https://www.fnob.it/2018/12/13/i-retrovirus-endogeni-nellevoluzione-umana/
Pensarbene. La tua ipotesi è che vi sia una sorta di intelligenza, un progetto generale da cui le specie possono sempre attingere per adattarsi. Io non la penso così ed ho messo un link dove è specificato in modo un po' tecnico come una mutazione fondamentale dei mammiferi, ovvero l'organizzazione biologica della placenta nella femmina dei mammiferi (placentati) sia derivata da un retrovirus (come quello dell'AIDS, tanto per intenderci). In tutto ciò non ci vedo nessuna matrice ma esclusivamente il concorso di "caso" (un virus che ha infettato un mammifero, il mammifero ha conservato le informazioni genetiche del virus -come accade per gran parte del nostro dna non codificante -) e necessità (mantenere un cucciolo protetto dentro la pancia della madre è molto più sicuro di dover controllare un uovo, oltre a tutte le altre conseguenze del caso).
Quello che noi facciamo fatica a considerare è la quasi incomprensibile quantità di tempo che la natura ha a disposizione per sviluppare mutamenti che non sono solo quelli casuali della riproduzione genetica del singolo individuo, ma anche quelli che provengono da altri organismi come in questo caso (evoluzione non più rappresentato da un albero ma da un cespuglio). Questo mutamento nei mammiferi primitivi in mammiferi placentati (ricordo anche che non tutti i mammiferi sono placentati) sarebbe avvenuto 40 milioni di anni fa. La Storia dell'uomo che dura da 6.000 anni circa è lo 0,002 per cento di 40 milioni di anni. Ovvero, se paragoniamo il tempo in cui è intervenuta quella modifica con il tempo della storia e lo confrontiamo con la durata di una giornata, allora la storia con tutti gli imperatori, le spedizioni, le bolle, i commerci, le esplorazioni, le scoperte, è come se durassero un secondo e mezzo. Le altre 23 ore 59 minuti e 58 secondi mezzo è il tempo che la natura ha avuto a disposizione per sperimentare forme di vita, che comunque erano iniziate a presentarsi non 40 milioni di anni fa, ma tre miliardi e mezzo di anni fa.
Ovvio che, a mio parere, vi sia una difficoltà cognitiva nel pensare che quello che siamo sia un accrocchio un po' casuale di ciò che già esiste. La natura in ciò non è certo o solo un ingegnere quanto piuttosto un artigiano un po' confusionario che però ha sempre presente un obiettivo: "primum vivere". E persegue l'obiettivo con tutto quello che trova, e che conserva un po' ossessivamente.
Pensarbene. La tua ipotesi è che vi sia una sorta di intelligenza, un progetto generale da cui le specie possono sempre attingere per adattarsi. Io non la penso così ed ho messo un link dove è specificato in modo un po' tecnico come una mutazione fondamentale dei mammiferi, ovvero l'organizzazione biologica della placenta nella femmina dei mammiferi (placentati) sia derivata da un retrovirus (come quello dell'AIDS, tanto per intenderci). In tutto ciò non ci vedo nessuna matrice ma esclusivamente il concorso di "caso" (un virus che ha infettato un mammifero, il mammifero ha conservato le informazioni genetiche del virus -come accade per gran parte del nostro dna non codificante -) e necessità (mantenere un cucciolo protetto dentro la pancia della madre è molto più sicuro di dover controllare un uovo, oltre a tutte le altre conseguenze del caso).
Quello che noi facciamo fatica a considerare è la quasi incomprensibile quantità di tempo che la natura ha a disposizione per sviluppare mutamenti che non sono solo quelli casuali della riproduzione genetica del singolo individuo, ma anche quelli che provengono da altri organismi come in questo caso (evoluzione non più rappresentato da un albero ma da un cespuglio). Questo mutamento nei mammiferi primitivi in mammiferi placentati (ricordo anche che non tutti i mammiferi sono placentati) sarebbe avvenuto 40 milioni di anni fa. La Storia dell'uomo che dura da 6.000 anni circa è lo 0,002 per cento di 40 milioni di anni. Ovvero, se paragoniamo il tempo in cui è intervenuta quella modifica con il tempo della storia e lo confrontiamo con la durata di una giornata, allora la storia con tutti gli imperatori, le spedizioni, le bolle, i commerci, le esplorazioni, le scoperte, è come se durassero un secondo e mezzo. Le altre 23 ore 59 minuti e 58 secondi mezzo è il tempo che la natura ha avuto a disposizione per sperimentare forme di vita, che comunque erano iniziate a presentarsi non 40 milioni di anni fa, ma tre miliardi e mezzo di anni fa.
Ovvio che, a mio parere, vi sia una difficoltà cognitiva nel pensare che quello che siamo sia un accrocchio un po' casuale di ciò che già esiste. La natura in ciò non è certo o solo un ingegnere quanto piuttosto un artigiano un po' confusionario che però ha sempre presente un obiettivo: "primum vivere". E persegue l'obiettivo con tutto quello che trova, e che conserva un po' ossessivamente.