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Messaggi - Jacopus

#961
CitazionePerché costruire il proprio essere, esistere e vivere, sulla realtà personale che Dio non esiste, non è bisogno di credere?!
Personalmente che Dio esista o non esista semplicemente non mi interessa, pertanto non credo di fondare la mia esistenza sulla necessità di non credere in Dio. Mi sembrerebbe anche una esistenza piuttosto arida e rancorosa. Dio in sè non mi interessa. Quello che hanno fatto intere popolazioni nel nome di Dio e come Dio condizioni "storicamente" e "socialmente" la nostra vita, questo mi interessa di più, perchè ha a che fare con i diritti di ognuno di noi. E mi interessa pure la concezione storico-filosofica che si è sviluppata nel corso dei secoli a proposito di Dio, perchè è comunque una concezione che ha modellato la storia umana in modo estremamente profondo. Ma è un interesse del tutto mondano, proprio perchè ritengo Dio una costruzione ideale di una parte dell'umanità, ovvero quella che culturalmente possiamo chiamare ebraico-ellenista.
Altro conto è invece considerare che ognuno di noi creda in qualcosa. Questo è inevitabile.
#962
CitazioneLa lezione di Panzer Luther infatti non è bastata a questi corruttori della croce.. al cui vertice regna l' anticristo (cosi' per l' impavido Panzer di Germania !) !

E SOLO con il "provvidenziale" Illuminismo si è potuto interrompere lo stato di catalessi dei credenti.. di questa religione RI-velata !
In realtà ritengo che senza Lutero non vi sarebbe stato neppure Kant, per quanto i due propongano "weltaschaungen" molto diverse. Il nesso risiede nella riscoperta da parte del protestantesimo di un rapporto diretto Dio-Fedele, senza bisogno di intermediari, con tutte le conseguenze annesse, ovvero capitalismo e illuminismo.
#963
Attualità / Re: Ontologia e disastri umanitari.
18 Aprile 2023, 16:12:23 PM
Atomista: prima obiezione, molto banale. Questo discorso sulle risorse limitate si scontra sempre con quello sulle risorse evase, in un paese dove l'evasione fiscale è lo sport preferito da milioni di persone.
Seconda obiezione: una persona che aspira a cambiare sesso, come hai fatto notare, non lo fa per capriccio o per teorie gender strampalate. Lo fa perchè semplicemente la natura è complessa, contradditoria, aperta alle soluzioni intermedie e ambigue. Abbiamo addirittura uno scampolo di coda che ci portiamo appresso per ricordarci che siamo un puzzle vivente di storia biologica. Dentro ognuno di noi, indipendentemente dal sesso, si producono ormoni maschili e femminili secondo percentuali che sono individuali. Il nostro splendido cervello, che ci aiuta in tanti campi, è anche altamente sensibile alle influenze ambientali e ciò interagisce in modo esponenziale con la complessità biologica non indifferente del corpo umano.
Di fronte a questa complessità è intervenuta, per aumentare il nostro benessere, la tecnologia e quindi possiamo asportare chirurgicamente i tumori, usare gli occhiali per continuare a vedere, vaccinarci, al punto che in epoca romana si riteneva vecchio un quarantenne, mentre ora un quarantenne è un quasi-giovane. La stessa tecnologia la possiamo usare per allieviare la sofferenza derivante da chi si sente imprigionato in un corpo che non sente come suo.
Spendere dei soldi in questo modo, del resto, serve a risparmiarne altri, poichè il soggetto in transizione può incorrere in depressione, in ricoveri in Servizi psichiatrici, in atti autolesionistici, fino al suicidio (suicidio che non essendo quantificabile in termini di PIL, evidentemente non va considerato come spesa, giusto?). Ma anche se non si risparmiasse nulla, io penso che sarebbe un atto dovuto, esattamente come prevedere l'interruzione volontaria di gravidanza, o i Servizi psichiatrici o le prigioni. Immagina quando si risparmierebbe ad ammazzare tutti i delinquenti, invece di metterli in prigione. Un detenuto penso che costi almeno sui 150-200 euro al giorno. Pensa quanti soldi risparmiati ad ammazzarli. Ma è questo che vogliamo o vogliamo una "società aperta", dove i diritti sono potenzialmente ampliabili e ripuliti da tossine moralistiche e veramente anacronistiche (a meno che non aspiriamo ad essere inglobati nella mentalità islamica tradizionalista).
