Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - DeepIce

#1
Tematiche Filosofiche / Re:L'egualitarismo
24 Settembre 2018, 12:23:11 PM
Citazione di: Socrate78 il 23 Settembre 2018, 16:44:49 PMIn conclusione io credo e penso che l'unico sistema che funzioni sia quello liberistico/capitalistico, per quanto questo sistema possa sembrare brutto, iniquo ed indigesto a chi sostiene il socialismo. Inoltre i sostenitori del socialismo si sono sempre basati su una premessa falsa, quella secondo cui il capitalismo genera per forza ingiustizia sociale: non è così scontato, poiché la massima ingiustizia si è storicamente realizzata nel sistema sovietico descritto sopra, mentre i paesi capitalistici prosperano e fanno sì che la popolazione possa godere di un benessere che va oltre la semplice e mera soddisfazione dei bisogni primari.
L'errore che si commette è quello di pensare che il liberismo sia effettivamente applicato, il che, a mio parere, è una pura illusione. Ciò che trova applicazione nella realtà è una forma di oligarchia più o meno estesa, oppure forme di economia pseudo-feudale. Il liberismo/capitalismo puro (anche quello esaltato dagli anarco-capitalisti) è una pura utopia. Il capitalismo genera ingiustizia sociale per un semplice fatto: se io e te abbiamo due piccole aziende, ad un certo punto arriva la multinazionale e sbaraglia il mercato, noi siamo fuori dalla competizione. Ora questo aspetto mi sembra contraddica l'assunto del liberismo, secondo cui appunto tutti devono essere messi in grado di compere nel libero mercato. A questo aggiungiamo poi COME certe realtà industriali arrivano ad acquisire il loro potere (economico e politico). Capisci dunque che il liberismo tanto decantato non esiste.
#2
Tematiche Filosofiche / Re:L'egualitarismo
24 Settembre 2018, 12:17:04 PM
Citazione di: Donalduck il 21 Settembre 2018, 22:24:31 PMPerché sia realizzabile una società egualitaria (che non significa che tutti devono essere uguali o avere uguali prerogative o attribuzioni, ma piuttosto uguali possibilità di realizzarsi, ognuno a suo modo e in relazione alle sue capacità e attitudini) è necessario che la maggioranza delle persone superi i confini dell'ego, ossia che ciò che per la maggioranza delle persone sia molto più "naturale" la solidarietà, l'amore e la giustizia che l'egoismo, l'insensibilità e il gretto interesse. E' già così per una minoranza, può esserlo un domani per la maggioranza. 
Siccome, come appunto dici, questo processo di liberazione dall'egoismo è difficile, nel corso della storia alcune ideologie politiche hanno tentato, a vario modo, di governare l'egoismo umano anche con la forza.
#3
Tematiche Filosofiche / Re:Questione sulla critica.
14 Settembre 2018, 18:04:55 PM
Esatto. E qui sta la grande differenza tra dittatura e "sistemi democratici". I secondi sono esattamente una dittatura come i primi, tuttavia i primi non permettono voci di dissenso, mentre i secondi non solo le permettono, ma le incoraggiano e le finanziano (media, università, fondazioni etc.). Il fatto però che ci siano voci di dissenso non significa assolutamente che tale dissenso porti ad un cambiamento, anzi. Il tutto è un'illusione.
#4
Tematiche Filosofiche / Re:Questione sulla critica.
14 Settembre 2018, 17:15:20 PM
Il tema è interessante. La critica fatta all'interno del sistema, o sarebbe meglio dire come parte integrante del sistema, è una critica fasulla, depotenziata. Basti pensare agli intellettuali "alternativi" prodotti in Occidente negli ultimi 50 anni. Tutti contro qualcosa, contro il sistema, tuttavia ben alimentati dal sistema stesso. Facile criticare usufruendo di tutti i vantaggi che il sistema offre.
Ricordiamo poi che una delle caratteristiche del sistema è proprio quello di allevare al suo interno voci contrarie, voci critiche appunto. Tali voci non hanno un'incidenza marginale sulle persone, ma consentono al sistema di dire vedi? permettiamo anche la critica.
#5
Innanzitutto vorrei ringraziare per le risposte, parlarne fa sicuramente bene.

