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Messaggi - Eutidemo

#976
Ho letto il parere negativo espresso da Gianni Letta, il patriarca del "centro destra" (liberale) , in risposta ad una domanda di Antonio Polito riguardo all'istituzione del cosiddetto "premierato forte".
E devo dire di essere pienamente d'accordo con lui!
***
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PREMESSA
Ed infatti non c'è dubbio alcuno che un "Premier" eletto direttamente dal popolo, avrebbe, "di fatto", un "autorevolezza" notevolmente superiore a quella del "Capo dello Stato", che, invece, viene eletto dal solo Parlamento; magari non avrebbe una maggiore "potestà", ma, di sicuro, avrebbe senz'altro una maggiore "autorità" (in senso latino)
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Ed infatti, rammentando che in latino "auctoritas" significa principalmente "autorevolezza" (a differenza del significato più ristretto di "autorità" in lingua italiana), secondo me non bisogna mai dimenticare le parole della parte finale delle "Res Gestae Augusti"; con le quali, il "furbacchione", spiega, "tra le righe", come riuscì, piano piano e subdolamente, a trasformare la "Repubblica in "Impero".
"Post id tempus auctoritate omnibus praestiti, potestatis autem nihilo amplius habui quam ceteri qui mihi quoque in magistratu conlegae fuerunt" (R.g. 34.3).
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Peraltro, tecnicamente e giuridicamente,  senza voler fare paragoni del tutto "impropri", a seguito della proposta riforma costituzionale, un "Premier" eletto direttamente dal popolo, verrebbe ad avere, nei confronti del "Capo dello Stato", dei poteri costituzionali di addirittura superiori a quelli che aveva il "Duce" (in quanto "Premier"), rispetto al "Re" (in quanto ""Capo dello Stato").
Tanto è vero che il secondo fece "costituzionalmente" fuori il primo in "quattro e quattr'otto"; mentre, a seguito della proposta riforma costituzionale, dubito che la stessa cosa sarebbe ugualmente possibile (quantomeno nel medesimo modo).
Vedi, al riguardo, il mio sintetico commento alla bozza del d.d.l.
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Con questo non intendo affatto sostenere che la proposta riforma costituzionale miri a realizzare un regime addirittura più autoritario di quello "fascista"; il che costituirebbe una colossale "castroneria", in quanto esistono dei Paesi, senza dubbio "democratici", che adottano sistemi analoghi.
Però è sempre bene ricordare che, in genere, tali Paesi non hanno avuto i "precedenti" dittatoriali che ha avuto il nostro, meno di un secolo fa; per cui, di fatto, la cosa è un "tantino" più "rischiosa".
Solo un "tantino", per carità; non più di tanto!
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Cioè, è come se uno,  il quale dopo essere guarito a fatica da una gravissima forma di "alcoolismo cronico", passati parecchi anni dalla guarigione pensasse che, in fondo, non ci sia niente di male nel permettersi un bicchierino.
Io, però, glielo sconsiglierei! ::)
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IL PROGETTO DI LEGGE COSTITUZIONALE SUL "PREMIERATO RAFFORZATO".
Ad ogni modo, commentando qui di seguito, in estrema, parziale e semplicistica sintesi, il progetto di legge, si tenga presente quanto segue:
- io mi avvalgo di una semplice bozza, la quale, poi, di fatto  potrebbe non corrispondere al testo effettivo presentato in Parlamento;
- le mie sono solo considerazioni "a caldo", che potrei eventualmente modificare "melius re perpensa".
- la mia è una sintesi "estremamente" sommaria.
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1)
Il presidente sarebbe espressione di una maggioranza non al di sotto del 55%; soglia che verrebbe costituzionalizzata a prescindere dal sistema elettorale da disciplinare con legge ordinaria. Percentuale, questa, abbastanza ragionevole, a meno che, poi, con legge ordinaria, non si stabilisca un "premio di maggioranza" in stile Acerbo.
Il che non mi sorprenderebbe affatto!
2)
E' vero che sarebbe pur sempre il Capo dello Stato a conferire l'incarico al presidente eletto dal popolo; ma sarebbe una semplice formalità, in quanto, di fatto, vi sarebbe obbligato.
3)
E' anche vero che il Governo scelto dal "Premier" non viene esonerato dal voto di fiducia: ed infatti, entro 10 giorni, deve presentarsi alle Camere per ottenerla (sono previsti due tentativi).
