogico dell'argomentazione fra astratto e concreto , nei dialoghi Socratici utilizza sì la dialettica ma con le persone umane, seguendo quella maieutica tipica ma proprio per argomentare, per circumnavigare le domande e risposte che a loro volta riportano a nuove domande.La santità non può essere un'attribuzione umana, ma una deduzione il più possibile razionale e quindi coerente con il rapporto dei e umani. Se così non fosse, e lo dice proprio Socrate nell'Eutifrone diremmo che ad ognuno il bello è ciò che piace, riducendolo ad opinione personale, cos come l'uomo giusto, ecc..

Sfaterei quindi l'idealismo di Hegel e Platone, che ha fatto gioco per una filosofia"reazionaria" filo-modernista positivista, in quanto sia per Platone che Hegel una idea è falsa se appartiene solo al dominio dell'astratto, così come è falsa una verità costruita solo nel mondo del sensibile del concreto, del fisico, per cui la "vera" verità appartiene all'uomo che razionalizza dal mondo sensibile e lo pone nel mondo astratto delle idee coerentemente,seguendo il filo logico argomentativo razionale,
Il culmine delle Idee platoniche e dello Spirito hegheliano è la sintesi razionale
#932
Citazione di: Socrate78 il 10 Settembre 2018, 19:11:08 PM
Normalmente, sento ripetere spesso quasi come una specie di mantra che l'attività sportiva, oltre a fare bene alla salute, renda anche migliori le persone dal punto di vista morale e rafforzi il carattere. Sinceramente non sono molto d'accordo con tali affermazioni. Infatti se è vero che lo sport può favorire la cooperazione e la nascita di amicizie, è altrettanto vero che esso si fonda pure sulla competizione, sull'idea che esista un avversario da sconfiggere, a cui causare di fatto un danno, sia pure in una cornice ludica, ma non più di tanto. Di conseguenza non esiste un legame vero tra sport e progresso morale dell'individuo, prova ne è il fatto che vi sono atleti che commettono gravi falli mancando di rispetto all'avversario, cercano scorciatoie per vincere come accade nel doping e nella vita privata non sono certo dei santi. Il fatto che l'attività sportiva rafforzi il carattere può essere vero, ma per raggiungere tale risultato vi sono anche molte altre vie e, purtroppo, sono esistiti ed esistono anche atleti dal carattere debole, forti e determinati nelle gare ma molto meno nella vita.  Più in generale, credo che l'esaltazione dell'agonismo sportivo nasconda anche una visione narcisistica dell'individuo, il cui valore dipende dalla capacità di vincere sconfiggendo gli altri. Secondo voi la mia critica ai valori dello sport è valida?
condivido, i grandi atleti generalmente hanno scompensi e carenze compensate dall'agonismo.
Wilhelm  Reich, discepolo di Freud, nel suo scritto "Analisi del carattere" li definiva narcisisti fallici
#933
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
01 Ottobre 2018, 22:45:35 PM
Jacopus, ma ti aspetti che questo governo gialloverde sani il parassitismo e l'assistenzialismo dello scambio dei voti, dei comuni commissariati per mafia gestiti proprio da coloro che oggi sono alle opposizioni e che hanno governato interi decenni distruggendo anche il tessuto produttivo?
Dietro i trattati del libero scambio e del poter andare ovunque per i cittadini europei, in realtà è mascherata la possibilità delle multinazionali di acquistare e raccattare i marchi proprio dei Paesi che loro mettono sotto "osservazione".
Se oggi Trump pone i dazi è perchè la Cina si sta comprando tutto, dai debiti pubblici stranieri compreso quello USA alle aziende sul loro suolo .
Versace e la sua vendita mette a nudo che il cosiddetto Made in Italy è ormai  in mano da anni a capitali finanziari stranieri.
Il PIL è un indicatore sempre più obsoleto, perchè chi ha sede sociale e quindi fiscale in italia può avere stabilimenti produttivi altrove e non dare lavoro in italia, ma solo quì pagare le tasse, ma soprattutto le aziende che hanno stabilimenti in Italia e sede sociale all'estero non sono computati nel PIL,  e ormai sono la maggioranza.
La globalizzazione ha reso obsoleti, superati gli attuali indici nazionali,basta guardare la FIAT, dove produce,dove ha sede sociale e invece dove la famiglia proprietaria è residente, così è per tutto.

