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Messaggi - iano

#991
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
25 Novembre 2024, 15:16:42 PM
Citazione di: misummi il 25 Novembre 2024, 14:47:35 PMAllora, io aspetto da decenni studi e ricerche sulla presenza e azione della psicologia remota nell'uomo moderno.
Solo così si chiariranno le matrici remote dei problemi attuali non solo in ambito psicologico e psichiatrico ma anche sociologico e culturale.
Il problema della sessualitá umana non è solo  attuale ma ha origini nella storia evolutiva dell'uomo stesso e bel suo ripercorrerla man mano che una specie appare accanto a quella vecchia.
Magari non li trovi perchè così regredendo dovremmo considerare che ci portiamo dietro un accumulo di problemi  insostenibile, a partire da quelli ereditati dai primi esseri sessuati. ;)
#992
Scienza e Tecnologia / Re: La verità su Hubble
25 Novembre 2024, 14:49:20 PM
Citazione di: iano il 25 Novembre 2024, 14:15:38 PMImmagino perchè
E=mc2
e perchè inoltre l'energia totale presente nell'universo è una costante.
L'energia non si consuma, come impropriamente diciamo, ma si trasforma di modo che la quantità totale di energia presente nell'universo rimane costante.
Quindi se una massa rallenta, diminuendo la sua energia cinetica,(*) ci sarà un aumento di energia di altro tipo da qualche altra parte, cioè l'energia cinetica ''persa'' si trasforma in un altro tipo di energia, ed essendo secondo l'equazione di Einstein la massa una forma di energia, può trasformarsi ad esempio in massa.
Nella trasformazione inversa la massa si trasforma in un altro tipo di energia= centrali nucleari, bomba atomica etc...

*(Essendo l'energia cinetica = 1/2 mv2, diminuendo la velocità diminuisce l'energia cinetica.)

Naturalmente in questo caso l'energia cinetica del fotone sarebbe nulla, non avendo massa, quindi bisognerebbe fare riferimento all'energia associata al fotone direttamente, o indirettamente come energia associata al campo elettromagnetico. Bisognerebbe andarci a guardare, ma comunque penso si sia capito il concetto in generale.
Il fotone rallentando perde energia ( di qualunque tipo essa sia) acquisendo massa, o meglio trasformandosi in una particella che possiede energia cinetica, quindi l'esatto contrario di quel che avevo scritto. :)
#993
Scienza e Tecnologia / Re: La verità su Hubble
25 Novembre 2024, 14:15:38 PM
Citazione di: misummi il 25 Novembre 2024, 07:36:09 AMcome può aumentare la massa di moto di un fotone rallentandosi la velocità?
Immagino perchè
E=mc2
e perchè inoltre l'energia totale presente nell'universo è una costante.
L'energia non si consuma, come impropriamente diciamo, ma si trasforma di modo che la quantità totale di energia presente nell'universo rimane costante.
Quindi se una massa rallenta, diminuendo la sua energia cinetica,(*) ci sarà un aumento di energia di altro tipo da qualche altra parte, cioè l'energia cinetica ''persa'' si trasforma in un altro tipo di energia, ed essendo secondo l'equazione di Einstein la massa una forma di energia, può trasformarsi ad esempio in massa.
Nella trasformazione inversa la massa si trasforma in un altro tipo di energia= centrali nucleari, bomba atomica etc...

