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Messaggi - Freedom

#931
Citazione di: InVerno il 15 Aprile 2016, 23:21:04 PM
Ho letto scritto in rosso che il sacrilegio è sanzionato in questo forum, cosa che non è presente in nessuna costituzione occidentale, per me sacra è la vita umana, non chiedo la moderazione ne tenga conto, ma almeno le persone di "buon gusto". Buona prosecuzione.
Non argomentare capziosamente. Perché, tra i comportamenti non ammessi, citi il sacrilegio?
Eppure, come correttamente hai scritto, ho scritto in rosso questo capoverso: non sono ammessi commenti in chiave sarcastica, beffeggiatoria, sacrilega e denigratoria.
Ebbene, mi sembrava intuitivo, la parola che descrive la seguente frase:
Citazione di: baylham il 15 Aprile 2016, 12:00:41 PM
Mettere in ridicolo questi testi è umanamente un piacere.
è "sarcastica". Proprio a volerci mettere il carico da undici possiamo usare "beffeggiatoria".
Ma sacrilega no. Quella è una tua personalissima interpretazione. Ritengo capziosa. Ma spero vivamente di sbagliarmi. Magari è solo una svista.
Buona prosecuzione anche a te.
#932
Citazione di: baylham il 15 Aprile 2016, 12:00:41 PM
Mettere in ridicolo questi testi è umanamente un piacere.
Gentile baylham,
sei pregato, in futuro, di astenerti da questo tipo di commenti come prevede il regolamento: non sono ammessi commenti in chiave sarcastica, beffeggiatoria, sacrilega e denigratoria.

