Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Carlo Pierini

#961
Citazione di: viator il 19 Giugno 2018, 21:11:47 PM
Salve. Certo che anche la psiche (e la mente) sono considerabili organi (non organismi; per pedanteria, organismo= complesso di organi).
Organo = complesso di parti la cui struttura e relazione permette di svolgere una funzione.

CARLO
Beh, io ho parlato SOLO dell'organo "intelletto", ma la psiche ne ha anche degli altri: essa "vede" (sogni e visioni), "sente" (intuizioni, voci interiori inconsce), "aspira" (ideali), ama Dio, può essere ferita (traumi) e può guarire, può eccitarsi ed essere attiva oppure stancarsi e deprimersi, ecc..
Quindi mi riferisco a un vero e proprio organismo parallelo all'organismo fisico.

A questo proposito, ti copio-incollo lo stralcio di uno mio scambio epistolare con una biologa (nickname: Choupette) che ebbi tempo fa in un forum di discussione di "varia umanità" nel quale lei presentava un'idea - corredata dalle più sofisticate e moderne argomentazioni scientifiche - estremamente fantasiosa e paradossale secondo la quale una umanità evolutissima del futuro avrebbe costruito il nostro Universo come una simulazione nella quale quel futuro era anche il nostro passato originario!
E così, un argomento tira l'altro, siamo passati al mio racconto:

============
CARLO
Detto tra noi, oltre alla famosa "visione", ho avuto anche qualche altra esperienza "border line". E una di queste mi ha "mostrato" (e non scherzo) che il nostro universo è DAVVERO una simulazione, o una costruzione eccezionalmente intelligente (nella mia esperienza l'ho associato a un mitico e poetico "cartone animato"). Ma l'autore della costruzione, di cui sentivo la superba presenza, non era precisamente umano. Peccato che queste esperienze siano tanto sconvolgenti quanto di breve durata!

CHOUPETTE
Comunque mi piacerebbe conoscere i dettagli di quest'altra visione, se ti va di raccontarli.

CARLO
Certo. Come ti dicevo, questa è stata la meno "visionaria" di tutte ma la più "percettiva", intendendo con questo termine una forma di percezione che, seppure non ordinaria, non ha niente a che vedere con ciò che normalmente immaginiamo nel significato di "allucinazione", innanzitutto perché non si tratta di immagini visive interiori, come nel caso del Caduceo, e poi perché ciò che si percepisce, malgrado non provenga dagli organi di senso, per così dire "insiste" sullo stesso "substrato" interiore in cui si manifestano all'io le normali percezioni dei sensi. Pertanto, nello stesso modo in cui io considero REALI le immagini della mia vista e i suoni del mio udito, DEVO considerare reali anche queste singolari forme di percezione. E dico "singolari" perché sono dei veri e propri sensi ULTERIORI a quelli biologici ma analoghi-paralleli ad essi; cosicché si "sentono" delle presenze viventi e quello che esse "dicono" giunge all'io come ordinariamente ci giungono delle idee, con la differenza che esse sono più chiare, definite e più "oggettive" cioè più "esterne" rispetto all'io che percepisce; del resto, usiamo dire: "ho avuto un'idea e non: "ho fatto un'idea", come se non fossimo poi così convinti che le idee siano assolutamente nostre (vedi il concetto di "Idea" platonica).
Ma la novità, rispetto alle altre esperienze, è che in questa si è "risvegliato" anche un "senso" parallelo-analogo al TATTO; e la cosa è estremamente impressionante perché ciò che l'io "tocca" non sono le cose piccole e vicine ma le cose enormi e lontane: nel mio caso io ho "palpato", sia a destra che a sinistra, nientemeno che la curvatura della Terra! E per un attimo ho sentito chiaramente persino le sue oscillazioni elastiche e il "fruscìo" del suo moto attorno al sole!
Capisco che possa sembrare una balla; e lo capisco perché è proprio per la sua incredibilità che sono rimasto sconvolto e, in preda a un momento di vertigini, mi sono dovuto appoggiare a un albero per non cadere. La cosa singolare è che qualche anno dopo, leggendo "Le profezie di Celestino", un libro che mi regalò un'amica a cui avevo raccontato questa storia, vi ho trovato il resoconto di un'esperienza esattamente uguale alla mia, vissuta dall'autore del libro (James Redfield) subito dopo essersi salvato da una situazione in cui avrebbe potuto perdere la vita.
Ma passiamo al racconto, che sarà breve e ...circonciso.
Sono in Ecuador, in casa di un collega (volontario anche lui nel mio stesso progetto di Cooperazione Internazionale) e, seduto su un divano con una ricca "canna" in mano, sono concentratissimo nella lettura di un libro di M. Eliade. Alzando gli occhi verso la libreria vedo la copertina di un libro raffigurante un quadro di Dalì; incuriosito lo prendo, mi metto a sfogliarlo e mi soffermo su un dipinto che aveva attratto la mia attenzione perché certi particolari sembravano attinenti proprio con l'argomento che stavo leggendo. A un certo punto, concentrandomi su un dettaglio del quadro, non so perché, ho sentito (e questa cosa non è facile da descrivere) che la mia psiche era spinta – quasi fisicamente – verso l'alto, come se  cominciasse a staccarsi dal corpo; e la sensazione era così realistica che, per tentare di spiegare a me stesso cosa stesse succedendo mi venne in mente, in rapida sequenza, prima il principio di Archimede (la mia mente stava ricevendo una spinta dal basso verso l'alto...ecc.) e poi l'orbita di un pianeta attorno al sole (la mia mente stava aumentando la sua velocità orbitale e quindi stava per uscire tangenzialmente dalla sua orbita attorno al ...corpo). In preda al panico e con le pulsazioni a mille, sentii che stavo per morire; appoggiai la testa sulla spalliera del divano, chiusi gli occhi, e con la mia mente..."caddi verso il cielo" in una sorta di tunnel molto simile a quello descritto da R. Moody in "La vita dopo la morte". Non so quanto rimasi in quella posizione; ma al mio "ritorno" ero sicuro di esser ...morto e resuscitato!  Ancora tremante per lo shock, mi alzai, chiamai il mio amico, lo presi per mano e gli chiesi di accompagnarmi fuori altrimenti avrei "sbroccato", gli dissi. Uscimmo in strada proprio mentre nell'isolato a fianco al nostro un trio di musicisti stava suonando e cantando una serenata a chissà quale "bella". E fu in quel momento che fui certo di vivere in un universo-mito-cartone-animato disegnato apposta per noi uomini e che sentii la presenza regale e imponente dell'Autore fuori e dentro di me!. Restai alcuni minuti o forse pochi secondi in uno stato di beata contemplazione nella quale tutto mi appariva nuovo e vergine, proprio come in una vera e propria ri-nascita; e come ultimo atto "palpai" l'intera rotondità della Terra e mi appoggiai all'albero per non essere sopraffatto dalle vertigini. Ma quel mito-cartone-animato aveva anche una "colonna sonora" incantevole, che non era quella della serenata, ma era molto simile a un pezzo di Delibes che sentii per la prima volta qualche anno dopo e che mi ricordò immediatamente questa esperienza:

