
"Via Crucis", una storia lunga secoli. Cominciò a Gerusalemme alla fine del IV secolo, ma come la conosciamo noi risale al Medioevo.
La Via Crucis è un rito che intreccia "Parola di Dio", storia e preghiera.
Evoca l'ultimo tratto del cammino percorso da Gesù durante la sua vita terrena: da quando Egli e i suoi discepoli, "dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il Monte degli Ulivi" (Mc 14, 26), fino a quando il Signore fu condotto al "luogo del Golgota" (Mc 15, 26), fu crocifisso e sepolto in un sepolcro appartenente a Giuseppe d'Arimatea scavato nella roccia di un giardino vicino.
Reperti archeologici attestano l'esistenza del culto cristiano nel II sec. d. C., nell'area cimiteriale dove era stato scavato il sepolcro di Gesù.
Alla fine del IV secolo la pellegrina Eteria nel suo diario descrive tre edifici costruiti sul Golgota e della processione che in alcuni giorni si snodava dall'Anastis al Martyrium. Non era una Via Crucis o una Via Dolorosa. Ma quella processione con i suoi canti nei luoghi della Passione, è considerata da alcuni studiosi la forma embrionale della futura Via Crucis a Gerusalemme.
Alla pietà compassionevole dei fedeli verso il mistero della Passione si deve aggiungere l'entusiasmo sollevato dalle crociate per recuperare il Santo Sepolcro, i pellegrinaggi dal XII secolo, la presenza stabile dal 1233 dei Frati Minori Francescani nei "luoghi santi" del cristianesimo.
Alla fine del XIII secolo la "Via Crucis" era menzionata, non ancora come "pio esercizio" ma come cammino percorso da Gesù nella salita al Calvario, indicato da una successione di "stazioni".
Nel 1294 circa il frate domenicano Rinaldo di Monte Crucis, nel suo "Liber peregrinationis" afferma di essere salito al Santo Sepolcro "per viam, per quam ascendit Christus, baiulans sibi crucem", e ne descrive le varie stationes: il palazzo di Erode, il Litostrato (dove Gesù fu condannato a morte), il luogo dove egli incontrò le donne di Gerusalemme, il punto in cui Simone di Cirene prese su di sé il patibulum che portava Gesù sulle spalle, ecc..
La Via Crucis come "pio esercizio basato sulla devozione alla passione di Cristo e al cammino percorso da Gesù nella salita al Calvario, nacque da una sorta di fusione di tre devozioni che si diffusero dal XIV secolo soprattutto in Germania e nei Paesi Bassi:
1. la devozione alle "cadute di Cristo" (stremato dal peso del patibulum);
2. la "devozione ai cammini dolorosi di Cristo" (consiste nell'incedere processionale da una chiesa all'altra) in memoria dei percorsi di dolore compiuti da Cristo durante la sua passione: Dal Getsemani alla casa del Sommo Sacerdote Anna (Gv 18, 13, da questa alla casa di Caifa (Gv 18, 24; Mt 26, 56), poi nel palazzo del Pretorio dov'era Ponzio Pilato (Gv 18, 28; Mt 27, 2), al palazzo di Erode (Lc 23, 7);
3. la devozione alle "stazioni di Cristo", ai momenti in cui Gesù si ferma durante il cammino verso il Golgota, o perché costretto dai soldati romani, o perché stremato dalla fatica, o per dialogare brevemente con alcune persone.
Nel lungo processo di formazione della Via Crucis sono da segnalare due elementi: la "fluttuazione" della "prima stazione" e la varietà delle altre "stazioni".
Per quanto concerne l'inizio della Via Crucis, gli storici segnalano almeno quattro episodi differenti, scelti come "prima stazione:
1. l'addio di Gesù a sua madre (come prima "stazione" non ebbe larga diffusione a causa del problematico fondamento biblico);
2. la lavanda dei piedi (questa "prima stazione" che si situa nell'ambito dell'ultima cena e dell'istituzione dell'eucarestia, è attestata in alcune Vie Crucis nella seconda metà del XVII secolo;
3. l'agonia (= angoscia) del Getsemani; il "giardino degli ulivi" costituisce l'inizio di una breve Via Crucis del XVII secolo con sole sette "stazioni", diffusa dai religiosi della "Compagnia di Gesù";
4. la condanna di Gesù nel Palazzo del Pretorio, antica "prima stazione", che segna l'inizio dell'ultimo tratto del cammino di Gesù dal Pretorio al Calvario.
Anche il soggetto delle stazioni era vario. Nel XIV secolo vigeva la diversità nella scelta delle "stazioni", del loro numero e ordine. Nei vari schemi di Via Crucis c'erano "stazioni" con la cattura di Gesù nel Getsemani, il rinnegamento di Pietro, la flagellazione, le accuse diffamatorie in casa di Caifa, lo scherno della veste bianca nel palazzo di Erode, che non figurano in quello che diverrà 'iter definitivo.
La Via Crucis, nella sua forma attuale, con le 14 "stazioni" disposte nello stesso ordine, è attestata in Spagna nella prima metà del XVII secolo in ambito francescano. Dalla penisola iberica passò prima in Sardegna, in quel tempo dominio della Spagna, poi nella penisola italica.
Un convinto ed efficace propagatore fu Leonardo da Porto Maurizio (Imperia), frate minore riformato francescano, al secolo Paolo Girolamo Casanova (1676 – 1751). Fece edificare 752 Vie Crucis, delle quali è nota quella di Roma nel Colosseo, su richiesta del pontefice Benedetto XIV, il 27 dicembre 1750, a ricordo di quell'Anno Santo.
Le 14 stazioni della Via Crucis, nella forma definitiva arrivate a noi, sono le seguenti:
1) Gesù è condannato a morte;
2) sulle spalle di Gesù viene messo il patibulum;
3) Gesù cade per la prima volta;
4) Gesù incontra sua Madre;
5) Simone di Cirene aiuta Gesù a portare il patibulum;
6) Veronica asciuga il volto di Gesù;
7) Gesù cade per la seconda volta;
8 Gesù ammonisce le donne di Gerusalemme;
9) Gesù cade per la terza volta;
10)Gesù è spogliato degli abiti;
11)Gesù è inchiodato sulla croce;
12)Gesù muore in croce;
13)Gesù è deposto dalla croce;
14)il corpo di Gesù è collocato nel sepolcro.
(Fonte "Famiglia Cristiana"; articolo di Alberto Chiara; 14- 4 – 2017).