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Messaggi - Jacopus

#961
La tesi è la seguente: l'uomo non fa parte della natura e della biologia come il resto del mondo biologico degli archea, procarioti ed eucarioti. Tassonomicamente siamo eucarioti, visto che il nostro dna è nuclearizzato a differenza degli altri mondi biologici, ma la creazione della tecnè ci ha reso definitivamente parte di un categoria unica. Infatti la tecnologia associata al SNC più complesso esistente sul pianeta terra ha creato le condizioni per sviluppare un pensiero che può pensare sè stesso, e soprattutto che può pensare di agire eticamente e globalmente. Non nego che il pensiero morale sia presente anche in molti mammiferi, ma ciò che ci distingue è la possibilità di "ingegnerizzare" il pensiero morale attraverso istituzioni che, a loro volta, modellano la nostra biologia attraverso la plasticità del SNC.
Questa differenza fondata sulla cultura non si traduce in uno status "superiore" o "teologico" in quanto figli di qualche divinità. Al contrario, dovrebbe trasformarsi in un principio di responsabilità nei confronti della terra e dei nostri simili. La legge morale kantiana, depurata di ogni pensiero teologico, è la base di questo discorso. Una legge morale che ha profonde basi biologiche (sottocorticali e corticali) ma che si è strutturato culturalmente. Eppure è lo stesso flusso di culture e quindi di weltaschaungen a permettere che questo status dell'uomo sia piegato alle più differenti direzioni, dal cannibalismo al sacrificio della vita per difendere un'idea.
#962
Una riflessione un pò "nidificata", ma che è importante anche per comprendere meglio B. e gli italiani. In questo forum ci sono idee politiche disparate, che coprono l'intero arco costituzionale, eppure tutti gli interventi finora, con più o meno esasperazione, sono di condanna a quanto accaduto con i funerali del signor B. Mi verrebbe da dire che siamo una specie di "élite". Il problema però è che siamo una élite davvero troppo piccola. E in qualche modo rispecchiamo, come campione, quella parte d'Italia, troppo piccola, di italiani "per bene", che sono nauseati da quanto accaduto. Siamo però troppo pochi e come dice Claudia, perfino fra i nostri pargoli, educati a certi valori, affiorano idee lontane dalla nostra impostazione e che seguono l'andazzo generale.
A proposito di quanto scritto da Ipazia, sono piuttosto d'accordo. B. non scende da cielo per rivoluzionare il mondo, che prima di lui era un mondo angelico. Le stesse tendenze che B. ha incarnato esistono in tutto il mondo: narcisismo, colpevolizzazione della povertà, concezione del "tutto si può comprare, compresi i sentimenti", individualismo. Basta guardare qualche puntata di "breaking bad", per capire che questo modello è ormai universale e che è un modello criminale che accomuna imprenditori, mafiosi e piccoli ladruncoli di periferia. Ovvio, se si pensa che l'altro sia solo uno strumento che devo usare per i miei scopi, siano essi economici, di immagine, politici o di qualsiasi altro genere, fino a quelli sentimentali, per cui se il partner si allontana, posso farlo fuori, come una cosa che si manda al macero, dopo l'uso.
#963
Effettivamente Claudia tocchi un punto importante che collega il mondo dello spettacolo con questo funerale. Si potrebbe dire che è il funerale più sintonico con il personaggio e la nostra epoca. Non si piange più al cospetto di divinità o di uomini politici veri, che rappresentano valori del passato. Il valore di B. è quello del venditore porta a porta, capace di passare dalla vendita legittima a quella del "pacco" con il mattone dentro. Come per il cardinal Carafa nel 500, il principio di B., agli antipodi di ogni illuminismo, potrebbe essere "sed mundus vols decipi, ergo decipiatur".