http://www.youtube.com/watch?v=2GPNZGwMS0w

CHOUPETTE
Potresti darmi una definizione più precisa di questo termine "mito-cartone-animato"?

CARLO
...In linguaggio matematico-sperimentale?  :) Scherzo!
Una definizione precisa è difficile perché, nel ritorno allo stato di coscienza normale, gran parte delle nozioni che si sono apprese in quello stato straordinario (una enormità di vere e proprie conoscenze), per qualche ragione dobbiamo "lasciarle per strada" come se, nel passaggio da una eccezionale espansione della coscienza alle sue "dimensioni" ordinarie, anche la memoria seguisse la stessa contrazione di capacità e quindi riuscisse a portare con sé solo pochi ricordi, forse i più significativi.
Quello che ricordo chiaramente è che nel momento della nostra discesa in strada (io e il mio amico), la musica della serenata evocò in me il ricordo infantile di una scena dolcissima di un cartone animato di W. Disney ambientata in Messico, nello sfondo della quale, sotto la luna, c'era, appunto, un piccolo coro di "peones" umili e un po' straccioni, ma che cantavano meravigliosamente; e io, forse per la prima volta, concepii l'idea di un "piccolo paradiso in terra". Così, questo ricordo vivissimo si sovrappose e si identificò dapprima con la scena che stavo contemplando e poi si estese a tutte le cose che mi circondavano, le case, gli alberi, il cielo con le prime stelle dell'imbrunire, e mi giunse l'idea, chiara come una sentenza, che QUELLO era il mondo reale: un irreale disegno animato costruito con la sostanza del mito (l'informazione?), una sorta di immenso e mirabile palcoscenico all'interno del quale le uniche esistenze reali e assolute erano le nostre anime, proprio quelle nostre povere anime di cui ordinariamente neghiamo addirittura l'esistenza. Un colossale scenario costruito apposta per loro. Ed è solo quando mi sono chiesto: " Costruito da chi?", solo allora ho percepito, magnifica, potente, regale, pacifica ed eterna la presenza onnicomprensiva del Grande Autore. Ringrazio ancora la sorte di averla solo "sentita" e non "vista".
==============
#962
A proposito di archetipi platonici, voglio raccontare una fugacissima visione che ebbi agli inizi della mia ricerca, mentre ero concentratissimo nella riflessione su un argomento che adesso nemmeno ricordo (forse proprio l'archetipo) ma che era uno dei concetti-chiave del mio studio, cioè, uno dei numerosi concetti che nel tempo hanno segnato il passaggio da una fase iniziale "disimpegnata" della mia ricerca ad una fase più avanzata o, diciamo, più evoluta; come se la visione fosse stata una sorta di ricompensa per lo sforzo fatto fino a quel momento. Te la racconto perché mi è sembrata una bellissima metafora proprio di ciò di cui stiamo parlando.

