Citazione di: Jean il 07 Dicembre 2023, 17:01:09 PMCiao @green demetr, paul non è affatto dell'11... il RIP penso e mi auguro sia ancora ben distante.Ciao Jean,
Adatto che tutto è collegato (in un modo o nell'altro e ben di più in modi per noi inconoscibili) ecco che già il post d'apertura di Alberto Knox risponde (almeno in parte e certo non per nome e cognome, eh...) al tuo interrogativo sul nostro amico comune:
...così per conoscere la sorte (della legna) di paul 11 che (incenerendosi) ritirandosi è uscito dall'apparire, occorrono delle teorie che interpretino il fenomeno (dell'incenerirsi) del ritirarsi e dello scomparire e lo inseriscano in categorie che aggiungono, a ciò che appare, un senso che non è attinto da ciò che appare".
Se tutto è collegato, il ritirarsi (o ritrarsi) dal mondo (del forum e in generale) non interrompe la catena dei singoli fotogrammi (di ogni fenomeno) ma la fa traslare in una diversa/altra categoria...
Paul11 - fra l'altro posi lo stesso dilemma di Phil: se il divenire fossero infiniti fotogrammi di istantanee quale sarebbe l'identità di una persona?
Già, quale sarebbe l'identità'? Una, nessuna e centomila... un fotogramma, nessun fotogramma, centomila fotogrammi...
O green, leggo di codesto tuo valente maestro, contento per te tu l'abbia trovato, lungi da me ogni curiosità, vorrei chiederti il parere su quest'altro maestro:
Il Maestro è nell'anima
e dentro all'anima per sempre resterà
viva lei, bella e martire,
che tutto quello che le chiede gli darà
niente di più seducente c'`e
di un'orchestra eccitata e ninfomane
chiusa nel golfo mistico
che ribolle di tempesta e libertà
turbinando nel vortice
dove spariscono i paesi e le città
nel miraggio di quei semplici
e di quei soliti che arrivano fin là
per vederlo dirigere
con la perfidia che scudiscia ogni viltà,
il maestro è nell'anima,
e dentro all'anima per sempre resterà.
Cordialement
Jean
Ho provato a far passar passare qualche giorno, ma la poesia non l'ho capita.
Penso che un maestro indichi una strada, una domanda, di cui però poi ognuno deve trovare la forza di affrontare e rispondere.
Per esempio mastro D. (il mio maestro) si è scomposto per un attimo, indicando che al Menone (mi pare) bisogna, per forza di cose, rispondere, prendere posizione.
Bisogna prendere posizione nell'agorà.
Far finta di nulla e rifugiarsi nel concetto confuso, molto confuso, di anima, o Dio, significa essere completamente dentro la Sofia (Il sofismo).
Non serve arrivare al Menone, o forse lì il messaggio è imprescindibile.
Io me ne sono accorto subito (ma forse proprio perchè mi ha già mostrato alcuni fili rossi, che tra l'altro rispondo alla contemporaneità, fantasma del modernità, o semplicemente sua evoluzione nefasta) sin dall'Eutifrone.
Il personaggio di Socrate, marionetta nelle mani del sommo architetto, fa domande, non perchè vengano risposte, ma perchè l'adepto cerchi il significato non nel senso letterale, men che mai storico, bensì nell'anagogico, metafore, scambi di idee, che si susseguono come se fosse un tutt'uno. Domande che aprono su altre domande, il cui domandare globale, aprono vie di tracendenza, altrimenti impossibili, nel cerchio limitato del nostro vedere (oggi a non più di un palmo dal naso).
Tu facevi la domanda dell'individualità, ma vedi gli "eterni" sono ciò che appare e poi scompare.
E' ciò che sembra darsi, senza mai darsi.
Penso che l'analisi più consona a cosa sia l'identità ce l'abbia data Hegel.
Hegel non è un grandissimo filosofo, non c'è dubbio, ma è stato colui che ha fissato un importante acquisizione, ossia che l'individuo è in realtà il soggetto e che il soggetto non è assolutamente dato!!!
Poichè non si da, allora egli diventa un problema.
Qualunque filosofo che ritenga di poter proseguire sulla via della psicologia interiore, deve avere ben in mente questa cosa.
La nostra individualità per lo più si instaura nel tempo.
Ma mentre dello spazio, non abbiamo dubbio, già nel tempo abbiamo grossi, grossi problemi.
Severino riteneva di aver trovato una scorciataia, ai problemi del sottoterra della filosofia, ponendo un ponte, che egli chiamava NECESSITA' LOGICO-FENOMENOLOGICA del tempo come ENTE.
Naturalmente questo è un pensiero molto profondo e ancora da indagare.
Ma come già detto non risolve la condizione di noi che siamo RE, MA NON CE NE POSSIAMO RENDERE CONTO.
E' una filosofia che nega Platone, che nega la grande tradizione psicologica dai moralisti francesi tipo montaigne a nietzche a freud, e agli innumerevoli che sono nati nel novecento.
Non ci sono echi in Severino, solo un monolite nero. (poco appetibile).



Magari non lo fosse.....