Il debito pubblico sulle nuove generazioni è una fesseria economica,Non tiene conto del patrimonio in mano allo Stato se noi chiediamo una linea di credito bancaria il loro fido è basato sulla nostra stima patrimoniale e sulla busta paga o dichiarazione dei redditi. Significa che il valore fisico dell'italia è inestimabile a meno che qualcuno  sappia il valore fisico dell'intero demanio, dei musei, delle pinacoteche, dei luoghi culturali e storici.Non facciamoci turlupinare dalle fesserie economiche quando il problema essenziale è squisitamente politico.
Quando si dice che abbiamo avuto dalle generazioni passate l'eredità artistico-culturale dell'Italia ,che è un valore inestimabile, è detto tutto.Abbiamo presente il valore di un quadro di qualche impressionista? Quanto vala la sola sala del Botticelli al Museo degli Uffizi a Firenze? Quanto vale il Foro Romano?
#934
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
01 Ottobre 2018, 09:23:22 AM
Citazione di: donquixote il 30 Settembre 2018, 03:10:36 AM
In attesa di conoscere nel particolare i provvedimenti che verranno adottati e di leggere i commenti di chi la sa lunga sull'eventuale "effetto moltiplicatore" che questi dovrebbero avere in termini di "crescita, sviluppo ed occupazione" vorrei soffermarmi su una questione meramente filosofica di questa manovra. A me sembra che nonostante i proclami sia dei 5s che della Lega in questi anni e il tanto sbandierato ritorno al "sovranismo" ci sia un errore di fondo assai grave.
Se infatti tornare ad essere sovrani significa ridurre la dipendenza da fattori esterni alla nostra nazione e da noi non controllabili (siano questi l'Europa o i "mercati" poco importa) allora questi provvedimenti vanno nella direzione esattamente opposta, dato che aumentare il debito significa appunto aumentare la dipendenza da coloro che ti prestano i soldi che quindi ti potranno ricattare come a loro farà più comodo. Inoltre la critica dei 5s in questi anni alle istituzioni finanziarie (banche in primis) e l'enfasi posta dalla Lega sui fattori culturali avrebbe dovuto a mio avviso portare alla riconsiderazione dell'economia come attualmente strutturata su base esclusivamente finanziaria per tentare di seguire altre strade che filosoficamente potrebbero avere un impatto ben diverso (solo a mo' di esempio buttato lì: non aumentare le pensioni minime ma sollecitare magari un moto di solidarietà di popolo del tipo "adotta un pensionato con la minima" per ospitarlo a casa propria e fornirgli sussistenza ove lui/lei sia carente).
Insomma una ulteriore iniezione di denaro in un mondo già sommamente  drogato dal medesimo innanzitutto farà alla fine confluire tale denaro nelle solite pochissime tasche, e contestualmente aumenterà sempre più la dipendenza dei cittadini dallo Stato che sarà sempre più sovrano su di loro, e quella dello Stato dai "mercati" riducendo vieppiù il tanto sbandierato "sovranismo".
riprendo il tuo testo, Donquixote, solo perchè è più centrato sulle problematiche.
Premessa: non ho pregiudizi su appartenenze politiche, quindi la mia vuole essere un'analisi tecnica. 

