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Messaggi - bobmax

#1
Attualità / Re: Libano
07 Ottobre 2024, 13:25:37 PM
Comunque vista la situazione per me insopportabile, e l'evidente inutilità di partecipare, lascio definitivamente il forum.
#2
Attualità / Re: Libano
07 Ottobre 2024, 13:21:56 PM
Citazione di: InVerno il 07 Ottobre 2024, 13:00:19 PMOk basta vignette, le cancello, niko ha ragione. Bobmax per favore non ne postare altre, ricordati che vignette+Islamisti rischi una bomba nella cassetta della posta..


Allora dovrebbero essere cancellati pure i messaggi che le citano anche per il linguaggio utilizzato...
#3
Citazione di: Alberto Knox il 06 Ottobre 2024, 23:07:19 PMSì, capisco quello che vuoi dire e sono anche d'accordo, sicuramente la matematica è possibile grazie al fatto che esistono oggetti discreti del mondo fisico e che senza l'elaborazione di compressioni algoritmiche dei dati l'intera scienza si limiterebbe a una raccolta di esempi senza capo ne coda , all accumulazione indiscriminata di tutti i fatti disponibili . La matematica ci mostra invece come leggi della fisica siano analoghe ai programmi dei computer . Dato lo stato inziale di un sistema (imput) possiamo usarle per calcolare lo stato successivo (output). Tuttavia  vi sono degli schemi in matematica che non hanno a che fare con il mondo fisico , uno di questi schemi è il cosi detto "insieme di Mandelbrot" . Questo insieme è una forma geometrica , detta frattale, che è strettamente legata alla teoria del caos e ci fornisce uno spettacolare esempio di come un operazione ricorsiva molto semplice possa produrre un oggetto di favolosa varietà e complessità. è generata per applicazione di una regola (o funzione) di cui non entro nei dettagli ma la peculiarità di questo insieme frattale  è che ogni sua parte può essere ingrandita e riingrandita senza limite , e tutti i livelli successivi di risoluzione rivelano ricchezze e delizie nuove. In realtà le complicazioni strutturali dell insieme di Mandelbrot non possono essere comprese a fondo, in tutti i loro dettagli, da nessuno di noi , e non c'è computer che lo possa rivelare in modo completo . Il computer in questo caso viene usato , essenzialmente, nello stesso modo in cui un fisico usa un apparato per esplorare la struttura del mondo fisico. Questo fa presupporre che l insieme di Mandelbrot non è un invenzione della mente umana, esso è stato scoperto, è li è basta . Come nel mondo fisico il monte Everest è li e basta.

Sono dell'idea che niente sia mai inventato ex novo, ciò che chiamiamo invenzione in realtà è soltanto una riscoperta.

Questo mio convincimento si basa sulla considerazione che la Verità è lo stesso Essere, l'Uno a cui non può essere aggiunto o tolto alcunché.
E poiché tutto è Uno, ogni cosa deve essere relazionata con qualsiasi altra, al punto da coincidere con essa.

Perciò anche schemi matematici, che sembrano prescindere dal mondo fisico, ne devono invece in qualche modo rappresentare un suo aspetto.

Emblematici sono i frattali, che alludono a un che di caotico.
Ma qualsiasi concetto matematico, se guardato criticamente evitando di accontentarsi dell'ovvio, può alludere ad una sottostante inesplorata profondità.

L'esistenza è mistero!
Un mistero che si fa ancora più fitto, proprio ora che ogni aspetto del mondo sembra sul punto di essere ormai chiarito e compreso.
Perché ora più che mai, avanzando nel mondo, emerge la constatazione, per chi guarda davvero, che Essere = Nulla.
E il Caos riassume in sé questa coincidenza degli opposti: l'Essere e il Nulla.

Grande è il mistero.
Mentre tanti giovani sono perduti di fronte ad un mondo che sembra ormai conosciuto una volta per tutte.
E questo mondo creduto "vero" è in definitiva un deserto.

Mentre non è affatto così!
Basterebbe riflettere sul fatto che l'infinito non esiste. E se non esiste l'infinito... ecco il Nulla.
Ecco il Caos!
Ecco l'Amore...!?
#4
Citazione di: Alberto Knox il 06 Ottobre 2024, 22:07:36 PMesiste però il panorama mentale della matematica che è comune ad ogni individuo. Per meglio dire, ad ogni matematico. Questa cosa del paesaggio mentale non è una mia invenzione ma di uno di loro, un matematico platonico di nome Rudy Rucker . Egli ritiene che una persona che fa ricerca matematica esplora il paesaggio mentale in un modo molto simile a  come Neil Armstrong esplorò la superficie della luna. A volte esploratori diversi passano per le stesse regioni e riferiscono le loro scoperte in modo del tutto indipendente l'uno dall altro. Secondo Rucker, propio come abbiamo in comune lo stesso mondo fisico  così tutti noi abbiamo in comune lo stesso paesaggio mentale. Anche per John Barrow il fenomeno delle scoperte indipendenti in matematica è indizio di un elemento oggettivo , indipendente dalla psiche del ricercatore.