#964
B. ha incarnato il successo della società civile, dell'imprenditoria su un modello statalista trasversale che ancora dominava la scena politica ed economica solo 40 anni fa. Ciò che deve far riflettere è il potere catalizzante di B. su quella società, che avrebbe potuto scegliere ben altri alfieri, tutti più dignitosi, pur nella stessa funzione antistatalista: ne cito solo due, De Benedetti o la galassia Agnelli, con i loro limiti e i loro difetti sarebbero stati molto più in linea con le altre società civili europee. L'avvento di B. è l'ennesima dimostrazione della debolezza della borghesia in Italia, come prima di lui avevano già messo in risalto Mussolini e (parzialmente) la democrazia cristiana. I funerali di stato così sfarzosi sarebbero stati farseschi anche in assenza di condanne e accoglienza di stallieri-mafiosi o acquisto di ville da minorenni il cui curatore era un certo Previti o iscrizione a logge massoniche. In presenza di questi dati storici sono inquietanti. Però d'altro canto, è proprio la mano pesante degli attuali detentori del potere a farmi sperare che possa esserci un risveglio delle menti assopite. Più il dissidio diventerà critico, più vi sarà una opposizione che potrà alzare la testa,  e chiedere un altro modello di società.
#965
Socrate. Questa tua riflessione nasce da quella famosa del "porgi l'altra guancia". Laicamente penso che sia un atteggiamento sbagliato, connotato da un pensiero di stampo masochistico o finalizzato all'addestramento di popoli sottomessi. Il mondo ci insegna fin da piccoli che per per ottenere qualcosa, bisogna dare qualcosa (do ut des). Freud definiva questo spazio contrattuale, come il raggiungimento del principio di realtà.
Vi sono almeno tre situazioni dove questo principio viene messo in discussione:
1) nella prima infanzia e nella fase neonatale, quando il corpo e le attenzioni della madre sono totali. Il bambino deve apprendere che quella totalità, progressivamente sta diminuendo e sempre più diminuirà. Successivamente, se i genitori non educano il bambino ad avere dei limiti, si potrebbe strutturare una personalità narcisistica, che tende a non vedere questi limiti e a considerare del tutto leggittimo pretendere senza dare.
2) in certe personalità disorganizzate, dove amare qualcuno che ti calpesta e ti usa risponde a profonde esigenze di "ripetizione del trauma" ( e dove viene cercata la personalità narcisistica di cui sopra, come oggetto  -disfunzionale - d'amore).
3) In certe strutture di potere capitalistico e non, allorquando il detentore del potere non deve rispondere a nessuno delle sue azioni. In questo caso non esistendo reciprocità, non esiste neppure la necessità di dare qualcosa in cambio di qualcos'altro. E' il potere politico, economico o militare a rendere inutile lo scambio e quindi la creazione di un principio di realtà. Dio stesso, in questo senso, è l'antitesi del principio di realtà, poichè essendo "sciolto" da ogni obbligo, può agire secondo il suo volere allo stato puro, disinteressandosi della necessità di dover dare qualcosa in cambio, poichè altrimenti non sarebbe onnipotente.
#966
Tematiche Filosofiche / De dignitate homini
11 Giugno 2023, 23:27:33 PM
Citazione«Non ti ho dato, o Adamo, né un posto determinato, né un aspetto proprio, né alcuna prerogativa tua, perché quel posto, quell'aspetto, quelle prerogative che tu desidererai, tutto secondo il tuo voto e il tuo consiglio ottenga e conservi. La natura limitata degli altri è contenuta entro leggi da me prescritte. Tu te la determinerai da nessuna barriera costretto, secondo il tuo arbitrio, alla cui potestà ti consegnai. Ti posi nel mezzo del mondo perché di là meglio tu scorgessi tutto ciò che è nel mondo. Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine».