P.S.
quando il Webmaster oppure un Moderatore scrive in rosso ciò significa che sta intervenendo in veste ufficiale.
#933
Citazione di: InVerno il 14 Aprile 2016, 22:35:13 PM
Freedom forse ti è sfuggita la parte dove dico che non intendo legittimare la ridicolizzazione tra individui, non capisco perchè personifichi il discorso a una questione quasi di bon-ton.
Scusa se cito nuovamente ma tant'è.
Nessuna personalizzazione e nessuna riduzione a questioni di bon ton. Ho speso più di un post e, anche se in estrema sintesi, ho contraddetto questa tua convinzione che bisogna ridicolizzare le idee altrui. Di una o più persone è del tutto irrilevante. Di una idea o di una ideologia anche. Quello che non può passare è il principio di fondo che sottende il tuo ragionamento e che mi sembra di aver contraddetto con successo. Concludo dunque affermando che la crescita e l'arricchimento non sono conseguenti alla ridicolizzazione o al rifiuto.
Citazione di: InVerno il 14 Aprile 2016, 22:35:13 PMIn soldoni, Darwin non ha mai inteso di studiare la natura per ridicolizzare la Genesi, eppure poi, la cultura l'ha fatto da se.
Qui tenti di correggere affermando che la ridicolizzazione ed il rifiuto delle idee siano conseguenti ad un enunciato o a una scoperta. Lo dici adesso e non l'hai detto prima e certamente il concetto così espresso è più accettabile. Pur tuttavia, nel caso di specie che citi, è una tua personale idea che la Genesi sia ridicolizzata da Darwin. Forse ti riferisci a certi estremisti americani cosiddetti "creazionisti" e alla diatriba scaturita con la comunità scientifica ma quest'ultima non è la posizione ufficiale della Chiesa che è molto più articolata. Ma non è questione dibattuta nel presente thread e, se lo ritieni, se ne può aprire un ad hoc.
#934
Citazione di: baylham il 14 Aprile 2016, 18:27:40 PM
L'esser messo in ridicolo è quello che ogni potere, ideologia teme.
Non si stava parlando di ridicolizzare il potere o un'ideologia.
Ma le cose umane. E si sostiene il rifiuto delle idee altrui.
Citazione di: InVerno il 14 Aprile 2016, 11:23:49 AM
Eppure le umane cose progrediscono solo tramite l'atto violento della ridicolizzazione, non c'è progresso senza il rifiuto delle idee,
#935
Citazione di: InVerno il 14 Aprile 2016, 13:35:14 PM
So che ridicolizzare è un termine forte, però lo difendo nel suo etimo.
Non credo tu possa difendere il diritto a ridicolizzare addirittura adducendo l'argomento che:
Citazione di: InVerno il 14 Aprile 2016, 11:23:49 AM
Eppure le umane cose progrediscono solo tramite l'atto violento della ridicolizzazione,
Sarebbe comunque riduttivo e dunque non puoi usare la parola "solo" ma, in ogni caso, ridicolizzarsi reciprocamente produce solo una mancanza di rispetto appunto, reciproca.
Citazione di: InVerno il 14 Aprile 2016, 13:35:14 PMIn tutta onestà, come reagireste se qualcuno vi dicesse che il passaggio di una cometa preannuncia un epidemia di peste? O che le orbite dei pianeti sono siffatte perchè ci sono gli angeli a spingerli? O anche solamente che la terra è piatta? Con una risata, un innocua quanto compassionevolerisata.,
Abbiamo ampiamente dibattuto questo aspetto del credere nella discussione che ho linkato e che ti invito a consultare (per non ripeterci tutti quanti) e dalla quale è scaturito questo thread.
Citazione di: InVerno il 14 Aprile 2016, 13:35:14 PM
Qualcuno prima di voi ha speso la sua vita per ridicolizzare queste (e altre) idee che non sono state semplicemente deliri di un pazzo, ma erano capisaldi della concezione del reale, per secoli e secoli.
Non c'entriamo nulla con quello che hanno fatto gli altri.
Citazione di: InVerno il 14 Aprile 2016, 11:23:49 AM
E nel momento in cui ci sono argomenti che non possono essere ridicolizzati (sacri), nasce l'autorità
Nessuna opinione va ridicolizzata.
#936
Citazione di: InVerno il 14 Aprile 2016, 11:23:49 AM
Eppure le umane cose progrediscono solo tramite l'atto violento della ridicolizzazione, non c'è progresso senza il rifiuto delle idee,
Non c'è bisogno di ridicolizzare le altrui idee. Al contrario ritengo che il rispetto sia una condizione indispensabile per un corretto confronto.
Forse volevi riferirti alla contrapposizione delle idee. Quello si che è un fattore di arricchimento e di crescita.
#937
Citazione di: paul11 il 14 Aprile 2016, 01:09:41 AM
La finanziarizzazione è un grande bluff e la dimostrazione è l'enorme bolla finanziaria e lo dice il termine stesso.