Come ogni sogno che si rispetti (una visione è un sogno a occhi aperti) non è facilissima da raccontare, perché devo ricorrere a una delle possibili metafore ("...è come se...") di ciò in cui consiste l'atto del "pensare": nel pensare "è come se" visualizzassimo interiormente l'oggetto del nostro pensiero su una superficie interiore (o un piano, o uno schermo) ben determinato, realmente esistente (in senso metafisico). E ti dico questo perché, dopo un lungo sforzo di concentrazione su questa idea, nel preciso momento in cui mi resi conto di averla finalmente compresa e circoscritta, accadde una cosa singolarissima: quella "superficie" o "piano" di cui sopra si aprì all'improvviso come si apre un diaframma fotografico intorno ad un punto centrale; e si aprì proprio a partire dal punto preciso in cui era situato il "centro" del concetto verso cui era orientato il mio sforzo riflessivo, lasciandomi vedere cos'è che c'era "dietro" allo "schermo": un cielo notturno, e in corrispondenza del centro del diaframma una stella, così da lasciarmi intendere che, in definitiva, l'oggetto reale del mio pensiero non fosse stato altro che quella stella, o meglio, la proiezione di quella stella sulla superficie in cui io visualizzavo il mio oggetto concettuale, e che dunque il "pensare" in realtà è un "contemplare un'idea già esistente in sé", proprio come sosteneva Platone nella sua filosofia dell' "iperuranio" (il cielo delle Idee). Ma non finisce qui. All'improvviso, come se non si fosse trattato di un semplice diaframma, ma del diaframma di uno zoom impostato (a mo' di telescopio) sulla massima focale, la stella comincia ad allontanarsi come se lo zoom si fosse spostato rapidamente su valori decrescenti fino a diventare un comune 50mm, facendo disperdere quella stella in mezzo a una fittissima e immensa moltitudine di altre stelle che formavano una vera e propria galassia. Una galassia che, inaspettatamente, formava nel suo insieme l'immagine sfavillante, maestosa, eterna di un volto di donna, bello da mozzare il fiato, un'immensa opera d'arte pittorica fatta di stelle-idee!
E' forse la Sophia-Sapienza <<vestita di stelle>> dell'Antico Testamento?
Il Logos di Platone fatto di archetipi-stelle del cielo iperuranico?
La costellazione della Vergine?
La Vergine Maria?

https://1.bp.blogspot.com/-Q67GzP-XVjo/V9ABK-Tk0lI/AAAAAAAAAjI/Y_hE8rEo9eAUT26CeNluvX9KjXoZdsw9QCLcB/s1600/Vergine-Amabili.jpg

https://4.bp.blogspot.com/-TSes1L2k2Js/V9AFZ7V6EhI/AAAAAAAAAjU/Ep_XZui1-1cYPXnhuCTzvmSA9lqew_6PACLcB/s1600/Vergine_Stelle.jpg

https://4.bp.blogspot.com/--akhIQQc3F0/V9AFjkt9nAI/AAAAAAAAAjY/U-zhUFKHSuYAedXv28_Tz5mnmXySssezQCLcB/s1600/Vergine_Maria-Guadalupe.jpg

http://2.bp.blogspot.com/-B5OhIKwKW24/UlgObNoMUNI/AAAAAAAAAWg/huDXHZoZFEM/s1600/72+Vergine+Luna,+Immacolata+Concezione,+De+Mura.jpg

Qualche anno dopo questa esperienza, ho ritrovato un'immagine analoga in una pubblicità televisiva: un muro bianco e, in primo piano, un trapano che lo fora; poi una zoomata in apertura e scopriamo che l'insieme dei fori già fatti su quel muro disegna una immagine punteggiata di Marilyn Monroe.

Successivamente, lessi su un libro di Jung:

« Paracelso considera la psiche oscura come un cielo notturno disseminato di stelle, un cielo in cui i pianeti e le costellazioni sono rappresentati dagli archetipi in tutta la loro luminosità e numinosità. Il cielo stellato è infatti il libro aperto della proiezione cosmica, il riflesso dei mitologemi, degli archetipi appunto ».   [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.213]
#963
Tematiche Filosofiche / Re:Matematica e realta’.
19 Giugno 2018, 17:09:36 PM
EPICURUS
Secondo me il problema del rapporto tra mondo fisico e mondo matematico si dissolve quando riconosciamo che dietro al termine "mondo matematico" non c'è nient'altro che un tipo di linguaggio, il linguaggio matematico.