Sì, ma il fraintendimento è nel considerare il mondo mentale un mondo a sé, dove vivono entità che prescindono dal mondo fisico.

Perché non vi sono due mondi, uno mentale e uno fisico.

La stessa constatazione di come la matematica sia coerente con il mondo fisico, e a volte addirittura ne anticipi le scoperte, conferma che il mondo è uno solo.
Vi è chi invece si stupisce di come la matematica descriva i fenomeni fisici... Mentre non vi è nulla di cui stupirsi!, essendo la matematica espressione di questo stesso mondo fisico. È infatti questo il motivo della sua comune oggettività.

Non è un aspetto marginale, ma sostanziale.
Perché una volta che invece si cade nell'equivoco, di credere che esiste davvero un mondo matematico, che se ne sta da qualche parte a prescindere dal mondo fisico... si perde la percezione della realtà.

E la realtà è limite, è la non esistenza dell'infinito.
Mentre il mondo immaginato a sé stante della matematica, una volta slegato dal reale, permette voli pindarici assurdi, come la cosificazione dell'infinito.
Ossia l'infinito ridotto a "cosa" che può essere trattato come tale.

A questo assurdo è stata ridotta la matematica.
Una allucinazione, che apre la strada al nichilismo.
#5
Citazione di: Alberto Knox il 05 Ottobre 2024, 19:31:02 PMqui kant prende in considerazione la modalità di formulare il ragionamento da parte dei razionalisti , mostra come tali giudizi (giudizio =proposizione) da parte dei razionalisti sono certi, pochè partono da idee innate, cioè a priori ma non hanno nulla a che fare con l'empirico, non hanno ache fare con il mondo esterno , con gli animali , coi bipedi con i tipi di alberi. il 5 e il 7 fa effetivamente dodici solo l addove il 5 e il 7 non significano nient altro che il numero. l uno piu uno fa due fin quando l uno non significa nient altro che il numero. Perciò sì, è conoscenza certa quella della matematica pura ,ma è una conoscenza che in qualche modo si rifà su stessa. è circolare su se stessa.
.....
No, qui stai saltando dalla matematica pura (l'oggetto del discorso di kant nel tuo primo intervento) al mondo empirico, fatto di millepiedi , bipedi , alebri, frutti. Essi si possono contare ma non sono gli oggetti della matematica a cui si riferiva kant, per me passi da un piano all altro così facendo.

Non vi è alcuna matematica "pura". Perché non esiste nessun mondo a sé della matematica, il mondo è uno solo!

L'immaginare l'esistenza dei numeri, a prescindere da questo nostro mondo fisico, deriva dall'essersi distaccati dalla realtà.

"Siate fedeli alla terra!" esorta Nietzsche.
Che non poteva comprendere Kant nel suo tentativo di fondare altrimenti l'uomo.
Tentativo che infine non potrà che rivelarsi fallimentare.

Ma è proprio in questo inevitabile fallimento che sta la grandezza di Kant.

Perché è proprio nel naufragio del pensiero, che vuole auto fondarsi, che traspare l'Uno.

Senza più nessun appiglio, neppure la matematica, mero epifenomeno del mondo fisico.
#6
"Siate fedeli alla terra!" Esorta Nietzsche.
Invitava a non lasciarsi illudere da sovraterrene speranze.

Ma a maggior ragione questa esortazione è importante per non credere in qualsiasi separazione.
Cioè che vi sia un mondo di leggi fisiche a cui questo mondo deve sottostare, che esistano davvero i numeri a prescindere dalle cose, che la matematica sia un mondo a parte svincolato da questo, che esista un iperuranio.
Tutte credenze illusorie e fuorvianti.

Fedeli alla terra, significa aver fede nella Verità.
E la Verità è in questo mondo, dove se no?
#7
L'1 è una proprietà del 2.
E il 2 una proprietà dell'1.

Infatti il 2 trae tutto il proprio significato dall'1.
E l'1 ha significato solo in conseguenza del 2.

Questa relazione biunivoca è l'essenza dei numeri, di tutti i numeri. I quali comunque di per sé stessi non hanno alcuna realtà, neppure astratta.
Perché necessitano sempre di riferirsi a un che di concreto, di fisico.

Senza il mondo fisico, non vi è alcuna matematica.
#8
La grandezza di Kant non è nella verità di ciò che ha detto.
Bensì nell'aver mostrato, inconsapevolmente e attraverso la propria onestà intellettuale, l'impossibilità di afferrare la realtà.