Però, se la fiducia non viene concessa, il presidente della Repubblica deve conferire di nuovo l'incarico allo stesso Presidente eletto dal popolo; e, solo se la fiducia fosse ancora respinta il Presidente della Repubblica deve procede allo scioglimento delle Camere.
4)
Poi c'è una norma poco chiara, la quale prevede la "cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio", nel qual caso "il presidente delle Repubblica può conferire l'incarico di formare il Governo al presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare eletto in collegamento al presidente eletto, per attuare le dichiarazioni relative all'indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il Governo del presidente eletto ha chiesto la fiducia delle Camere".
Il che mi sembra molto cervellotico!
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Sorvolo per brevità sugli altri punti.
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CONCLUSIONE
Tutto sommato, rispetto agli originari timori di molti, almeno per ora, si tratta di una proposta di riforma costituzionale non particolarmente "rivoluzionaria" nè "fascistiode"; questo, evidentemente "pour non épater le bourgeois", nè le "anime belle" della "sinistra e della destra democratiche".
Però, per le ragioni da me esposte in premessa, io sono decisamente contrario; non mi fido punto!
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#977
Citazione di: Ipazia il 01 Dicembre 2023, 22:13:49 PMLa breve fase di benessere che ha permesso anche al figlio dell'operaio di diventare dottore (quando era ancora un traguardo importante economicamente e socialmente), non sarebbe esistita senza gli scioperi, unica difesa non violenta delle classi subalterne nella società capitalistica.
Sottoscrivo in pieno! :)
#978
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 01 Dicembre 2023, 08:16:14 AMIo non sono mai stato amante degli scioperi, perché li ho sempre ritenuti delle forme di violenza in quanto messaggi di rottura, ma ho sempre preferito il dialogo. Poi, ovviamente, un conto è cercare il punto di incontro tra l'interesse per ognuno degli "attori" (ossia datore di lavoro, lavoratore e clienti- e chi cerca, trova), altro è far prevalere i propri interessi su quelli di chicchessia. Alla fine è il gatto che si morde la coda, perché chi sciopera per ragioni legittime, come si comporta quando si tratta di risparmiare? Sceglie comunque la qualità, pagando di più o preferisce risparmiare per l'acquisto di prodotti di dubbia qualità?
Tornando a bomba: la contrapposizione tra categorie fa comodo a chi ci governa, nel senso di "divide et impera" (spero di averla citata correttamente ;) ) di romana memoria. Fa comodo ai nostri politici puntare il dito accusatore contro i "cattivoni" che scioperano, perché finché ci sono le "guerre tra poveri", i politici governano indisturbati, col beneplacito dei propri elettori! In Francia, qualche anno fa vi fu uno sciopero dei mezzi di trasporto pubblico, e le notizie che arrivavano dai nostri tg mi pare fossero di comprensione da parte degli utilizzatori di questi mezzi, secondo i quali prima dei loro diritti venivano quelli degli scioperanti. Ma lì siamo oltralpe!  :D 
Io non sono mai stato un sostenitore degli scioperi "ingiusti" e "pretestuosi", però lo sono sempre stato di quelli "giusti" e "sacrosanti"; è vero che sono comunque delle forme indirette di violenza, ma da che mondo è mondo, "vim vi repellere licet" (Cristo a parte).
Tuttavia sono d'accordo con te che  è sempre meglio cercare un punto di incontro tra l'interesse di ognuno degli "attori", senza arrivare ad una "rottura"; almeno quando la cosa è possibile! :)
#979
Citazione di: anthonyi il 01 Dicembre 2023, 06:00:13 AMEutidemo, ma che destra sarebbe se, al governo, non criticasse uno sciopero.
E poi é così divertente vedere salvini mostrarsi totalmente incoerente con quello che diceva pochi anni fa.
Non è che la cosa mi diverta tanto >:(
#980
Non ho minimamente approfondito il tema, nè voglio farlo in questa sede, in quanto qui intendo soltanto deprecare il "metodo populistico" con il quale viene affrontata la questione da parte di "alcuni" politici; i quali, secondo me, farebbero molto meglio a dedicarsi alla cura del proprio giardino (ammesso che almeno di quello siano capaci, senza dover ricorrere ad un giardiniere).
