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Messaggi - iano

#976
Citazione di: iano il 30 Novembre 2024, 08:09:46 AMNon coincide ad esempio con la realtà che esista una specie umana, anche se questa è la nostra percezione, e se non esiste allora non può dominare il pianeta.
Mi spiego meglio.
Se la teoria dell'evoluzione è una necessaria favola, la sua utilità ha però un limite.
Se le specie sono una necessità narrativa, il chiedersi poi quale specie domini il pianeta, va oltre la stretta necessità per cui la favola è nata.

Infine, se da un lato mi aspetto che qualcuno possa vedere nel mio ''provocatorio'' punto di vista una volontà di denigrare la scienza, essendo un rischio che ho deciso di correre, non essendo comunque  questa la mia intenzione, mi riterrò in ogni caso soddisfatto se da questa mia provocazione qualcuno trarrà motivo per rivalutare l'importanza delle favole, categoria nella quale rientrano a pieno titolo le teorie filosofiche, credendo io ormai  sia chiaro che in tal modo non intenda denigrarle, anzi...
In ogni favola c'è sempre un aderenza alla realtà, però, almeno nella misura in cui ne abbiamo coscienza, non dovremmo confondere la favole con la realtà, tenendo conto che non sempre questa coscienza vi è, non dipendendo ciò del tutto dalla nostra volontà. Teniamo solo conto che questa nostra capacità rimane attiva anche indipendentemente dalla nostra volontà
Il nostro mondo, quello in cui viviamo, nasce in effetti dalla nostra capacità di immedesimarci nelle favole che ci raccontiamo.
Pare  a me che si tenga troppo poco conto di questa nostra naturale capacità che si traduce in chiaro nel nostro amore per il teatro, amore che noi, a differenza dei greci, che ad esso edificavano ''templi'' non secondi a quelli degli dei, mostriamo più pudore nel mostrare, come se si trattasse di una favola, che è si per adulti, ma pur sempre una favola.
E' invece l'espressione più evidente della nostra creatività grazie alla quale riusciamo a campare dentro a questa realtà.
Può in effetti il teatro fare più degli dei, del quale essi sono solo personaggi e questa secondo me è il punto di vista da cui bisognerebbe considerare l'impresa scientifica, come parte comunque non esaustiva dell'umana impresa.
#977
Citazione di: misummi il 30 Novembre 2024, 07:50:50 AMstai parlando a te stesso,cambia registro e magari ti leggo.