Per quanto concerne l'insegnamento, almeno in Italia la filosofia è rimasta insegnamento scolastico. In molte nazioni europee nelle scuole superiori la filosofia non esiste, quindi ancora peggio per chi la studia.

Il problema del lavoro per il filosofo si è cominciato a porre con l'avvento della società industriale. Precedentemente i filosofi erano 1) appartenenti alle classi più elevate e benestanti; 2) mantenuti dalle corti o da ricchi magnati; 3) tutori privati per i figli di ricche famiglie (se non sbaglio Hegel ha fatto il tutore per un certo tempo). Con l'avvento della società industriale, di massa, per i filosofi si è posto il problema di come guadagnarsi il pane producendo "qualcosa". I pochi fortunati entravano (ed entrano) nelle università (anch'esse parte della società industrializzata=diplomifici), il resto fa la fame.
#6
Citazione di: Phil il 08 Settembre 2018, 16:56:24 PMIl "filosofo disobbediente" (con in tasca "Il capitale" o "Così parlò Z." o "La critica della ragion pratica" o altro) è una macchietta fumettistica, disfunzionale nel senso deleterio del termine: se ogni ingranaggio volesse girare come e quando dice lui, sarebbero ben pochi i meccanismi funzionanti (non rispolvero la solita metafora del corpo umano...).
Se fossi filosofo e mi venisse chiesto di svolgere un compito esecutivo, di produrre un bene, o di fornire un servizio (che non trovo immorali e/o per i quali sono pagato), perché non dovrei obbedire e lasciare le mie velleità filosofiche sul comodino? Se poi ho la possibilità di proporre un miglioramento del servizio o una buona idea, difficilmente mi sarà impedito almeno di parlare (l'essere ascoltati e accontentati è altro discorso).

Davvero i filosofi sono "svegli" e pensano con la loro testa? Davvero il tecnicismo a discapito della preparazione filosofica è un male "mentale" per chi lo preferisce? In fondo, anche la filosofia è una forma di tecnicismo, per quanto possa risultare più simpatica e aulica di altre...
Come ricordato, la filosofia ha come sbocco lavorativo principale (e logico) il campo dell'istruzione, dove molti filosofi fanno giusto il loro "compitino", non hanno il dovere di produrre merci, non aizzano rivoluzioni culturali e portano a casa il loro stipendio obbedendo a chi gli è superiore per gerarchia (non per altro)... che il "filosofo supereroe" (e stipendiato!) sia da considerare un'eccezione?
Immagino tu ti riferisca ai filosofi che appaiono in televisione un giorno sì e l'altro pure e che, facendo finta di essere alternativi al sistema, in realtà ne sono parte integrante. Per non parlare del fatto che hanno il didietro ben piantato in qualche cattedra universitaria ottenuta per grazia ricevuta (vedi raccomandazione). Questi tuonano di continuo sulla necessità di studiare filosofia, dimenticando però che non tutti hanno la fortuna di essere pubblicati da grandi case editrici o di essere promossi professori senza aver pubblicato nulla.
#7
Citazione di: Kobayashi il 08 Settembre 2018, 15:37:20 PM
Per fare un discorso costruttivo bisognerebbe chiedersi quali siano le peculiarità di una persona specializzata in filosofia (nel nostro tempo, s'intende).
A mio giudizio ciò che può far valere come sua capacità specifica è l'analisi di testi. La capacità di smontare un discorso, di coglierne le sfumature più sottili etc.
E' qualcosa che sa fare solo lui. Gli altri umanisti da questo punto di vista non sono alla sua altezza.
Questo sarebbe un ottimo settore per i filosofi. La vedo però dura, dal momento che la comunicazione, oggi, deve essere necessariamente manipolatoria e per nulla analitica.
#8
@Phil

Tu dici:
Il non trovare lavoro implica davvero che tu o il tuo cv siate "sbagliati"? Nell'incontro domanda/offerta di lavoro, ciascuno dei due è "giusto" o "sbagliato" per l'altro; come ben sai, non dipende da te più di quanto non dipenda dai posti disponibili (e da altre contingenze situazionali).