E perché è impossibile comprendere l'essenza della realtà?
Perché per comprendere qualcosa siamo costretti a separare, mentre la realtà è l'intero.

Così, separando, finiamo con il credere nella verità della parte di per se stessa.
Mentre nessuna parte può essere vera di per sé.
Vero è l'Uno.

Perciò non vi è alcun mondo mentale che se ne stia separato dal mondo fisico.
L'iperuranio non esiste. È soltanto il frutto di una allucinazione della separazione.

Non vi è un mondo dei numeri.
Così come non vi è un mondo delle parole.
Il mondo è Uno!

Perciò pure la proposizione aritmetica, così come qualsiasi altra proposizione, è legata indissolubilmente con il mondo fisico, con la sua supposta molteplicità.
Ritenere che i numeri prescindano dal mondo fisico, è frutto della allucinazione in cui ci si perde seguendo la illusione della separazione.
#9
Zero
#10
Citazione di: Scepsis il 02 Ottobre 2024, 20:49:11 PMIl fatto e' che l'evento casuale di cui si sta parlando e' l'uscita di un colore piuttosto che di un'altro, quindi due sole possibili alternative, per un numero finito di giocate, tali da determinare pertanto un insieme finito e determinato di combinazioni. Di questo si occupa il calcolo delle probabilita', con la determinazione di specifici valori finiti.
Potremmo poi prendere in considerazione un numero di giocate che tendesse all'infinito (non essere in numero infinito), ma non avremmo che l'applicazione del normale concetto di "limite", con il risultato che la distribuzione statistica "tenderebbe" a quella probabilistica, e cosi' le rispettive medie, e che, per un numero di giocate tendenti all'infinito, la probabilita' dell'uscita consecutiva dello stesso colore tenderebbe a 0.
Aumentare il numero delle giocate osservate determinerebbe soltanto un aumento nel numero dei possibili "casi statistici" osservabili (con 4 giocate considerate si hanno 5 possibili "casi statistici": 4 rossi, 3 rossi ed 1 nero, 2 rossi e due neri, 1 rosso e 3 neri, 4 neri e quindi 5 possibili probabilita' osservabili: 100% rossi, 75% rossi, 50% rossi, 25% rossi, 0% rossi), al tendere all'infinito del numero delle giocate osservate tenderebbe all'infinito anche il numero dei "casi statistici", o possibili probabilita' osservabili, ma cio' non toglie che quest'ultime siano sempre comprese tra 0 ed 1. Le tendenze rilevabili per un numero di osservazioni limitate ( probabilita' decrescenti dell'uscita consecutiva dello stesso colore all'aumentare del numero delle giocate) risultano inoltre confermate per un numero di giocate tendenti all'infinito.
E' importante il concetto di infinito in matematica (il fatto che da 1 a 100 vi siano infiniti numeri reali, cosi' come infiniti numeri razionali ed irrazionali, esattamente come da 1 a 1,001, e tutto quello che e' stato elaborato in proposito) ma nel caso della Roulette abbiamo un insieme determinato e determinabile di combinazioni. Al crescere del loro numero (perche' ad esempio si aumenta il numero delle giocate osservate) le tendenze precedentemente riscontrate su numeri minori si confermeranno, non si avranno eventi imprevedibili o inattesi (chiaramente in termini probabilistici) all'aumentare delle osservazioni e delle combinazioni, anche al loro tendere all'infinito. Non e' come per i numeri primi, la cui presenza e collocazione al crescere dei numeri naturali considerati e' erratica e imprevedibile (alcuni vicinissimi tra loro, altri successivamente presenti dopo lunghissimi intervalli) e non conoscibili a priori dalla matematica (altrimenti la congettura di Riemann sulla loro distribuzione non sarebbe rimasta, ad oggi, una congettura)

L'infinito è sempre potenziale, mai attuale.
Le combinazioni casuali rosso/nero sono infinite perciò sempre potenzialmente.

Cosa significa questo?

Significa che una volta uscita una certa sequenza di rossi e di neri (che è necessariamente finita) per calcolare la probabilità delle successive uscite dobbiamo considerare questa sequenza nell'insieme infinito delle possibili combinazioni rosso/nero.
Cioè considerare il suo sottoinsieme avente quella sequenza iniziale.

Ma quel sottoinsieme è anch'esso infinito.

Perciò se sono usciti 100 rossi di fila, ci ritroviamo nel sottoinsieme delle infinite combinazioni che iniziano con 100 rossi consecutivi.
La 101° uscita potrà essere rosso o nero senza che nessuno dei due sia più probabile. Perché vi è comunque davanti l'infinito.
#11
1 + 1 = 2
5 + 7 = 12
e compagnia bella...
sono tutti giudizi analitici.
Perché non aggiungono nulla a ciò che già è implicito nel significato dei termini.
Equivale a dire: i corpi sono estesi.