Questo passo fu scritto da Pico della Mirandola 500 anni fa e brilla per la sua attualità. Dio rivolgendosi ad Adamo, specifica la sua qualità principale, la sua capacità di plasmarsi secondo la sua libera scelta. Senza badare al significato religioso sottostante, il messaggio di Pico è in realtà il prototipo di ogni dichiarazione moderna relativa alla plasticità del cervello umano, in grado di cercare il bene o il male, o meglio diverse percezioni del bene e del male. Come si arrivi a queste percezioni è complesso, fonte di dispute e teorie diverse, ma quello che Pico pronuncia è una dichiarazione di guerra sia contro l'homo homini lupus, sia contro l'ideale del buon selvaggio. Siamo noi a forgiare il nostro destino ed è in ciò la grande differenza che ci pone in un "mondo" differente da quello biologico, pur continuando, paradossalmente ad abitare anche quel mondo. Quello che dice Pico pertanto è un grande elogio all'umanità ma nello stesso tempo è un richiamo alla responsabilità dell'uomo e anche la constatazione che la divinità ha abbandonato il suo ruolo di legge eteronoma. L'uomo, in virtù della sua libertà, diventa autonomo.

Ps. Il titolo corretto dell'opera è "de hominis dignitade".
#967
Koba. Sono ateo ed ho una figlia credente ed un figlio non credente, ormai grandi. Entrambi hanno fatto tutti i passi necessari per diventare cattolici, perchè mia moglie è cattolica. Uno ha scelto per un verso e l'altra per l'altro, ma non mi sono mai opposto a che facessero tutte le scelte che volessero, sia in campo politico che in campo religioso. Magari mi avranno sentito talvolta in taluni discorsi "eretici", ma questo lo posso fare in un forum e non potrei farlo a casa?  O:-)
#968
si Anthonyi, in effetti è un auspicio. Mi piacerebbe un mondo dove la spiritualità fosse coltivata senza dover ricorrere a divinità assetate di sangue come il Dio abramitico. Ma si tratta appunto di un auspicio, di un desiderio, che, a mio parere (ben poco assolutistico) sarebbe la conseguenza di un passo avanti notevole della civiltà umana, nel senso di "superamento dello stato di minorità dovuto a sè stessa", per parafrasare Kant.
Lungi da me, però, è questo vorrei che fosse chiaro, ogni intenzione di "IMPORRE" questa visione, perchè ogni imposizione non porta da nessuna parte. I valori, tutti i valori, devono essere dentro di noi e pertanto ritenuti validi e buoni. Se c'è chi crede che il cattolicesimo sia questo valore, io non ho nulla in contrario e non agirò la stessa violenza che il cattolicesimo ha usato fino a tempi recenti, magari non in modo così truculento. Ricordo benissimo i miei amici "baciapile" tutti sistemati, negli anni '80, chi a scuola, chi al Comune, chi alle poste. Il cattolicesimo è anche bontà, senso della collettività, carità, amore per il prossimo, così come lotta alle streghe, infigandarggine, ipocrisia. Poi si può anche distinguere la fede dalla Istituzione, ma è dura. Sarebbe un pò come dire, credo nello Stato, anche se lo stato mi ha imprigionato per 20 anni da innocente o mi ha fatto morire perchè il medico non era competente. Le religioni, a differenza, delle istituzioni materiali, godono del vantaggio di questo doppio binario, che alle istituzioni materiali, giustamente, non è concesso.
E noi così viviamo in un mondo scisso, dove da una parte vengono esaltati i valori "ultramateriali" mediati dal denaro e dal successo individuale, fatto salvo ricorrere a quel "deposito di senso tradizionale" che è la religione, che viene però sempre di più utilizzato come legittimatore vuoto (simulacro) di valori predicati ma non applicati, salvo numerosissime eccezioni, che però non modificano di molto il quadro generale. Se poi aggiungiamo tutte quelle visioni religiose per le quali il successo mondano è la dimostrazione di far parte degli "eletti" che andranno in paradiso, si ritrova una certa coerenza, che però manda all'aria tutto il messaggio evangelico. Il problema Anthonyi, per "credenti e non" è il seguente: "essere coerenti con i propri principi costa fatica e certe volte anche la vita".
#969
Anthonyi. Ha risposto benissimo alla questione Ipazia. Ovvio che vi siano dei condizionamenti, rispetto ai quali non siamo liberi, ma questi condizionamenti non sono la premessa per creare automi che fondano il loro agire sulla paura o sulla tradizione. Il pensiero liberale è il primo a difendere questa posizione, o almeno dovrebbe esserlo.