Giusto, nessuno è giusto o sbagliato a prescindere, tuttavia c'è un "ma". In una società dove sembra che siano necessari solo tecnici, specialisti e superinformatici, chi è al di fuori di questi ambiti viene ritenuto inutile. 
#9
Citazione di: Phil il 08 Settembre 2018, 10:51:30 AMMarchionne era laureato in filosofia, tuttavia ricordiamoci che dopo quella laurea ne prese una in giurisprudenza e poi fece un master in business administration... altrimenti forse non avrebbe mai nemmeno incontrato quegli ingegneri "da prendere per i fondelli".

Guarda, durante il mio dottorato c'erano professori che continuavano a ripetere le solite storielle dei manager laureati in filosofia e quanto i filosofi siano necessari alle aziende. 
Con tutto il rispetto per chi la pensa così, credo che non ci sia cosa più lontana dalla realtà, in Italia e all'estero.

Il mio punto di vista è il seguente (naturalmente criticabile): chi ha una solida formazione filosofica, oggi, spesso è più un problema che una risorsa. Si tratta infatti di una persona che ha (o almeno dovrebbe avere) capacità di analisi, critiche, uno che pensa con la propria testa insomma. Lo vedete uno così trovare posto in una multinazionale oggi? Meglio uno meno sveglio con un CV ipertecnico-specialistico. Uno che fa il suo compitino e si inserisce perfettamente nei meccanismi del sistema economico-sociale.
#10
Citazione di: viator il 07 Settembre 2018, 22:12:37 PMUna formazione come la tua dovrebbe/potrebbe secondo me trovare uno sbocco appunto in ambito comunicativo.
A questo punto però la tua efficacia in campo comunicativo dovrebbe venir valorizzata da una certa caratteristica personale che non so se possiedi : la tendenza all'estroversione. Gli introversi possono essere ottimi comunicatori ma in genere risultano penalizzati da un eccesso di cerebralità e da una certa difficoltà di suscitare ampie empatie di carattere immediato, anche se superficiali.

D'altra parte e purtroppo io stesso, dovendo valutare un candidato che abbia a suo tempo scelto studi come i tuoi, sarei animato dal pregiudizio di aver di fronte una persona animata da un temperamento non incline ad una grande "aggressività" motivazionale.
Insomma......penserei di avere di fronte un affidabilissimo idealista più che un efficiente ed ambizioso materialista.
Oggi il problema, nel mondo lavorativo, non è più il conoscere (per quello appunto ci sono gli specialisti ed il sapere telematico), bensì la manipolazione, la strumentalizzazione e la speculazione basate sul sapere.

Purtroppo qui dal Forum possiamo solo offrire solidarietà. Auguri d'incipienti fortune !
Ciao, grazie per gli Auguri.

In realtà sono estroverso al punto giusto. Certamente non mi ritengo un clown, una persona che deve per forza stare al centro dell'attenzione. Ho anche avuto esperienze in TV locali, dirette televisive e cose del genere, certamente non mi ritengo un introverso radicale.

