Buongiorno Iano,
oltre al senso estetico conscio ed inconscio, collegato alla psicoanalisi, c'è anche la "neuroestetica" per la comprensione della risposta estetica da parte dell'individuo.
Nel 1994 il neuroscienziato Semir Zeki ha avviato un nuovo ambito di ricerca, definita Neuroestetica, che si propone di studiare i meccanismi biologici alla base della percezione estetica.
La "neuroestetica" è un settore di studi della psicologia. Questa affascinante disciplina non spiega l'opera d'arte ma la utilizza per comprendere il cervello e la sua attività di fronte a specifiche stimolazioni; essa si propone di studiare il misterioso processo percettivo e chimico che si attiva nel momento in cui i nostri occhi incontrano un'opera d'arte o la bellezza di una donna oppure di un paesaggio. E' un processo visivo attivo, costruttore dell'immagine percepita e in grado di generare in noi quelle sensazioni di bellezza e piacere che le opere d'arte sono in grado di regalarci.
Semir Zeki con le sue ricerche ha in parte svelato il mistero della percezione estetica, cioè cosa si genera nella mente quando percepiamo qualcosa di bello? Per spiegare questo concetto, l'autore considera il processo visivo come una strada che si percorre per costruire nella mente l'immagine della realtà. Affinché sia possibile percepire un'immagine è necessario il coinvolgimento non solo del sistema visivo ma anche del complesso sistema di cognizioni-emozioni-valori.
Questo sistema prende forma nel rapporto tra individuo e realtà, nel dialogo tra cervello e ambiente. Col nostro sistema cognitivo ci creiamo aspettative, diamo significato e valore a ciò che vediamo e viviamo, creiamo quindi concetti e significati.
Semir Zeki sostiene che anche la bellezza e il piacere nascono dall'integrazione di concetti presenti nel nostro cervello, creazioni di aspettative fortemente influenzate dalla cultura, soggette quindi a differenze individuali e culturali.
Le ricerche di Zeki hanno fatto individuare le specifiche aree cerebrali coinvolte nell'esperienza estetica: la corteccia orbito-frontale mediale. Sembra che quest'area sia correlata con esperienze visive piacevoli, con la percezione di ciò che ciascuno di noi considera bello, indipendentemente dalle caratteristiche dell'oggetto stesso. Si attiva in presenza di stimoli compresi nei concetti di bellezza, desiderio, amore, ed è parte integrante del sistema di gratificazione.
oltre al senso estetico conscio ed inconscio, collegato alla psicoanalisi, c'è anche la "neuroestetica" per la comprensione della risposta estetica da parte dell'individuo.
Nel 1994 il neuroscienziato Semir Zeki ha avviato un nuovo ambito di ricerca, definita Neuroestetica, che si propone di studiare i meccanismi biologici alla base della percezione estetica.
La "neuroestetica" è un settore di studi della psicologia. Questa affascinante disciplina non spiega l'opera d'arte ma la utilizza per comprendere il cervello e la sua attività di fronte a specifiche stimolazioni; essa si propone di studiare il misterioso processo percettivo e chimico che si attiva nel momento in cui i nostri occhi incontrano un'opera d'arte o la bellezza di una donna oppure di un paesaggio. E' un processo visivo attivo, costruttore dell'immagine percepita e in grado di generare in noi quelle sensazioni di bellezza e piacere che le opere d'arte sono in grado di regalarci.
Semir Zeki con le sue ricerche ha in parte svelato il mistero della percezione estetica, cioè cosa si genera nella mente quando percepiamo qualcosa di bello? Per spiegare questo concetto, l'autore considera il processo visivo come una strada che si percorre per costruire nella mente l'immagine della realtà. Affinché sia possibile percepire un'immagine è necessario il coinvolgimento non solo del sistema visivo ma anche del complesso sistema di cognizioni-emozioni-valori.
Questo sistema prende forma nel rapporto tra individuo e realtà, nel dialogo tra cervello e ambiente. Col nostro sistema cognitivo ci creiamo aspettative, diamo significato e valore a ciò che vediamo e viviamo, creiamo quindi concetti e significati.
Semir Zeki sostiene che anche la bellezza e il piacere nascono dall'integrazione di concetti presenti nel nostro cervello, creazioni di aspettative fortemente influenzate dalla cultura, soggette quindi a differenze individuali e culturali.
Le ricerche di Zeki hanno fatto individuare le specifiche aree cerebrali coinvolte nell'esperienza estetica: la corteccia orbito-frontale mediale. Sembra che quest'area sia correlata con esperienze visive piacevoli, con la percezione di ciò che ciascuno di noi considera bello, indipendentemente dalle caratteristiche dell'oggetto stesso. Si attiva in presenza di stimoli compresi nei concetti di bellezza, desiderio, amore, ed è parte integrante del sistema di gratificazione.