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Messaggi - sgiombo

#961
Mi pare che l' argomento sia stato già trattato nell' altra discussione "Arte moderna?", con la quale questa potrebbe forse essere unificata.
#962
Risposta di Sgiombo, del tutto evidentemente non in connubio con nessuno (anche se la Ipa, malgrado spesso mi sottoponga a critiche spietate, talora con scarsa delicatezza -o forse proprio per questo- mi é simpatica)


"Da sempre", o comunque da assai prima di Einstein la scienza procede prevalentemente per adbuzione, proponendo ipotesi teoriche onde spiegare fatti inspiegati e poi verificandole/falsificandole empiricamente (esempio le varie successive teorie cosmologiche).

La verifica/falsificazione empirica é sempre dirimente, malgrado l' ampio, tendenzialmente crescente impiego della matematica.


Domanda:
Come hanno fatto catene di amminoacidi ,carboidrati, lipidi ,sale ,acqua a dare la vita?

Risposta:
reagendo chimicamente (seguendo le "normali" -generali- leggi fisico-chimiche del divenire).

Controdomanda:
Perché, invece secondo te c' é stato un intervento soprannaturale o cos' altro?

I batteri, fin dal primo, si sono sempre riprodotti per normalissime, per quanto complesse, reazioni chimiche (enzimatiche): nessuna "strategia" intenzionale.

Caro mio, ci vuole pazienza.
La scienza fa quel che può. E' un 'attività umana, non divina e non le si può chiedere l' impossibile.

La scienza si applica a ciò cui é applicabile (solo gli scientisti pretendono che abbia una risposta per tutte le domande immaginabili e possibili).
E cava molti grossi ragni da molti stretti buchi (anche in proposito, come Ipazia e Viator, sono ottimista).

Non la scienza correttamente intesa secondo una per me imprescindibile filosofia razionalista, ma invece la pessima, irrazionalistica (peraltro non più di quelle teistiche e variamente idealistiche) Filosofia dello scientismo (e il fatto che molti scienziati la seguano non ne giustifica l' indebita confusione con la scienza) pretende di raggiungere "scibili universali" estesi a "tutto" col solo metodo scientifico.

(Sono proprio curioso di sapere quanto -credo poco- sia diversa da questa la risposta di Ipazia).
#963
Citazione di: Ipazia il 18 Gennaio 2019, 14:38:20 PM


Citazione di: paul11 il 18 Gennaio 2019, 11:29:53 AM
Per fortuna la scienza da un secolo a questa parte, trascinata dalle scoperte ha dovuto porsi dei problemi di ontologia ed epistemologia fuoriuscendo da quella candela che aveva in mano che proclamava "è vero solo quello che vedo", o dal materialismo banale ed ingenuo di ritenere il pianeta terra al centro dell'universo.
Semplicemente perchè la scienza ora è "controintuitiva", non corrisponde ai sensi umani ritenuti giustificativi di verità scientifiche.
Per questo è difficile parlare di un tempo e uno spazio che non corrisponde più  alla visione sensoriale umana terrestre.

Ip.
Me ne compiaccio (non sono nè materialista ingenua nè scientista). Intuitiva o controintuitiva è sempre la sperimentazione a stabilire come funziona la realtà e, andando in regressione verso le cause, cos'è.
Citazione
Sg.
E' sempre l' empiria (in particolare il cimento sperimentale  per la scienza) a stabilire come funziona la realtà materiale (che secondo me non esaurisce la realtà in toto) e, andando  mediante inferenze logiche in regressione verso le cause, cos'è.

Infatti:

Ip.
E' la scienza bellezza. E' il suo metodo che trascende col ragionamento, impiegandoli assai bene, microscopi, telescopi, beute  provette, ...

Citazione di: paul11 il 18 Gennaio 2019, 11:29:53 AM
E fa scandalo che  fisici proiettino matematicamente (come faceva con le parole il filosofo antico) le conoscenze acquisite "materialmente", modellando così rappresentativamente un universo sconosciuto, daccapo, al bipede terrestre che vede con i suoi occhi  un kilometro di raggio spaziale, e il tempo di vita  nel tempo terrestre che è un quasi  niente nel tempo universale.