1) si toccano alcuni diritti e questo significa che sono costi/benefici strutturali e non congiunturali
a) se il diritto alla pensione  si consegue con 62 anni di età e un minimo di contributi anche fosse di 41 (sono solo a titolo di esempio anche se non lontane dal vero) significa un guadagno per i lavoratori di circa due anni di lavoro/vita rispetto alla precedente normativa
2) se il reddito di cittadinanza alzasse il minimo pensionistico e l'indennità di disoccupazione, è comunque strutturale

La manovra sull'IVA e quella del condono sono invece congiunturali, nel senso che non si strutturano sui bilanci dello Stato successivi all'anno 2018.
Non conosco i piani di investimento strutturali sullo Stato, val a dire denaro in infrastrutture o ad esempio nella sanità ,scuola, ecc

Il dato di fatto è che dai governi Berlusconi a Renzi ,nessuno ha mai beneficato la platea "popolare" che è quella, in fin dei conti che va a votare e che sarebbe ,fino a prova contraria, in democrazia, il popolo sovrano.
Se la manovra del governo gialloverde fosse populista, ciò che affermano Forza Italia e il Pd è addirittura reazionario, in quanto secondo il loro parere ,sarebbe impossibile dare diritti strutturali al popolo.

Se l'Europa sarà intelligente, dopo qualche tiratina d'orecchio, qualche strepito, una maggior sorveglianza sul debito pubblico,lascerà fare attendendo i futuri dati macroeconomici perchè da un punto di vista tecnico economico, il maggior denaro che si troveranno  in tasca i beneficiari privati finirà in consumi(quindi più domanda/offerta di beni di consumi ,più fatturato imprenditoriale e delle partite iva) o in risparmi (più denaro alle banche e alle finanziarie, fondi assicurativi, ecc).

Non è una manovra sovranista, perchè manca il punto paradigmatico, la moneta gestita interamente dallo Stato sovrano, senz questa premessa qualunque teoria economica è altro e non sovranismo.Adatto che nessuno dei partiti occidentali nei relativi Stati, mi sembra abbia il coraggio di compiere questo "salto"(avanti o indietro è un'opinione squisitamente di appartenenze politiche)

E adesso il fantasmagorico concetto del "mercato" come sentenziatore delle scelte politiche, come"mano divinatoria" dei destini umani, nell'astrazione occidentale persino di una sinistra storica occidentale,evocato da partiti come Forza Italia e PD.

Il mercato siete voi,carissimi, sono  i vostri soldi investiti nei fondi comuni, fondi assicurativi fondi pensionistici,, banche che vengono gestiti all'uopo da società che tendono al profitto, usando i vostri soldi, come il potere politico usa i vostri voti.
Quindi voi temete voi stessi? Voi temete chi usa i vostri soldi? Vi fa comodo il grande sogno d iarricchirvi con alti tassi di interesse giocando sui fondi azionari, sui bond statali, sui fondi bilanciati?
L' Olivetti fallì anche grazie ad un fondo pensionistico degli impiegati canadesi

Se non uscite da questa contraddizione c'è il cortocircuito logico. Voi siete tuto ,ma avete paura di tutto, e questo genera il "bau bau"
conformistico ,evocato sempre dai media, dai poteri forti e dalle nostre istituzioni.
#935
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
29 Settembre 2018, 14:51:34 PM
ciao Mauro(Oxdeadbeaf),
dipende, sai che dipende..........
In teoria può essere giusto, in pratica è da vedere..........
Due sono le problematiche in cui inserire una manovra come il DEF da parte del Governo.
Uno è interno e il secondo è il rapporto forzato con l'Europa, perchè la manovra sull'euro è fuori dalle competenze italiane.
Il primo è più economico, il secondo è politico e molto meno economico di quanto sembri.
C'è sia coraggio che temerarietà.
Facciamo un passo indietro...........Il Capo dello Stato, nella formazione del Governo, contesta la nomina di P.Savona a Ministro dell'Economia: si sceglie un compromesso
Questa manovra è tipicamente espansiva e non al risparmio e contraria alle logiche, che per me sono suicide, dell'Europa
Porta denaro alla popolazione, abbassamenti del peso fiscale e quindi più consumo e/o risparmio per autofinanziare gli investimenti imprenditoriali e dei lavoratori autonomi.In pratica inizia con una boccata d'ossigeno che "muove" l'economia.Ma saranno i risultati periodici futuri, e non lo spread attuale che è una tipica speculazione, a far capire se il denaro "liberato" ha davvero smosso strutturalmente quel striminzito PIL che in Italia c'è dalla grande crisi USA finanziari,
Perchè il problema del rapporto PIL/Debito Pubblico e su quale dei fattori economici, creazione di ricchezza o risparmio sull'indebitamento, si va a progettare una manovra economica.Sul risparmio non ha prodotto granchè, ma ha addirittura pesato sul PIL,questa linea sposata dai precedenti Governi e voluta dall'Europa ( e per me  nascondi il vero fine, che è l'abbassamento dei prezzi negli Stati in difficoltà e invasione delle multinazionali straniere, Versace è l'ultimo mattone...che vuol dire acquisizione dei più impostanti marchi italiani da parte di fondi finanziari internazionali o di multinazionali industriali).