***
Ed infatti, almeno secondo me:
- uno sciopero (nei limiti della legalità) non va "genericamente" criticato perchè "crea disagio nella popolazione", ma esclusivamente quando non è "specificamente" giustificato da serie ragioni salariali e/o normative riguardanti la sicurezza sul lavoro;
- ed infatti, nel caso in cui uno sciopero sia giustificato da serie ragioni salariali e/o normative riguardanti la sicurezza sul lavoro, il disagio nella "popolazione" va sempre, sì, giustamente criticato, però  imputandone la responsabilità ai "datori di lavoro" che lo hanno provocato, e non certo agli "scioperanti".
Ed infatti: "causa causae est causa causati!"
***
Nel caso dello sciopero degli  autoferrotranvieri, non ho minimamente approfondito la questione, e, quindi mi astengo da qualsiasi giudizio nel merito; mi limito soltanto a deprecare quei "politici di quint'ordine", i quali, invece di esporre in dettaglio le ragioni per le quali, secondo loro, lo sciopero non aveva e non ha ragion d'essere, focalizzano invece la loro attenzione soltanto sul disagio nella "popolazione";  senza però minimamente spiegare se tale disagio sia ingiustificatamente provocato dai lavoratori e non, invece, dal deprecabile comportamento dei loro datori di lavoro.
***
AVVERTENZA
Col consenso dell'amministratore del FORUM, pregherei cortesemente gli eventuali partecipanti al THREAD di non entrare nel "merito" della questione; anche perchè, non avendola io approfondita, non saprei proprio cosa replicare circa la "responsabilità" dello sciopero degli autoferrotranvieri.
***
Cioè, se esso sia prevalentemente da attribuire:
- a delle irragionevoli richieste dei dipendenti ai loro datori di lavoro; 
- oppure a degli irragionevoli rifiuti da parte datori di lavoro, alle giustificate richieste dei loro dipendenti.
***
Una volta meglio informato, parteciperò invece volentieri ad un eventuale ed autonomo TOPIC di chi voglia entrare nel merito della questione, ma non certo qui!
Grazie della cortesia! :)
***
#981
Citazione di: bobmax il 30 Novembre 2023, 22:12:30 PMHai ragione Eutidemo.
Devo aspettare un po'.
Anche se mi sembra, che da un po' di tempo in qua si sia ridotta la partecipazione attiva ai tuoi enigmi.
Forse perché pretese capacità matematiche non sono state poi qui confermate.

D'altronde ormai non leggo più la maggior parte dei commenti.
Accedere al forum, per vedere se vi è qualche novità interessante, è sempre più spesso inutile.

Desistere...?
Se lo abbandoni anche tu, Rastislav sarà costretto ad abdicare e a ritirarsi in convento :'(
#982
Ciao Bobmax! :)
Bravissimo, non dubitavo che tu avresti indovinato subito!
Però lascia un po' di tempo perchè possano indovinare anche gli altri!
***
Ed infatti, immaginiamo un numero "qualsiasi" composto da quattro cifre:
- da una cifra per le "migliaia";
- da una cifra per le "centinaia";
- da una cifra per le "decine";
- da una cifra per le "unità"
***
La cifra delle migliaia può liberamente variare da 1 a 9, a prescindere da quali siano le altre cifre; ed infatti è una cifra autonoma e indipendente dalle altre cifre.
***
Diversamente, riguardo alle cifre che rappresentano le "centinaia", le "decine" e le "unità", siamo vincolati da due condizioni:
- ciascuna di esse, ovviamente, non può che variare da 1 a 9;
- però la somma della cifra delle "centinaia" più la cifra delle  "decine", deve sempre essere uguale alla cifra delle "unità".
***
Pertanto:
a)
Nel caso in cui la cifra dell'unità sia pari a 0, la somma della cifra delle "centinaia" con la cifra delle  "decine" sarà necessariamente uguale anch'essa  a 0 (0 + 0 = 0).
b)
Se invece la cifra dell'unità  è pari ad 1, i casi possibili sono 2:
- la cifra delle centinaia è = 1 e la cifra delle decine è = 0
oppure
- la cifra delle centinaia è = 0 e la cifra delle decine è = 1.
c)
Se invece la cifra dell'unità  è pari a 2, i casi possibili sono 3:
- la cifra delle centinaia è = 2 e la cifra delle decine è = 0
oppure
- la cifra delle centinaia è = 1 e la cifra delle decine è = 1
oppure
- la cifra delle centinaia è = 0 e la cifra delle decine è = 2
ecc. ecc.