*(Essendo l'energia cinetica = 1/2 mv2, diminuendo la velocità diminuisce l'energia cinetica.)
#994
Citazione di: misummi il 24 Novembre 2024, 17:59:27 PMQuesta è la via giusta anche per l'etica:
non esiste un'etica unica, ma una condivisione di valori basata sul confronto e una sana soggettività.
Condivido anch'io pienamente questa conclusione, però non direi che  l'universo è governato da leggi universali assolute, posto che queste siano le leggi fisiche che conosciamo, se poi funzionano solo relativamente a certe scale.
Inoltre le leggi fisiche, per essere tali, devono essere falsificabili, per cui per statuto non si candidano proprio ad essere assolute.Assoluto è ciò che non può negarsi, e le leggi morali non hanno questa caratteristica nella misura in cui le si può affermare.
Quindi trovare le leggi morali, se esistono, equivale a metterle in discussione.
#995
Citazione di: anthonyi il 24 Novembre 2024, 17:22:01 PMComplimenti, Visechi, per l'ennesima dissertazione di stampo vetero marxista.
Il mondo di oggi ha tanti problemi, ma per nessuno di questi il pensiero Marxiano offre una minima accettabile spiegazione o soluzione. Continua a vivere nel tuo mondo, e a non vedere la realtà.
Condividendo con te in generale questa opinione, però mi pare di individuare nel nostro Visechi una notevole eccezione.
#996
Citazione di: Visechi il 24 Novembre 2024, 13:51:42 PMCredo che si abbia necessità di nuovi modelli che utilizzino il capitale, la tecnica, la tecnologia, l'imprenditoria e il mercato e che evitino che siano questi a direzionare ed istituire l'organizzazione sociale e i bisogni delle genti. Che siano quindi l'uomo e la comunità umana a dettare le regole e non il Capitale ed il potere.
Nella mia ignoranza, è la prima volta che sentendo parlare del capitale, sentendolo personalizzare ancora una volta , si, ma con la piena coscienza di farlo per necessità narrativa, non mi sento respinto da questo tipo di discorsi.
E' la prima volta che sentendo parlare di capitale non percepisco la volontà di scaricare su altri da se le responsabilità che sono di tuti, e senza tirare quindi in ballo complottismi vari.
Mi rincuora che vi siano ancora persone come te capaci di leggere la realtà in modo si appassionato, si, ma senza che questa passione si trasformi in una lente distorcente della realtà.
O forse è solo che l'essere sardi è un punto privilegiato di osservazione?
Se è così allora viva la Sardegna e viva i sardi, per quanto strani a volte possano sembrare. :)

#997
Scienza e Tecnologia / Re: La verità su Hubble
24 Novembre 2024, 22:18:34 PM
Citazione di: misummi il 24 Novembre 2024, 17:44:41 PMCome se fosse ai confini di una simulazione, fa capire agli scienziati che la realtà sembra adattarsi all'osservatore e adattare l'osservatore stesso a sè stessa,e questo non è un buon segnale . Sembra una risposta da "muro di gomma" più che una oggettività.
Sto scrivendo questa righe con l'aiuto del mio amico che ne sa più di me in materia.
Ci sono anche degli errori nell'universo che gli scienziati cercano di spiegare

L'ipotesi divina non la escludo, ma finora non ho sentito l'esigenza di ricorrervi.



La realtà reagisce alle nostre sollecitazioni e queste risposte noi interpretiamo, e una di queste interpretazioni potrebbe essere appunto che la realtà sia fatta di oggetti, per cui aprendo gli occhi la realtà in modo   immediato ci appare, frutto in effetti di una particolare interpretazione che nel tempo  è stata implementata a nostra insaputa in un algoritmo che produce immagini in automatico come risultati, per cui, di esso ignari, noi vediamo solo il risultato, come se nulla vi mediasse, e quindi appunto in modo immediato.
La scienza può replicare questo meccanismo, ma essendo consci delle nostre interpretazioni, ciò che ci mancherà sarà quell' evidenza che l'immediatezza comporta.
Quindi non è tanto che non potremo conoscere la realtà nella sua oggettività se la misura interferendo con gli oggetti che la compongono non me li restituirà per ciò che effettivamente sono, ma è la realtà che sollecitata da come risposta gli oggetti di cui poi noi diremo perciò essere fatta.
Se così stanno le cose, è prevedibile allora che cambiando sollecitazione non verrà riconfermata la stessa ''oggettiva'' risposta, come se la realtà diversamente si ''ricomponesse'' ad ogni sollecitazione.
La realtà quindi non avrebbe nulla di oggettivo essendo l'oggettività la sua risposta alle nostre sollecitazioni.
La realtà non si presenta da sola se non sollecitata, e ciò che noi diciamo realtà di volta in volta è in effetti la sua risposta alle nostre sollecitazioni, che noi confondiamo con la realtà stessa nella naturale percezione, o diversamente possiamo assumere come realtà, e laddove l'assunzione è cosciente è perciò continuamente ritrattabile.
In sostanza noi viviamo dentro un mondo che sta per la realtà, e perciò credo mi accusano di essere un matrixiano, mondo che credo sia anche improprio dire virtuale, perchè non fa le veci di un mondo reale, ma della realtà la quale non è propriamente un mondo.
In altri termini non c'è un solo modo di vivere la realtà, e ognuno di questi modi si configura come un mondo a parte.
Come dire che non c'è bisogno di partire su un astronave per andare a visitare nuovi mondi, perchè lo abbiamo sempre fatto e possiamo continuare a farlo restando coi piedi per terra.
Naturalmente, nella misura in cui credevamo di vivere in modo diretto la realtà, ognuno di questi diversi mondi potrà apparire come un incubo dal quale non ci riesce a svegliare.

