Citazione di: daniele75 il 12 Aprile 2020, 20:26:03 PM
Non c'è uno scopo preciso, solo la perfetta combinazione di chimici e distanza dal sole.
Le forme di vita uno scopo ce l'hanno, e lo perseguono con forza: esistere. Direi di più, la materia organizzata in forma di essere vivente è l'unica ad avere uno scopo, che è quello di preservare e perpetuare la propria esistenza. E' un'autofinalità, certamente, ma non per questo può essere considerata una non finalità; anzi, credo che, in fondo, sia l'unica vera finalità ultima possibile. Un organismo vivente fa di tutto per preservare l'integrità della propria forma e tramandarla alla generazione successiva, perfino le piante lo fanno: perché questo non dovrebbe essere uno scopo? La presenza di tale finalità è proprio ciò che distingue la materia vivente da quella non vivente: la materia organizzata in forma di essere vivente è finalistica, quella organizzata in forma di oggetto non vivente non lo è. La materia vivente è sostanziata da una volontà (ovvero l'elemento da cui discende il finalismo), la volontà di esistere. E' questa, a mio parere, la questione fondamentale: da dove proviene questa volontà (ovviamente finalistica) che si impadronisce della materia e se ne serve per creare le proprie forme? Una volontà che usa il DNA come codificatore per dare struttura alle forme viventi, ma che non coincide col DNA. Probabilmente, è lo stesso ente che sostanzia la coscienza dell'homo sapiens, è il creatore della vita e, in ultima analisi, potrebbe essere perfino il creatore dell'universo a noi noto, se è vero che tutto quanto ci appare come esistente esiste solo nel momento in cui una forma di coscienza lo percepisce.