***
Per cui, andando di questo passo, le possibili scelte per le cifre delle centinaia, delle decine e delle unità sono in tutto 55 (1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 + 7 + 8 + 9 + 10).
***
Ma poichè sussistono 9 opzioni per la cifra delle migliaia, ciò vuol dire che i numeri i numeri (naturali) di quattro cifre, tali che la cifra delle unità sia la somma della cifra delle decine e di quella delle centinaia, sono in tutto 495 (55 × 9 = 495).
***
Un cordiale saluto! :)
***
#983
Attualità / Re: Femminicidi
30 Novembre 2023, 12:28:53 PM
Citazione di: Ipazia il 30 Novembre 2023, 09:18:08 AMNell'immaginario l'immagine è tutto.

Normalmente il dio cristiano non viene rappresentato così:



E il logos fa il resto:

Dio Padre, il Figlio si incarna in un uomo e così viene rappresentato e invocato.

Resta lo Spirito Santo, elemento ellenistico neoplatonico, per non farsi mancare nulla a livello promozionale.
Però, visto che  lo Spirito Santo ha messo incinta la Madonna, si presume che anche lui sia di genere maschile, no? O:-)
#984
Rastislav entra nella cella del nuovo prigioniero, e gli chiede a bruciapelo:
- Quanti sono i numeri (naturali) di quattro cifre, tali che la cifra delle unità sia la somma della cifra delle decine e di quella delle centinaia?
Se me lo dici entro mezz'ora, avrai salva la vita, e ti renderò la libertà!-
***
Quanti sono, secondo voi, i numeri (naturali) di quattro cifre, tali che la cifra delle unità sia la somma della cifra delle decine e di quella delle centinaia?
***

#985
Attualità / Re: Femminicidi
30 Novembre 2023, 06:30:04 AM
Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono tutti maschi; la Madonna non è una dea! ;)
#986
Attualità / Il "patriarcato" ed il "femminicidio"
29 Novembre 2023, 12:39:57 PM
PREMESSE
Il discorso che intendo fare è un po' complesso, e, quindi, necessita di due "premesse"; o meglio, di due necessari "distinguo".
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1) NATURA E CULTURA
La mia tesi di laurea era sul "Fondamento biologico del diritto naturale", per cui sono sempre stato molto restìo a confondere "natura" e "cultura"; fermo restando che esiste un nesso molto stretto tra l'una e l'altra, non foss'altro perchè l'"homo sapiens" è un animale "culturale per sua stessa natura" (cioè, è un animale "naturalmente" portato a creare "cultura").
.
2) "ARCHIA" E "CRAZIA"
Si tratta degli elementi linguistici terminali di parole italiane  composite, derivate dal greco, con significati molto "affini" ma "differenti"; i quali, spesso, vengono confusi tra di loro.
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Ed infatti:
a) "Archìa"
"Archìa" deriva da "αρχία", la quale, in generale, indica chi è formalmente a capo di una istituzione familiare o politica "ufficiale", da lui "diretta" in posizione di "comando" e di "governo"; ad esempio il "monarca" nel caso della "monarchia", ovvero l'antico "patriarca", nel caso della "patriarchia" dell'antico testamento.
b) "Crazìa"
"Crazìa", invece, deriva da "κρατία", la quale, in generale, indica chi è "sostanzialmente" l'effettivo detentore di un "potere" e "predominio" familiare, politico, economico, lavorativo, religioso ecc., in un determinato contesto socio-culturale; non sempre si tratta di un "potere" e di un "predominio" "ufficiale" e "formale", però lo è sempre nella "sostanza"!
***
Ci sarebbero numerose "eccezioni" e "precisazioni" da fare su tale argomento; ma non è questa le sede.
***
Ed infatti, ai fini che qui ci interessano, quello che importa è che non bisogna confondere:
- l'"androcrazia", cioè quel tipo di società nella quale l'uomo detiene "sostanzialmente", e non sempre anche "formalmente", un "potere" familiare, politico, economico, lavorativo, religioso ecc. maggiore di quello della donna;
- con il "patriarcato", il quale, invece, è una forma di "patriarchia" collegata al "ruolo genitoriale" del maschio nella famiglia,  che è solo "uno" dei tanti prodotti, in tempi e luoghi diversi, dell'"androcrazia", ma non va confusa con essa.