Ip.
Chi disprezza vuol comprare, mi vien da dire. Nel frattempo la scienza indaga il reale e il bipede filosofeggiante non può che partire da lì per dire qualcosa di ontologicamente sensato.
Citazione
Sg.
Per me limitatamente al  reale materiale naturale, che non esaurisce il reale in toto.

MI sembra (e mi ci sento molto a disagio!) di fare il "Tertiumdatur*" fra Paul11 e Ipazia.

__________________
* Personalizzazione letteraria di un concetto notoriamente a me assai indigesto
#964
Citazionel'immagine classica che del termine "moralità" dà la filosofia anglosassone, per la quale il "bene" è ciò che il soggetto pensa sia bene.

Ora, è da questa premessa che la filosofia anglosassone arriva a definire come "morale" qualsiasi condotta volta a perseguire il proprio desiderio o utile (per cui si arriva sinteticamente a definire il "bene" come l'oggetto dell' utile individuale).
A mio parere, con "al di là del bene e del male" Nietzsche si riferisce proprio alla visione della filosofia  anglosassone. Se l'uomo persegue la "volontà di potenza", allora la persegue in quanto crede che quella sia il suo utile, il suo "bene" (vedi anche il mio: "La volontà di potenza da un altro punto di vista", a pag.2).

MI espongo deliberatamente al rischio di scrivere una sciocchezza, data la mia scarsissima conoscenza dell' utilitarismo (malgrado le sue ascendenze...), ma mi sembra che uno Stuart Mill ad esempio intendesse l' utilità piuttosto collettivamente che individualmente: moralità come ricerca dell' utilità massima possibile per il complesso dell' umanità intera.

Se sbaglio é perché ricordo male quel poco che sapevo.
#965
Tematiche Filosofiche / Re:Leopardi e il Nulla.
18 Gennaio 2019, 11:01:03 AM
Citazione di: baylham il 18 Gennaio 2019, 10:52:41 AM
Una conferma che il pensiero, le teorie, individuali e collettive, evolvono, maturano, con ripensamenti, parziali arresti, contraddizioni.
Poi ciascuno prende ciò che gli piace e respinge ciò che non gli piace.

Di Leopardi ho letto in gioventù i Canti e le Operette Morali, le sue pubblicazioni, e alcuni estratti scolastici dello Zibaldone.

Non sono leopardiano perché penso che la felicità sia effettivamente transitoria, ma non illusoria, e che allo stesso modo lo sia l'infelicità.

Comunque considero parti della filosofia di Leopardi superiori a tutte le filosofie di carattere religioso, buddismo compreso.
Anche le brevi citazioni che hai riportato Sariputra per me lo dimostrano. "Io non credo che le mie osservazione circa la falsità d'ogni assoluto, debbano distruggere l'idea di Dio" riafferma la negazione di ogni assoluto.

Il nulla leopardiano espresso nel Frammento apocrifo di Stratone da Lampsaco è un nulla relativo. La chiusura del Dialogo di Plotino e di Porfirio e il proposito della Ginestra è assai differente dalla noluntas di Schopenhauer e dal nichilismo.

Hai descritto, meglio di come potessi farlo io stesso, quello che é anche il mio atteggiamento verso questo grandissimo filosofo (oltre che poeta stratosferico).
#966
Soliti pignolissimi puntini sulle "i" in un sostanziale e per me piacevole (per la cronaca), accordo sulle diversità (secondarie secondo molti punti di vista; e complimenti ancora per l' ultimo intervento sul populismo) -fine sviolinata (applausi, prego, per i virtuosismi)-.

Sulle vittorie più o meno facili (secondo me invece "al fotofinish") ci vorrebbe (appunto) la moviola.
Nel senso che é difficile stabilire se logica e matematica siano da considerarsi scienze (comunque non empiriche - naturali) o branche della filosofia. 

Naturalmente, pur coltivando (anche) la teoria pura (non però svagatamente platonica), sono un marxista, e dunque faccio mia anche la filosofia della prassi.

