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Messaggi - Uroboro

#1
Citazione di: Kobayashi il 15 Settembre 2018, 17:29:15 PMÈ il destino di un certo tipo di persone che si sentono straniere in questo mondo ma che non hanno più un dio a cui rivolgere la propria dedizione.
Sono (forse) nobili, elevate, ma sentono, col trascorrere degli anni, che la propria riserva di purezza, di integrità, si va pericolosamente esaurendo, e sentono approssimarsi la caduta.
[...] Non si doveva sacrificare Dio stesso e, per crudeltà contro se stessi, adorare la pietra, la stupidità, la pesantezza, il destino, il nulla? Sacrificare Dio per il nulla - questo paradossale mistero dell'estrema crudeltà fu riservato alla generazione che proprio ora sta sorgendo: noi tutti ne sappiamo già qualcosa."

Pronti a sacrificarsi per una nobile causa, che però non c'è, sì, questo è parte del problema.
#2
Citazione di: Socrate78 il 14 Settembre 2018, 15:02:25 PM
@Uroboro: E' conveniente per noi pensare che non tutto finisca, ma è vero fino a un certo punto, visto che, non sapendo che cosa ci aspetta, potrebbe anche essere molto peggio che nella vita terrena. Io, come ti ho detto, voglio coltivare l'idea che ci sia una continuazione della vita, ma ad essere sincero sino in fondo non mi andrebbe affatto di essere giudicato alla fine della vita da una qualche divinità che stabilisce il mio destino (come le religioni insegnano), perché se le nostre azioni derivano dalla nostra individualità Dio stesso se esistesse cadrebbe in contraddizione nel giudicarci, poiché è Lui ad averci creati e a sapere già in anticipo ogni nostro comportamento. Non trovi?

Sono perfettamente d'accordo, l'idea che Dio ci giudichi per come in fondo ci ha creati è paradossale. Inoltre l'eventuale prosecuzione della nostra esistenza dopo la morte potrebbe tranquillamente non essere benevola.
#3
Citazione di: Ercole il 13 Settembre 2018, 19:18:05 PM
Anch'io ciclicamente ho questa paura e la tengo a bada pensando che tutta la realtà è destinata alla decadenza e alla fine e non solo io... in particolare questi versi di Quasimodo possono far comprendere questo concetto meglio di tante considerazioni:

... E Sirio perde colore/ e ogni ora si allontana / e il gabbiano infuria sulle spiagge derelitte

A te pensare che anche il mondo sia destinato alla fine ti tranquillizza? A me pensare che il sole un giorno in cui giorno non sarà più, sarà freddo e l'oblio eterno annienterà tutto ciò che è stato, non lo trovo particolarmente stabilizzante, anzi...

E ogni ora si allontana.
#4
Citazione di: Socrate78 il 12 Settembre 2018, 22:42:30 PMCi sono stati casi e si verificano situazioni di persone malate di Alzeheimer che prima di morire hanno momenti di lucidità assolutamente imprevisti, inaspettati, riconoscono i familiari, ora non è strano che ciò accada prima della dipartita? Secondo me, potrà anche sembrarti una gran cavolata, ciò accade perché la loro energia/anima si sta staccando dal corpo e quindi inizia a non risentire più dei condizionamenti dovuti alle lesioni della patologia.

Non seguo quando dici che se l'anima si stacca diventano di nuovo lucidi nonstante le trasmissioni danneggiate irreparabilmente. Mi sembra un po' contraddittorio. L'Alzheimer l'ho conosciuto anche in famiglia e so che ci possono essere momenti di lucidità. Non necessariamente prima di morire, e comunque parliamo di una lucidità non valutabile oggettivamente. Esistono delle scale con domande o compiti banali che persone apparentemente ben orientate nello spazio e nel tempo falliscono sorprendentemente.