Bè le bolle sono ricorrenti nell'economia. Non solo in quella moderna (i tulipani olandesi, le ferrovie). E riguardano anche quanto di più solido possiamo pensare (bolla immobiliare appena accaduta).
Citazione di: paul11 il 14 Aprile 2016, 01:09:41 AM
Non è vero che denaro faccia denaro.attenzione è carta moneta convenzionale alla fine anche se sono mille diverse tipologie di titoli.
Basta pensare alle fees incassate negli ultimi 20 anni o ai differenziali di tassi e divise o ancora ai premi sul swap/call/put per rilevare che denaro crea denaro. Piuttosto puoi affermare che non si crea valore aggiunto. Ma questo è un altro discorso.
Citazione di: paul11 il 14 Aprile 2016, 01:09:41 AM
L'economia è molto più semplice di quanto vogliono far credere. Se persino banche sono fallite e siamo in questi anni arrivati al quasi fallimento di Stati (anche se non esiste un fallimento di uno Stato, chi mi dice il valore venale del Foro imperiale a Roma e del Monte Bianco o dell'Acropoli di Atene?)
Le banche sono sempre fallite e sempre falliranno. Semmai si può obiettare che è il sistema che non può fallire. E questo è vero. Almeno sino ad oggi. Per quanto riguarda il fallimento degli Stati anche questo evento è accaduto e continuerà ad accadere. Penso all'Argentina, alla Grecia, etc. Solo che falliscono con modalità diverse rispetto al passato e al nostro immaginario. Il fatto che certi beni sono non quantificabili in denaro non è rilevante ai fini del fallimento. Semmai è una problematica che può interessare i creditori. E comunque non disperare nelle incredibili potenzialità dell'avidità umana: durante il fallimento greco si parò, non per scherzo, di prezzare alcune isole dell'Egeo.......
Citazione di: paul11 il 14 Aprile 2016, 01:09:41 AM
Il problema semmai è l'effetto deleterio. Il vero problema è che il fare soldi su soldi che vuol dire speculare sui mercati finanziari mette in crisi i settori produttivii.
E' il contrario: poiché i settori produttivi classici sono in crisi (sovrapproduzione, margini ridotti, calo della domanda) si è passati alla finanza.
Citazione di: paul11 il 14 Aprile 2016, 01:09:41 AM
Sì il welfare muta, Deve fare scelte di spesa. Deve proteggere chi ha poco o nulla dandogli assistenza gratutia e man mano far pagare i servizi.Quel termine reddito ISEE serve a dare più o meno in funzione del reddito esenzioni, Ma questo lo ritengo necessario, non è più possibile dare a tutti  indistintamente. e noi oggi paghiamo anche errori del passato, quando si faceva credere che l'economia era un barile senza fondo pieno di soldi da dare a tutti.
Condivisibile ma non parlavo del welfare a tutti indiscriminatamente. Parlavo della privatizzazione di esso. Credo che certe funzioni debbano restare pubbliche. Poi sono d'accordo con te e che vada ridotta la platea dei beneficiari. O forse volevi significarmi che solo privatizzando si può ottenere un risultato apprezzabile?
Citazione di: paul11 il 14 Aprile 2016, 01:09:41 AM
No, le classi dominanti non vogliono le crisi, l'economia è come la scienza, un meccanismo inarrestabile una forma di meccanismo autonomo. Le crisi alzano il livello di scontro sociale, alloro conviene la pace sociale, che lo sfruttato sia felice così continua a farsi sfruttare, La crisi aumenta la coscienza nelle persone. Semmai hanno imparato storicamente a gestire molto bene l'informazione e i mass media e l'individualismo fa loro buon gioco, perchè il debole vince solo se si coalizza.
Può essere.
Resto convinto (ma è solo un'ipotesi) che, fermo restando che la pace sociale conviene anche alle classi dominanti, la priorità, oggi, è ridurre il costo del lavoro. Deflazionare a tutti i livelli ma soprattutto la mano d'opera.
Insomma fra i due mali quello minore.
#938
Citazione di: InVerno il 14 Aprile 2016, 07:52:42 AM
perchè la sua lettura in chiave simbolica è solo una moderna interpretazione, un angolo del ring in cui i pugili religiosi sono stati spinti dalle evidenze storico-scientifiche dopo secoli in cui tutto il pantheon di pensatori cattolico-ebraici l'hanno intesa letteralmente,
Bè tanto per citare i primi esempi che mi vengono in mente la scuola alessandrina, di cui fu il massimo esponente Origene (uno dei padri della Chiesa nato nel 185) fece dell'allegoria una chiave di lettura importante. Ed il Vecchio Testamento era interpretato (e la cosa è ancora sostenuta nella Chiesa moderna) come la prefigurazione del Nuovo.