Attendiamo lo scontro con l'Europa, anzi con Merkel e Macron, anacronistiche comparse storiche che hanno difficoltà di consensi nei loro Paesi rispettivi e predicano agli altri quello che non fanno loro........

E' tardiva questa manovra e questo Governo.
Il grande scontro è fra sovranisti e globalizzazione dove Trump è in totale controtendenza.
#936
Attualità / Re:Creazione di lavoro
28 Settembre 2018, 23:15:30 PM
..........ho dimenticato il beneficio fiscale,nella mia risposta.
Non è un beneficio fiscale sui prestatori d'opera come lavoratori subordinati, quindi un rapporto fra dipendenti e datore di lavoro,  bensì è di carattere decontributivo.
Gli Stati ,con opportune manovre possono incentivare o disincentivare sia gli investimenti, con tassi di prestito finanziario agevolati, quindi al di sotto dei tassi ordinari di mercato, e con i lavoratori dipendenti appunto sui contributi che pagano i datori di lavoro all'INPS, INAIL ecc. Non è quasi mai generalizzato, vale a seconda della tipologia di contratto di assunzione, per luoghi geografici ( al Sud Italia ad esempio) per fasce d'età, ad esempio fino ai 30 anni di età dell'assunto( è solo un esempio anche se vicino al vero)
Questo sblocca il cosiddetto turnover. Adatto che il neo assunto costa parecchio meno del dipendente anziano che ha lo stesso ruolo e mansione in azienda, la politica imprenditoriale può essere di incentivare le dimissioni di quest'ultimi per assumere qualche giovane,Difficilmente i rapporti numerici sono uguali, proprio per avanzamento tecnologici, quindi sempre ad esempio escono 10 persone, ne entrano 7. Questo a parità di tutti gli altri costi .
#937
Attualità / Re:Creazione di lavoro
28 Settembre 2018, 18:49:34 PM
il mercato, come risposta sintetica.
Analiticamente è più complesso, sempre nella logica di essere in un mercato capitalistico, perchè a diverse forme di mercato la creazione o distruzione di posti di lavoro sono dati dai valori aggiunti, dalle produttività che nel rapporto produzione/distribuzione del reddito, sono iniqui e tendono a concentrarsi.
Dare denaro a chi ne ha già per in vestire, non è affatto risolutivo di più occupazione.
La tecnologia incorpora lavoro umano e lo sostituisce chi investe lo fa con beni strumentali tecnologicamente di ultima generazione, quindi più produttività e meno occupazione.
Nessun partito politico parlamentare a livello occidentale oggi segue strade alternative, quindi sono tutti perdenti e demagogici.
Una evoluzione seria del rapporto demografia e incrementi di produttivi dovuti alla tecnologia avrebbe dovuto comportare se gli incrementi di produttività storicamente dati fossero stati gestiti per liberarsi dal lavoro e non per essere o dipendenti o disoccupato, in riduzione d'orario di lavoro a parità di salario/stipendio, tutti lavorerebbero poche ore settimanali.
Si trattava di sceglier e se la qualità della vita fosse avere più tempo libero rispetto al tempo del lavoro.
La furbizia del capitalismo è far credere che più si lavora e più  ci si arricchisce, fino ad essere dopato del lavoro.
Le crisi cicliche storiche dimostrano che il potere reale degli stipendi e salari in realtà non subisce mutamenti, e quando i prezzi di prodotti ad alta tecnologia si abbassano , lo si ha quando c'è una forte standardizzazione che abbatte il costo del prodotto da parte di chi lo produce e quindi può abbassare i prezzi finali mantenendo gli stessi margini, o incrementandoli, di profitto.
#938
Tematiche Culturali e Sociali / Re:I terrapiattisti
28 Settembre 2018, 18:14:30 PM
citaz,Viator
Io trovo che credere che la terra sia piatta non sia atteggiamento illogico. E' solo una credenza spontanea non contraddetta da alcuna evidenza sensoriale ...........