CARLO
Che si tratti di un linguaggio non ci sono dubbi. Ma si tratta di un linguaggio "magico"!
Mi spiego.
Noi concepiamo il linguaggio come un puro rispecchiamento della realtà, cioè, come una passiva traduzione della realtà oggettiva in immagine verbale-concettuale astratta ("astrazione" deriva da "ab-trahere o ex-trahere", cioè "trarre da-", "trarre dall'osservazione"). E ho detto "passiva traduzione", perché è l'immagine soggettiva che deve passivamente e capillarmente adattarsi alla realtà osservata e NON viceversa (infatti, parliamo di "mistificazione" o di "inganno" quando facciamo il contrario, cioè, quando manipoliamo la realtà oggettiva per adattarla alle esigenze dell'immagine soggettiva). In altri termini, l'ordine che lega gli elementi dell'immagine concettuale non sarà NIENT'ALTRO CHE un rispecchiamento dell'ordine che governa gli elementi della realtà oggettiva descritta. Non ci aspettiamo cioè, che siano le regole del linguaggio a "dettare" le regole che governano la realtà da esso descritta.
Invece, con la matematica succede proprio questo. Quando, per esempio, Newton scoprì che le forze, le masse e le accelerazioni si relazionano tra loro secondo la regola della moltiplicazione matematica (F=ma), l'operazione di moltiplicazione esisteva già da millenni nella cultura umana, confermando così l'idea "mistica" di una corrispondenza-complementarità *A-PRIORI* tra il linguaggio matematico (che ha delle leggi proprie) e il linguaggio della Natura (che ha, anch'essa, delle leggi proprie non identiche a quelle matematiche). Scriveva infatti Einstein:

<<...C'è un rompicapo che ha disturbato gli scienziati di tutti i tempi: come è possibile che la matematica, che è un prodotto del pensiero umano indipendente dall'esperienza, si adatta così eccellentemente agli oggetti della realtà fisica? Può forse la ragione umana senza l'esperienza scoprire col puro pensiero le proprietà delle cose reali?..>>. [A. EINSTEIN, tratto da "Fisica senza dogma" di FRANCO SELLERI - pg. 46]

Sono considerazioni come questa che hanno indotto molti pensatori come Platone, Pitagora, Galilei, ecc. ad ipotizzare che i numeri siano "archetipi", cioè delle entità metafisiche sui cui principi sono modellate tutte le cose create; anzi, Platone, estendeva anche alle "idee" questa proprietà, essendo i numeri nient'altro che idee (naturalmente, Platone non si riferiva a tutte le idee possibili, ma solo alle idee autentiche, originarie, archetipiche).
Spinoza confermava tale punto di vista nel noto motto filosofico: <<Ordo et connexio rerum idem est ac ordo et connexio idearum>>, cioè: <<l'ordine delle cose corrisponde all'ordine delle idee>>.
Leibniz lo ribadiva nel suo concetto di <<armonia prestabilita>> esistente tra le cose e le idee. E persino il matematico G. Frege alludeva ad un <<terzo regno>> fatto di verità matematiche non riducibili né al regno fisico delle cose oggettive né al regno soggettivo del pensiero umano, ma, appunto, ad un terzo regno metafisico, in analogia con "l'iperuranio" platonico.
Scrive Frege:


<<La Logica è una scienza delle leggi più generali dell'esser vero. (...) E' come un'isola deserta fra i ghiacciai: è là molto tempo prima di essere scoperta, così anche le leggi matematiche valgono già da prima della loro scoperta. Cosicché i pensieri veri, non solo sono indipendenti dal nostro riconoscerli tali, ma sono indipendenti anche dal nostro pensarli. Essi non appartengono a coloro che li pensano, bensì si presentano nello stesso modo e come gli stessi pensieri a tutti coloro che li concepiscono. (...)
Un TERZO REGNO va riconosciuto. Ciò che vi appartiene concorda da un lato con le rappresentazioni, perché non può venir percepito con i sensi, e d'altro lato con le cose, perché non ha bisogno di alcun portatore ai contenuti della cui coscienza appartenere. (...) E' vero non soltanto a partire dal momento in cui è stato scoperto, proprio come un pianeta è in un rapporto di azione reciproca con altri pianeti già prima che lo si scopra>>. [G. FREGE, tratto da: "La filosofia di Gottlob Frege", di C. BIANCHI - pg. 150]