Secondo me cogli un punto reale del problema: c'è molto preconcetto verso la filosofia (e chi la studia) da parte di chi non sa nemmeno cosa sia. Si tende infatti a pensare che il filosofo viva in un mondo a parte, oppure sulle nuvole. Detto altrimenti, si pensa che il filosofo non sia in grado di essere pratico, di incidere sulla realtà di oggi. In un clima di pragmatismo imperante come quello odierno è facile quindi capire perché i filosofi non trovano spazio.
#11
Sono un uomo di 37 anni, laureato in filosofia e dottore di ricerca nella stessa materia, parlo fluentemente 3 lingue. Ho sempre avuto mille interessi (lettura, comunicazione, giornalismo, lingue); interessi che mi hanno portato a fare innumerevoli esperienze, tutte molto stimolanti e formative, ma poco o per nulla remunerative.

Fino ad una certa età, con tanti sogni nel cassetto, si pensa più ad accumulare esperienze. Poi però arriva il momento in cui ci si rende conto di non avere nulla in mano. In sostanza non riesco a trovare lavoro, di nessun tipo.

Non riesco a capire che cosa ci sia di sbagliato in me o nel mio curriculum. I datori di lavoro sembrano quasi spaventati dalla mia formazione universitaria (filosofia è una disciplina pericolosa?). A volte mi sento dire che il mio CV è troppo ricco, a volte che manca sempre qualcosa.

Sono stato anche all'estero, ma - a dispetto di quanto molti sostengono - non è affatto facile: si cercano soprattutto persone con conoscenze nel campo dell IT, dell'informatica, dell'accounting, dell'ingegneria e cose del genere.

Ho provato in settori quali il marketing, la comunicazione, il copywriting, l'editoria; settori più affini alle mia capacità ed ai miei studi...il risultato è stato ed è zero!

La cosa che mi fa sorridere è che c'è gente che mi invidia, vorrebbe avere i titoli accademici  e le esperienze che ho io. Eppure mi sento un fallito. A volte mi ritrovo ad invidiare i pasticceri, i cuochi, i panettieri che trovano un lavoro facilmente, in Italia e all'estero. 

Mi sento in colpa per aver fatto determinate scelte formative: se invece di perdere anni sui libri di filosofia avessi imparato un mestiere o studiato altro, forse ora sarebbe tutto più facile. 

Non colpevolizzo la filosofia in quanto tale, è stata ed è la mia passione, però prendo atto che la filosofia e il mondo del lavoro sono agli antipodi. 
#12
[/quote] Più su che cosa sia il sovrano di Hobbes mi chiederei a questo punto cosa pensa di essere Hobbes e dove si collochi nella sua definizione degli esseri umani. Ci sono un sacco di pensatori o pseudo tali che amano collocarsi in altezza per descrivere panoramiche mirabili sull'umanità, dimenticando di dire su quale presunta altezza ritengano di trovarsi collocati: viene così spontaneo mettersi in cima alla scala e magari pure con i tacchi alti! [/quote]

In effetti Hobbes da un lato esprime un pessimismo radicale verso il genere umano, all'altro un ottimismo per quanto riguarda la figura del sovrano. Come se le due figure fossero separate.
#13
Interessante anche notare il fatto che molta gente è davvero convinta di auto-realizzarsi, quando in realtà al massimo realizza qualcosa, oppure semplicemente è eterodiretta a realizzare qualcosa.
#14
Il punto è che, a mio modo di vedere, se il pensiero riguardo al genere umano è impostato sul pessimismo, poi non si può affermare che un essere umano (nonostante sovrano) possa essere meglio degli altri esseri umani.
#15
Premetto che sono sempre stato affascinato dal pensiero di Hobbes, ne condivido l'antropologia, molto meno la politica.

Andando al succo del topic vorrei sottoporvi una questione.

Hobbes parte dal presupposto che gli esseri umani sono come bestie, per questo motivo hanno bisogno di devolvere i propri diritti ad un sovrano che garantisca poi la pace e la convivenza civile. Fin qui ci siamo.

Ora la mia domanda è la seguente, il sovrano di Hobbes non è un essere umano? Non rientra anche lui nel "bellum omnium contra omnes"?

Tra l'altro Hobbes sostiene che il potere deve essere illimitato e centralizzato. Dovrei quindi accettare di essere governato da una belva come me? :)