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Messaggi - daniele75

#1

Se ad un tratto sparisse la memoria, saremo spaesati. Non capiremo più la differenza fra esterno ed interno, nascita e morte, bello o brutto e così via. Il pensiero tacerebbe e si vivrebbe nell'uno. Quindi deduco che ci possono essere miliardi di realtà, miliardi di verità. Se la memoria svanisce svanisce l'essere. Rimarrebbero solo gli istinti primordiali a guidarci. Può un essere "smemorato" aver paura della morte?
Tale semplice ragionamento ha una radice profonda, comprendere che noi siamo pensiero. La vita come la concepiamo è illusoria. In realtà per uno smemorato non c'è nascita ne morte, ne avrebbe l'ansia del passare del tempo, a lui sconosciuto.
#2
I primitivi ricevevano una scossa di dopamina quando prendevano una preda, provavano un senso di appagamento. La dopamina è importantissima per l'evoluzione, ma se non razionalizzando il suo meccanismo d'azione può portare alla distruzione della società stessa. Oggi abbiamo medicinali, droghe e svaghi artificiali per provare piacere immediato, sostituendo gli obiettivi primari che invece saziavano il primitivo. I ricettori della dopamina diventano meno sensibili alla sostanza, quindi si cercano sempre dosi maggiori per provare appagamento. Com l 'alcolista che si beve un litro di vino per provare lo stesso piacere che provava all'inizio con un singolo bicchiere ( vedi la ricompensa della caccia nel passato, vedi oggi la ricompensa Delle slot machine del futuro, il meccanismo è uguale). Questo circuito dopaminergico è senza morale, tende ad andare all' infinito. Ecco perché il progresso non si arresta, perché l'uomo ha bisogno sempre di novità, che diano scosse di dopamina per provare piacere. C'è una parte sana di questo meccanismo e una parte dannosa. Un cervello rettiliano non moralizzato dalla neo corteccia porta all'assuefazione e alla distruzione. Siamo sempre in uno stato di attesa, proiettati nel futuro, progettando come ottenere la prossima dose. Questo meccanismo di ricerca, non ci permette di vivere nel qui e ora. Una vita basata sulla comprensione del meccanismo del nucleo accumbens, del rettiliano e della neocorteccia porta a cercare uno stop alla continua ricerca, portando alla serenità. Ogni cosa deve essere moderata, o non produce più l'effetto desiderato. Quindi il senso di frustrazione è dovuto all'assenza di dopamina, non abbiamo in quel momento un metodo per ottenere una dose. Allora subentrano i pensieri ossessivi, disorganizzati, che saltano dal futuro al passato, ed ecco subito che prendiamo un libro, lo smartphone, accendiamo la tv etc etc. Non siamo abituati a stare con noi stessi, ci turbano i pensieri. Con la comprensione del meccanismo e la meditazione interiore si può diminuire questa influenza primitiva generando in noi serenità. Siamo addictive di dopamina e abitudini. Ho elencato solo la dopamina, ma ci sono altri chimici della felicità. Il neuromarketing conosce questo schema, e con la scienza infierisce in maniera immorale sul nostro cervello primitivo, installandoci dentro bisogni effimeri secondari.
#3
Tematiche Spirituali / Re:L'illusione dell'io
01 Maggio 2020, 19:23:08 PM
Citazione di: viator il 01 Maggio 2020, 19:06:19 PM
Salve daniele75. Concordo con il tuo ultimo più recente intervento, dissentendo però circa il tuo considerare l'istinto di sopravvivenza quale HARDWARE (penso ti sia semplicemente confuso con il concetto di SOFTWARE) Saluti.
[/quote