Distinguerei fra il dover essere e l' essere; infatti ribadisco di aver trovato non di rado, da parte di divulgatori anche ricercatori professionali, poche oneste ammissioni di dubbi e incertezze e molte "sparate grosse" per incantare i lettori.
#967
Citazione di: Ipazia il 17 Gennaio 2019, 14:04:17 PM
Finchè la società umana si reggerà sul lavoro umano il lavoro sarà una discriminante antropologica insuperabile. Il superamento del lavoro e l'avvento dell'otium è auspicato da tutte le visioni del mondo umanistiche, marxismo compreso, il quale si spinge oltre predicando una equa divisione del sacrificio lavorativo tra tutti gli umani. A differenza della società liberale/liberista, in cui il fine sociale è l'accumulazione capitalistica ottenibile solo attraverso la crescita infinita del lavoro e della merce, nel comunismo non esiste l'alternativa tra morire di lavoro o di disoccupazione. Nell'umanesimo marxista il lavoro è un mezzo, non un fine. E neppure una fine. Esso serve solo nella misura in cui è necessario alla riproduzione della vita umana nei modi che lo sviluppo tecnoscientifico e l'ambiente naturale consentono. In una società a misura d'uomo, e non di capitale, la supervalorizzazione del lavoro è fondata solo quando vi sono grandi gap sociali da colmare, come nella Russia post zarista o nella Cina maoista e in qualsiasi situazione di superamento di calamità naturali o sociali.


"Invidio" l' ottima, sintetica esposizione (é contro il regolamento del froum, ma mi é proprio scappato)
#968
Citazione di: Ipazia il 18 Gennaio 2019, 01:18:30 AM
Non va dimenticato che i conti sull'energia/massa totale dell'universo non tornano. Si ipotizza la materia oscura, ma siamo ancora carenti. La ricerca sulla radiazione cosmica di fondo dovrebbe completare il bilancio, ma é assai poco disposta a farsi catturare e quantificare. Fossi in sgiombo non mi straccerei le vesti. Come premesso da Apeiron, Lavoisier resta valido in tutti i fenomeni che interessano la biologia. Ma pure la chimica e la fisica classica.


Ma tu non sei una filosofa (almeno per come io intendo la filosofia; questo non é un presuntuoso rimprovero).

E comunque (e anche questa é filosofia) é bene che la scienza precisi sempre quando conosce fondatamente e quando più o meno gravemente brancola nel buio.
Cosa che stando alla mia personale esperienza i divulgatori (specie se giornalisti tipo Piero Angela, ma anche quando sono scienziati) spesso omettono di fare, lanciandosi in spericolate speculazioni onde sperare (invano) di epater le bourgeois o meglio le philosfophe.
#969
Citazione di: Apeiron il 17 Gennaio 2019, 23:46:55 PM


Quanto ho scritto in questa parte della mia precedente risposta è 'sbagliato'. C'è un motivo molto contorto e molto tecnico per cui lo è...ma non credo di essere in grado di spiegarlo e, inoltre, non è esattamente quello che voleva dire Carrol. Il resto va bene. Perdonate l'abbaglio!
Riflettendo su quanto ho scritto mi rendo conto di quanto sia 'ostico' tutto questo discorso.
Per favore, vi chiedo di IGNORARE la parte che ho citato del mio messaggio precedente.
CitazioneGià fatto, purtroppo.


Il punto è un altro: la conservazione dell'energia vale solo in presenza di uno spazio-tempo statico, ovvero uno spazio-tempo la cui curvatura non cambia nel tempo. Quando ciò, invece, è vero l'energia non si conserva più. Tuttavia, ovviamente, l'energia non diventa 'nulla'. Ma diventa 'qualcosa' che non può essere pensata come energia:
Citazione
Purché in circostanze e in proporzioni determinante, un nuovo splendido trionfo di Lavoisier & I pr. d TD ! ! !

Altrimenti, crisi nerissima della scienza.

#970
Citazione di: Apeiron il 17 Gennaio 2019, 22:40:12 PM
Ok, visto che ho causato il 'casino', cerco di rimediare  ;D

Premessa 1: personalmente, ho forti difficoltà a concepire lo spazio come qualcosa di 'materiale' (anche se nel 'materiale' si includono anche le radiazioni, cosa che non tutti i fisici fanno). Ancora più difficile mi è concepire il tempo come qualcosa di 'materiale'. Quindi, a sua volta, anche concepire lo spazio-tempo come qualcosa di 'materiale' è qualcosa che proprio non riesco a capire. (Questo è più o meno, il motivo per cui dire che la 'quantizzazione' dello spazio-tempo, ovvero vedere lo spazio-tempo come 'granulare' a me, onestamente, ricorda poco la filosofia democritea visto che gli atomi di Democrito si muovevano nello spazio ma lo 'spazio' non era certo 'materiale' visto che era considerato 'non essere' -  a parte, ovviamente, la cosa della 'granularità' ;) )

Premessa 2: se, per esempio, si dice che la 'radiazione' non è 'materia', allora quello che @Freedom diceva su Lavoisier era sostanzialmente corretto. In certi casi, la 'quantità di materia' non si conserva. Chiaramente, se con 'materia' includiamo anche la radiazione, il discorso cambia.
CitazioneSpazio, tempo e spazio-tempo per me sono astrazione "cogitative" (del pensiero) di aspetti della realtà fenomenica materiale), reali n quanto tali.

