Giusto, seguire l'intuizione personale è la chiave del filosofare quindi mi trovi perfettamente d'accordo su questo punto. Se alle proprie si aggiungono le domande di altri allora insieme si
In merito all'essere consapevoli, molto semplicemente, pensa a questo momento in cui stai leggendo le mie parole: senti di avere consapevolezza di leggere nel momento stesso in cui leggi? E Quando aggrotterai le sopracciglia? Per ostacolo intendo che l'atto risulta meno "naturale" di quello che potrebbe essere, ciò a discapito della spontaneità perché in seguito interviene il calcolo, la premeditazione delle azioni. Pensa, se alla festa dei Lupercalia un mio fidato generale (con il popolo che mormora, brontola ed è preoccupato delle mie malcelate ambizioni di gloria e potere) mi getta sul capo (come se fosse una cosa da nulla) una corona; e io la ripudio pubblicamente come a dire "guardate, io, Cesare, non voglio diventare vostro re" poi negli atti dimostro tutto il contrario (tengo la dittatura a vita, mi crogiolo sul mio trono d'oro dinnanzi al tempio di Venere Genitrice e non mi alzo quando i senatori vengono a porgere i loro saluti) non sarebbe studiato quel mio gesto, di cui ho piena consapevolezza, non naturale e non virtuoso?mi piacerebbe sapere cosa ne pensi al riguardo.
Rimandiamo l'indagine intorno al rapporto tra ragione e volontà, insieme all'aporia socratico-platonica ad un altro momento per adesso
In merito all'essere consapevoli, molto semplicemente, pensa a questo momento in cui stai leggendo le mie parole: senti di avere consapevolezza di leggere nel momento stesso in cui leggi? E Quando aggrotterai le sopracciglia? Per ostacolo intendo che l'atto risulta meno "naturale" di quello che potrebbe essere, ciò a discapito della spontaneità perché in seguito interviene il calcolo, la premeditazione delle azioni. Pensa, se alla festa dei Lupercalia un mio fidato generale (con il popolo che mormora, brontola ed è preoccupato delle mie malcelate ambizioni di gloria e potere) mi getta sul capo (come se fosse una cosa da nulla) una corona; e io la ripudio pubblicamente come a dire "guardate, io, Cesare, non voglio diventare vostro re" poi negli atti dimostro tutto il contrario (tengo la dittatura a vita, mi crogiolo sul mio trono d'oro dinnanzi al tempio di Venere Genitrice e non mi alzo quando i senatori vengono a porgere i loro saluti) non sarebbe studiato quel mio gesto, di cui ho piena consapevolezza, non naturale e non virtuoso?mi piacerebbe sapere cosa ne pensi al riguardo.
Rimandiamo l'indagine intorno al rapporto tra ragione e volontà, insieme all'aporia socratico-platonica ad un altro momento per adesso