penso che il problema, nell'antichità fosse proprio quello dell'evidenza sensoriale.
Eppure i mesopotamici, ari, egiziani, conoscevano benissimo stelle, pianeti, e attraverso la geometria avevano capito qualcosa.
A mio parere senza la legge di gravità e senza aver capito il moto rotatorio per cui tutti i pianeti e corpi celesti sono sferoidi, vale ciò che a scritto Viator.
Perchè logicamente come potrei non pensare che una persona dall'altra parte di una sfera non stia con la testa in giù e quindi cada? Se mi fido dei miei sensi e la logica ne consegua, è difficile capire che la terra sia tonda
Che al giorno d'oggi vi siano persone che sostengano che la terra è piatta è da ignoranti (nel senso che ignorano).
#939
E' da tempo che preferisco la saggistica.......
ma se soprattutto un ragazzo/a dovesse chiedermi cosa scegliere, senza dubbio poesia e narrativa risponderei.
Perchè i grandi, veramente grandi poeti e narratori, riescono in poche parole a descrivere mondi interiori, gestualità, fisionomie, incontri, emozioni che ........un saggista si sogna.La nostra immaginazione corre sulle ali delle parole e si sofferma sui personaggi, paesaggi.Pittori della parola, psicologi, filosofi, sono i grandi narratori e lavorando non sui concetti, ma sulle immagini che sono riusciti a penetrare nel nostro animo, non si scordano mai. Sono saggisti travestiti da raccontatori.
........e i grandi filosofi sono narratori.......
#940
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine della diseguaglianza
26 Settembre 2018, 00:56:33 AM
ciao Bobmax,
penso ad un sano ego per amor proprio che non sconfini  in un patologico narcisismo fallico d'impronta megalomane.
il cosiddetto razionalismo moderno che contempla il principio edonastico nasce nella visione del calcolo, come ben ha scritto Socrate in un post precedente, e deriva dal principio di utilità, tutto deve essere agito per un tornaconto, mai per il piacere gratuito di far anche solo del bene altrui,non è piacere anch'esso?
Sostengo quindi anch'io che un ego che derivi da un istinto di sopravvivenza vi sia, ma deve essere educato o da noi stessi o  indotto dalle leggi delle comunità, clan, tribù, Stati.

ciao Mauro (Oxdeadbeaf) e Inverno.
Quando tempo fa si scoprì che l'homo di Neanderthal usava eseguire la sepoltura per i morti e conviveva, da ritrovamenti archeologici mi pare in Palestina o nei pressi, con il Sapiens, fin a pensare che si siano ...ibridati, ritengo che il culto della sepoltura sia di parecchio tempo anteriore alla comparsa della proprietà.
Molti, fra cui un famoso scritto di Engels, antepongono la protostoria con la società matriarcale e le prime proprietà ovviamente con le colture agricole, perchè si trattava di lavorare la terra, seminare, salvaguardare il campo coltivato per attendere la maturazione e quindi la raccolta. Così per la salvaguardia dei capi di bestiame.ma personalmente questo era ancora possesso e non proprietà vera e propria.Il patriarcato e il servilismo del genere femminile corrisponde proprio con la codificazione giuridica della proprietà con massi, sassi, rocce che segnavano i confini delle proprietà terriere.Con il patriarcato e le codificazioni legislative si passerà alle successioni ereditarie privilegiando il primogenito maschile.
C' è quindi anche una diseguaglianza forte sul genere,gender, femminile,sia come specializzazione procreativa e di accudire la casa,sia culturale.

