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Messaggi - Jacopus

#931
Tutta la mia stima Eutidemo, e caso mai dovessi iniziare la carriera politica, fammelo sapere. Ti voto a scatola chiusa.  ;D
#932
Tematiche Spirituali / Re: Nessuno tocchi Caino?
05 Maggio 2023, 19:54:40 PM
Aspirante. Non ti faccio esempi, ma posso dirti che senza cambiamenti comportamentali fra le generazioni non esisterebbe neppure la storia e noi saremmo ancora nelle savane impegnati a scappare dai grandi predatori. Però in parte è vero anche quello che tu dici, nel senso che in un mondo che cambia e resta lo stesso la natura deve sempre giostrarsi fra queste due esigenze contrastanti (ma stiamo andando ot)
#933
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo
04 Maggio 2023, 17:51:19 PM
Ipazia@. Perfettamente d'accordo. Nel tempo in cui i missili per Marte li manda un privato, aspettiamoci anche eserciti privati, sanità privati, scuole private e lo stato a fare da parafulmine. Come ho scritto altrove, sono troppo ottocentesco.
#934
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo
04 Maggio 2023, 14:12:09 PM
Scusami Pio, ma anche questa è una giustificazione per tacitare la propria coscienza. E' ovvio che in ambito pubblico ci saranno sempre sprechi, così come ci saranno oculate amministrazioni. Ma con questo tuo ragionamento non facciamo altro che proporre un circolo vizioso. Mettiti nei panni di un dipendente pubblico. Con lo stesso ragionamento non dovrebbe lavorare oppure fare altri lavori e darsi malato, perchè per sentirsi in dovere di lavorare dovrebbe pure sapere che i contribuenti si sentano moralmente indotti a pagare le tasse, non ti pare?
#935
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo
04 Maggio 2023, 10:15:46 AM
CitazioneLe tasse servono a sostenere il sistema capitalistico, innanzitutto. Alla plebe: panem (il minimo) et circenses (a volontà). Meno lagne: pensate positivista !
Questo nei sistemi capitalistici evoluti. Nel nostro, che è un sistema capitalista connesso alla devianza più o meno "grigia", non si riesce a capirlo e tutti contribuiscono all'evasione, perfino quelli che sono contro il capitalismo e si giustificano dicendo che le tasse servono a sostenere il sistema capitalistico.
#936
Attualità / Re: Ontologia e disastri umanitari.
02 Maggio 2023, 21:29:39 PM
Lo dico con un link. Magari mi spiego meglio o comunque aggiungo dei contenuti alle precedenti motivazioni.

https://www.facebook.com/reel/594322302438646?fs=e&s=TIeQ9V
#937
Attualità / Re: Ontologia e disastri umanitari.
01 Maggio 2023, 21:37:10 PM
Phyrosphera. Personalmente cerco sempre di riflettere seriamente su ciò che scrivo e facendolo cerco anche di rispettare le idee degli altri, senza mai pensare che ciò che gli altri scrivono, sia stato scritto in modo non serio, se l'intento è quello di scrivere seriamente. Detto questo, ti pongo il problema in un'ottica meno scientifica e più etica. Che diritto ha la società per decidere su un sentimento così profondamente identitario come l'identità di genere. Ma stiamo scherzando? Se volessi una società del genere me ne dovrei andare a sud di Pantelleria o a est della Vistola. Invece sono qui, in un paese (parzialmente) occidentale, e a giudicare dai rischi che milioni di persone si prendono per arrivarci, direi che è un posto migliore anche e proprio a partire dalla tutela di diritti come quello sull'identità di genere indipendentemente dall' identità sessuale. Ritengo questo diritto inscindibile rispetto a tutti gli altri diritti di una società complessa ed evoluta, come il divorzio, l'interruzione di gravidanza, la tutela dei diritti del malato e dei bambini e dei detenuti e dei tossicodipendenti, così come la tutela dei lavoratori. Si tratta di difendere o provare a difendere la dignità delle persone e di quello che essi sentono di essere. Quel loro sentimento è indotto dalla società? E allora cambiamo la società prima di voler correggere le persone.
#938
Attualità / Re: Ontologia e disastri umanitari.
30 Aprile 2023, 12:09:15 PM
Bob. Io la penso esattamente al contrario. Il due è fonte di ogni bene. Poiché il due è il principio della dialettica e l'opposizione al pensiero monistico. In realtà il pensiero umano, da Hegel in poi, è chiamato a fare uno sforzo in grado di ricomprendere al livello della stessa dignità sia l'uno, poiché è anche vero che l'uomo è un essere naturale, sia il due, poiché è contraddittoriamente vero anche il contrario che l'uomo non è più "solo" natura o perlomeno non va interpretato come quella "natura", che in quanto "naturale", giustifica ogni azione e situazione nel mondo. Permettemi una metafora: la natura è come la base del corallo, su cui noi ci poggiamo e dalla quale traiamo la base del nostro agire nel mondo, che però non si muove più fortunatamente solo sulla base di leggi naturali. E paradossalmente questo è avvenuto per un processo del tutto naturale, ovvero lo sviluppo enorme del nostro sistema nervoso centrale. Che poi questa sia stata una scelta adattiva in termini evolutivi ancora non si sa, ma il quadro è questo (perlomeno il mio quadro).