Che ci si esprima per compiacere il proprio prossimo è umano, però forse un forum di filosofia è il posto meno adatto per farlo.
Certo ci teniamo tutti ad essere letti, ma non può ridursi a questo il contenuto dei nostri scritti.
Sono certo che ne converrai e vorrai perciò non interrompere un dialogo solo perchè non si mostra compiacente il tuo interlocutore.
Spero quindi che tu possa trovare nei miei successivi post motivo per continuarlo.
#978
Il pericolo che corre oggi la filosofia è di trasformarsi nella più classica delle favole basandosi solo sulla propria percezione della realtà, perchè come constato su questo forum, anche chi sente il giusto dovere di far riferimento alla scienza, spesso la deforma volutamente o meno, per ricondurla alla propria percezione.
Però io credo che la filosofia non possa accettare questo limite, che limite non era quando tutta la nostra scienza era effettivamente racchiusa nella nostra naturale percezione.
Oggi però si richiede di provare a trascendere una naturale percezione, che comunque ci terremo cara, ma senza più poter fare riferimento ad essa in modo esclusivo.
#979
Concludendo io credo che le teorie scientifiche non abbiano una sostanza diversa da quella delle favole, ma che a differenza delle classiche favole hanno una aderenza diretta con i fatti, e non solo eventualmente indiretta per la saggezza che possono contenere.
La differenza fra le favole e le teorie scientifiche è che le prime sono volutamente inventate, ma per quanto inventate sarà difficile sostenere che nascano dal nulla, mentre le seconde sono necessariamente inventate seppur sia evidente che non nascano dal nulla. Sia le une che le altre possono comunque, ognuna a modo suo, indicarci come muoverci nella realtà, pur essendo entrambe sostanzialmente irreali, non coincidendo cioè con la realtà.
Non coincide ad esempio con la realtà che esista una specie umana, anche se questa è la nostra percezione, e se non esiste allora non può dominare il pianeta. Esiste solo una vita che si arrabatta chiedendo ad ogni suo individuo componente , diverso da ogni altro, di dare il suo irripetibile contributo.
#980
Citazione di: misummi il 30 Novembre 2024, 06:14:27 AMLa linea evolutiva mammifera umana non è la più adatta e migliore per questo pianeta, quindi muterà in qualcosa d'altro che per il momento non è dato sapere.
Hai raccontato l'evoluzione in modo sostanzialmente corretto, ma al modo di una favola della ''cattiva notte''.
In effetti nell'evoluzione non ci sono buoni o cattivi ma solo gli adatti di turno in un continuo turn over in un ambiente che cambia in continuazione, e non cambia  la teoria se siamo noi umani a provocare i cambiamenti , non essendo neanche una novità nella storia della terra.
La novità starebbe nel fatto, ma è da vedere se succederà, che avendone coscienza, noi possiamo invertire la tendenza.
Non esisterà mai un linea evolutiva definitiva sia che la elegga Dio o la natura.
C'è secondo me un qui pro quo di fondo.
Non possiamo descrivere l'evoluzione della vita se non adottando l'escamotage di suddividerla in specie, specie che in se però non esistono, esistendo solo gli individui viventi il cui numero ci impedisce appunto di descriverne l'evoluzione ''niminandoli'' uno per uno, per cui dovremo nominare gruppi di essi la cui origine sta solo quindi in una convenzione,
adottando cioè un criterio che, seppur a volte sembra venire da se, tanto che ci viene naturale adottarlo, rimane pur sempre arbitrario.
Il problema dell'essere arbitrario starebbe nella difficolta a condividere questa classificazione, e senza questa condivisione la teoria dell'evoluzione, come qualunque teoria scientifica resterebbe lettera morta.
Ed effettivamente è questa la difficolta che abbiamo nel comprendere le teorie scientifiche, nell'accettare ad esempio che la realtà possa essere descritta ''come se fosse fatta'' di quanti, mentre non abbiamo difficolta a comprendere la teoria dell'evoluzione, anche quando non dovessimo accettarla, perchè ci viene ''naturale'' il modo in cui dividiamo gli individui viventi in specie, anche se questo è vero fino a un certo punto, perchè poi quando si scende nel dettaglio le cose si fanno più complicate, roba da specialisti, come Linneo e i suoi epigoni naturalisti.
#981
Citazione di: misummi il 29 Novembre 2024, 07:41:41 AMTra l ' altro, il collasso non è affatto un collasso,ma un apparire di particella su un determinato stato.
Che sia un collasso, o una apparizione, o altra possibile eventuale descrizione del fenomeno, tutto diventa più semplice secondo me, se si rinuncia a voler far coincidere la realtà con una qualunque possibile sua descrizione, di modo che delle possibili descrizioni, una volta svincolate dall'obbligo di essere realtà, noi si possa scegliere di volta in volta la più conveniente.
Ogni descrizione sarebbe quindi da vedere meglio come una possibile applicazione fatta sulla realtà, ognuna delle quali nasce dall'analisi dei fenomeni e potenzialmente in modo indipendente dalle altre.
Se si assume questo punto di vista a priori, il principio di indeterminazione ci dice invece a posteriori, che grandezze fisiche potenzialmente indipendenti fra loro, hanno invece uno stretto legame inatteso, e ciò ha certamente rilevanza filosofica.
Allo stesso modo la relatività di Einstein ci dice che grandezze come spazio e tempo che noi abbiamo sempre considerato fra loro indipendenti, hanno uno stretto legame
e ancora E=mc2 ci dice che c'è uno stretto legame fra massa ed energia.
Quindi termini potenzialmente fuorvianti, come indeterminazione e relatività, capaci di evocare caos e mondi al contrario, sono solo termini maldestramente usati per indicare teorie fisiche che sanciscono fra le grandezze fisiche un legame inatteso, ciò che dovrebbe richiamare alla nostra mente un ordine nell'universo superiore a quello che già supponevamo, se le variabili con cui riusciamo a determinarlo si riducono piuttosto che moltiplicarsi.