Si tratta di capire come da una esigenza difensiva, di salvaguardare il proprio lavoro con il bestiame e per il raccolto si passa alla proprietà giuridica salvaguardata dallo Stato,fino a diventare istituto "insopprimibile" e quindi ideologico.
E' chiaro che la proprietà e la successione ereditaria cominciano ad essere accumulazione di ricchezza economica e quindi potere.
il culto dell'antenato avviene come ringraziamento dei privilegi ereditati.Spesso i dispositivi culturali , come ama dire Green, hanno una mimesi,soprattutto quelli religiosi, li definirei strumentalizzazioni ideologiche al fine di giustificare dei privilegi.

Se prima dello Stato un territorio era più allo "sbando",con lo Stato e le codificazioni legislative le figure giuridiche diventano stabili
#941
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine della diseguaglianza
25 Settembre 2018, 18:27:08 PM
Per quanto mi  riguarda Inverno ha ben posto il problema e niente affatto ideologicizzato.

E' il contesto ambientale  e lo intendo non solo naturale, ma anche culturale che fa propendere l'uomo verso una soluzione egoistica o solidaristica.Alcuni indigeni sud americani vivono ancora in comunità su grosse palafitte.
Si tratta di capirci cosa intendiamo per  simile, eguale e identità. Se sono concetti sociali,come mi sembra dalla discussione ha ragione Inverno a distinguere un periodo protostorico e il periodo che soprattutto dall'età del bronzo, con l 'avvento della tecnica, mutano le organizzazioni umane.

Il problema è se la diseguaglianza individuale di nascita viene esaltata dalla società competitiva interna, oppure se viene in qualche modo mitigata.( ed è un grosso problema tutt'oggi).Nella protostoria, sono d'accordo con Inverno, viene mitigata, perchè il concetto identitario di parentela e tribù è molto forte e la cura parentale è sviluppata su più persone, proprio come nelle scimmie e altri mammiferi sociali.Il branco aiuta e corre in soccorso del debole, ovviamente se può, anche quando vine attaccato. Il maschio alfa ha dei privilegi sulle femmine ed è il primo a banchettare, ma è anche alla testa del branco quando si muovono tutti insieme, ha la responsabilità sociale di tutti Noi umani siamo ridotti alla deresponsabilizzazione ,ma mantenendo i privilegi,questo sembrerebbe non accadere nella protostoria o nelle società  indigene "residue"a tutt'oggi.
C'è da chiedersi il perchè, come avviene l'avvento delle conoscenze della metallurgia, dell'addomesticamento, delle tecniche colturali dei foraggi e cereali, si abbassa il solidarismo per emergere l'egoismo in seno alla società.
Forse, aggiungo un altro concetto, fu il primo uso della tesaurizzazione dell'oro e della moneta che avviene in concomitanza
con l'immagazzinamento dei cereali, dei surplus produttivi che permettono di avere persone che non lavorano direttamente i campi, sicuramente anche il passaggio dall'oralità alla scrittura.
Quindi, a mio parere, è il passaggio da uno stato di natura ad uno più culturale che costruisce diseguaglianze sociali?
Il problema a me caro ,è quali dispositivi culturali hanno innescato un nuovo processo socio-culturale che dura dall'età del bronzo ?
#942
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine della diseguaglianza
25 Settembre 2018, 13:47:58 PM
Citazione di: bobmax il 25 Settembre 2018, 13:29:31 PM
Sono convinto che l'origine della diseguaglianza debba essere ricercata nell'essenza stessa del nostro esserci.

L'economia, la cultura possono essere temi di indagine, ma non sufficienti. Perché la diseguaglianza è insita nel nostro stesso ego.

È infatti l'altro, per il solo fatto di essere "altro", a produrre diseguaglianza.