Penso anche a San Massimo Confessore (nato il 580) che ci viene in aiuto nell'interpretazione di passaggi biblici particolarmente difficili: come quei versetti dove il Signore raccomanda di sfracellare i neonati sulle rocce (mi meraviglio che nessuno l'abbia tirato fuori! ;D ) Ebbene San Massimo ci spiega che i neonati sono i pensieri malvagi appena nati che devono essere immediatamente cioè prima che prendano forma e sostanza, "uccisi".

Ci sarebbero molti altri esempi ma lascio al desiderio autentico del ricercatore l'onere ed il piacere di un approfondimento.
#939
Hai scritto un post che ha toccato veramente tanti aspetti della crisi attuale. Sono francamente impressionato dalla tua capacità di sintesi (in poche parole hai evidenziato quasi tutti i gangli decisivi del momento attuale).
Citazione di: paul11 il 13 Aprile 2016, 18:52:58 PM
Il lavoro è trasformazione e creazione di valore aggiunto, tutti gli altri settori campano su quel valore aggiunto prodotto e quella ricchezza viene mal distribuita.
Comincio dunque da queste ultime parole perché mi pare che esse siano la chiave per poi sviscerare tutto il resto del tuo ragionamento. La definizione che fai del lavoro è quella classica e, in un certo qual modo, quella più autentica. Pur tuttavia, nei fatti, è stata parzialmente superata dalla finanziarizzazione dell'economia. Considerata dai più, e a spregio, fittizia. Ma tant'è, oggi, il capitale, i quattrini veri non li fa più con il valore aggiunto sui beni e/o servizi. Anche perché il valore aggiunto, come giustamente osservi tu (senza tuttavia trarne tutte le conseguenze) è in grande crisi: margini ridotti, domanda in diminuzione sia per sovrapproduzione che per effetto di disoccupazione che non potrà, nel tempo, che crescere.
Se non si comprende questo cambio di paradigma epocale non si può capire dove vuole andare il capitale.
Chi comanda oggi, in altre parole, non sono più gli Stati nazionali con le loro industrie e i loro servizi. E' dunque tramontato, in un certo senso, persino il dominio USA, sino a pochi anni fa reale centro del potere planetario. Chi mena il gesso oggi, dicevo, è un centro più o meno invisibile. Toni Negri lo chiama Impero, un mio conoscente molto preparato lo chiama Currency Board https://it.wikipedia.org/wiki/Currency_board
Io non sono così sottile e preparato e non riesco ad andare così in profondità. E dunque mi limito a citare quelli che sono chiamati i "maggiordomi" ma che per quanto ne so io sono quelli che sburattinano: banchieri centrali, ceo e ministri e presidenti del consiglio vari.
Quello che tuttavia appare incontrovertibile e che mi trova d'accordo è che esiste un potere sovranazionale che dirige politicamente e macroeconomicamente il mondo.
Citazione di: paul11 il 13 Aprile 2016, 18:52:58 PM
La ricetta classica è che nelle crisi economiche qualcuno deve pagare. Questo è rapporto di forza.
Concordo. E, nell'attuale situazione di debolezza della forza lavoro, è del tutto evidente che è quest'ultima che deve pagare il prezzo. E lo sta facendo da anni: prima nei Paesi cosiddetti poveri o ultraliberisti, successivamente, per osmosi, in area €. Oggi sono a buon punto: il lavoro sta procedendo con straordinaria efficacia e rapidità. I salari e stipendi ed i diritti direi che sono tornati al livello dei primi anni '50. Considerando che, come osservi giustamente, gli addetti necessari non potranno che calare il problema non potrà che acuirsi significativamente negli anni a venire. Il welfare necessita solo di alcune decisive privatizzazioni nella sanità e nella scuola e poi direi che è fatta.