Certe spiegazioni scientifiche sembrano davvero strane, e il motivo potrebbe essere che cerchiamo di interpretare certe oggettività in termini di altre oggettività, mischiando in modo improprio tutte le diverse risposte che la realtà ci da quando sollecitata.
In tal modo sovrapporremmo due mondi diversi constatando che non combaciano, perchè in effetti essi non nascono per combaciare, essendo ogni mondo una possibile interpretazione diversa delle risposte che la realtà ci dà.

Io potrei apparirti quindi come uno di quelli che amano complicare le cose, ma in effetti perseguo la semplicità, o quantomeno, pur godendo della meraviglia del mondo come ci appare, a ciò cerco di far seguire la banalizzazione di queste apparenze, premessa di nuove meraviglie da da scoprire, senza il pericolo che la nostra fantasia smetta di essere sollecitata da una realtà che non appare mai monotona nella sua pur unicità.

L'ipotesi divina non la escludo, ma finora non vi ho fatto ricorso.
#998
Scienza e Tecnologia / Re: La verità su Hubble
24 Novembre 2024, 16:36:04 PM
Citazione di: misummi il 24 Novembre 2024, 15:38:12 PMcercano di trasformare ciò che accade normalmente in un oggetto di teorie
Il mio gioco è riuscire a intravedere la straordinarietà nascosta dietro la normalità, cioè, convinto che non ci sia nulla di ovvio a questo mondo, cerco di capire il percorso che conduce all'ovvietà, provando a ripercorrerlo al contrario.
Sembra ovvio che l'universo debba avere avuto una nascita, ma, al di la che di ciò si trovino conferme, che non saranno mai comunque definitive, comprendere l'origine di certe ovvietà significa conoscere se stessi, che è uno dei programmi filosofici più gettonati.
Della conoscenza di se stessi al contrario io credo che vi sia una conferma definitiva, perchè conoscersi  credo equivalga a divenire altro da quel che abbiamo conosciuto, e di questo cambiamento almeno in teoria dovremmo accorgerci.
Alla fine comunque, per quanto riusciamo a conoscerci, c'è sempre un nuovo segreto contenuto in noi che fa stare insieme i nostri pezzi, sottraendoli alla nostra volontà.
Non ho una laurea, come hai capito, non sono uno scienziato, ma sono convinto che le grandi scoperte scientifiche sono appannaggio di quegli uomini, che pur mantenendo i propri pregiudizi, ne hanno sufficiente coscienza da poterli trascendere, ed è ciò che io nel mio piccolo provo a fare a mia volta.
#999
Scienza e Tecnologia / Re: La verità su Hubble
24 Novembre 2024, 12:23:39 PM
Citazione di: misummi il 24 Novembre 2024, 07:36:32 AMnb forse Matrix è più che un film 
Io sono l'ultimo a poterlo negare, se è vero che pur non avendolo visto, e non conoscendone neanche la trama, qualcuno a quel film spesso associa la mia visione filosofica.
#1000
Scienza e Tecnologia / Re: La verità su Hubble
24 Novembre 2024, 12:06:43 PM
Mi pare che questo dimostri che l'ipotesi del big bang abbia dignità scientifica essendo falsificabile, nonché in via di falsificazione a quanto pare.
Però se non si è introiettato del tutto che questa è la natura della scienza, ogni falsificazione può diventare motivo di una sua denigrazione.
Personalmente considero la scienza un manuale per l'uso della realtà, dove il manuale non ti dice come è fatta, ma solo come usarla.
Se le cefeidi mostrano di essere un ''metro a corta gittata'', allora dimostrano di non possedere un essenza diversa da una squadra millimetrata, con la quale non vai a misurare il diametro della terra.
#1001
E a questo punto a me sorge anche uno scrupolo.
Perchè io mi dovrei adoperarmi a strappare ad alcuni la loro coperta di Linus, se da essa so che dipende la loro salute mentale?
Vero è però che questo scrupolo trova un limite quando provano a propormi quella copertura psicologica come idolo da adorare,  soluzione assoluta a tutti i nostri mali.
#1002
Citazione di: Alberto Knox il 23 Novembre 2024, 12:11:46 PMChe in matematica ci sono due tipi di affermazioni, ci sono le affermazioni come 2+2 fa 4 e sono quelle che noi dimostriamo con i nostri ragionamenti o il teorema di pitagora ecc. e quelle sarebbero le ragioni della ragione , la ragione che dimostra ma attenzione in matematica non c'è niente in assoluto, non c'è un teorema che vale in assoluto . La somma degli angoli di un triangolo è 180° se siamo nella geometria euclidea 2+2 fa 4 se siamo nell aritmetica dei numeri interi . E questi sono gli assiomi, cioè delle affermazioni non dimostrate da cui si parte  che pascal chiama le ragioni del cuore e perchè lo diceva? perchè per capire quali devono essere le ragioni del cuore , cioè gli assiomi da cui derivare le nostre affermazioni bisogna usare un qualche cosa che non è la ragione che lui chiama "cuore" ma che un matematico chiamerebbe "intuizione" si intuiscono gli assiomi
La notizia buona è che la matematica è assoluta.
La notizia cattiva è che i suoi assiomi sono arbitrari.
E' assoluta, cioè vera indipendentemente dai tempi e dai luoghi, nel senso che assunti certi assiomi la cui assunzione non è necessaria, e applicando una logica precisamente definita, scelta fra tante, otterremo sempre gli stessi risultati, per cui il teorema di Pitagora  era vero per Pitagora, come è vero per noi, e sempre vero sarà, così vero che ... potremmo anche smettere di parlare di verità, facendo ancora un passo avanti rispetto a Pitagora, parlando invece di corretta e verificabile deduzione logica, per cui correttamente il teorema di Pitagora deriva dal fare certe precise assunzioni applicando una precisa logica.