E l'altro, il due, la differenza... è all'origine del male.
ciao Bobmax,
come ho scritto precedentemente ,la "regola della terra" vede vincente il più forte(egoista), piuttosto che il saggio e pacifico.
Ma questo non significa che l'uomo debba esser per forza un egoista, un cinico, un guerrafondaio, perchè non è nè nella regola della natura vegetale e nemmeno animale, diversamente sarebbero letteralmente sparite tutte le specie vegetali  meno una e tutte le specie animali, meno una.La regola della concentrazione della ricchezza, dimostra ,rispetto ai regni vegetali e animali, di quanto siamo "fessi" noi umani. Quando c'è una sovrappopolazione animale o vegetale, arrivano le malattie a riequilibrare i numeri ecologici e delle catene alimentari .
Noi non siamo  tanto egoisti, quanto sommamente ignoranti, perchè così non vive bene nè il ricco e nemmeno il povero.
il primo è povero "di spirito", il secondo di beni materiali per "tirare a campare".
E' vincente la cooperazione con regole "del gioco" che accettano la diversità come confronto, non come conflitto.io imparo qualcosa di te e tu impari qualcosa di me,dove ognuno dà quello che può e riceve in cambio secondo le proprie necessità nella regola che presiede la comunità, che deve essere armonica

La cooperazione fra un fungo ed un alga, forma il lichene
la cooperazione fra un fungo e le leguminose, arricchisce il terreno di sostanze azotate e infatti le leguminose  entrano nelle rotazioni colturali come arricchenti di nutrienti  del terreno oltre come base nutriente per gli animali allevati.
la natura ci insegna .....ci insegnava.......ci insegnò........
#943
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine della diseguaglianza
25 Settembre 2018, 13:24:56 PM
ciao Inverno, rispondo anche ad alcune argomentazioni degli altri interventi.
Prima dell'età del bronzo
1) le popolazioni sembrerebbe, per reperti storici, erano disseminate a macchia di leopardo
2) i contatti fra popolazioni erano inizialmente rare, non era ancora stato addomesticato il cavallo(poco prima dell'età del bronzo)
3) il vero problema per l'esistenza umana era il cibo e il rifugio, quindi era la natura che incuteva timore.

Sono altrettanto convinto che con l'età del bronzo ,con l'addomesticamento del cavallo anche ad uso non solo agricolo, ma di guerra e poi con i "carri" di guerra.,si apre un'altra storia, che è quella "imperialistica", di conquista e invasioni.
Sono altrettanto convinto che la strutturazione delle religioni avviene in questo periodo e non in quello precedente, quindi inizialmente esistevano gli sciamani, ma non una vera e propria casta sacerdotale.
Quindi sono d'accordo ,ma solo in origine, che l'uomo fosse sugli altipiani e non vicino al mare (i liguri ad esempio non "nascono" vicino al mare), ma era un'economia "povera" basata sulla pastorizia e cacciagione.E' altrettanto chiaro che si possono conservare meglio  i cereali piuttosto che la carne e lo dimostrano  i magazzini nelle civiltà egizia e babilonese.

Le religioni diventano funzionali al potere, intese come strutturazione organizzata che aveva bisogno di una sacralità per costruire identità comuni in un popolo da una parte e che il "timore di dio" fosse incarnato nel re o nel grande sacerdote.
Inizialmente non era così.

Sono un sostenitore, come penso che tu sappia della vita in comune,come ho già scritto in altre discussioni nel forum.
In gioventù, essendo mia madre originaria dell'Alta valle Spluga, studiai le architetture dei paesi, abbeveratoi per animali comuni, il forno comune, pulizia dei sentieri, modalità del taglio dei boschi per la legna e costruzioni, fino ai miti, racconti, ecc.
A mio parere funzionava, fin quando erano "isolate", la storia insegna che nel momento in cui sei dentro uno Stato, arriva il gabelliere per riscuotere tasse per il re, arriva la guardia armata, c'è un codice statale che non è più quello della tua comunità, allora ...è finita.