#964
Attualità / Re: Ontologia e disastri umanitari.
17 Aprile 2023, 21:08:39 PM
Lungi da me voler avvelenare il campo. Anzi, gentile Freedom, ti ringrazio per l'assist da fair gentleman piuttosto che da servo della gleba. Il termine disforia di genere è stato aggiunto nella Bibbia dei disturbi psichiatrici, cioè il Dsm5. Ed è stato adottato il termine disforia proprio perché "disturbo" era troppo stigmatizzante ed è rimasto comunque nel Dsm perché la transizione di genere richiede cure, supporto farmacologico e psicologico. Sono però del parere che gran parte della "disforia", ovvero della sofferenza, dipenda dallo "sguardo" della società nei confronti di chi non si sente a proprio agio nel proprio corpo. La necessità di doversi riconoscere in modo imperativo nella sessualità fisiologica è un fattore di sofferenza nel momento in cui diventa uno sguardo giudicante e moralistico, da parte di chi non si riconosce in quella sessualità diciamo "ballerina". Sul termine "disforia" vi è tuttora un dibattito, poiché ci sono anche persone che non si vivono questa divergenza fra sessualità fisica e sessualità identitaria in modo sofferto. Si direbbe a Genova, che se ne battono il belino (in questo caso, in tutti i sensi). Sarò ormai completamente asservito al political correct, ma considero là sessualità come un arte del vivere bene, non necessariamente collegata alla riproduzione. Quindi va bene l'onanismo, il transessualismo, l'omosessualità, il sesso a tre o a quattro, il sadomasochismo: nessun giudizio morale quando si tratta di sesso e neppure nessuna sfiga. L'importante è fare i propri giochi preferiti fra adulti consenzienti. Il resto è moralismo applicato ad una delle attività più interessanti riservate agli esseri umani.
Aggiungo ancora che il passaggio da un sesso ad un altro non è una becera pagliacciata da commedia all'italiana con Lino Banfi e Tomas Milian. Chi si identifica nell'altro sesso, si identifica in tutta una serie di elementi identitari che la biologia e la cultura ha affidato ai due sessi. Ritenere la sessualità reversibile ha pertanto delle conseguenze non indifferenti nella stessa costruzione della società, poiché questa concezione fonda una reale uguaglianza fra i sessi ed è quindi l'archetipo  di ogni successiva uguaglianza. Forse è proprio per questo motivo che viene così contrastata? Lascio a voi la parola, miei egregi interlocutori.
#965
Attualità / Re: Ontologia e disastri umanitari.
17 Aprile 2023, 19:48:05 PM
A me quello che più preoccupa in questa discussione è la presenza sia in questo forum che nella società reale di persone che si dichiarano di "sinistra" ma considerano la disforia di genere come una "sfiga". A me sembra molto di più una "sfiga" dover vivere in una società dove la stragrande maggioranza di destra e di sinistra vive ancora il corpo come nel medioevo. Di fronte a questa impressionante omologazione, per cui il desiderio di cambiare sesso viene "disciplinato" moralisticamente, mi sento davvero fuori posto. Sono troppo avanti o troppo indietro. Esistono persone che la pensano come me e Niko?
#966
Attualità / Re: Ontologia e disastri umanitari.