Personalmente penso che le religioni siano state importantissime nel raggio di alcune migliaia di anni di storia umana, pur nella loro ambivalenza, ma che oggi, se vogliamo essere fedeli al modello occidentale, sono sempre più anacronistiche. In Italia i vantaggi e gli svantaggi della Chiesa cattolica e della fede cattolica non si possono calcolare in un registro a partita doppia, ma si dovrebbe tuttavia essere consapevoli, storicamente consapevoli, del dolore e del male che la Chiesa cattolica ha diffuso nel corso del tempo, così come del sollievo e del bene. Il problema di ogni fede assoluta (e dove c'è un Dio, l'assolutismo è di default) è quello di negare il male che cova dentro di sè. Detto questo, la Chiesa cattolica ha fatto anche dei passi avanti in questa direzione e vi sono religioni ben più rigide e poco auto riflessive, ma ciò non toglie l'evidenza che la natura delle religioni è problematica oggi, al di là di ogni scelta su di essa e sul momento della scelta. Ciò perché semplicemente è diventato un simulacro vuoto, come il concetto di stato, di patria, di partito, di ideale. Ormai l'identità comune si trova solo nel tifo sportivo, che però non è in grado di saldare le società. Al di là di ciò l'art. 1 della Costituzione Universale recita così: "denaro ed individuo sono i valori da difendere". Quindi c'entra ben poco l'ateismo filosofico, ammesso che significhi qualcosa.
#970
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Le pecore nere
07 Giugno 2023, 07:31:58 AM
Il mio precedente intervento era più sociologico. Dal punto di vista psicologico invece è necessaria una certa dose di ribellione. Ognuno di noi deve diventare almeno un po' "pecora nera", senza per questo diventare un "mostro nero". Altrimenti non si diventa adulti.
Ognuno di noi deve uccidere simbolicamente i propri genitori e riscoprirli come parte del proprio sè. Senza questo passaggio si resta per sempre bambini, con quel carattere di "falso sè" compiacente, come lo chiamò Winnicott. Senza questa capacità collettiva ed individuale saremmo ancora sottomessi al maschio alfa in tribù primitive.
#971
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Le pecore nere
06 Giugno 2023, 22:22:40 PM
Sembra anche a me una visione un po' romantica del cambiamento sociale. Il cambiamento sociale necessita sicuramente di "pecore nere" ma ben organizzate, altrimenti le pecore nere diventano solo dei "ribelli" o al massimo si possono riciclare in "artisti". C'è sempre un'avanguardia nei movimenti di cambiamento, ma essa deve avere una forte coscienza di sè come soggetto collettivo di cambiamento, come è accaduto con i due soggetti più noti, borghesia e proletariato a cui si può aggiungere il "tipo fascista" che è un ibrido nato dal bisogno borghese di opporsi ai movimenti marxisti, unito ad un insieme di altri bisogni, nostalgie, desideri della società di allora (e di oggi). Oggi come soggetto collettivo esiste solo una super borghesia globalizzata che non ha dei contendenti, instaurando così paradossalmente una società apparentemente liberale ma in realtà totalitaria per assenza di alternative. Una nuova élite per il cambiamento potrebbe individuarsi nei movimenti ecologisti ma li vedo molto poco organizzati e molto poco motivati a cambiamenti strutturali così profondi come quelli che in realtà sarebbero necessari, oppure movimenti neo-teocratici, come quelli che si sono sviluppati nel mondo islamico. Staremo a vedere. La borghesia durante i suoi 200 anni di dominio dell'Occidente prima e del Mondo poi, ha sempre saputo essere flessibile e cambiare per mantenere il potere. Vediamo se saprà affrontare anche questa sfida ecologica, che porterà inevitabilmente (come già sta portando) conflitti e instabilità tradizionali, come conseguenza della crisi ecologica globale.