***
Ciò chiarito, veniamo al tema.
***
.
IL "PATRIARCATO" E IL "MATRIARCATO" PREISTORICI E PROTOSTORICI
Il "patriarcato" e il "matriarcato", sebbene sarebbe più corretto parlare di "patriarchia" e  di "matriarchia", e ancor meglio delle loro radici "androcratiche" o "ginecocratiche",  costituiscono fenomeni precipuamente "culturali", solo in parte derivati dalla "natura" umana; i quali, almeno secondo le prevalenti teorie  -non solo marxiste-  sarebbero risultati conseguenti alle "condizioni socio-economiche" ed "ambientali" delle varie epoche attraversate dall'umanità, in diversi "tempi" e in diversi "luoghi".
***
Però, a seconda che siano determinati in proporzione diversa da "natura" e "cultura", occorre sempre tenere presente, come già sinteticamente premesso, che:
a)
- La "patriarchia" era una istituzione politico-familiare nella quale il "pater familias" governava tutti i suoi familiari allo stesso modo, a prescindere che fossero la moglie i figli maschi o le figlie femmine (nell'antica Roma, con diritto di vita o di morte).
- L'"androcrazia", invece, è un termine che deriva dall'unione delle parole greche "ἀνήρ" ("uomo" nel  senso di "maschio), e "κρατία", la quale, indica che, in una determinata società, l'uomo, in generale aveva (e tutt'ora ha) un potere effettivo maggiore di quello della donna.
b)
Analogamente, a seconda che siano determinati in proporzione diversa da "natura" e "cultura", occorre anche tenere presente che, sia pure in modo alquanto diverso:
- La "matriarchia" era una istituzione politico-familiare nella quale la madre governava tutti i suoi familiari allo stesso modo, a prescindere che fossero la moglie i figli maschi o le figlie femmine;
- La "ginecocrazia" invece, è un termine che deriva dall'unione delle parole greche "γυναίκα" ("donna" nel  senso di "femmina), e "κρατία", la quale, indica che, in una determinata società, la donna, in generale aveva un potere effettivo maggiore di quello dell'uomo.
***
.
Ed infatti, in "estrema" (e forse. mi scuserete, anche troppo "semplicistica") sintesi:
.
a)
Nel "paleolitico" e nel "mesolitico", l'economia di sopravvivenza dell'umanità era basata precipuamente:
- sulla "caccia di prede animali selvatici", demandata al "maschio" in quanto non solo fisicamente più "robusto" della femmina, ma anche molto più "aggressivo" e "combattivo" grazie al tipo di ormoni prevalenti nel suo organismo (il "testosterone");
- sulla "raccolta di prodotti vegetali selvatici", demandata alla "femmina" in quanto non solo fisicamente meno "robusta" e "combattiva" del maschio, ma anche molto meno "aggressiva" grazie al tipo di ormoni prevalenti nel suo organismo (il "progesterone"), oltre che alla necessità di non allontanarsi troppo dalla prole e dalla "base domestica".
***
A conferma "fisiologica" di tale suddivisione dei compiti, sussistono anche altre prove "indirette" imputabili alla diversa "natura" del maschio e della femmina; come, ad esempio, il "maggior campo visivo femminile", che facilita la raccolta vegetale, contrapposto al il "minor campo visivo maschile", che facilita, invece, la "focalizzazione" dell'occhio sulla preda animale.
***
Ed infatti le donne sono in grado di vedere con buona precisione fino a circa 45 gradi dal centro e, in qualche caso, possono raggiungere persino i 180 gradi; gli uomini, al contrario, già a partire dai 45 gradi cominciano ad avere una vista molto sfuocata.
***
Diversamente, l'uomo (anche in conseguenza della diversa conformazione del bacino) è più veloce della donna nella corsa; per cui è più adatto ad inseguire ed a raggiungere prede di piccole dimensioni.
***
Ecc. ecc.
***
Non sapremo mai, però, come taluno sostiene, se in tale epoca preistorica, soltanto in conseguenza del maggior "apporto proteico" derivante dalla caccia e della maggiore forza fisica maschile, vigesse qualcosa di simile al successivo "patriarcato", o "patriarchia" come lo intendiamo noi oggi; ed infatti, secondo me, la società era ancora troppo poco strutturata perchè si potesse parlare del tipo di "patriarcato" che conosciamo noi.
