Ringrazio Acquario per aver proposto un argomento così stimolante. Oddio, stimolante per chi non si strafà di x-factor, masterchief, grande fratello, coca, sesso e gossip in ogni dove, etc.
Il tema centrale è la crisi che è sotto gli occhi di tutti. E qualche domandina, visto che sono oramai nove anni, forse, è lecito farsela.
Ebbene, poiché sono convinto che la verità è sempre semplice, penso che anche in questo caso vada ricercata con ratio elementare. Se c'è una crisi così lunga dunque non più congiunturale ma strutturale cosa significa? Possibile che nessuno al mondo abbia una ricetta per curare questa malattia?
Ne abbiamo sentite tante: aumentare gli investimenti pubblici (in puro stile keynesiano) ma ci sono quelli che contraddicono argomentando che proprio l'aumento sconsiderato del debito pubblico ci ha portato sino qui dunque è controproducente insistere. Allora arrivano quelli dell'austerità e tuttavia non si capisce come si possa rilanciare l'economia tagliando gl'investimenti. Poi ci sono quelli del taglio della spesa improduttiva e hanno certamente ragione, però sono trenta e più anni che se parla e non si conclude mai nulla. Evidentemente ci sono interessi intoccabili che lo impediscono.
Infine ci sono quelli che vorrebbero cambiare modello di sviluppo (decrescita felice) e sarebbe altamente auspicabile per molteplici ragioni ma anche, qui, figurarsi, si va a cozzare contro interessi potentissimi e inamovibili.
Nel passato si usciva da questa impasse con le guerre ma, oggi, per fortuna, con la faccenda atomica, non si può percorrere questa criminale e disumana possibilità.
Insomma sembrerebbe un vicolo cieco. Ma l'economia e la politica non sono assimilabili alla legge dei gravi o comunque a leggi fisico/chimico. L'economia e la politica sono prodotti umani e riflettono gli esseri umani. E dunque sono soggette a correzioni e risoluzioni umane.
Perché dunque non si riesce a risolvere?
Perché non si vuole! Affermo io.
Il perché non si vuole lo tratterò successivamente.
Il tema centrale è la crisi che è sotto gli occhi di tutti. E qualche domandina, visto che sono oramai nove anni, forse, è lecito farsela.
Ebbene, poiché sono convinto che la verità è sempre semplice, penso che anche in questo caso vada ricercata con ratio elementare. Se c'è una crisi così lunga dunque non più congiunturale ma strutturale cosa significa? Possibile che nessuno al mondo abbia una ricetta per curare questa malattia?
Ne abbiamo sentite tante: aumentare gli investimenti pubblici (in puro stile keynesiano) ma ci sono quelli che contraddicono argomentando che proprio l'aumento sconsiderato del debito pubblico ci ha portato sino qui dunque è controproducente insistere. Allora arrivano quelli dell'austerità e tuttavia non si capisce come si possa rilanciare l'economia tagliando gl'investimenti. Poi ci sono quelli del taglio della spesa improduttiva e hanno certamente ragione, però sono trenta e più anni che se parla e non si conclude mai nulla. Evidentemente ci sono interessi intoccabili che lo impediscono.
Infine ci sono quelli che vorrebbero cambiare modello di sviluppo (decrescita felice) e sarebbe altamente auspicabile per molteplici ragioni ma anche, qui, figurarsi, si va a cozzare contro interessi potentissimi e inamovibili.
Nel passato si usciva da questa impasse con le guerre ma, oggi, per fortuna, con la faccenda atomica, non si può percorrere questa criminale e disumana possibilità.
Insomma sembrerebbe un vicolo cieco. Ma l'economia e la politica non sono assimilabili alla legge dei gravi o comunque a leggi fisico/chimico. L'economia e la politica sono prodotti umani e riflettono gli esseri umani. E dunque sono soggette a correzioni e risoluzioni umane.
Perché dunque non si riesce a risolvere?
Perché non si vuole! Affermo io.
Il perché non si vuole lo tratterò successivamente.