17 Aprile 2023, 08:21:09 AM
Prospettiva biologica: le sessualità maschile e femminile si muovono in una linea di continue sfumature, poiché ognuno di noi è maschio/femmina secondo proporzioni diverse che provengono dalla produzione di ormoni specifici. Se nel corpo del maschio si producesse solo testosterone e in quello della femmina solo estrogeni, sarebbe una prova per una divisione più netta. Invece ciò non accade. Per non parlare delle pressioni culturali e ambientali che modellano il sesso desiderato, che può essere diverso da quello fisico. Esempio: se una madre perversa veste un figlio maschio come una femmina fin dalla più tenera età e questo figlio maschio non ha modelli maschili su cui identificarsi, sarà ovvio che avrà difficoltà a considerarsi maschio. Quindi come al solito, anche in questa materia convivono ragioni organiche e culturali per ammettere che maschile/femminile non sono due categorie così distinte.
Prospettiva etica: che una persona si consideri femmina in un corpo maschile o viceversa, non intacca minimamente la mia  personale libertà, mentre ogni atto teso a negare quella percezione intacca in modo violento la libertà di espressione di quella persona che si sente imprigionata in un corpo che non sente come suo.
Prospettiva giuridica: Permettere ad una persona un cambiamento di genere dovrebbe rientrare nei diritti soggettivi più importanti, poiché rientra nella percezione della propria identità. Il passaggio inoltre non avviene come se si andasse al supermercato a fare la spesa. Esistono degli specifici protocolli medici, che impongono colloqui, terapie progressive che possono durare anni.

L'opposizione alla libertà di scelta di genere  ci avvicina, come al solito, ai paesi arabi, i cui disperati non vorremmo fra noi, mentre culturalmente sono molto più simili a noi degli altri europei e dovremmo accettarli quindi come fratelli, almeno culturali.
#967
CitazioneDetto diversamente, la cultura umanistica è creativa su un substrato materiale offerto dalla natura e dalla tecnica, mentre la scienza registra/ indaga il dato di fatto naturale e la sua creatività consiste nella elaborazione degli artifici per fruirne (tecnica). La filosofia è lo spirito critico esercitato su tutto ciò che accade. Per far ciò deve avere un livello culturale multidisciplinare. Il livello creativo proprio della filosofia è l'etica.
Ipazia, se tu non avessi quelle malsane idee paranoidee sul covid, a  partire da questa tua frase ti amerei (intellettualmente, si intende).
#968
E in tutto ciò, Claudia, dove si pone la musica, l'arte in generale, l'amore, i sogni, la connessione esistente (?) fra tutti gli esseri viventi? Che tipo di sapere è questo? E' necessario, o può essere anch'esso analizzato e sezionato scientificamente?
#969
Attualità / Re: I bambi...ni si divertono
10 Aprile 2023, 22:38:15 PM
L'ultimo post di Ipazia rende l'idea di come la politica in Occidente sia diventata un simulacro, un teatro dove si muovono delle ombre. Politica, Stato, funzioni pubbliche, sempre più ridotte a burattini, o ancor meglio a capri espiatori dove dislocare responsabilità e rabbie che sono originate sugli unici tavoli che contano, quelli delle Corporation. Se le Corporation non sapranno gestire meglio il loro potere, e dubito che siano in grado di farlo, la politica tornerà sul palcoscenico, non più come commediante, ma come tragico carnefice, fino alle nostre tranquille e soporifere case.
#970
Discussione chiusa, visto che è la medesima aperta nella sezione "scienza e tecnologia".
#971
Attualità / Re: I problemi di salute di Berlusconi
08 Aprile 2023, 22:40:54 PM
Non vorrei essere frainteso. In certe situazioni, come ad esempio durante la Resistenza, la dignità di ogni uomo non significa non poter usare le armi. I partigiani avevano il diritto di uccidere i soldati tedeschi. Ma la dignità resta integra. La dignità si perde quando non si rispetta più il proprio avversario e ciò rende possibile le peggiori aberrazioni, come la tortura, le ritorsioni, il disprezzo del cadavere.
In situazioni non così estreme come la guerra, la dignità di ogni uomo per essere effettuale, deve essere collegata all'esercizio della giustizia. Fino al punto di poter dire che anche il condannato ha "diritto" ad essere condannato (Hegel). In una società dove il desiderio di giustizia è forte, anche la dignità per ogni uomo è altrettanto forte.