Insomma, visto che la matematica non è un'opinione e non è neppure una cosa fisica, dovremmo riprendere in seria considerazione il concetto di "Metafisica" inteso come realtà non-fisica, ma ontologicamente esistente e *complementare* alla realtà fisica, invece di obbedire ciecamente e dogmaticamente alla superstizione materialista, contrabbandata per "scienza", secondo la quale il termine "Metafisica" sarebbe privo di significato.
#964
Se prestiamo una certa attenzione a noi stessi, possiamo osservare delle profonde analogie o parallelismi tra funzioni psichiche e funzioni organiche.
Un esempio per tutti: il parallelismo tra la nutrizione del corpo e l'apprendimento intellettuale-culturale. Così come il corpo si nutre di cibi materiali, l'anima si nutre di significati immateriali, di idee, di simboli; e così come il corpo digerisce e assimila il cibo, usiamo addirittura lo stesso termine "assimilazione" quando ci riferiamo all'apprendimento culturale, alla comprensione di certe idee o di certe informazioni. E così come un cibo avariato intossica l'intero organismo, così pure l'apprendimento di idee false, malsane o contraddittorie può intossicare l'anima e generare dei conflitti. Conflitti che, tuttavia, spesso diventano inconsci; e di questa contraddittorietà noi avvertiamo solo il risultato: la depressione (due forze uguali e contrarie si annullano a vicenda, indebolendo così l'"economia energetica" della psiche). "Language is a virus":
 
https://youtu.be/KvOoR8m0oms
 
Naturalmente, si può anche essere portatori sani di idee malsane, specialmente se per indole/carattere affidiamo le nostre scelte più al cuore (intuizione-istinto) che all'intelletto. Ma resta comunque il fatto che noi siamo *solo relativamente* liberi di pensare ciò che vogliamo e che una eccessiva trascuratezza nei confronti delle nostre idee, della nostra concezione filosofica del mondo e di noi stessi potrebbe rivelarsi nociva per la nostra salute mentale, almeno quanto una scarsa attenzione a ciò che mangiamo potrebbe essere nociva per la nostra salute fisica.
 
Termino col sottolineare che questo parallelismo non significa *identità* corpo/anima, cioè non significa - ovviamente - che lo stomaco è deputato alla funzione che chiamiamo "apprendimento"; significa che anche la psiche è un organismo, ma un organismo ALTRO da quello fisico, un organismo parallelo, immateriale, proprio come Yin è ALTRO da Yang, pur essendo simili e reciprocamente complementari (una delle accezioni di Yin-Yang è quella di "Spirito-Materia").
#965
Citazione di: sgiombo il 12 Novembre 2017, 20:09:46 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 12 Novembre 2017, 18:18:14 PM
Citazione di: sgiombo il 12 Novembre 2017, 16:28:00 PM
Si annullano due forze uguali per intensità e direzione e contrarie per verso, ciascuna delle quali ha una reazione uguale e contraria.

Nel senso che per ogni "applicazione" (accadimento) di una singola forza si determinano due accelerazioni non in assoluto ma relativamente al punto di applicazione della forza stessa, nella stessa direzione e nei due versi opposti, ciascuna inversamente proporzionale alla massa (complessiva: la somma delle masse, se più oggetti  fossero  solidalmente accelerati) che dal punto (comune alle due, unico) di applicazione della forza é accelerata (corollario: ritengo che Mach, nel formulare il suo celebre principio, abbia erroneamente ignorato questa relatività delle accelerazioni; e non solo dei moti inerziali).

Nel caso di due forze uguali e contrarie le quattro accelerazioni complessive (teoricamente considerabili come potenziali: sarebbero attualmente, effettivamente reali unicamente le due di ciascuna forza nel caso non si applicasse anche la forza contraria allo stesso punto nello stesso istante) si annullerebbero "a due a due", in quanto "a due a due" uguali e contrarie.


Confusione allo stato puro, com'è il tuo solito!
La risposta è molto più semplice. Chi la conosce?

CitazioneE dove starebbe mai la "confusione allo stato puro" (come al preteso "mio solito") ? ? ?


La confusione sta nel fatto che la risposta giusta è quella di Iano (ben diversa dalla tua): l'azione e la reazione non si annullano poiché non sono applicate allo stesso corpo.

SGIOMBO
Se tu spari, il proiettile (relativamente poco massivo) subisce un' accelerazione notevolissima (che moltiplicata per la sua piccola massa ti dà la forza convenzionalmente considerata "agente"); ma anche il fucile e te al quale il fucile stesso é solidale -e forse in qualche misura indirettamente anche il "resto del mondo"- (di massa notevolmente maggiore), subiscono (subite) un' accelerazione contraria e proporzionalmente minore (che infatti moltiplicata per la vostra massa complessiva, ben maggiore di quella del proiettile, ti dà la stessa forza convenzionalmente considerata "reattiva" o "reagente", uguale per modulo e per direzione, contraria per verso che se convenzionalmente detta "attiva" o "agente").

CARLO
Esatto! L'azione è applicata al proiettile, mentre la reazione è applicata al fucile, cioè al pianeta Terra che è solidale col fucile tramite me.

SGIOMBO
fu Newton a proporre per primo l' esperimento mentale e ad ignorare l' azione uguale e contraria che l' applicazione della forza accelerante (centrifugamente) il secchio con l' acqua avrebbe inevitabilmente impresso per il principio di azione e reazione  al supporto elastico cui fosse appeso (ma forse con conseguenze teoriche in linea di principio, pur se di fatto, in pratica impercettibili, anche sul resto del' universo).