Come si fa a non considerare la radiazione materia, dal momento che e = mcc (si trasforma in massa e viceversa in circostanze determinate secondo proporzioni determinate?

Ma se Chiaramente, se con 'materia' includiamo anche la radiazione, il discorso cambia, cambia nel senso che la materia (complesiva) non si crea né si distrugge ma continuamente si trasforma o no? 



Fatte queste secondo me essenziali premesse, faccio l'esempio di due diversi scenari:

Scenario 1: un razzo viene lanciato nello spazio. Chiaramente, a livello di fisica classica pre-relativistica, diciamo che serve la 'spinta' per contrastare l'azione del 'campo gravitazionale', immaginato come più o meno il 'campo elettromagnetico'. Dunque, il razzo cede energia al 'campo gravitazionale' e, quindi, a livello 'classico' diciamo che il 'campo gravitazionale' acquista energia. Nella RG, però si scopre che il 'campo gravitazionale' è una proprietà dello spazio-tempo, più precisamente la curvatura! Chiaramente, l'energia non diventa 'non essere', visto che lo 'spazio-tempo' deve essere visto non più come uno 'sfondo' bensì come una sorta di 'entità' (che difficilmente classificherei come 'materiale' specie perchè c'è anche il 'tempo', ma ad ogni modo...). Se, invece, il razzo venisse rallentato, ovviamente, l'energia cinetica del razzo non viene 'dal nulla'. Visto che il 'campo gravitazionale' è una proprietà intrinseca dello spazio-tempo, esso è qualitativamente diverso dagli altri campi, come quello elettromagnetico.
Citazione
Ma perché mai il tempo ("a priori") non dovrebbe essere materiale?

Dunque mi sembra di capire che si conferma che nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma deterministicamente.

Scenario 2: Alice sulla Terra manda un fotone a Bob che è nello spazio aperto. Quando Bob misura la frequenza del fotone, troverà un valore inferiore di quello che, in precedenza, aveva misurato Alice. Siccome, però, l'energia del fotone è proporzionale alla frequenza, il fotone ha ceduto energia. Chiaramente questo evento non è contemplato dalla Meccanica Classica ma solo nella RG. Siccome per 'energia', in genere, si intende qualcosa di 'localizzabile' (ovvero di qualcosa presente nello spazio (o spazio-tempo)) come l'energia presente nella materia e nella radiazione, è molto difficile chiamare 'energia' qualcosa che si riferisce ad una proprietà intrinseca dello spazio-tempo stesso. Il discorso che fa Carrol sulla densità dell'energia mette in luce questa difficoltà concettuale.
Citazione
Che sia "difficile" considerarlo o no, bisogna sapere (stabilire) se é energia o no (anche considerare lo spazio-tempo integrato anziché lo spazio e il tempo indipendenti e la indeterminazione e la non località quantistica é stato "difficile").

Se si trasforma deterministicamente in caratteristiche (determinate quantitativamente e circa le circostanze e modalità in cui ciò accade) e viceversa, non vedo che difficoltà possano esserci a considerare anche lo spazio-tempo materia e continuare ad affermare la verità che nulla (di materiale) si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.

Chiaramente, se si accetta lo spazio-tempo come qualcosa di 'reale' (seppur qualcosa di qualitativamente 'diverso' dalla 'materia' (qui includo anche la 'radiazione')) allora è chiaro che l''energia' diventa 'qualcos'altro'. E che la somma tra l''energia' e questo 'qualcos'altro' è costante. Chiaramente se si ridefinisce l''energia' in modo da includere anche il 'qualcos'altro', allora, ovviamente, anche in RG l''energia' si conserva.
Citazione
Lavoisier e I pr. della termodinamica ancora una volta splendidamente confermati e "arricchiti di contenuti"!