Se siamo dunque sostanzialmente d'accordo sullo stato delle cose e sull'evoluzione futura voglio argomentare la mia ipotesi e cioè che ritengo la crisi assolutamente in linea con gli obiettivi perseguiti dalle classi dominanti e dunque volontariamente non risolta.
Non voglio spingermi a sostenere che la crisi sia stata artatamente prodotta, non è questo il modus operandi delle elites: esse promuovono, aiutano, correggono ma non creano dal nulla. Hanno dunque cavalcato una crisi spontaneamente scaturita da diverse contraddizioni e l'hanno usata per tosare il gregge che cominciava a diventare realmente fastidioso. Ora non smetteranno sino a lavoro concluso e cioè sino alla riduzione in schiavitù della......plebe.
#940
Citazione di: donquixote il 13 Aprile 2016, 21:35:19 PM
Se sono paradigmatici i post di Giona, lo sono almeno altrettanto quelli di coloro che enunciano tesi opposte senza preoccuparsi di mostrare perchè mai dovrebbero essere più vere e più sensate di quelle altre. Il paragone di Giona delle due lingue diverse è assolutamente azzeccato, perchè pare proprio di leggere messaggi solo apparentemente nella stessa lingua, ma nei fatti si tratta di linguaggi molto differenti. Uno è il linguaggio della passione, del sentimento, dell'identificazione e quasi della simbiosi con l'oggetto della conoscenza, mentre l'altro è il linguaggio della mera rappresentazione, della asetticità, di una presunta oggettività (che se intesa come imparzialità non esiste affatto) che in effetti è pura superficialità. E se qualcuno si può sentire ferito nel proprio orgoglio da frasi del tipo "voi non potete capire" se ne faccia pure una ragione perchè di fatto nessuno può capire esattamente il sentire di qualcun altro, ma questo non vuol dire che l'espressione del suo sentire sia mera opinione o addirittura semplice fuffa. Per fare un esempio se due persone si mettono a discutere di cosa significa amare una donna ognuno proverà, nel momento in cui è innamorato, sensazioni diverse, e istintivamente sarà portato a credere che quello che lui prova si tratti di vero amore mentre se quell'altro non prova le medesime sensazioni vorrà dire che non è innamorato; ma quali sono i parametri "oggettivi" per dire che qualcuno è innamorato? esiste un numero minimo di "farfalle nello stomaco" che deve sentire per potersi parlare di innamoramento? E chi decide, eventualmente, questi parametri? In ogni caso saranno sempre arbitrari e quindi insensati poichè siccome ognuno è diverso anche le sensazioni saranno diverse. Se si parla di Dio bisognerebbe almeno, come per qualunque altro argomento, saperne quel tanto che ci permette di poterne parlare perchè, come insegna il più comune buonsenso, di ciò di cui non si sa parlare si deve tacere, e se io mi mettessi a criticare le teorie della meccanica quantistica senza sapere niente o quasi di questo argomento sarei, oltre che sciocco, anche estremamente presuntuoso. Quindi se si parla di Dio bisognerebbe perlomeno, a livello estremamente basico, tenere sempre presente che con questo vocabolo si intende un ente spirituale e quindi non tirare in ballo la scienza e il suo linguaggio poichè questa, che si rivolge solo ad oggetti materiali, nulla può e sa dire sullo spirito. Bisognerebbe inoltre aver studiato e capito qualcosa dei testi sacri e dei commenti che ne sono stati fatti, e comprendere che questi sono stati scritti da uomini per gli uomini con l'intenzione di evocare in ultima analisi questioni spirituali e quindi la loro interpretazione letterale è la più inferiore delle interpretazioni possibili: forse che il sentimento di disprezzo che spesso prova l'uomo nei confronti di ciò che non è in grado di ottenere si coglie meglio se è espresso in forma razionale e concettuale invece che attraverso la famosa favola di Esopo della volpe e l'uva? Sono modi diversi di esprimere il medesimo concetto, e se il bambino si immagina la frustrazione della volpe che cerca inutilmente di raggiungere il grappolo d'uva una volta cresciuto potrà concettualizzare la medesima favola e interpretarla in modo differente e più profondo. Tutti coloro che si accostano ai testi sacri al giorno d'oggi lo fanno con lo spirito di un bambino di sei anni e poi, da bravi "razionalisti", criticano il fatto che siccome non hanno mai visto una volpe che parla allora la favola di Esopo è una mera sciocchezza.
Mi permetto di quotare integralmente il post di donquixote per stigmatizzare la mia adesione ad un ragionamento condivisibile nei toni e nella sostanza.