Infine qualcosa che per noi è stata sinonimo di concretezza, come la massa, e qualcosa di così etereo, come l'energia, tanto che qualcuno prova a farne un succedaneo dello spirito santo, sono fatti invece della stessa sostanza, e ditemi voi se ciò non ha rilevanza filosofica.
#982
Citazione di: PhyroSphera il 28 Novembre 2024, 13:19:10 PMCerto non bisogna esagerare con l'attribuzione di campo di realtà al Principio di Indeterminazione, eppure esso è un riferimento importantissimo, inaggirabile a prescindere dai linguaggi usati - inoltre l'espressione utilizzata per definirlo non è affatto peregrina.
E' peregrina se uno, non avendolo compreso, non può che limitarsi ad essa, come fai tu. Non metto però in dubbio che se tu l'avessi compreso saresti in grado di trarne interessanti conseguenze filosofiche, e non mi resta quindi che constatare in che modo tu sprechi il tuo talento.
#983
Citazione di: Ipazia il 28 Novembre 2024, 09:10:20 AMMi permetto di dissentire. Una società solidale è consapevole del valore di scambio dei valori d'uso e riesce a programmare tale necessità sia in rapporto al consumo umano,  che alle infrastrutture e tutela ambientale necessarie per conservare e trasferire i prodotti del lavoro.
Non ho detto il contrario, una società solidale e consapevole possiede la giusta visuale.
#984
La globalizzazione è stata una lente di ingrandimento su questa contraddizione che ha impattato di più su un Italia che nazione non è mai stata.
Quindi se nella sostanza siamo stati fin qui un accocchino di famiglie,  le rivendicazioni di autonomia paradossalmente potrebbero essere una tensione delle famiglie a farsi per gradi nazione, piuttosto che la negazione di una dimensione nazionale che non vi è mai stata.
Non vorrei con ciò che mi scambiasse per un leghista, per carità.
E' solo la proposta di un diverso punto di vista sui problemi vecchi e nuovi che ci affliggono, laddove alcuni dei nuovi potrebbero essere solo quelli. vecchi messi sotto una lente di ingrandimento, da farli apparire una novità.
#985
La non lungimirante ottica del ''tengo famiglia'', dispiace dirlo, solo le catostefofi ambientali può scuotere, se l'alluvione ogni anno rischia di portartela via la famiglia.
Forse è arrivato dunque il momento di capire che la ristretta ottica del ''tengo famiglia'' è sempre più incompatibile con una economia sempre più globalizzata, dove perfino l'attaccamento al proprio territorio, sempre in un ottica ristretta, può diventare un problema.
Oggi la migrazione è un problema, quando una volta l'essere nomadi era la normailtà, una normalità forse da riscoprire.
Se questo mondo è globalizzato è a questa terra intera che dovremmo estendere il nostro attaccamento, superando lo steccato dell'orto familiare.
Il localismo e la richiesta crescente di autonomia potrebbero essere solo la disperata difesa ad oltranza di una famiglia costretta comunque ad allargare i suoi confini al paese o alla regione, sopratutto in un Italia che storicamente non è comunque riuscita mai a portarla a una dimensione nazionale.
Una cosa è che una nazione sia fatta di famiglie, altro è che su di esse si fondi costituzionalmente, perchè l'interesse della famiglia non coincide con quello della nazione.
#986
Ovviamente, una corretta programmazione può e deve essere strutturata....tu scrivi Visechi, cosciente al contempo del fatto che una programmazione è possibile solo in un mercato che , messa nero su bianco la programmazione , non si già mutato, per la velocità con cui si susseguono le innovazioni tecnologiche, il cui impatto non si può più far finta di non vedere, presentandosi come una cambiale a sempre più breve scadenza.
Il problema è che la corta visuale di sopravvivenza del lavoratore in un sistema democratico diventa assenza di programmazione, finché l'alluvione non diventa un problema di sopravvivenza più pressante della mancanza di lavoro.
#987
Citazione di: green demetr il 27 Novembre 2024, 00:01:44 AMTu parli di idolatria ma sei tu che idolatri il vitello d'oro, alle persone interessa ormai solo i soldi,  o di far male alle persone, se questo ti va bene.
Tieniti il tuo Dio.
Vai Green, prescelto dal Signore, e costruisci un arca...
#988
Però prendere a pretesto una notizia scientifica per avvalorare le ipotesi complottiste, è un film che si replica in continuazione sul forum.
A tua discolpa posso almeno dire che le notizie che prendi a pretesto sono ben documentate, perchè diversamente nel migliore dei casi sono fraintese, e nel peggiore inventate, e in ogni caso direi che non è questa la sezione giusta in cui postare.
Sceglierei una fra le sezione ''tematiche culturali e sociali'' e  ''attualità''.
#989
Citazione di: misummi il 25 Novembre 2024, 18:27:47 PMQuindi...cosa dice la logica?
Che se la usi male ottieni risultati illogici, rischio che non si corre affidando il compito ai computer, come ormai fanno gli scienziati.
Se fai delle assunzioni, assiomi, applicandovi la logica, essa te li restituirà in forma diversa, ma  ''logicamente'' equivalente.
Fatto il suo banale lavoro la logica ripassa la palla all'uomo il quale da una forma può intuire ciò che l'altra non gli lasciava intravedere.