***
Semmai, se veramente c'è stata, sarebbe forse più corretto parlare di una sorta di "androcrazia" (cioè di predominio informale dei maschi); ciò in quanto la "patrilinearità" era ancora sconosciuta, per cui, in senso socio-economico-culturale, i "padri" non esistevano ancora, per cui non si poteva certo parlarare di "patriarcato" o di "patriarchia"!
Ed infatti si ignorava totalmente la connessione tra il concepimento e la procreazione; per cui non si sapeva della presenza dell'elemento maschile nell'evento della nascita.
.
b)
Agli esordi del neolitico, invece, l'economia di sopravvivenza dell'umanità, in luoghi e tempi diversi, cominciò ad assumere soprattutto un fondamento "agricolo"; e, poichè l'"agricoltura" maturò dal precedente sistema di "raccolta di vegetali selvatici", ciò comportò una maggiore "importanza" e "centralità" del ruolo delle donne.
***
Tale fase "protostorica" è testimoniata da vari elementi, soprattutto religiosi; ciò, in quanto le prime divinità, adorate sia dagli uomini che dalle donne, erano principalmente (se non esclusivamente) di genere femminile.
***
Occorre peraltro rammentare che ci sono ancora oggi non poche società che continuano a mantenere  "caratteristiche matriarcali"; come,  ad esempio il popolo Minangkabau in Indonesia, ed alcune popolazioni delle isole Comore.
***
Ma, mentre oggi si tratta di fenomeni molto isolati, gli studi di Malinowski hanno favorito lo sviluppo di un filone etnologico e antropologico  che sostiene l'esistenza di una "fase matriarcale generalizzata", collocabile all'inizio della fase "agricola", e prima della "pastorizia".
***
Tali studi sottolineano l'esistenza di un "matriarcato preistorico"; sebbene, anche in questo caso, secondo me, sarebbe più corretto parlare di "ginecocrazia".
***
In tal senso , infatti, Bachofen sostiene di aver scoperto un periodo nella storia dell'umanità in cui:
- il potere familiare sarebbe appartenuto alle madri e non ai padri;
- il dominio politico sarebbe stato nelle mani delle donne e non degli uomini.
Le ipotesi di Bachofen sono però contestate da Wesel, Lenzen, Goody e più recentemente da Eva Cantarella che prendono le distanze, in modo diverso, dalla tesi del "matriarcato generalizzato".
***
.
c)
Non entro nel merito di tale controversia, non avendo le competenze e le conoscenze necessarie; però, quello che è quasi certo, è come nacque il "patriarcato" e l'"androcrazia" (di cui il primo è solo un effetto del secondo) protostorici e storici, oltre che ancora attuale in molte culture).
***
Ed infatti, sia che le ipotesi di Bachofen fossero valide o meno, secondo Lenzen, tra il 5000 e il 4000 a.C., con l'avvento della pastorizia,  si scoprì il nesso tra l'atto sessuale e la fecondazione; ciò in quanto l'intensificarsi dell'attività dell'allevamento permise l'osservazione diretta dei comportamenti riproduttivi degli animali in cattività.
***
Ciò non vuole affatto dire che prima di tale periodo non vi fossero "comportamenti paterni" da parte dei fratelli e/o del compagno della madre dei piccoli; esistevano infatti forme di cure parentali come la protezione nei confronti dei bambini e il procacciamento di cibo per il loro nutrimento da parte di tutti i membri della tribù.
Ma con la scoperta del il nesso tra l'atto sessuale e la fecondazione, si "innescò" una rivoluzionaria reazione da parte del "genere maschile" che diede luogo al nuovo fenomeno della "patriarchia" e della "androcrazia" (di cui il primo è un effetto del secondo) protostorici e storici, oltre che ancora attuale in molte culture).
.
***
IL "PATRIARCATO" STORICO
Da quando l'uomo scoprì che il figlio della donna con cui conviveva poteva essere il figlio di un altro uomo, in lui scatto la "sindrome del cuculo"; cioè la paura di dover allevare a sue spese ed a casa sua dei figli altrui.
Il che aggravò in modo drastico una tendenza già naturale, sia nell'uomo che nella donna; cioè la cosidetta "gelosia"!
***
Inoltre, "ai tempi della caccia e della raccolta" non esistevano veri e propri conflitti armati tra diverse comunità, bensì, come la paleontologia conferma, solo occasionali scontri individuali, risse o scaramuccie.