Certo, ci potremmo chiedere, se arbitraria è la scelta degli assiomi, perchè ne scegliamo alcuni. e non altri, e qui effettivamente si potrebbe credere che a questa scelta presiedano le ragioni del cuore, trattandosi di quelle intuizioni che sorgono non si sa come, ma che sorgono comunque da dentro di noi, e possiamo presumere per essi carattere di assolutezza solo se ciò da cui sorgono lo è.
Gira e rigira ciò che io dico assoluto può esserlo solo se io lo sono, e in particolare posso affermarlo solo se il mio linguaggio è assoluto.
La preoccupazione di chi va' in cerca dell'assoluto è solo una preoccupazione rivolta verso di se.
2+2=4, non ha un significato assoluto, se assoluti non sono gli assiomi e la logica da cui lo possiamo deriviare come un teorema, assoluta è la deduzione logica che si fa a partire dagli assiomi. Cioè, scelti gli assiomi e la logica da applicare, la deduzioni che facciamo non derivano più da una nostra scelta relativa, ma hanno un carattere assoluto.
In effetti chi tira in ballo l'esempio 2+2=4, come assoluta verità. sta dando, senza averne necessariamente coscienza, un valore assoluto al suo intuito, perchè nella misura in cui dei numeri abbiamo intuizione, è evidente che 2+2=4 .
E' significativo che si scelga questo come esempio, e non il teorema di Pitagora, del quale invece non si può fare a meno di darne dimostrazione, non apparendoci esso intuitivo.

Il problema è che se tutti questi esempi vogliamo farli ricadere sotto allo stesso quadro teorico al fine di poter affermare che la matematica è una, se non tutto è intuibile, ma tutto si presta ad essere dimostrato, allora dovremo accettare che il dover dimostrare che 2+2=4, non è cosa superflua,  ma necessaria come lo è  dover dimostrare il teorema di Pitagora.