(gli Eddy Merckx della fisica)

Magnifico!

Tutto sta anche, secondo me, nella concezione dello spazio-tempo. Se lo si accetta come una 'realtà materiale' come la 'materia' (qui in includo anche la 'radiazione'), si deve ammettere anche la sua 'alterità' dalla 'materia' - ovvero è un altro 'tipo' di 'realtà materiale' (la 'materia', in fin dei conti, è nello spazio-tempo e, la RG ci dice, 'interagisce' con esso).  
Citazione
Un altro (ancora) tipo della stessa "cosa" reale in continua trasformazione senza aggiunte o diminuzioni: la materia.

Per quanto mi riguarda, l''energia' non si conserva nella RG, perché ritengo l'energia una grandezza fisica definibile in relazione alla 'materia' e non allo spazio-tempo. Ad ogni modo, anche se la RG è una teoria deterministica, ci fa capire che la 'realtà materiale' è davvero strana!  ;D

Citazione
Strano o no, le mie esigenze (filosofiche) di ineludibile coerenza logica nelle teorie scientifiche sono pienamente soddisfatte dal determinismo.
Ovvero: purché si dia determinismo la scienza é accettabile come conoscenza vera, quali che siano (anche i più strani) i contenuti delle sue teorie. Altrimenti si tratterebbe in sproloqui senza senso (ai quali non di rado scienziati anche di vaglia ma filosoficamente poco o punto ferrati indulgono).

Meglio adesso?
Citazione
Non meglio:
OTTIMAMENTE!

#971
Citazione di: viator il 17 Gennaio 2019, 22:16:03 PM
Salve Sgiombo. Urge un chiarimento, credo. Nel mio intervento delle 20.58 io non stavo affermando che le quattro dimensioni esistano fisicamente. Stavo deducendo quanto mi sembrava consequenziale in base alla ipotesi (da me non condivisa) del tal Sean Carrol citata da Apeiron. Confermo quindi quanto scritto poco fa alle 22.04. Saluti.


Non capisco bene (mi sembrava che più che affermare negassi).

Ma comunque la mia precedente risposta era rivolta a quanto da te affermato, che ne fossi personalmente convinto o che fosse solo una "difesa d' uffcio" di Sean Carrol (così come riferitoci da Aperiron).
#972
Citazione di: viator il 17 Gennaio 2019, 22:04:51 PM
Salve Sgiombo. Il quid sta in tuo intervento ancora precedente. Riporto : "Se nel nostro Universo (la materia percepibile a noi comuni mortali comprensiva dell'energia insomma lo spazio-tempo) non si può creare nulla allora quel che c'è rimane. Non si può aggiungere nè togliere nulla. Ed evidentemente non si può essere creato da sè".
Ho già affermato diverse volte che secondo me spazio e tempo sono solo le modalità psichiche con le quali noi interpretiamo gli effetti su di noi (sul nostro corpo) delle uniche due dimensioni fisiche dell'esistente : La materia (il corpo, fatto di materiale, la riconosce facilmente; la psiche, fatta di forma immateriale, è costretta a "smaterializzarla" per assimilarla, traducendola nel concetto immateriale di spazio (per questa ragione diciamo che la materia ha la proprietà di occupare uno spazio)).
La seconda dimensione è quella energetica. L'energia in sè è incorporea poichè non occupa uno spazio (al limite si sposterebbe in esso). Essa è la dimensione fisica che si occupa di generare gli eventi, gli accadimenti, i fenomeni. Come tale, i suoi effetti sono più facilmente riconoscibili dalla psiche la quale non deve far nulla per assimilarla : psiche ed energia sono entrambe entità immateriali. Ma come chiamiamo noi ciò che genera gli eventi ? Tempo.

E' quindi evidente che io credo in due dimensioni fisiche, tu in quattro. Su tale base è evidente che risulta vana ogni mia ulteriore puntualizzazione circa le tue ulteriori affermazioni su questo argomento. Secondo la mia visione, mancando spazio e tempo, non c'è da parlare di creazioni, comparse, inizi e fine delle dimensioni fisiche fondamentali. Stammi bene.