CARLO
L'esperimento del secchio con l'acqua è un'altra storia, poiché riguarda i corpi dotati di moto circolare, cioè, evidenzia l'assolutezza del moto rotatorio (in altre parole: una trottola che gira su stessa non equivale all'universo che gira intorno alla trottola).
#966
Citazione di: sgiombo il 12 Novembre 2017, 16:28:00 PM
Si annullano due forze uguali per intensità e direzione e contrarie per verso, ciascuna delle quali ha una reazione uguale e contraria.

Nel senso che per ogni "applicazione" (accadimento) di una singola forza si determinano due accelerazioni non in assoluto ma relativamente al punto di applicazione della forza stessa, nella stessa direzione e nei due versi opposti, ciascuna inversamente proporzionale alla massa (complessiva: la somma delle masse, se più oggetti  fossero  solidalmente accelerati) che dal punto (comune alle due, unico) di applicazione della forza é accelerata (corollario: ritengo che Mach, nel formulare il suo celebre principio, abbia erroneamente ignorato questa relatività delle accelerazioni; e non solo dei moti inerziali).

Nel caso di due forze uguali e contrarie le quattro accelerazioni complessive (teoricamente considerabili come potenziali: sarebbero attualmente, effettivamente reali unicamente le due di ciascuna forza nel caso non si applicasse anche la forza contraria allo stesso punto nello stesso istante) si annullerebbero "a due a due", in quanto "a due a due" uguali e contrarie.

Confusione allo stato puro, com'è il tuo solito! 
La risposta è molto più semplice. Chi la conosce?
#967
Se ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, ...e se è vero che due forze uguali e contrarie si annullano, come è possibile il movimento accelerato?
#968
Citazione di: epicurus il 10 Ottobre 2017, 10:23:27 AM
Non solo c'è il caso di Jean per uscire facile facile dal paradosso, ma si può evitare il paradosso usando gli stessi viaggi nel tempo. Mi spiego meglio:

Al tempo X3 vai indietro nel tempo al tempo X1 per uccidere tua nonna.
Al tempo X1 tu uccidi tua nonna.
Al tempo X2 nasce da tua nonna.

Paradosso? Non necessariamente:
Potrebbe essere che tua nonna sia una viaggiatrice del tempo e abbia visitato il tempo X2 dove ha concepito tua mamma, poi è tornata indietro e al tempo X1 è stata uccisa.

Oppure, più semplicemente avevano conservato i suoi ovuli, oppure scopri che in realtà quella non è la tua vera nonna.

Ci sono vari modi per preservare la regola aurea del "ciò che è accaduto è accaduto" e mantenere la coerenza dei viaggi nel tempo.

Oppure si può abbandonare l'idea di viaggiare nel tempo, e parlare di viaggiare in universi paralleli ai nostri (avendo così l'impressione di "riscrivere" il passato).

Comunque suggerisco a tutti di guardare il film del 2014 Predestination . ;)

Certo. Se scardiniamo la logica, possiamo affermare tutto e il contrario di tutto. ...Ma tra il dire e il fare....
#969
Tematiche Filosofiche / Re:Materia oscura
29 Ottobre 2017, 01:00:10 AM
Citazione di: iano il 29 Ottobre 2017, 00:00:55 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 28 Ottobre 2017, 23:41:38 PM
Citazione di: iano il 28 Ottobre 2017, 23:21:53 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 28 Ottobre 2017, 01:59:55 AM
Se la materia oscura rappresenta 1/4 della materia dell'Universo ed è presente ovunque, perché le formule che esprimono la legge gravitazionale (che non ne tengono conto) funzionano perfettamente?
Immagino perché'  ha una densità bassa,quindi il suo effetto è trascurabile a livello locale.
Dentro una galassia c'è ne è poca,a causa del relativo piccolo spazio occupato da una galassia,ma fra una galassia e l'altra,a causa dell'enorme spazio intergalattico,ce n'è tanta,a parità di densità.
Si tratta comunque al momento solo di una ipotesi per spiegare l'accelerazione con cui sembra si allontanino le galassie.

Forse ti stai confondendo con l'energia oscura? L'ipotesi della materia oscura è stata avanzata proprio per spiegare la coesione interna delle galassie, le quali, sulla base della loro rotazione angolare, dovrebbero disgregarsi per effetto centrifugo, e invece non lo fanno.
...
Di sicuro!per rispondere alla tua domanda, non c'è n'è abbastanza all'interno del sistema solare,dove la classica gravitazione funziona senza bisogno di ipotesi aggiuntive.