Si  comi son confuso, intendevo software
#4
Tematiche Spirituali / Re:Immortalità
01 Maggio 2020, 17:37:18 PM
Noi siamo il sé. E non si può razionalizzare nemmeno con una super laurea  ;D




https://youtu.be/ex9GXpAxxBk
#5
Tematiche Spirituali / Re:Immortalità
01 Maggio 2020, 14:46:43 PM
Tutti nasciamo con un pacchetto hardware preinstallato, con dei codici primari, gli istinti. Questo è quello che c'è di reale. Tutti hanno questo pacchetto, diverso per ogni specie. Poi nasce l'esperienza, subiamo l'insegnamento. La memoria comincia a memorizzare dati su dati, sino a concepire una realtà illusoria basata sulla concettualizzazione e sui sensi, qui nasce l'io, esso è un miraggio, che gestisce l'altro miraggio che è l'esperienza degli insegnamenti ricevuti, ecco che la suddivisione ha inizio, siamo divisi dal resto degli esseri, dalla natura. Il pacchetto iniziale continuerà a dirigere le giostre, sotto forma di pulsioni e codici. Ogni uomo può essere chiunque, dipende dalle credenze installate, in realtà abbiamo un io generato dalle credenze, esso ha la facoltà di decidere in parte come muoverci, come agire. Ma ricordiamoci che è solo il pacchetto iniziale ad essere eterno e reale, comune a tutti, diverso a seconda della razza. Il resto è illusorio come un miraggio, è una costruzione, un puzzle costruito dalla cultura. L'essere consapevole di questo dimostra che l'uomo è immortale, se si considera il pacchetto iniziale, sprovvisto di un io e di una memoria scritta, le esperienze. Siamo un tutt'uno all'inizio.
#6
Tematiche Spirituali / Re:Brahman
01 Maggio 2020, 14:45:42 PM
Tutti nasciamo con un pacchetto hardware preinstallato, con dei codici primari, gli istinti. Questo è quello che c'è di reale. Tutti hanno questo pacchetto, diverso per ogni specie. Poi nasce l'esperienza, subiamo l'insegnamento. La memoria comincia a memorizzare dati su dati, sino a concepire una realtà illusoria basata sulla concettualizzazione e sui sensi, qui nasce l'io, esso è un miraggio, che gestisce l'altro miraggio che è l'esperienza degli insegnamenti ricevuti, ecco che la suddivisione ha inizio, siamo divisi dal resto degli esseri, dalla natura. Il pacchetto iniziale continuerà a dirigere le giostre, sotto forma di pulsioni e codici. Ogni uomo può essere chiunque, dipende dalle credenze installate, in realtà abbiamo un io generato dalle credenze, esso ha la facoltà di decidere in parte come muoverci, come agire. Ma ricordiamoci che è solo il pacchetto iniziale ad essere eterno e reale, comune a tutti, diverso a seconda della razza. Il resto è illusorio come un miraggio, è una costruzione, un puzzle costruito dalla cultura. L'essere consapevole di questo dimostra che l'uomo è immortale, se si considera il pacchetto iniziale, sprovvisto di un io e di una memoria scritta, le esperienze. Siamo un tutt'uno all'inizio.
#7
Tematiche Spirituali / Re:L'illusione dell'io
01 Maggio 2020, 14:44:21 PM
Tutti nasciamo con un pacchetto hardware preinstallato, con dei codici primari, gli istinti. Questo è quello che c'è di reale. Tutti hanno questo pacchetto, diverso per ogni specie. Poi nasce l'esperienza, subiamo l'insegnamento. La memoria comincia a memorizzare dati su dati, sino a concepire una realtà illusoria basata sulla concettualizzazione e sui sensi, qui nasce l'io, esso è un miraggio, che gestisce l'altro miraggio che è l'esperienza degli insegnamenti ricevuti, ecco che la suddivisione ha inizio, siamo divisi dal resto degli esseri, dalla natura. Il pacchetto iniziale continuerà a dirigere le giostre, sotto forma di pulsioni e codici. Ogni uomo può essere chiunque, dipende dalle credenze installate, in realtà abbiamo un io generato dalle credenze, esso ha la facoltà di decidere in parte come muoverci, come agire. Ma ricordiamoci che è solo il pacchetto iniziale ad essere eterno e reale, comune a tutti, diverso a seconda della razza. Il resto è illusorio come un miraggio, è una costruzione, un puzzle costruito dalla cultura. L'essere consapevole di questo dimostra che l'uomo è immortale, se si considera il pacchetto iniziale, sprovvisto di un io e di una memoria scritta, le esperienze. Siamo un tutt'uno all'inizio.
#8
Tematiche Spirituali / Brahman
30 Aprile 2020, 08:34:51 AM