IL fatto é che la nostra coscienza comprende, oltre al pensiero (più o meno la psiche) anche la materia fenomenica scientificamente conosciuta con il suo mutare nel tempo (la scienza non ci fa conoscere un' oggetttva realtà in sé indipendente dalle nostre sensazioni soggettive -tutte- ma invece il divenire di quella parte del divenire delle nostre sensazioni soggettive che é -postulabile, non dimostrabile essere: Hume!- intersoggettiva).

E anche questa diviene nel tempo (che poi la scienza può precisare empiricamente -quindi sempre fenomenicamente- nelle sue caratteristiche di relatività ai sistemi di riferimento, ecc. ma non negare).

Per la scienza (non per me) l' energia é materiale perché si trova, anche se é solo limitatamente localizzabile con precisione nello spazio (e lo percorre, per esempio alla velocità della luce nel caso di quella elettromagnetica) e perché si trasforma in massa altrettanto localizzata e viceversa secondo proporzioni e in circostanze universali e costanti.

In conclusione mi sembra di poter dire (ma sarebbe più interessante forse l' opinione di Apeiron) che la tua concezione (filosofica) abbia ben poco abbia a che fare con la scienza (fisica). 



Stammi altrettanto bene.
#973
Citazione di: viator il 17 Gennaio 2019, 21:23:46 PM
Leggi extraumane non demolibili, contraddicibili, modificabili esistono solo per i credenti. Tutte le leggi umane invece risultano relative, violabili, modificabili, cancellabili, incluse -. ripeto quelle fisiche. Il fatto che alcune o molte di esse non siano finora state smentite non significa certo che non potrebbero risultarlo in futuro.

Tutte le leggi fisiche scoperte dagli uomini sono in linea di principio modificabili o cancellabili in seguito a osservazioni empiriche che le falsifichino.

Ma non violabili: pur essendo dimostrabili logicamente né provabili empiricamente (Hume!), fino ad eventuale prova empirica contraria (falsificazione) si assume (arbitrariamente) che abbiano "vigore" universale e costante, che non ammettano eccezione (sospensione, elusione, violazione) alcuna (id est: "miracoli").
#974
Per capirlo dovresti rileggerti quanto ho scritto.

So benissimo che spazio-tempo e materia (energia e massa) esistono tutti.

Ma se mi si dice (scrive) che la materia (massa+energia) non si conserva nelle trasformazioni che subisce, che dallo spazio-tempo si aggiunge e che nello spazio-tempo si sottrae materia alla materia senza dirmi:

-in quali determinate circostanze (e non altre);

-in  concomitanza con quali determinate alterazioni quantitative dello spaziotempo (e non altre),

-in quali determinate quantità (e non altre),

allora mi si dice che non esiste (più) alcuna teoria scientifica non falsificata: non ce n' é una che descriva trasformazioni materiali (tra massa e massa, energia ed energia, massa ed energia, massa e spazio-tempo, energia e spazio-tempo) universalmente e costantemente accadenti in determinate situazioni (e solo in quelle) e secondo determinati rapporti quantitativi fra le une e le altre forme di realtà materiale (massa, energia, spazio-tempo; e solo in quelli).
Ergo che la realtà materiale non diviene ordinatamente ma muta caoticamente.
Ergo: che non si può dare conoscenza scientifica.

(Va bene sottovalutare l' importanza della critica filosofica della scienza, per chi si accontenta di una scienza acriticamente "bevuta", ma)

Non so se vi rendete conto dell' enormità della cosa.
#975
Obiezioni ad Apeiron
 
Per chi intenda vagliare criticamente quanto la scienza ci dice (o sembra dirci), credo che ciò che conta sia soprattutto "il pelo nell' uovo".
 