Vorrei anche ricordare questa discussione che viene dal precedente Forum e che tenta, a mio avviso con successo, di spendere qualche parola sull'approccio alla Bibbia.
http://www.riflessioni.it/forum/spiritualita/14557-sullinterpretazione-della-bibbia.html
#941
Citazione di: paul11 il 12 Aprile 2016, 18:04:54 PM
Il problema non è la teoria economica.
Esatto.
L'economia e ovviamente i mercati sono fatti dall'uomo. Riflettono l'uomo a tutto tondo. Le leggi economiche non sono dunque paragonabili alle leggi che governano l'Universo (fisiche, chimiche, etc.) ma sono cosa del tutto diversa.

E' evidente che il problema è il solito: l'egoismo nonchè l'avidità umana. Infatti Keynes, per esempio, va benissimo per risolvere momenti straordinari di crisi (celebre l'esempio di scavare una buca e poi riempirla o, addirittura, di rompere un vetro di una finestra per rimettere in moto l'economia) ma non può diventare la regola. E' ovvio che, come è successo, prima o poi gl'investimenti vengono accompagnati ad una corruzione insostenibile. E poi, è intuitivo, è un po' come "truccare" un'automobile: prima o poi qualche parte strutturale della stessa si sfascia perché essa è stata progettata e costruita per resistere a sollecitazioni inferiori a quelle che un motore potenziato la sottopone.

Anche la scuola austriaca si basa su un assioma sballato: la concorrenza perfetta. Essa non esiste: prima o poi nascono concentrazioni che fanno "cartello". E non c'è antitrust che tenga: il più forte vince e crea rendita di posizione, monopolio, etc.

Comunque, in definitiva, è una faccenda di rapporti di forza ed i gruppi che comandano (quelli delle armi, dell'energia, della finanza, dell'immobiliare, dell'industria) decidono quale indirizzo macroeconomico dare al mondo. Anche al loro interno, è lapalissiano, ci sono gerarchie storicamente strutturate e, fatta eccezione per chi esce e chi entra (Fiat stava per uscirne ma poi è rimasta per il rotto della cuffia) sono sempre gli stessi da lungo tempo.

Attualmente ci sono buone ragioni per ritenere che la crisi in atto è estremamente utile per ridurre un tenore di vita economico e soprattutto politico arrivato (secondo il punto di vista delle classi dominanti) a pericolosi livelli di guardia.

Negli anni '60/'70 i più deboli hanno conquistato diritti e salari/stipendi elevatissimi se paragonati alla storia umana. Questo è accaduto, in buona sostanza, per la paura del comunismo che ha attanagliato le elites in quei tempi e che le ha portate ha concessioni straordinarie per quantità e qualità. Ma il comunismo oggi, non spaventa più nessuno e dunque, con abilità (il principio della rana bollita) si stanno riprendendo indietro tutto. Sono a buon punto del lavoro anche perché, sagacemente, hanno instupidito il popolino con un uso dei mass media ineccepibile (dal loro punto di vista). E nessuno osa reagire, vuoi per rassegnazione, vuoi per cervello inebetito.

Ritengo dunque, in conclusione, che non solo la crisi non sarà risolta ma, al contrario, proseguirà accelerando al ribasso. Sino al giorno in cui le classi dominanti avranno raggiunto pienamente il loro scopo o le classi subalterne, per disperazione, non più per progettualità purtroppo, mostreranno indisponibilità a lasciarsi ulteriormente impoverire.
#942
Bè la mia "pulce nell'orecchio" voleva avanzare il sospetto che "i capi" non stiano realmente lavorando per risolvere la crisi.