La notizia cattiva dunque è che noi non siamo assoluti, come non lo era Pitagora.
La notizia buona  è che divenendo siamo andati oltre Pitagora e Platone, sebbene alcuni si attardino ancora a replicarne in fotocopia i ragionamenti, incapaci di apprezzare l'aggiuntiva ricchezza che può comportare il divenire, cercando di recuperare quel senso di sicurezza che sempre si perde nei momenti di crisi, nella fissità dell'essere.
#1003
Citazione di: green demetr il 23 Novembre 2024, 22:59:06 PMMa è proprio questo l'effetto del relativismo, che negando l'unione con l'assoluto, ossia col Dio, non con il suo sostituo formale, da ripetere a pappagallo, fornisce l'assist a che qualsiasi relativismo possa prendere il posto dell'assoluto.
Non so se vi sia un assoluto, ma so che vi è,  a quanto pare, una esigenza inderogabile di assoluto, per cui non mi sembra strano che diversi relativismi distribuiti nello spazio e nel tempo ne abbiano preso il posto. Non mi sembra neanche strano che nel susseguirsi di queste attribuzioni di assolutezza, fra l'una e l'altra vi siano momenti di disorientamento che diciamo nichilismo quando impervio sembra il passaggio.
Non nego la possibilità dell'unione  con Dio fuori da ogni formalità, nego solo che ad essa si possa dare appunto una forma assoluta,
perchè una forma assoluta è una contraddizione in termini, essendo la sostanza della forma di essere relativa.
Seppure noi fossimo assoluti per l'unione che si realizza in Dio, ciò non comporta purtroppo in automatico che assoluto sia il linguaggio col quale ne tessiamo le lodi, per cui se una verità esiste noi potremo  sentirla, ma non esprimerla, di modo da far convenire gli altri su ciò che noi sentiamo, se essi già non la sentono a loro volta.
Però questo è quello che, ponendo fede nel fatto che dell'assoluto possa darsi una espressione, proviamo sempre a fare, e ciò si è tradotto in nazismo, comunismo reale, e religioni varie, su cui si fondano le società.
Il mio sospetto è che per animali sociali l'unico vero valore sia solo la società che realizza il loro essere, essendo solo alibi per crearle le fondamenta assolute su cui si prova a fondarle.
Quindi mi chiedo perchè per fondare le società sia inevitabile questo passaggio per l'assoluto.
In effetti è inevitabile solo quando queste società si abbia l'esigenza di allargarle oltre la grandezza per la quale naturalmente si formano, come è la grandezza di una famiglia o di un clan, dovendosi creare in modo artificioso un senso di appartenenza a qualcosa di più innaturalmente esteso, come ad esempio la patria o la nazione, operazione che in qualche modo va in porto, ma non acquisendo mai sembianze di naturalezza, sempre passibile di contestazione.
Inevitabilmente tutto ciò traduce la nostra unione  con Dio in una unione col proprio Dio, realizzando quella relatività che si vorrebbe fuggire.
E non mi convince neanche il tuo disperato sotterfugio di cercare l'assoluto nella saggezza di uomini passati, essendoti evidente  nessun uomo esistente, cioè nel suo presente, mostri di meritare di essere idolatrato, cercando nel passato l'uomo della futura provvidenza, che però quando poi arriva, non manca mai di deluderci.
#1004
Citazione di: Jacopus il 23 Novembre 2024, 21:45:45 PME' un discorso antico come la filosofia. Da una parte la posizione eleatica, per cui il "Tutto è uno e non è il molteplice" e dall'altra la posizione socratica, che non vedeva "nulla di strano se qualcuno mi vedesse come uno e molti". (Dal Parmenide di Platone, (128 B, 129 C). Il volersi affrancare dall'inevitabile presenza del tutto e del molteplice (presenza inscindibile) è la causa di molti mali umani e, contemporanemente, di beni. Se l'uomo non si fosse considerato assoluto (ab-solutus) e unico, staremmo ancora nell'Eden, in completa armonia con la natura ma preda della natura stessa e dei suoi sicari (tigri dai denti a sciabola nel macro, e yersina pestis nel micro). Oggi quella assolutezza mostra un volto nuovo, e nuovi sicari. Sicari sistemici e creati dallo stesso apprendista stregone chiamato uomo. Il relativismo ed il molteplice necessariamente emergono da questa incapacità dell'ab-solutus di governare il mondo ed anche da processi culturali, da teorie scientifiche (il relativismo è anche una teoria scientifica piuttosto nota), dalla comprensione che il relativismo baratta certezze in cambio di mitezza dei costumi e della legge.
L'assoluto risiede, giustamente come fa notare Iano, dentro di noi. Non siamo parte di una colonia pluricellulare, ma siamo ognuno di noi separato tragicamente da ogni altro essere vivente. Eppure è vero anche l'opposto. Noi siamo come dice Socrate, uno e molti: unus ego et multi in me è una frase ricorrente nella cultura elleno-latina. Forse l'ha coniata Zenone, ma ha trovato un grande successo, fino ad essere riproposta da M. Yourcenair, quando, due millenni dopo fa parlare l'imperatore Adriano.