Per Brahman si intende lo spirito cosmico o coscienza universale. E' l'essenza eterna dell'universo e la realtà ultima e divina. E' fonte di vita e di tutto ciò che è stato creato. Non è riconducibile ad un individuo, ma è la realtà primitiva di tutti gli esseri viventi.


Questa è la definizione di brahman, è l'essenza di ogni essere vivente. Questa energia primitiva è immortale e presente in ognuno di noi, noi siamo il brahman, siamo immortali, energia. Ma quando parlo di immortalità, non parlo del corpo, dell'uomo, ne della memoria, ne delle credenze, io parlo della coscienza universale, quello che noi in realtà siamo, per farla facile, siamo la mente senza concettualizzazioni.
Una mente pura, vergine, uguale per tutti, si può notare nei bambini nei primi anni. Quando l'ego appare, le concettualizzazioni offuscano la nostra vera natura. L'ego è un illusione, un attore che recita un copione scritto da tutti gli insegnamenti ricevuti. Il ritorno al brahman è un processo di inversione, il comprendere l'illusione. Noi siamo solo energia primitiva, il corpo è un veicolo materiale atto a sperimentare e eseguire scopi primari. In questa società regna l'ego, infatti domina la competizione tra individui. La mente è una scimmia che salta da un pensiero all'altro senza motivo. Il segreto è sapere che noi non siamo i pensieri, siamo il testimone, e le credenze non sono la realtà. Bisogna portare l'attenzione all'interno di noi stessi e sciogliere l'ego con la consapevolezza. Se vi identificate con l'ego, sarete mortali, attori che recitano un copione installato da registi, se vi identificate con l'anima universale, continuerete a recitare ma con la consapevolezza che è solo un film. La paura della morte è naturale e innaturale, bisogna eliminare quella innaturale, quella razionale, data dall'illusione. Morire in vita per vivere liberi.
#9
Tematiche Spirituali / Re:L'illusione dell'io
29 Aprile 2020, 07:36:06 AM
L'uomo ha due 'io': l'Io Reale immortale detto [/size]Atman[/size][/color] o [/size]Purusha[/font][/size][/color] e l'Io relativo, effimero, falso, [/size]ahamkara[/font][/size][/color]. In tenera età, quando le impressioni e l'ambiente non hanno ancora messo su di noi l'impronta impura, il piccolo diffonde a volte attorno a sé bagliori del Sé Reale Assoluto; ma man mano che avanza nella conoscenza delle vie del mondo, dove le azioni e il comportamento influenzano l'appetito e i desideri, il confort e il progresso, egli inizia a tessere un vestito chiamato personalità, con il quale il mondo lo conosce. L'ordito illusorio, effimero, la tessitura e il filo di questo abito sono fatti dalle abitudini, dai pregiudizi, dalle emozioni, dai modi di pensare e di agire, dai desideri e dalle ambizioni. Una forte personalità può essere utile, fino ad un certo punto, per spianare il cammino di vita e per permetterci di realizzare le ambizioni, ma non anche per la rivelazione del Vero Io. L'aspirante autentico allo stato di [/size]Yoga[/font][/size][/color] diventa meno interessato al suo impatto sul mondo e cerca con ardore la piena rivelazione del suo Io Reale Divino.[/size]Attraverso la meditazione profonda egli impara a distinguere ciò che è veramente Reale da ciò che non è valoroso e degno di considerazione, e si domanda: "Chi e che cosa sono Io in essenza?" Lui analizza e conosce Se stesso, domanda, apre la porta dell'intuizione e della percezione spirituale, penetrando così sulla via che porta al SAMADHI. Secondo la filosofia Yoga, il Sé non esiste assolutamente nel senso di essere parte del mondo manifestato, oggettivo o soggettivo; esso è eterno, non nato, non cresce, resiste ad ogni cambiamento, non decade (non si altera) mai e non muore, essendo onnipotente ed immortale.Nell'essere, il SE' è l'espressione della VERITA' ULTIMA. La BHAGAVAD GITA afferma che il SE' DIVINO (Atman) si trova nei cuori di tutti gli uomini ed è il nostro Io eterno, interiore, più profondo. Solo quando realizziamo, attraverso la rivelazione, questo SE' ETERNO e conquistiamo noi stessi, possiamo unificarci con il Supremo Infinito (DIO).
#10
Tematiche Spirituali / Re:L'illusione dell'io
28 Aprile 2020, 18:01:41 PM
E se fossimo tutti connessi tramite filamenti di energia invisibile all'occhio umano? E se l'io esiste come consapevolezza, il suo scopo è quello di esaminare le istruzioni culturali per poter competere e sopravvivere? L'io in che percentuale gestisce la psiche in maniera completamente libero da pregiudizi?
#11
Tematiche Spirituali / Re:L'illusione dell'io
28 Aprile 2020, 17:48:20 PM
Ma può esistere un io originale? Privo di inquinamento culturale? Un io alieno che manifesti la sua concreta esistenza?
#12