***
Ed infatti:
- il "territorio di caccia" era molto più "elastico" del successivo "territorio agricolo";
- la popolazione umana era troppo scarsa per creare seri attriti territoriali, di qualsiasi genere essi fossero.
***
Con la "rivoluzione agricola", invece:
a)
Si affermò in modo molto più incisivo, aumentando le tensioni tra comunità limitrofe, il concetto di:
- proprietà;
- territorialità.
b)
La popolazione aumentò a dismisura rispetto alle risorse disponibili.
***
Con l'avvento della "pastorizia", poi:
a)
Sorsero aspri conflitti tra "allevatori", che volevano destinare il terreno a "pascolo", e i "contadini", che volevano destinare il terreno a "cultura".
b)
Gli "allevatori", essendo per lo più nomadi" per la necessità della transumanza", in genere si dedicavano anche alle razzie nei confronti delle popolazioni agricole stanziali.
***
Non intendo certo qui ripercorrere la storia dell'umanità; ma non c'è dubbio alcuno che i fattori di cui sopra (assieme ad altri sui quali, per brevità, sorvolo) riportarono "in auge" la figura ed il "potere" del "maschio" per le stesse ragioni per le quali era "in auge" nel periodo della "caccia".
La "guerra"!
***
Ed infatti:
- l'uomo (almeno fino all'invenzione delle armi da fuoco) è sempre stato "fisiologicamente" più attrezzato a combattere delle donne;
- gli ormoni maschili rendono l'uomo molto più "aggressivo" e "combattivo" delle donne.
***
Di conseguenza, praticamente fino ad oggi (sebbene in diversa misura a seconda dei tempi e dei luoghi), in tutto il mondo ha regnato e tutt'ora regna indiscussa l'"androcrazia"; sebbene alcuni suoi "prodotti", come il "patriarcato", sebbene non del tutto spariti, sono ovunque in declino, in quanto desueti e sostituiti da altri tipi di predominanza maschile.
***
.
IL "FEMMINICIDIO".
Anche in questo caso occorre una precisazione preliminare.
Ed infatti:
a)
In "senso generico", il "femminicidio" è un "omicidio" come tutti gli altri, che può essere commesso anche da una donna contro un'altra donna; così come è un "omicidio" come tutti gli altri l"omicidio" commesso da un uomo contro una donna, nel contesto di una rapina o di uno scontro armato contro la polizia (femminile).
b)
In "senso specifico", invece, il "femminicidio" è un "omicidio" commesso da un uomo nei confronti di una donna, in conseguenza dei rapporti personali intercorrenti tra di loro.
***
Quando si parla di "femminicidio", ovviamente, ci si riferisce solo a tale secondo tipo di omicidio, e non certo al primo; anche se qualche maschilista cerca di confondere le carte in tavola!
***
Ciò premesso il  "femminicidio", inteso "in senso specifico", prevale sull'"maschicidio", sempre in senso specifico (cioè in conseguenza dei rapporti personali intercorrenti tra una una donna e un uomo), non solo a causa della perdurante "patriarchia" -laddove ancora persiste-, bensì per una serie di varie ragioni, tutte più o meno connesse alla persistente "androcrazia".
***
1)
Poichè, negli ultimi anni, in tutto il mondo, pare che ci sia stato un aumento generale della "violenza d'impulso" (non solo omicida) e degli "scontri fisici interpersonali" tra esseri umani, è "statisticamente" logico che la maggior parte dei soggetti coinvolti a rimetterci siano state le donne, in quanto fisicamente più deboli e psicologicamente meno aggressive e combattive.
2)
Questa ragione "fisico-psicologico-statistica", che, almeno in parte, spiega l'aumento dei "femminicidi" rispetto ai "maschicidi"  in un contesto di aumento della "violenza fisica generale", però, almeno secondo me .non spiega l'eccessiva "sproporzione tra gli uni e gli altri".