...E allora, se esiste, evidentemente non è distribuita in modo uniforme nello spazio, ma è probabilmente più addensata all'interno delle galassie e più rarefatta nello spazio intergalattico. Altrimenti, gli effetti gravitazionali di quella interna e di quella esterna si annullerebbero e le galassie si disgregherebbero. ...I suppose! :)
#970
Tematiche Filosofiche / Re:Materia oscura
28 Ottobre 2017, 23:41:38 PM
Citazione di: iano il 28 Ottobre 2017, 23:21:53 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 28 Ottobre 2017, 01:59:55 AM
Se la materia oscura rappresenta 1/4 della materia dell'Universo ed è presente ovunque, perché le formule che esprimono la legge gravitazionale (che non ne tengono conto) funzionano perfettamente?
Immagino perché'  ha una densità bassa,quindi il suo effetto è trascurabile a livello locale.
Dentro una galassia c'è ne è poca,a causa del relativo piccolo spazio occupato da una galassia,ma fra una galassia e l'altra,a causa dell'enorme spazio intergalattico,ce n'è tanta,a parità di densità.
Si tratta comunque al momento solo di una ipotesi per spiegare l'accelerazione con cui sembra si allontanino le galassie.

Forse ti stai confondendo con l'energia oscura? L'ipotesi della materia oscura è stata avanzata proprio per spiegare la coesione interna delle galassie, le quali, sulla base della loro rotazione angolare, dovrebbero disgregarsi per effetto centrifugo, e invece non lo fanno.
#971
Tematiche Filosofiche / Re:Materia oscura
28 Ottobre 2017, 22:44:37 PM
Citazione di: anthonyi il 28 Ottobre 2017, 05:44:00 AM
C'è un'errata interpretazione, la materia oscura è stata "inventata" per giustificare proprio il mancato funzionamento della legge gravitazionale.
Il problema è che le stelle ruotano attorno alle galassie troppo velocemente rispetto a quanto potrebbe spiegare la legge gravitazionale ordinariamente.
Questo lo sapevo, ma perché su scala locale (per esempio, all'interno del nostro sistema solare) la legge di Newton-Einstein funziona perfettamente, senza bisogno di ipotizzare alcuna materia oscura? ...Tant'è che per il calcolo delle rotte delle varie sonde interplanetarie o delle orbite dei vari satelliti terrestri si impiegano tranquillamente e proficuamente le leggi di Newton.
#972
Tematiche Filosofiche / Materia oscura
28 Ottobre 2017, 01:59:55 AM
Se la materia oscura rappresenta 1/4 della materia dell'Universo ed è presente ovunque, perché le formule che esprimono la legge gravitazionale (che non ne tengono conto) funzionano perfettamente?
#973
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo assoluto
13 Ottobre 2017, 21:00:48 PM
Citazione di: sgiombo il 13 Ottobre 2017, 19:38:14 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 13 Ottobre 2017, 19:05:31 PM
Citazione di: sgiombo il 13 Ottobre 2017, 16:03:22 PM
CARLO PIERINI, SE CI SEI BATTI UN COLPO!

(Spero di non aver contravvenuto a una regola del forum; e se é così porgo le mani alla bacchetta del Webmster e accetto di buon grado la cancellazione di questo "grido di dolore"), ma l' articolo di Fdisa mi sembrerebbe proprio un' obiezione ben argomentata alle sue fortissimamente coltivate convinzioni.


la verità non può essere negata; e chi la nega trasforma tutto ciò che dice in un rumore molesto non meritevole di commento. Proprio come te che, nello stesso tempo, neghi e affermi la possibilità del libero arbitrio.

CitazioneMa quando mai?
(Lo dico senza polemica: citami dove avrei negato e affermato la necessità del libero arbitrio e te ne sarò grato perché mi permetterai di correggere un banale lapsus, possibile fonte di malintesi, in cui potrei essere caduto).


...Quando, a proposito dell'uomo, scrivi: <<...Non essendo responsabile del fatto di essere responsabile di ciò che fa, allora (transitivamente) non è responsabile di ciò che fa>>. 
Questo è un gioco di parole in cui affermi sia l'irresponsabilità (la non libertà) dell'uomo, che la sua responsabilità (la sua libertà). Cioè, non hai detto nulla.



MOZART: Laudate Dominum, op. Vesperae solemnes
https://youtu.be/H5cxYJqtz5M
#974
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo assoluto
13 Ottobre 2017, 19:05:31 PM
Citazione di: sgiombo il 13 Ottobre 2017, 16:03:22 PM
CARLO PIERINI, SE CI SEI BATTI UN COLPO!

(Spero di non aver contravvenuto a una regola del forum; e se é così porgo le mani alla bacchetta del Webmster e accetto di buon grado la cancellazione di questo "grido di dolore"), ma l' articolo di Fdisa mi sembrerebbe proprio un' obiezione ben argomentata alle sue fortissimamente coltivate convinzioni.