Il sistema dopaminergico è molto affascinante ma anche estremamente complesso. Bassi livelli di questo neurotrasmettitore possono causare depressione, comportamenti asociali, isolamento, rabbia e frustrazione.


Ecco perché cerchiamo in continuazione dopamina, allego qui un video di un psichiatra che spiega come il marketing utilizzi questo meccanismo innato per ingannarci e fare cassa.


https://youtu.be/-mrIxMrSIn8

#13
Tematiche Spirituali / Re:L'illusione dell'io
27 Aprile 2020, 10:00:23 AM
Citazione di: Ipazia il 27 Aprile 2020, 09:52:21 AM
Citazione di: Phil il 27 Aprile 2020, 00:20:13 AM
Confermo che per lo zen in generale (e per me nello specifico) non vi sia uno «spirito trascendente unificante»; sull'illusione dell'io nello zen, probabilmente ci rifacciamo a due "scuole" differenti; la "mia" (seppur personalizzata, da buon postmoderno), a suon di anatta e koan, suggerisce una certa illusorietà dell'io pensante (illusorietà di cui è appunto meglio tacere).

Qui ne parla. Ne illustra la grammatica. Non dà ragione dell'illusorietà dell'io e della verità del sè, ma ovviamente si tratta di un bignami che rimanda ad altro. Penso che anche Freud, per vie occidentali, cercasse il sè nell'io, per cui si ritorna da capo al discorso della verità del soggetto: reale fondata o illusoria ?