Semmai possono essere considerati analitici a posteriori nel caso in cui già non si sappia il risultato della addizione.
Si svolge infatti una analisi. Che non aggiunge nulla essendo il risultato già implicito.
Kant questo non lo considera.

Il significato dei segni utilizzati è invece frutto di giudizi sintetici a posteriori.
#12
Sono convinto che non esista alcun giudizio sintetico a priori.
Lo sviluppo scientifico e in generale tutta la conoscenza ne prescindono.

Ritengo che questo giudizio sia stato immaginato da Kant a causa del disagio che provava, magari inconsapevolmente, nel non formularne la esistenza.
Perché in tal caso l'uomo si sarebbe ridotto a ben poca cosa.

Un po' come la deduzione contrapposta alla induzione.
Se la deduzione in realtà non esiste, che ne è dell'uomo?

Ma sembrerebbe proprio che ogni nostra conoscenza derivi dalla induzione.
Come pure l'IA ci suggerisce.
#13
Citazione di: daniele22 il 02 Ottobre 2024, 09:50:52 AMIl calcolo delle probabilità è un fenomeno che pretende, senza volerlo consapevolmente, negare l'esistenza di Dio in quanto finalizzato a mostrare evidenze che successivamente sono spessissimo confermate in natura dalle nostre osservazioni.
Detto questo, l'indice di probabilità di un evento viene stabilito isolando un sistema e non può avere influenza nella successiva misurazione; questo, proprio per la sua definizione che si riferisce esclusivamente alla probabilità di un evento. La serie di eventi non è un evento ... e solo un miracolo potrebbe....... ma fino ad oggi il miracolo non accade

Invece il calcolo delle probabilità mostra, magari inconsapevolmente, la realtà di Dio.
Che non esiste, bensì è.

Per rendersene conto basterebbe provare a valutare la probabilità del nostro stesso esserci qui e ora.

Una probabilità pressoché nulla, impossibile da avverarsi, e che invece si realizza!
#14
Vorrei evidenziare che l'infinito è sempre e solo potenziale, mai attuale.

L'insieme delle possibili combinazioni casuali è perciò infinito. In quanto infinito potenziale.
L'infinito attuale, cioè presente qui e ora, non esiste mai.

A scanso di equivochi, con sottoinsieme delle infinite combinazioni intendo tutte le possibili combinazioni che contengono, per esempio inizialmente, una medesima sequenza.
#15
Citazione di: Scepsis il 01 Ottobre 2024, 21:12:57 PMSe ci si trova con una serie consecutiva di estrazioni dello stesso colore: dopo 8 Rossi consecutivi un eventuale nono avrebbe una probabilita' di 1/512 (1/2 elevato alla nona), pari al 0,195% e la probabilita' e' destinata solo a scendere nel proseguo.
Gli esiti precedenti (solo Rossi) sono destinati ad influenzare quelli successivi perche' ad ogni ulteriore uscita del rosso ci si allontana sempre piu' dalla media probabilistica (50% Rosso, 50% Nero).

Ritengo di comprendere la tua posizione. Che vuol essere di buon senso.
Perché, accidenti, sono usciti 8 rossi consecutivi. Da qui in avanti la probabilità che esca ancora rosso e poi rosso e poi rosso deve essere necessariamente inferiore, della probabilità che ci sarebbe se non fossero già usciti 8 rossi di fila.

Questo sembrerebbe proprio un ragionamento di buon senso...

Ma purtroppo è errato.
Perché si confonde la rarità di un evento che deve ancora avvenire nel suo complesso  (9 o 10 o 11...) con il fatto che 8 sono già usciti.

Per rendersi conto che è errato, occorre considerare che l'evento casuale non ha a che fare con il finito, bensì con l'infinito.

L'insieme finito di possibili combinazioni si riduce inevitabilmente man mano che ne selezioni un sottoinsieme.

Mentre un sottoinsieme di un insieme infinito di combinazioni rimane esso stesso comunque sempre infinito.
E le combinazioni di eventi casuali sono infinite.

La distribuzione statistica di ciò che è avvenuto mostra uno scostamento rispetto alla distribuzione probabilistica?
Bene, a partire da quello scostamento si apre l'infinità delle possibilità future, che è tale e quale a quella di partenza: lì è ancora la medesima distribuzione di probabilità.

Dopo che sono usciti 8 rossi consecutivi, tu sei nel sottoinsieme infinito di combinazioni caratterizzate tutte dall'avere 8 rossi iniziali 
Questo sottoinsieme è infinito tanto quanto l'insieme che lo contiene.

So che non è facile.
Ma la questione dell'infinito è davvero importante. Una volta compresa, può persino risvegliare in noi una nuova consapevolezza.