Citazione di: green demetr il 16 Febbraio 2023, 14:36:16 PMNel primo caso siamo nel nominalismo aristotelico-tommasiano-kantiano (che anch'io critico)ma anche già dagli scettici antichi a Cartesio,Hegel fino a Wittgestein , Cartesio per quanto riguarda il dubitare dei nostri sensi ma senza però voler dire che dal momento che possono esistere degli inganni, allora non è sempre scontato bruciarsi con il fuoco. Noi costruiamo una conoscenza sulla base di una "realtà incontrata" e sulla base di questo il pericolo è quello di giungere alla conclusione che l interpretazione di fenomeni particolari sia la realtà propio come avviene nella matematica in cui conoscere che 7 +5 fa 12 equivale a costruire l addizzione 7+5 =12 .
Nel secondo caso siamo a Dun Scoto e Heidegger.
Certo, kant è vero che ci invita a pensare che dietro l oggetto fenomenico x esista un oggetto neumenico Y (e qui la trascendenza in kant per come lo capita) una cosa in sè e per noi inaccessibile , ma questo non toglie che la sfera dell essere (con le 12 categorie e tutti gli a priori del caso) coincide in larghissima misura con quella del conoscibile , e che il conoscibile equivalga essenzialmente al costruibile. All origine della fallacia dell "essere e sapere" c'è dunque un intreccio di argomenti. Seguendo e radicalizzando kant , i costruzionisti confonderanno sempre l'ontologia con l epistemologia , quello che c'è ( e non dipende da schemi concettuali) e quello che sappiamo (e dipende da schemi concettuali). Le due cose , ovviamente non si equivalgono perchè il fatto di sapere che questa chiave mi apre la porta di casa (epistemologia) non mi permette di aprire la porta di casa nel caso in cui io abbia perso la chiave in questione (ontologia). L asserto di kant non avrebbe in realtà nulla di problematico, in quanto ci sono più circostanze in cui si può applicare senza nessuna difficoltà e appare ampiamente giustificato, basti pensare a quanto sia impossibile agire sensatamente nella ricerca scientifica o nelle dinamiche politiche o sociali se non si è muniti di concetti. Il problema è però che kant itendeva che fossero necessari concetti per avere una qualsiasi esperienza. é questo il mio disappunto principale, perchè dico questo? bhè non mi serve avere nessun cencetto , nè categorie a priori e nessun altra facoltà mentale per scivolare su una lastra di ghiaccio.