Rilevo che sono nove anni di crisi (cominciata nell'agosto 2007 con i subprime) ininterrotta, anzi in netta progressione: prima il debito privato, poi la recessione, poi il debito pubblico, poi ancora recessione (più forte), poi disoccupazione, infine deflazione. Una crisi di rara profondità e intensità.

Possibile che nessuna ricetta funzioni?
O forse la crisi è propedeutica a togliere salari/stipendi e diritti?
Questa la domanda che alcuni cominciano a porsi.
#943
Sono totalmente in accordo con quanto scrivi e non sento la necessità di aggiungere nulla alla tua disamina. Sintetica (nel senso che non analizza la legge punto per punto) ma, a mio modo di vedere, esaustiva nei contenuti.

Ti vorrei solo mettere una pulce nell'orecchio: sicuro che "i capi" lavorino realmente per la ripresa economica? Perché molti, tra i quali il sottoscritto, stanno cominciando ad avanzare dei dubbi......
#944
In Francia in generale e a Parigi in particolare il jobs act alla francese incontra parecchie difficoltà ad essere approvato.
Sono circa dieci giorni che i movimenti contestano con forza e hanno occupato Place de la Republique notte e giorno. Non so se faranno la fine dei turchi (quando vennero sgomberati dalla polizia a viva forza) o se otterranno una modifica sostanziale alla legge in via di approvazione ma di sicuro hanno dimostrato schiena dritta di fronte ad una iniziativa legislativa che non li ha trovati d'accordo.

Poiché la compressione del costo del lavoro e dei diritti in area € sta raggiungendo limiti sino a pochi anni fa impensabili potrebbe essere l'inizio di una svolta a livello europeo.
#945
Ringrazio Acquario per aver proposto un argomento così stimolante. Oddio, stimolante per chi non si strafà di x-factor, masterchief, grande fratello, coca, sesso e gossip in ogni dove, etc.

Il tema centrale è la crisi che è sotto gli occhi di tutti. E qualche domandina, visto che sono oramai nove anni, forse, è lecito farsela.

Ebbene, poiché sono convinto che la verità è sempre semplice, penso che anche in questo caso vada ricercata con ratio elementare. Se c'è una crisi così lunga dunque non più congiunturale ma strutturale cosa significa? Possibile che nessuno al mondo abbia una ricetta per curare questa malattia?

Ne abbiamo sentite tante: aumentare gli investimenti pubblici (in puro stile keynesiano) ma ci sono quelli che contraddicono argomentando che proprio l'aumento sconsiderato del debito pubblico ci ha portato sino qui dunque è controproducente insistere. Allora arrivano quelli dell'austerità e tuttavia non si capisce come si possa rilanciare l'economia tagliando gl'investimenti. Poi ci sono quelli del taglio della spesa improduttiva e hanno certamente ragione, però sono trenta e più anni che se parla e non si conclude mai nulla. Evidentemente ci sono interessi intoccabili che lo impediscono.

Infine ci sono quelli che vorrebbero cambiare modello di sviluppo (decrescita felice) e sarebbe altamente auspicabile per molteplici ragioni ma anche, qui, figurarsi, si va a cozzare contro interessi potentissimi e inamovibili.

Nel passato si usciva da questa impasse con le guerre ma, oggi, per fortuna, con la faccenda atomica, non si può percorrere questa criminale e disumana possibilità.

Insomma sembrerebbe un vicolo cieco. Ma l'economia e la politica non sono assimilabili alla legge dei gravi o comunque a leggi fisico/chimico. L'economia e la politica sono prodotti umani e riflettono gli esseri umani. E dunque sono soggette a correzioni e risoluzioni umane.

Perché dunque non si riesce a risolvere?

Perché non si vuole! Affermo io.

Il perché non si vuole lo tratterò successivamente.