Citazione di: green demetr il 16 Febbraio 2018, 21:11:48 PM
Certamente fai bene a porre l'attenzione sul concetto di individuo.
Non mi torna però il tuo ragionamento.
Infatti sembri proporre un ritorno al sacro, quando invece nella risposta di Paul, il sacro è esattamente il problema!![]()
E infatti l'individuo è individuo perchè rispetta la sacralità del suo essere individuo.
Ossia volendo vivere, si consegna alla morte del proprio sè, dove c'è sacralità non c'è mai una sana politica.
"la brama di potere, di gloria, di fama, di successo, di soldi" io la convertirei in brama di dominio dell'altro.
(anche perchè, l'arrivismo come lo chiamo io, nella società liberale, del tuo amico Hayek, è proprio vista bene! mi sembra che tu eri a favore della meritocrazia etc...).
Sempre in vista di una rivitalizzazione della politica (e tralasciando un attimo il problema della comunità che è un affare filosofico) è dunque necessario anzitutto avere una etica del rispetto dell'altro.
E cioè riconoscere l'altro come tale, e non come nemico, che è invece il principio su cui si basa la teologia politica, per rifarmi ai post miei e dell'ottimo Paul.
Beh, "proporre" è una parola grossa; diciamo che reputo indispensabile, prima di proporre, capire bene il problema che abbiamo davanti.
Diciamo che indico la inevitabilità del "sacro" (l'inflessibile che si ricostituisce sempre); ma la medesima cosa, se ben lo interpreto,
mi sembra affermare Paul. Anzi, mi pare di poter dire che la mia visione del sacro lo inquadra perlomeno in una prospettiva "debole" (ogni
cosa è, oltre la barriera del sacro, possibile in quanto tecnicamente possibile).
Diciamo anche che non condivido affatto le teorie di Von Hayek (che però ammiro in quanto pensatore profondo). La maggior critica che gli
rivolgo (non solo io, ovviamente, ma anche altri ben più rilevanti ed acuti di me) è di considerare come "giusto" l'ordine spontaneo da
cui ogni cosa si originerebbe. Cioè di risolvere sostanzialmente tutto il suo pensiero in una, chiamiamola, "cripto-teologia".
Non comprendo inoltre come tu possa affermare che il problema della comunità sia un affare meramente filosofico (con ciò implicitamente
asserendo che non è affare politico, o che pelomeno lo è molto di meno).
A parer mio il problema della comunità è essenzialmente politico. Per mille motivi, e in quanto il "diritto", cioè il corpus normativo di
uno "stato", può darsi solo all'interno di un gruppo sociale culturalmente omogeneo (o perlomeno non eccessivamente disomogeneo).
saluti