Non ho niente da aggiungere a quanto già ho scritto in proposito. Il post di Fdisa è auto-contraddittorio, quindi privo di qualunque valore assertivo. Ciò conferma il primo principio della logica: la verità non può essere negata; e chi la nega trasforma tutto ciò che dice in un rumore molesto non meritevole di commento. Proprio come te che, nello stesso tempo, neghi e affermi la possibilità del libero arbitrio.
Riguardo alla ballerina, invece, ho notato che ogni volta che sposto lo sguardo dal suo corpo al punto intermedio tra il piede di appoggio e l'ombra che esso proietta sul pavimento, vedo invertire la sua rotazione. Ma tutto ciò non ha niente a che vedere con la verità relativa di certe affermazioni e con la verità assoluta di altre.



L'angolo musicale:
MOZART: Là ci darem la mano, op. Don Giovanni
https://youtu.be/2N0D-kt2fX4
#975
Tematiche Filosofiche / Re:L'inutile Popper.
03 Ottobre 2017, 23:07:16 PM
Citazione di: sgiombo il 03 Ottobre 2017, 20:35:00 PM
CARLO:
E in cosa sarebbero "antiscientifiche"?


SGIOMBO:
Fra l' altro per il fatto che non sono sottoponibili ad alcuna osservazione in grado di (eventualmente) falsificale.


***********************************************************

SGIOMBO
Ripeto: sarebbe troppo facile se bastasse la mera quantità di osservazioni da cui la si ricava (o si pretende di ricavarla) per validare una teoria scientifica!

CARLO
Non è la "mera quantità", ma anche e soprattutto la qualità, cioè la loro convergenza verso un medesimo significato pur provenendo da aree diverse della ricerca.

SGIOMBO:A parte il fatto che avevi parlato solo di quantità (e a questo avevo rispo,to), nemmeno ca coerenza intrinseca basta; sarebbe comunque troppo facile).

*********************************************************************************

Cit. SGIOMBO:
Continui a fare una grandissima confusione.
Avevo ben precisato che per verità assoluta intendevo "(= non condizionata alla verità di alcune tesi non indimostrabili logicamente né provabili empiricamente)"; non si va da nessuna parte se tu stravolgi la mia affermazione e mi attribuisci falsamente e scorrettamente un significato di verità non assoluta (relativa) intesa come "verità approssimativa (e assoluta, cioé non condizionata alla verità di alcune tesi non indimostrabili logicamente né provabili empiricamente)".

Cit. CARLO:
Secondo te, che differenza c'è tra l'affermazione <<il Sole gira intorno alla Terra>> e <<la Terra gira intorno al Sole>>? Essendo entrambe "approssimative", l'una vale l'altra?

Sgiombo:
"Ottima" dimostrazione del tuo continuare imperterrito a confondere "incondizionatezza" con "(pretesa) precisione assoluta" della conoscenza!

CARLO

Non hai risposto alla domanda.

SGIOMBO:
Perché mi premeva notare il fatto che dimostra il tuo continuare imperterrito a confondere "incondizionatezza" con "(pretesa) precisione assoluta" della conoscenza!

(Che l' una non valga l' altra è ovvio ma del tutto irrilevante per la questione: nessuna delle due è incondizionata (nel senso da me precisato, che sei vivamente pregato di non distorcere come al solito sostituendolo con la definizione dell' Abbagnano, incolpevole della tua citazione).

*********************************************************

SGIOMBO:
In linea teorica o di principio (non sto a ripetere, con tutta evidenza inutilmente, la dimostrazione che ti ho già proposto invano innumerevoli volte) non c'è alcuna certezza che lo siano (Hume, Popper e -nel mio piccolo- io ce ne rendiamo razionalmente conto; tu, purtroppo per te, no, così cadendo in una pia illusione irrazionalistica).


CARLO
Vuoi dire che il fuoco potrebbe essere davvero una sostanza e non una reazione chimica? ...Che i fulmini potrebbero essere l'espressione dell'ira di Giove? ...Che il sangue potrebbe non circolare nelle nostre vene? ...Che l'aria potrebbe essere spirito e non materia? ...Che potrebbe essere il Sole a girare intorno alla Terra e non viceversa? ...Che la Terra potrebbe essere piatta e non rotonda?
...E che l'illuso irrazionalista sarei io?


SGIOMBO:
Ulteriore
"Ottima" dimostrazione del tuo continuare imperterrito a confondere "incondizionatezza" con "(pretesa) precisione assoluta" della conoscenza!
(Se proprio ci tieni, riponderò alla tua del tutto irrilevante domanda che ovviamente e banalissimamnte tutto ciò non può essere vero, dal momento che è stato empircamente falsificato).
Ergo: proprio così: l' 'illuso irrazionalista sei tu!

.............

CARLO
Ti avevo sopravvalutato. Credo che tu risponda davvero alla descrizione che hai dato dell'uomo: <<...Non essendo responsabile del fatto di essere responsabile di ciò che fa, allora (transitivamente) non è responsabile di ciò che fa>>