Forse il modo più umano (e più difficile) di affrontare questo problema è quello di accettare la coprensenza di assolutismo e relativismo. L'ambivalenza tragica è ciò che ci rende propriamente umani.
Molto interessante per me questo excursus filosofico, per me che ignoro anche questi argomenti basilari della filosofia.
Mi pare che l'essere uno e molti mini l'essere nelle sue fondamenta, e porti acqua al  mulino che macera i miei pensieri, laddove la moltitudine può considerarsi una manifestazione dell'uno, con il quale non possa farsi però coincidere , se univoca non mostra d'essere, cioè se esso non è fatto di molteplicità, ma molteplice e il suo modo di manifestarsi, che in molteplicità appunto si traduce.
La ricerca dell'assoluto è quindi la ricerca di una descrizione univoca della realtà, nella convinzione che la verità, se c'è, noi si possa sperare di affermarla, ma una descrizione assoluta dell'uno è  impossibile ad affernmarsi come vera  se  relativo è il linguaggio col quale si prova a farlo, perchè per quanto noi si cerchi di perfezionarlo, esso resta relativo nella sua essenza.
Possiamo allora attribuire il vero essere solo all'uno, ma anche qui non so quanto sia propria l'attribuzione, in quanto la nostra idea dell'essere si basa sulla distinzione che possiedono le cose, cioè dal fatto che posseggono quei confini di cui la geometria tratta, ma di cui con Platone non riscontriamo poi esistere in modo perfetto nella realtà, senza negarne però Platone l'esistenza, seppur di imperfetta forma.
Ma cosa succede se poi questi confini, più che imperfetti, ciò che Platone non poteva sapere, una volta indagati, non si trovano?
Cioè se la loro caratteristica non è propriamente l'imperfezione, ma il mostrarsi sfuggenti, per cui l'iperuranio non è propriamente separato dalla realtà, ma è un applicazione che  su essa facciamo, credo artificiosamente confini dove  nell'uno , in quanto tale, non ve ne sono, ciò che ci permette di darne una descrizione.
Così quando andiamo a cercare i confini dell'universo impropriamente proiettiamo si di esso la relatività delle nostre descrizioni, perchè i confini son ciò che rendono molteplice l'uno, e non ciò che lo sostanzia, e allo stesso modo, se i confini sono ciò che definiscono l'essere come ciò che da altri esseri si distingue, attribuiamo perciò impropriamente una esistenza all'uno.
Ma se l'uno non esiste allora di cosa stiamo parlando?
Stiamo parlando di ciò che possiamo indurre a partire dalle sue molteplici manifestazioni, le quali hannoproprietà che impropriamente tenderemo ad attribuirgli, identificando impropriamente l'esigenza descrittiva con ciò che descriviamo.
In effetti dell'uno, tutto ciò che sappiamo è che esso si presta a una descrizione , e che questa descrizione non essendo univoca, da ognuna di esse non possiamo trarre proprietà da attribuirgli.
#1005
Scienza e Tecnologia / Re: La verità su Hubble
23 Novembre 2024, 20:50:25 PM
Citazione di: misummi il 23 Novembre 2024, 06:08:00 AMTornando a Hubble ripeto quello che ho detto e il telescopio a suo nome io l'avrei chiamato col nome di quello ragazza.
Sono visceralmente immunizzata dalla DOC...cheria,VIP....eria e POT...eria terrena!
Su questo concordo , ma in generale penso sia distorta inevitabilmente ogni assegnazione di paternità/maternità, essendo la scienza un impresa comune, per cui per non sbagliare ogni scoperta andrebbe attribuita al genere umano, senza che nessuno se ne senta escluso, uomo o donna, laureati o meno.
Però dai link che posti non si deduce che le candele siano state declassate a stoppino, e  di ciò non trovo comunque notizia altrove.