Quanto al concetto in generale che hai espresso del cervello come veicolo dell'anima la trovo una teoria affascinante e che ho considerato anch'io a suo tempo. Ho dovuto constatare però che non c'è nessuna indicazione in questo senso che ci dia modo di pensare che sarà così. In ogni caso, comunque, l'esistenza dell'anima o di una componente trascendente il corpo, non implica che questa sia eterna. E' abbastanza conveniente per noi pensare che non tutto finisce.
#5
Mi sembra un discorso plausibile, e vorrei tanto che fosse come dici tu. Io però non collegherei "energia" con "pensante". Un malato di Alzheimer chi è? Il suo pensiero è sempre il suo oscurato dalla malattia o è stato danneggiato come fosse una "cosa"? L'uomo con un forte danno al cervello che sopravvive con le sue facoltà intatte ma stravolge la sua personalità come lo spieghiamo? Una qualunque persona trattata con psicofarmaci che cambia radicalmente la natura dei suoi pensieri come lo spieghiamo?
Io non mi so davvero spiegare il miracolo della coscienza, e in questo senso il tuo discorso è coerente, ma in effetti la nostra vita mentale è plausibile sia tutta un inganno.
Inoltre, poniamo che effettivamente esista un'anima o energia pensante: perchè dovrebbe, e in che forma, vivere in eterno?
#6
Esiste un'energia in noi che sopravvive? Mi sembra lecito supporlo. In effetti io non mi spiego nemmeno come possa esistere la coscienza di esistere, ma questa esiste. Tuttavia, il fatto che esista non presuppone che questa poi sopravviva alla morte, anzi, se il post-vita e il pre-vita fossero in qualche modo uguali significherebbe non avere coscienza in ogni caso.
Hai ragione, dal tuo punto di vista la morte potrebbe non esistere, così come la nascita. Cosa vuol dire che il bene operato rimarrebbe anche dopo la morte? In che forma? Dando per scontato (solo per semplicità!) che quello che conosciamo è reale, io so che morirò, e il mio corpo si decomporrà, ma soprattutto il mio "io" non esisterà più. Esiste la possibilità che non sia così? Esiste tanto quanto la possibilità che tutto questo sia un sogno, il nostro o quello di un altro, ma se anche fosse io non ne ho contezza.
Che senso ha soffrire per qualcosa che non possiamo evitare? Nessuno, assolutamente nessuno. Purtroppo però non funziona così. Non viviamo per buon senso ma per passioni. Se io e te prendessimo un aereo e questo cominciasse a precipitare a gran velocità verso le montagne là sotto, senza speranza, avrebbe senso disperarsi? No, ma penso che non saremmo molto sereni.
Sono d'accordo con te anche sul dolore estremo. Credo che il dolore estremo possa portare anche a desiderare la morte, considera che a me fa arrabbiare anche avere la tonsillite...
#7
E' da quando ho quattrordici anni che quest'oscura consapevolezza si è spalancata di fronte a me. In effetti non la definirei paura della morte, ma piuttosto la disperazione del non esistere. E' devastante, tanto più si è onesti con sé stessi, tanto più divora, devasta e svuota di senso la vita.
Come hai fatto a vivere fino ad ora? Spesso me lo chiedo di me stesso: come ho fatto? Non lo so. Passo spesso per un 'mezzo' depresso, e quasi sempre per uno stramboide, ma in realtà io adoro vivere, adoro il sole sulla pelle quando l'inverno sta finendo, adoro i piedi sull'erba, poter camminare, poter pensare, ridere, toccare la pelle di qualcuno che mi piace o strapazzare un cane simpatico. Credo che piaccia più a me vivere di quanto non piaccia a quelli che tu definisci normali.
Sarò presuntuoso ma li vedo come dei sempliciotti che scelgono di non guardare negli occhi la morte. E' una scelta legittima, ma è proprio da lì che si evince che anche loro non sanno che senso abbia la vita. Fanno quello che fanno gli altri, si riempiono la bocca di 'capire che fare della propria vita', ma alla fine non c'è nulla in particolare da fare nella propria vita.
Ameremo, soffriremo, viaggeremo o staremo in casa, famiglia o non famiglia, ma la verità è che non farà una grande differenza proprio perchè non dà un senso alla nostra vita.
Per quello che riguarda noi, basta esserne consapevoli. Io vorrei una famiglia, a determinate condizioni s'intende, ma so benissimo che non sarà una realizzazione. Di sicuro è una spinta narcisista a farmi volere dei figli. Anch'io vado a letto la notte preoccupato che presto o tardi, forse anche domani, forse anche tra dieci minuti, mi arriverà una telefonata per dirmi che mia mamma è morta, o che io ho un cancro. Non è che io abbia paura che stia per succedere, ma so per certo che prima o poi succederà. E da lì il nulla che ogni cosa distrugge mi stringe e poi esplode nel petto, nello stomaco, e vorrei piangere e mi dico 'no, non può essere vero'.
E spero che avrai voglia di rispondermi, perchè è tanto raro per me trovare qualcuno con questi pensieri, da rendere la tua conoscenza preziosa.
#8
Attualità / Re:I bulli e la scuola
09 Settembre 2018, 20:50:15 PM
Sono d'accordo con Socrate78, anche se secondo me c'è una certa componente innata. Molti bambini piccolissimi sono prepotenti, in una certa misura lo siamo tutti. Quando questa predisposizione viene alimentata da rapporti sociali di dominanza-sudditanza affiorano certi comportamenti. Comportamenti che io ritengo gravissimi e ampiamente sottovalutati, oltre che ampiamente tollerati nelle scuole. Credo che siano sempre esistiti, ma negli ultimi anni perlomeno questo fenomeno è diventato un po' più d'attualità per la diffusione dei cellulari, e quindi dei video. Questo di per sé non risolve niente ma è già qualcosa.
#9
Attualità / Re:Nave Diciotti
21 Agosto 2018, 22:32:11 PM
I migranti che arrivano in Italia, non dovrebbero in ogni caso essere parcheggiati, e lasciati andare a zonzo per le nostre città. Non serve a loro, non serve a noi. Quelli che arrivano dovrebbero essere formati sia per lingua che per cultura, trattati con rispetto ma anche con durezza laddove non seguono le regole. Questo è un punto importante. Siamo stati finora un paese lassista, favorendo così il crescere di un sentire intollerante, ma la chiave è l'integrazione. Ci vogliono soldi per farla, ma o gli immigrati diventano italiani o tra qualche anno avremo dei gran ghetti.
Queste migrazioni di massa non si possono fermare, a meno che (e non lo auspico affatto!) non si decida di fare un genocidio. Il vero problema è decidere cosa fare con queste persone. Fino ad ora si è preferito lasciare che venissero venduti come schiavi e torturati. I governi europei cercano solo di lavarsi le mani e lasciare che il primo malcapitato (in questo caso l'Italia) si occupi della faccenda sobbarcandosi il problema.
Non possiamo non salvarli, perchè hanno diritto a vivere, cionondimeno che senso ha salvarli per parcheggiarli? Serve un piano per la distribuzione dei migranti e ma anche per la loro integrazione. Attenzione però che il nostro paese non ha grandi quote di migranti, in proporzione ne hanno di più gli altri, a cominciare dalla Svezia.
#10
Ciao,
vivendo tra persone che hanno con me incomunicabili distanze dell'anima, vaste e gelide come le notti d'inverno, cerco da lungo tempo persone e pensieri più affini, più intriganti, più interessanti. Mi piacciono le persone intense e con una mente complessa. Mi piace confrontarmi sugli argomenti più svariati. E mi piacciono gli abbracci, ma solo quelli rari: quelli sinceri.