Nel caso di Berlusconi, la circostanza che non sia stato sufficientemente condannato, come si sarebbe meritato, ha lasciato un fondato sentimento di ingiustizia, ma non rispettare l'uomo Silvio Berlusconi diventa un atto barbarico oltre che inutile. Bisognerebbe invece interrogarsi sul significato storico del successo politico di Berlusconi e sulle cause delle sue mancate condanne. Ogni giudizio penale o morale resta legittimo, ma al di sotto o al di sopra, resta la necessità di riconoscere l'umanità di ognuno di noi. In questo senso molto educativa è la lettura del paradiso perduto di Milton.
#972
No. Secondo me non è un mero esercizio di logica. O meglio, lo è, ma è solo grazie a questi esercizi di logica, alla matematica e alle scienze esatte, che siamo quello che siamo, ed abbiamo ottenuto un benessere non immaginabile per nessuna altra specie vivente. Il problema nasce quando si vogliono applicare queste regole "logiche" alla complessità della vita umana, alla Lebenswelt contrapposta al System (cfr Husserl). E questo processo di colonizzazione della Lebenswelt da parte del System (metaforicamente il linguaggio della logica informatica)è uno dei problemi più gravi del tempo attuale, che si riversa a catena su tutti gli altri problemi sottostanti, come ad esempio, l'autorevolezza della scienza, il cambiamento climatico, lo sfruttamento del terzo mondo, la finanziarizzazione del mondo e così via.
#973
Attualità / Re: I problemi di salute di Berlusconi
08 Aprile 2023, 22:00:30 PM
Certo che l'essere umano merita rispetto a prescindere. È la differenza fra barbarie e civiltà, oltre ogni ideologia religiosa o laica. È il significato profondo dell'habeas corpus. Il diritto penale deve punire i comportamenti penalmente rilevanti. Si può moralmente condannare certi comportamenti, ma occorre comunque proteggere la dignità di ogni singolo uomo, da Hitler a Buddha. Questo è ciò che penso.
#974
A me risulta, da profano, che anche l'intero sistema solare ruota attorno alla nostra galassia e compie un giro in duecento milioni di anni ed anche la via lattea interagisce nel suo moto con le altre galassie. In realtà non c'è nulla di centrale nell'universo.
#975
Attualità / Re: I problemi di salute di Berlusconi
08 Aprile 2023, 17:56:47 PM
Berlusconi è stato l'espressione di una parte della società italiana, ampiamente berlusconiana. Augurare la morte a lui o a Mussolini non cambia la struttura storica di quella società. Dentro ognuno di noi convive un piccolo Silvio, un piccolo Gramsci, un piccolo Benito, un piccolo Einaudi e così via. È la dinamica culturale di quella società a far prevalere politicamente l'uno o l'altro. Con la necessaria precisazione che le classi dominanti faranno il possibile per continuare a dominare e pertanto tenderanno a manipolare a loro vantaggio i processi di identificazione culturale di ognuno.
Nello specifico Berlusconi è stato l'espressione di una borghesia caciottara e con oscure radici malavitose, assai più diffusa di quel che si pensi. Rappresenta come una barzelletta l'imprenditore medio italiano: rentier oppure da piccola azienda familiare fiscofobica, con un retroterra culturale ed etico da uovo oggi piuttosto che da gallina domani.
Basti paragonare il suo successo a quello di un partito che avrebbe dovuto rappresentare una borghesia di qualità, come il partito repubblicano, che nella prima repubblica raccoglieva il 3-4 per cento e predicava nel deserto il pareggio di bilancio e la lotta all'evasione fiscale. E dalla seconda repubblica in poi nessun partito ha più rappresentato una borghesia di qualità, perché anche i nostri politici hanno seguito il decadimento culturale generale dell'Italia.
E c'è di più. Invece di venire considerato il lavoro politico come la più alta espressione dell'etica, a causa della cristallizzazione della società, in assenza di ascensore sociale per meriti, la politica è diventato un spazio possibile per una propria carriera personale, del tutto slegata da uno spirito di servizio, implicito in ogni servitore dello Stato, ed a maggior ragione nel ceto politico.