Alcune precisazioni. Darwin preferiva il termine trasmutazione ad evoluzione, per sottolineare che non vi è nessun processo dal semplice all'evoluto. I nostri successori potrebbero essere dei batteri o delle tigri moralmente kantiane. Quello che descrive l'evoluzionismo è il processo di continuo adattamento delle forme di vita fra di loro e rispetto all'ambiente.
Rispetto alla religione Darwin non si è mai pronunciato e la stessa pubblicazione del suo libro sull'origine della specie fu per lui un dilemma, poiché si rendeva conto di minare le credenze religiose molto di più di quanto avevano fatto qualche secolo prima Copernico e Galilei.
In linea di principio, personalmente penso che si possa essere credenti ed evoluzionisti, visto che sono due dimensioni differenti, una basata sulla fede e l'altra su dati reali e su prove che si stanno moltiplicando geometricamente con l'avvento degli studi genetici.
Si tratta però, ad essere sinceri, di trovare una divinità diversa da quella biblica, poiché risulta bizzarro pensare ad un Dio che produce cinque estinzioni di massa, che fa proliferare miliardi di specie per poi estinguerle e farne generare altre. Al nostro pensiero ordinatorio, che è lo stesso che ha ideato la Bibbia, tutto ciò risulta assurdo. Non è certo l'Orologiaio leibniziano quello che ne viene fuori. È piuttosto un Dio che fa nascere la vita e poi se ne disinteressa, facendola progredire secondo l'unica legge della necessità di sopravvivere e trasmettere nel tempo il proprio codice genetico.
Un ulteriore intoppo è dato dalla certezza per la teoria evoluzionista che homo sapiens si estinguerà come tutte le altre specie. Non vi è uno statuto privilegiato previsto per l'uomo. E ciò è sottolineato dalle recenti teorizzazioni della presenza di coscienza e carattere in molti mammiferi superiori ma anche le forme di vita più semplici sono molto più simili a noi di quanto si credeva solo fino a 30 anni fa. È possibile ad esempio, che tutti gli animali sognino, poiché nel sonno dei ragni sono state registrate le fasi rem. E le api non sono solo istinto, perché apprendono le danze per localizzare il nettare dalle loro simili.
È possibile che anche il fantasticare sia un repertorio comune (sognare è fantasticare). La grande differenza è data dall'interazione avvenuta solo in homo sapiens fra fantasticare (SNC) e cultura che ha permesso uno sviluppo culturale di quelle fantasticherie, diventate sempre più complesse. Ed in questo vi è effettivamente un tratto evoluzionista, poiché credere di essere la stirpe eletta non fa altro che renderci convinti della nostra missione, del nostro compito, in sostanza dell'importanza della nostra vita, che è appunto il fine ultimo delle dinamiche evoluzioniste.
Rispetto alla religione Darwin non si è mai pronunciato e la stessa pubblicazione del suo libro sull'origine della specie fu per lui un dilemma, poiché si rendeva conto di minare le credenze religiose molto di più di quanto avevano fatto qualche secolo prima Copernico e Galilei.
In linea di principio, personalmente penso che si possa essere credenti ed evoluzionisti, visto che sono due dimensioni differenti, una basata sulla fede e l'altra su dati reali e su prove che si stanno moltiplicando geometricamente con l'avvento degli studi genetici.
Si tratta però, ad essere sinceri, di trovare una divinità diversa da quella biblica, poiché risulta bizzarro pensare ad un Dio che produce cinque estinzioni di massa, che fa proliferare miliardi di specie per poi estinguerle e farne generare altre. Al nostro pensiero ordinatorio, che è lo stesso che ha ideato la Bibbia, tutto ciò risulta assurdo. Non è certo l'Orologiaio leibniziano quello che ne viene fuori. È piuttosto un Dio che fa nascere la vita e poi se ne disinteressa, facendola progredire secondo l'unica legge della necessità di sopravvivere e trasmettere nel tempo il proprio codice genetico.
Un ulteriore intoppo è dato dalla certezza per la teoria evoluzionista che homo sapiens si estinguerà come tutte le altre specie. Non vi è uno statuto privilegiato previsto per l'uomo. E ciò è sottolineato dalle recenti teorizzazioni della presenza di coscienza e carattere in molti mammiferi superiori ma anche le forme di vita più semplici sono molto più simili a noi di quanto si credeva solo fino a 30 anni fa. È possibile ad esempio, che tutti gli animali sognino, poiché nel sonno dei ragni sono state registrate le fasi rem. E le api non sono solo istinto, perché apprendono le danze per localizzare il nettare dalle loro simili.
È possibile che anche il fantasticare sia un repertorio comune (sognare è fantasticare). La grande differenza è data dall'interazione avvenuta solo in homo sapiens fra fantasticare (SNC) e cultura che ha permesso uno sviluppo culturale di quelle fantasticherie, diventate sempre più complesse. Ed in questo vi è effettivamente un tratto evoluzionista, poiché credere di essere la stirpe eletta non fa altro che renderci convinti della nostra missione, del nostro compito, in sostanza dell'importanza della nostra vita, che è appunto il fine ultimo delle dinamiche evoluzioniste.