Io concluderò accettando i due opposti. Il primo in parte l'illusorieta di un io vittima Delle credenze altrui. Dall'altra la reale presenza di un libero arbitrio, atto a scindere cosa è giusto e sbagliato. L'io psicologico, una scintilla di energia che vaga nella memoria scritta a cercare soluzioni. Questo potrebbe essere un punto di incontro.
#14
L'unico cervello uguale per tutti è il cervello rettile o primitivo, esso è stabile, immutabile e dirige quasi sempre gli altri due cervelli, limbico e neocorteccia. Dal suo funzionamento deduco che siamo animali, con capacità di gestire (in parte) la parte antica tramite la neocorteccia. Questa società è frutto del funzionamento del rettiliano, infatti la nostra civiltà è una società animale tecnologicamente avanzata.
Allego il funzionamento del rettiliano:
Il cervello rettiliano, il più antico, è la sede degli istinti primari, delle funzioni corporee autonome, del territorio, della conquista e della difesa, dei comportamenti che riguardano l'accoppiamento, la risposta attacco-fuga, ed anche quelli che avvengono in un gruppo e che formano le gerarchie sociali.
I rettili, creature a sangue freddo, hanno solo questa parte, da qui la scelta del nome a tale porzione cerebrale, mentre negli esseri umani, che conservano le stratificazioni dell'evoluzione, quest'istanza può esser considerata la parte animale, antica, storica e più arcaica, a contatto con gli istinti primordiali e le reazioni autonome di fuga ed attacco, ma anche di quelle più complesse come la competizione, in totale assenza di coscienza morale.
La coscienza morale e la valutazione della legalità di un gesto e della sua bontà o moralità impone una valutazione che appartiene alla sfera razionale del nostro cervello e non quella puramente istintiva.
Ma descriviamo le varie parti in cui si compone il nostro cervello.
Il cervello rettiliano rimanda a definizioni che ricordano termini quali: cobra, predatore, rapido, funziona con eros, aggressivo, istintivo, autoriferito (che agisce per propri impulsi ed autonomamente), sensi di sopravvivenza innati, istinto alla sopravvivenza ed alla competizione per lo stesso motivo, predazione per il cibo ma anche il proprio spazio vitale (sia nel lavoro che in società ma verificabile anche all'interno della famiglia, dove il senso di confidenza e condivisione escluderebbe a priori gli istinti difensivi, eppure così non è) amore erotico edonista. La condizione retti liana rimanda a concetti come: corpo, respiro, sensazioni, contrazioni, fisicità dell'esperienza, il cuore che batte, caldo e freddo, paura e tranquillità, percezioni sensoriali di tipo istintivo.
I livelli del rettile
I livelli di espressione del cervello rettiliano e le conseguenze di esso sul nostro quotidiano vivere si possono così suddividere:
1°- territorialità, possesso, aggressività, ansia e stress che possono portare a problemi di cibo, di digestione, di smaltimento dello stress e del nervosismo accumulato
2°- sessualità e sopravvivenza che servono alla specie, possono verificarsi atteggiamenti con problemi di competizione, frustrazione per il mancato raggiungimento degli obiettivi, timidezza, paura di agire, paura di combattere, paura di realizzare un progetto ambizioso.
3°- mappe del territorio rigide con comportamenti stereotipati e ritualistici, qui si trova la capacità dell'uomo del problem solving e della sua predisposizione all'adattamento ambientale, ma anche alla capacità di superare velocemente traumi di tipo fisico od emotivo, superare i "traumi" significa anche apprendete ed assimilare quei processi che permettono di far sentire l'uomo sicuro di se stesso anche quando non è nel suo ambiente, quando deve affrontare una cosa nuova o quando lascia una condizione sicura, ma non appagante, per buttarsi in situazioni sconosciute ed insicure ma che sente più proprie ed adeguate alle sue passioni ed aspettative. Per contro il  disorientamento, condizione normale sino a quando non si stabilizza, è tipico di questa situazione patologica del rettile.
4°- sopravvivenza da attacco del predatore, scatenata per una paura di impotenza nel superare una determinata situazione, rassegnazione e resa, programma di morte, da intendersi con arrendevolezza di ogni sistema che porta invece ad investire e creare, rinnovare come se non dovesse mai esserci una fine.
Quindi la neocorteccia fa fatica a tenere agli stimoli e pulsioni del primitivo. Basti vedere le crudeltà, l'egoismo etc etc. Insomma mi chiedo: la massa utilizza la neocorteccia? A me pare di vedere in giro rettiliani pulsionali. Voi che ne pensate?
#15
Tematiche Spirituali / Re:L'illusione dell'io
27 Aprile 2020, 08:04:05 AM
Citazione di: Phil il 27 Aprile 2020, 00:20:13 AM
Confermo che per lo zen in generale (e per me nello specifico) non vi sia uno «spirito trascendente unificante»; sull'illusione dell'io nello zen, probabilmente ci rifacciamo a due "scuole" differenti; la "mia" (seppur personalizzata, da buon postmoderno), a suon di anatta e koan, suggerisce una certa illusorietà dell'io pensante (illusorietà di cui è appunto meglio tacere).


Scusa Phil, puoi darmi una definizione dell io nella cultura zen? A parole tue, so che è difficile, ma mi sarebbe d'aiuto