Ed infatti:
a)
Nei luoghi in cui esiste ancora il "patriarcato"  in senso tecnico, che comporta (come ai tempi dell'antica Roma), lo "ius vitae e neci" sui propri familiari, laddove una figlia voglia decidere autonomamente della propria vita, il padre non solo si sente "in diritto", ma anche "in dovere" di sopprimerla (o, come minimo, di malmenarla).
b)
Nei luoghi, invece, in cui non esiste più il "patriarcato"  in senso tecnico, permane tuttavia, in maggiore e minore misura l'"androcrazia"; per cui, laddove essa venga messa seriamente in discussione da una donna, l'uomo potrebbe reagire in modo più o meno violento:
- spinto dai suoi "ormoni" particolarmente suscettibili;
- grazie alla sua maggiore forza fisica.
c)
Un terzo fattore, invece, è vecchio come il mondo: la "gelosia", che, come dice Shakespeare, è un "mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre"; essa è attualmente più diffusa, nei maschi "psicolabili", in conseguenza della maggiore indipendenza, libertà ed autonomia della donna.
d)
Infine, poichè la violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci, non di rado il "femminicidio" è il disperato rimedio degli "inetti" che non riescono a conservare l'amore della donna a cui sono insanamente attaccati; e poichè in numero degli inetti è in continuo aumento, questo pure, insieme agli altri citati fattori, spiega il perchè dell'aumento dei femminicidi.
Ed infatti, una donna morta, non ti può più piantare!
***
Come in questa vecchia e bella canzone:
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#987
Varie / Re: L'enigma del gatto sulle scale!
28 Novembre 2023, 06:08:31 AM
Citazione di: bobmax il 27 Novembre 2023, 19:12:47 PMSì Eutidemo, che il gatto stia scendendo è di tutta evidenza.

Non solo per la lastra orizzontale.
Anche osservando la posizione della zampa sinistra si può notare dove poggi, avendo bianchi i piedi.

Che vi sia pure questa diatriba in rete non sorprende.
Hai ragione, non avevo fatto caso alla posizione della zampa sinistra :)
#988
Varie / Re: L'enigma del gatto sulle scale!
28 Novembre 2023, 06:02:41 AM
Citazione di: sapa il 27 Novembre 2023, 17:50:54 PMCiao Eutidemo, per mia lunga esperienza di osservazione dei felini domestici, mi sento di dire che il gatto in foto stia salendo la scala. Al di lá delle tue considerazioni, quello è un passo di trotto in salita. Per me, inequivocabilmente. A presto
Anche io, da quando sono nato, ho sempre avuto dei gatti in una casa dotata di scale interne (fino ad oggi), e non mi risulta affatto che quello stia salendo le scale; in ogni caso, da una fotografia, è impossibile capire se quello stia "trottando" o meno.
A parte il fatto che il "trotto" è un passo del "cavallo" (che ha gli zoccoli), e non del "gatto"!
A presto :)
#989
Varie / L'enigma del gatto sulle scale!
27 Novembre 2023, 17:11:33 PM
Sui "social network", a cominciare da FACEBOOK, sta "spopolando" il presunto  "rompicapo" di cui alla seguente immagine, con relativo commento che vi invito a leggere; ed infatti, secondo le migliaia di riproduttori di tale fotografia, sarebbe impossibile capire se il gatto stia "scendendo" o "salendo" le scale.
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Al che io mi chiedo se la maggior parte degli "internauti" abbia l'abitudine di ubriacarsi o di drogarsi mentre "naviga" ; ed infatti, in tale fotografia io non vedo neanche l'ombra di un "rompicapo", nè di una "illusione ottica".
Ed infatti, per me, è assolutamente "evidente" che "il gatto sta scendendo le scale!" :D
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Ed infatti, da che mondo è mondo, ciascun gradino è costituito da una lastra di marmo, di pietra o di legno posata in senso orizzontale, che sporge in fuori rispetto alla scala; per cui, considerato che dalla foto si vede chiaramente che tale sporgenza è in direzione del fotografo, è evidente che il gatto sta "scendendo" la scala nella sua direzione.
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Senza contare che, se la scala fosse stata fotografata dall'alto in basso, lo spazio per posare il piede risulterebbe senz'altro troppo corto! 
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Voi cosa ne pensate? :)
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#990
Varie / Re: Rastislav e l'enigma della profezia
27 Novembre 2023, 10:56:10 AM
Citazione di: bobmax il 27 Novembre 2023, 09:54:16 AMTuttavia, Eutidemo, il punto d) dovrebbe seguire il procedimento opposto. Perché è l'anno che occorre trovare.

Perciò:

6933 - 9 - 180 - 2700 = 4044
4044 / 4 = 1011

Ne segue:

999 + 1011 = 2010
Hai ragione, è molto più corretto come dici tu! :)