#972
Ogni bambino è un libro bianco sul quale è facile scrivere qualsiasi cosa. Ma ci sono due atteggiamenti di fondo contrapposti. Si può scrivere con la penna del dogmatismo rigido, che da certezza ma esclude la critica e la capacità di pensare in proprio oppure si può scrivere con la penna dell'autonomia, che da incertezze ma permette di cercare la propria via, irta di difficoltà ma creativa ed unica. Si può scrivere con la penna del giudizio oppure con la penna della compassione. I bambini assorbiranno tutto e soprattutto assorbiranno gli insegnamenti di coloro che emotivamente sono collegati con loro. Paradossalmente se l'insegnamento sarà "pensa con la tua testa", allora le idee del bambino potranno divergere da quella degli insegnanti. Se invece si favorirà il pensiero autoritario alla "ipse dixit" ecco emergere la "pedagogia nera", che può essere religiosa o atea, essendo il suo punto centrale la non accettazione dell'alterità, la sottomissione (Islam), la certezza in una verità unica. Personalmente preferisco a questo pensiero sostanzialmente medio-orientale, intarsiato da lapislazzuli ellenistici, la figura tragica greca pura.
#973
CitazioneE quali sarebbero questi effetti negativi? Vogliamo metterli a Confronto con le "nuove" religioni? Il marxismo, il nazismo e l'ateismo filosofico, tutte strutture che propugnano una cultura della morte e della distruzione di secoli di tradizione e di conquiste di civiltà che queste "nuove" religioni rifiutano di attribuire al merito delle culture religiose di stampo cristiano. 
Penso che opporre marxismo e cristianesimo come due squadre dove solo una può vincere, mi sembra poco utile. Così come per l'ateismo filosofico (ateismo filosofico?). Tutte questi movimenti culturali hanno punti di forza e punti di debolezza. Sul nazismo ho qualche difficoltà in più a trovarvi qualcosa di "buono", anzi direi che il nazismo, nella sua purezza di cultura del male, ha qualcosa di così potente, che ci deve interrogare sul perché essa è riuscita ad imporsi nel
cuore dell'Occidente, nella patria di Goethe e di Beethoven. 
#974
Homo sapiens ha già nel suo dna tracce di altri due homo (Neanderthal e Denisova). Niente esclude che si sia accoppiato anche con altri ominini, di cui non abbiamo tracce fossili. Continuiamo ancora oggi a scoprire animali del passato i cui scheletri emergono dal terreno. Va però detta anche un'altra cosa, i mutamenti genetici avvengono in verticale (intra ed extra specie) ma anche in orizzontale, attraverso l'inserimento di codice batterico e soprattutto virale. È noto infatti, ad esempio, che i primi mammiferi sono diventati placentati a seguito dell'utilizzo di codice genetico virale, che ha reso possibile la creazione di proteine capaci di accettare il feto e non rigettarlo come estraneo al l'organismo.
#975
Il problema Anthonyi è, come al solito complesso. Ridurre tutto al "non si fa", è specularmente identico, come atteggiamento a chi promuove i campi di concentramento per gli ebrei o per i provenzali. La frequentazione con la psicologia mi ha insegnato a chiedermi sempre "perché". È in questo caso perché sempre più larghe masse di popolazione occidentale esprimono opinioni talvolta bislacche altre violente, relegando una qualsiasi immagine dell'altro (russo, big pharma, ebreo capitalista, negro, comunista, povero, immigrato, femmina, maschio) nella categoria del (semplificando) Nemico.
La mia personale interpretazione è quella del processo sempre più anonimizzante, artificiale, monetarizzato e tecnico, del capitalismo e forse più che del capitalismo, della stessa "anima occidentale", che a partire da un certo momento ha accantonato la philia socratica (o la fratellanza giacobina), per i dividendi azionari, facendo credere che essi sarebbero stati la nuova cornucopia. Nel momento in cui questa favola si è rivelata essere come gli indumenti dell'imperatore della fiaba di Andersen, la società, privata dei suoi legami sociali precedenti (Dio e/o Stato), vive una situazione in cui deve "prendersela con qualcuno", sbagliando obiettivo e con i veri obiettivi che potrebbero promuovere queste "false flags", per continuare a prosperare nell'ombra. Un copione che, purtroppo la storia ha già registrato più di una volta e che il "sapere aude" illuminista non è ancora riuscito a debellare.