#939
Attualità / Re: Ontologia e disastri umanitari.
30 Aprile 2023, 11:26:54 AM
Phyrosphera: appunto. La visione illusoria è quella che ci ha permesso da Prometeo  in poi, di trasformare il mondo ed è una delle grandi risorse dell'umanità. Ridurla a sogno irrealizzabile è il desiderio di chi sta bene nello "status quo", di cui la natura con le sue supposte leggi fondative è uno dei puntelli principali.

Claudia. La tua ultima metafora avrebbe fatto contento Gorgia, il più famoso fra i sofisti. Sicuramente il mercato nella sua forma più recente e pervasiva può incidere molto sulla percezione fluida di genere, semplicemente perché così si raddoppiano i mercati di quegli articoli che sono tradizionalmente appannaggio di un solo genere. Questo aspetto non mi sfugge. Ma anche ammesso che questa sia una delle cause, cosa è più giusto fare? Questo è il compito della filosofia. Curare la pecorella smarrita per farla tornare nei ranghi? Disinteressarsi ed invitarla ad andare in Turchia e farsi operare privatamente?

A proposito della natura, quella del regno animale per lo meno, va detto che vi sono comportamenti non proprio esemplari. Vi sono insetti che copulano fra fratelli e sorelle e mangiano, per crescere, il corpo della madre. Linneo, per primo, distinse le piante in monogynia, digynia o tryginia a seconda della quantità dei maschi necessari per la fecondazione, il 10 per cento della popolazione dei cigni neri è omosessuale. I leoni e molti altri mammiferi sono organizzati con un maschio alfa che impedisce a tutti gli altri maschi del gruppo di copulare con le femmine del branco. I leoni sono anche quelli che talvolta mangiano i cuccioli per far tornare in calore le femmine. Vogliamo parlare della mantide religiosa? Insomma, questa natura così perfetta di fronte all'uomo così cattivo e decaduto, mi sembra il solito polpettone ad usum fidei, per far risaltare di più la perfezione di un supposto iperuranio, che prima era religioso ed ora non si sa bene cosa sia.
Finisco a proposito del novello Icaro. Non mi risulta che nel corpo umano vi siano ormoni che ci spingono a volare, mentre è noto che sia nel corpo maschile che in quello femminile, vi sono, in proporzioni singolari ed uniche per ognuno di noi, sia ormoni maschili che ormoni femminili.
#940
Attualità / Re: Ontologia e disastri umanitari.
29 Aprile 2023, 20:22:00 PM
Phyrosphera@ puoi spiegarti meglio. In che senso assumo come oggetto del pensiero la natura ma poi penso ad altro?
A me pare di essere stato chiaro. L'ipostatizzazione della natura è già biologicamente innaturale, da Darwin in poi. Ma anche se la natura fosse "eterna" all'interno di leggi eterne (cosa di cui dubito anche a livello di fisica oltre che di biologia), l'uomo si è emancipato dalle leggi naturali da almeno 10.000 anni. E ripeto che chi non vede questa cosa, è perché avversa la possibilità che l'uomo possa superare il suo stato di minorità. 
#941
Attualità / Re: Ontologia e disastri umanitari.
29 Aprile 2023, 17:22:07 PM
Se può aiutare credo che le difficoltà nel comprendersi nascano da una diversa concezione della natura. Da un lato vi è chi crede nella natura come un processo/struttura/entità perfetta con leggi che dovrebbero essere rispecchiate nelle leggi delle società umane. Dall'altro chi ritiene la natura come un lavoro artigianale, che si arrangia con quello che ha a mandare avanti la baracca. Le prove che la realtà sia questa sono ormai molte, almeno per quanto riguarda la natura della biologia (sulla fisica e sulla chimica non mi pronuncio per mancanza di competenze). Già se si ritiene la natura un arte creativa di arrangiarsi, ogni valutazione sul gender assume un altra prospettiva, nel senso che non vi è nessuna rottura con supposte leggi naturali superiori. In linea con quello che sappiamo attualmente su come evolve la vita sul pianeta terra, appunto come tentativi maldestri che hanno dato dei risultati sul lunghissimo periodo e senza progetti ingegneristici o da orologiaio.