 Si tratta di una specie di magia capace di rendere sorprendente ciò che è banale, e banalizzare ciò che è sorprendente.
In fondo non è poi cosi sorprendentemente grande l'universo se riusciamo a ridurlo a una mappa, riuscendo così a ''comprenderlo''.

Non sempre però questa operazione di ''comprensione'' avviene in modo cosciente, e perciò si tende ad assimilare il rappresentato alla sua rappresentazione, se ingenuamente ci si convince che tutto passi per la nostra coscienza.
#990
Scienza e Tecnologia / Re: La verità su Hubble
26 Novembre 2024, 07:07:49 AM
Citazione di: misummi il 25 Novembre 2024, 18:06:59 PMin altre parole la massa dipende dalla velocità accelerando o decelerando  Ma Einstein avevi detto che la massa sarebbe aumentata solo accelerando mentre in questo caso aumenta decelerando. Anzi sembra perfino rivelare una massa del fotone "a riposo" e non solo di moto.
E questo sarebbe ancora più importante per due motivi:
a)i fotone potrebbe avere anche una minima massa "a riposo" e non solo di moto
e ,in ogni caso
b)la massa del fotone aumenta rallentando
e questa è luce solida
Quindi: la simulazione si baserebbe su un rallentamento dei fotoni e un loro aumento di massa in modo tale che l'olografia diventi solida quel tanto che basta.
Detto tra noi,se la velocità del fotone diminuisse di 100000 volte, come nell'esperimento citato, sulla terra viaggerebbe ancora a 200000 km/sec: chi se ne accorgerebbe?
Sarebbe ancora vicino all'istantaneitá per noi e,d'altronde, fare in modo che non ce ne accorgiamo sarebbe un ulteriore piacevole gioco per i simulatori, no?!

Bisognerebbe leggere gli articoli scientifici , col pericolo per noi di non comprenderli o di travisarli.
A me l'equazione di Einstein, da un punto di vista filosofico, mi ha insegnato una cosa, che, se c'è qualcosa che non comprendi,  e che non riesci a spiegare nei termini di ciò che comprendi , prova a spiegare ciò che comprendi nei termini di ciò che non comprendi.
Cioè, se c'è qualcosa di sorprendente che non riesci a spiegare, fai in modo che tutto ciò che do avvio gli ''sta attorno'' diventi sorprendente, perchè se tutto diventa sorprendente, allora nulla è sorprendente.