Basta un minuscolissimo (licenza poetica) ambito della scienza in cui un principio non vale, basta che l' applicazione di un nuovo principio o una correzione di un vecchio principio sia "irrilevante in quasi tutte (ma non in tutte) la applicazioni" perché sia necessario "rivedere tutto l' armamentario da cima a fondo".
Perché la conoscenza scientifica ha senso solo se (cosa indimostrabile: Hume!) la realtà materiale - naturale di cui si occupa diviene secondo modalità universali e costanti senza eccezione alcuna (altrimenti si é, in realtà, nel mutamento assoluto, integrale, senza alcunché di costante, disordinato, caotico; con qualche insignificante sequenza casuale che curiosamente simula (ma non segue in realtà) un (apparente, ma falso, non reale) divenire ordinato: può ben capitare che in un elevatissimo numero di eventi del tutto casuali "qua e là" si osservi un qualche ordine apparente; ma sempre casuale é la realtà di tale sequenza di eventi (e solo falsamente può essere considerata "qua e là ordinata").
Infatti l' ordine deve essere ineccepibile per definizione, mentre il disordine può benissimo talora anche "curiosamente" simulare l' ordine (in un mazzo di carte ben ordinato non può starci una sequenza "invertita" tipo due di coppe, quattro di coppe, tre di coppe, cinque di coppe oppure non coerente per segno come tre di bastoni, quattro di spade, cinque di bastoni; mentre in un mazzo di carte disordinato, dopo ore di mescolamenti, potrebbero benissimo esserci sequenze apparentemente ordinate come asse di denari, due di denari, tre di denari, ecc.; al limite non é impossibile, in linea teorica, di principio che si possa dare anche una sequenza apparentemente -ovvero falsamente pensabile essere- ordinata ma realmente disordinata di tutte la carte del mazzo, dall' asse di denari al re di bastoni, senza alcun mescolamento di segni o inversione di numeri).
 
Dunque se ha ragione Sean Carrol e si deve ammettere che "l' energia non é conservata" (qui mi sembra evidente che, come correntemente accade, per "energia" si intende la totalità della materia in continuo mutamento, trasformazione, movimento, sia in forma di massa che in forma di energia),
 
se "nelle relatività generale lo spazio-tempo può dare energia alla materia [e alla radiazione n.d.t.] e può assorbirla dalla materia [e dalla radiazione n.d.t], così che l'energia totale non è conservata"
 
e se "L'energia non è conservata; cambia perché lo spazio-tempo cambia".
 
allora é necessario guardare in faccia la realtà, prendere il coraggio a due mani e porsi dei seri problemi.
Un atteggiamento filosofico razionalistico non può nascondersi dietro il fatto che non cambia una virgola la questione della conservazione dell'energia in tutti gli altri ambiti della scienza. O che la non conservazione vale solo nel caso di uno spazio-tempo non statico, cosa che è irrilevante in quasi tutti le applicazioni, biologia compresa, come fossero foglie di fico.
 
Allora:
o ci sono modalità universali e costanti secondo le quali l' energia (materia) non é conservata ma aumenta o diminuisce di quantità, per esempio prendendo dallo e dando allo spazio-tempo energia (materia) solo in certe determinate circostanze e non in alcun altra, sono "in cambio" (in concomitanza) di determinati mutamenti dello spazio-tempo e non di altri,  e solo secondo proporzioni determinate, universali e costanti deterministicamente correlate ai corrispettivi cambiamenti quantitativi dello spazio-tempo e non ad altri (e in nessun altro modo; modalità universali e costanti del cambiamento esprimibili in una forma analoga ad e = m cc -per quanto eventualmente più complessa- includente lo spazio-tempo),

oppure non abbiamo conoscenza scientifica.
 
Perchè possa darsi conoscenza scientifica occorre divenire ordinato e non -letteralmente- "sregolato", disordinato, caotico (compreso il caso in cui apparentemente ma non realmente in tutto meno che in un pur minuscolissimo ambito della realtà "marginalissima", insignificante" per tutto il resto dell' universo fisico "vigono" leggi apparentemente ma non affatto realmente universali e costanti del divenire).
E dunque o le vecchie regole universali e costanti del divenire falsificate dall' osservazione empirica dei fatti sono sostituite da nuove regole (come le regole degli scambi energetici discreti hanno sostituito le leggi unversali e costanti pre-quantistiche del divenire naturale non discreto; o come la relatività dello scorrere del tempo ai riferimenti inerziali ha trovato regole universali e costanti di correlazione fra le diverse sequenze di eventi come rilevate nei diversi sistemi), oppure la realtà diviene disordinatamente ed é inconoscibile scientificamente (o se invece diviene ordinatamente, allora non disponiamo di alcuna conoscenza dei suoi modi reali di divenire ordinatamente).
In altre parole (popperiane): tutte le teorie (finora di fatto) disponibili sono falsificate, e non disponiamo di alcuna teoria scientifica che abbia superato al falsificazione empirica: 

drammatico!

A meno che qualcosa di importante non sia stato ben compreso, che ci siano lacune ed errori nelle osservazioni e/o nelle spiegazioni teoriche che alle osservazioni si danno.