Ma anche se la natura fosse un giardino incantato da cui prendere esempio, sarebbe ormai ora di considerare l'umanità qualcosa che sta con un piede nella natura e nell'altro nella cultura (o tecnica), cosa che ha avuto notevoli conseguenze oltre che sul piano pratico anche su quello filosofico come su quello del rispetto delle più diverse manifestazioni dell'essere umano. Voler imbrigliare quest'ultimo in supposte regole naturali di solito ha degli scopi o autoritari o fatalistici, del tipo "nihil sub sole novi". Da Socrate a Kant ed oltre, avremmo dovuto impararlo a memoria.
#942
Gli ormoni che regolano la nostra vita non sono solo quelli dell'aggressività. Abbiamo un mix di ormoni che sono sia prosociali che antisociali e che rispettano la massima filosofica di Schopenhauer sugli istrici.
Sul problema della regolamentazione del poliamore sono un pò dibattuto. Da un lato condivido quello che ha scritto Ipazia. In queste cose meno regoliamo e meglio è. Sono faccende private. Però è anche vero che poi subentrano altri impicci di noi umani, tipo "a chi dare il gatto, dopo che il poliamore è bruscamente finito? e la pensione di reversibilità in caso di morte?". Insomma tutte quelle cose quotidiane per cui è stato inventato il diritto.
La risposta più semplice sarebbe quella di dare preminenza alle unioni tradizionali a cui aggiungere anche quelle omosessuali, ma a questo punto perchè non aggiungere anche un "triplete", figli con due madri e un babbo e viceversa. O anche con tre padri e quattro madri, con figli che non si capisce più di chi sono figli. Effettivamente sarebbe un bel colpo per tutto il diritto testamentario, ma ci sarebbe davvero una grande confusione.
Vabbè per stavolta passo e sospendo il giudizio (ma in fondo preferisco la famiglia tradizionale, con l'unica eccezione possibile di due genitori dello stesso sesso, ma solo due e che gli altri facciano a letto un pò quello che vogliono, basta poi che non infastidiscano con regolamentazioni di fatto impossibili).
#943
Socrate@: sono d'accordo. Esiste un narcisismo vitale ed uno mortifero. Quello vitale è quello che scende a compromessi fra le esigenze individuali e quelle sociali, senza annullare nè le prime nè le seconde. Pertanto ben venga l'altruista/narcisista. Il vero problema nasce quando gli spazi di pro socialità vengono sempre più assorbiti da esigenze di affermazione del proprio ego, che deve essere al centro dell'attenzione e osannato dal prossimo, semplici spettatori di uno spettacolo con il copione già scritto.
#944
@Ipazia: i narcisisti sono fra i più difficili da trattare psicoterapeuticamente e non ci sono neppure terapie farmacologiche efficaci.
@Anthonyi: ovvio che esista una libertà di agire ed è il retaggio della tradizione occidentale. Contemporaneamente "siamo tutti coinvolti". Ancora una volta emisfero destro e sinistro devono sapersi parlare. Nel caso in cui predomini la concezione della "libertà di agire", nulla si può fare e nulla si può comprendere. A questo punto tanto varrebbe eliminare i "cattivi", proiettando su di essi tutte le nostre parti cattive. Nel caso in cui predomini la concezione della giustificazione ambientale/genetica, anche in questo caso non sarebbe possibile fare nulla, perché è già tutto scritto. In entrambi i casi saremmo fuori da ogni possibilità di redenzione e fuori anche da ogni ipotesi evoluzionistica. Bisogna invece lasciare attiva la tensione responsabilità individuale e responsabilità collettiva, allo stesso modo della necessità di lasciare attiva la tensione soggetto/oggetto (serve Hegel, fenomenologia dello spirito, più che la psicoanalisi).
#945
In realtà dovrei conoscere meglio l'anamnesi socio-individuale di questo soggetto prima di pronunciarmi (cosa che comunque non mi sogno di fare in un forum), ma posso provare a fare delle ipotesi che Claudia potrà vagliare. Il caso classico è quello del narcisista, figlio di papà, a cui non è mancato l'amore, anzi ne ha ricevuto troppo. È stato considerato il figlio prediletto e i genitori lo hanno riempito di coccole e di beni materiali. Un soggetto del genere diventa di solito un despota e se gli viene attribuito del potere i suoi sottoposti devono iniziare a tremare. Per crescere bene occorre l'affettività ma anche l'educazione al senso del limite e al riconoscimento intersoggettivo. La nostra società fa molta fatica a trasmettere questi messaggi, essendo una società "non limits", "no rules", e dove vige la spettacolarizzazione delle proprie gesta. Ho già scritto altrove che è la società dove il disturbo tipico è proprio il narcisismo, mentre fino agli anni 70 era la nevrosi, fondata sul senso di colpa. Il narcisismo non riconosce gli altri se non come spettatori acclamanti delle sue imprese, che possono comprendere anche efferati atti di malvagità, rispetto ai quali non sente alcun rimorso.