Marx ha capito fra i primi che il valore aggiunto o "plusvalore" è il discrimine fra chi diventa ricco senza far niente, campando di rendita e del lavoro altrui, rispetto a chi deve tirare a sera per mangiare e avere una casa e ripetere il lavoro quotidiano a vita.
#944
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine della diseguaglianza
25 Settembre 2018, 10:03:59 AM
ciao Inverno,
la regola della terra è che vince il più forte, non il più saggio.

E' vero che ci sono notevoli buchi di periodi storici e l'interpretazione sul come è "andata" la storia della civiltà non può essere univoca.
Ad esempio le più antiche città, come Gerico e Catal Hoyuk,sono più del 15.000 a.C. e s si confronta con il codice di Hammurabi del medio periodo del bronzo ,che è del 1750 a.C., potrebbe, uso il condizionale d'obbligo, indicare che il passaggio da economie pastorizie a stanziali con l'agricoltura abbiano portato alle prime forme di "proprietà" intese come difesa da invasioni.
E' vero che vi sono indicazioni di reperti storici che potrebbero far indicare modi comunitari di gestire le risorse naturali/economiche, una prima forma di economia pubblica, ma nel periodo decisivo ,l'età del bronzo, sono abbastanza chiare le civiltà"vincenti", coloro che avendo surplus di risorse potevano dedicarle a specializzazioni in guerra, sacerdoti, scribi, insomma si preformava una gerarcofunzionale struttura di potere.
Il mio parere è che si possono  avere cento comunità che vivono pacificamente e serenamente, ma ne basta anche una sola che si attrezza a scopi guerrafondai per invadere ,vincere e conquistarle, che alla fine ne rimarrà una sola e sarà quest'ultima.
Penso che grosso modo il pensiero storico di Marx, non sbagli, perchè il potere militare lo fa il potere economico e deve avere un'agricoltura che in quel periodo non può che essere estensiva, e non potevano essere che civiltà che nascevano presso grandi fiumi con terreni alluvionali ricchi.

nella mia personale ricerca sul dove fosse nato il concetto di interesse economico, è proprio nel codice di Hammurabi che si comincia a parlare di parte del raccolto che l'affittuario doveva dare al proprietario.Gli istituti di diritto dell'affitto, mezzadria, enfiteusi, ecc, sono antichissimi.Quindi significa che già prima del codice di Hammurabi si stava orientando l'uomo nelle prime forme di specializzazione di mestieri che i grandi agglomerati imponevano.
La tecnica della metallurgia sposata alle tecniche agricole fecero crescere l'esigenza di strutturare quelle diseguaglianze imposte dal "chi fa cosa" che sono da sempre nell'uomo.
Insomma la divisone del lavoro è funzionale alla divisone delle conoscenze e sono indotte dalle forme economiche.
#945
Tematiche Filosofiche / Re:L'egualitarismo
24 Settembre 2018, 08:21:37 AM
C'è chi si sente "figlio di un dio minore", viene gettato nel mondo povero in un luogo altrettanto povero, in una sorte segnata.
La condizione materiale è di diseguaglianza e passerà la vita a cercar di far valere il diritto di nascita, mai rubato da chicchessia a qualcun altro che accomuna l'intero genere umano, povero  o ricco, sciocco o saggio.
Se il povero ambirà materialmente ad essere ricco, invidierà quest'ultimo ,riproducendo le condizioni di diseguaglianza.
Sceglierà le stesse strade del cinismo, quello del povero umiliato che per diventare ricco segue l'impervia via del sacrifico

Pochi e rari scelgono la strada dei significati della vita, sparigliando i tarocchi del destino, cercheranno l'essere e non l'avere e non guarderanno alla ricchezza come luogo dell'avere per essere,quello che indurisce i cuori, non guarderanno "l' altro" come bieco avversario, semplicemente cercheranno vie pensando che tutti prima o poi bisognerà che tramontino e vedranno le qualità non le quantità che sono veramente le sole a  suddividere il genere umano. Saranno i diversi a cambiare il mondo.
Siamo tutti simili e nessuno eguale