Citazione di: Duc in altum! il 10 Novembre 2025, 15:54:28 PMCom'è sto fatto che se Dio creasse gli umani smettesse di essere Dio?!?
Perche' dio per me e' potenza finita e numero, secondo un concetto, diciamo cosi', pitagorico, e non potenza infinita e amore, secondo il concetto diciamo cosi', cristiano, che alcuni ne possono avere.
Pure se un bel giorno ammettessi che Dio sia, o meglio possieda, la perfezione (al momento direi che non la possiede, perche' non esiste) ci terrei sempre a ribadire il mio concetto fondamentale: e cioe' che la perfezione e' auto-contenimento, e non sovra-abbondanza. Chi e' perfetto, per me, a casa mia sta nel suo, sta entro il limite e non straborda, non straborda nulla; nemmeno un piu' o meno istericamente inteso "amore". Insomma io, come, e con, Galimberti, cerco di rimanere "Greco", pur vivendo in un mondo "cristiano".
Dalla potenza finita del Dio, deriva direttamente che la [famosa, e michelangiolesca] scintilla vitale, il "quanto di energia" con cui Dio crea l'uomo, non e' altro che un "frammento" stesso del Dio, che si stacca e si separa, per sempre, da Dio, e che passa, che trasmigra, da Dio all'uomo, creandolo. Insomma nulla sorge dal nulla, e' un conto spietato, delle reali forze secondo me in campo, deve pur sempre, alla fine della fiera, tornare. L'unico modo che ha Dio di creare (altre) creature spirituali, simili dunque a se', e' "perdere", diciamo pure seminare in giro, frammenti di sé stesso. Il tutto, dona di fatto qualcosa di se' al nulla per [fingere di] creare, qualcosa o qualcuno, dal nulla. Dio e' acqua, che puo' dare solo perdendo, e non fuoco, che puo' dare senza perdere. Fuoco a casa mia e' solo la sapienza, quale istanza piu' ancora desiderabile, se si e' filosofi, del Dio stesso.
Se non ci credi, o se pensi che ho detto una marea di scemenze tanto per dirle, dovresti pensare che anche nella tua teologia, cristiana, concetti come il libero arbitrio, o l'incarnazione, sono tutte forme del Dio che smette di essere Dio, per creare, o per ri-creare, cioe' redimere, l'uomo. Il mio discorso e' passato nella teologia ufficiale in varie forme, perche' in fondo lineare, e logico. Dio deve almeno in una certa minima misura e in un certo luogo smettere di scegliere, (in prima persona lui stesso) per creare creature, capaci, realmente e definitivamente, di scelte significative. Creature quali uomini e angeli, almeno. Deve lasciare, qualcosa, un certo "quanto", della sua potenza, agli altri. Deve anche smettere di sapere / o fingere di non sapere, che l'uomo quale conseguenza del libero arbitrio scegliera' il male, cioe' deve dismettere, per gioco o seriamente, la sua stessa onniscienza. L'incarnazione poi e' il Dio che si espone alla "sofferenza" quale possibilita' del rifiuto dell'amore. Dio che ammette di provare bisogno di amore (per non dire, direttamente, che si fa uccidere dagli uomini).



) cioe' se in altre parole da Dio finto, quale sei, vuoi burlarti del Dio vero, scopri solo che dalla consustanzialita', di leggi e condizioni iniziali, (insomma dal fatto che tu, se sei dio minore, le condizioni iniziali a cui meramente applicare le leggi del dio maggiore non puoi fissarle, e che anche se le potessi fissare, andrebbe comunque tutto in vacca rispetto a un qualsivoglia proggetto volontario implicante una temporalita' che tu possa esserti mentalmente immagginato) deriva, immediatamente, cioe' senza nessuna mediazione, o l'acme' del determinismo (determinismo assoluto), o l'acme' della casualita' (casualita' assoluta) senza nessuna, benché minima possibilita' intermedia che il tuo spazio "di creazione" (furbetta, perche' vorrebbe violare le leggi altrui rispettandole) dovrebbe costituire.