L'etica di Spinoza è ancora valido come testo?Poiché indaga la natura della mente e la potenza di questa sugli affetti, credo che finché esiste l'uomo resta un testo attuale e di straordinaria chiarezza per chi è disposto ad addentrarsi nella sua intricata concatenazione di proposizioni.
Aggiungo che, secondo me, il suo meccanicismo e determinismo può benissimo coincidere con una provvidenza divina che dispone tutto al fine che si è posto. Ma per Spinoza Dio non ha fine, perché se così fosse sarebbe imperfetto mancando di qualcosa a cui aspirerebbe come fine. Qui si introduce bene il peccato originale della dottrina cristiana che ha sconvolto l'ordine celeste in cui l'uomo viveva, creando così una natura corrotta e degenerata. La natura di Dio e quella della sua immagine prima della caduta non sono certo la natura in cui noi viviamo. Perché il peccato si introduce bene con il fatto che Dio non ha un fine? Perché nella perfezione celeste l'uomo disponeva di tutte le cose e di beatitudine, il suo peccato è stata la disobbedienza, la concupiscenza, il non avere fede in Dio e nella sua bontà. Dio d'altronde ha creato il mondo perché, in accordo con quanto è scritto nell'etica spinoziana, esistere ed essere in atto è segno di perfezione rispetto a non esistere, e omettendo tutte le dimostrazioni per il quale dio esiste necessariamente, la sua realtà è tanto più perfetta quanti più attributi comprende, e quindi, constatando di infiniti attributi, la sua realtà è perfetta. La caduta è vista nell'ottica della grazia, e solo per mezzo della fede questa ci è data. Per me l'etica di Spinoza può benissimo essere letta in chiave cristiana
			Aggiungo che, secondo me, il suo meccanicismo e determinismo può benissimo coincidere con una provvidenza divina che dispone tutto al fine che si è posto. Ma per Spinoza Dio non ha fine, perché se così fosse sarebbe imperfetto mancando di qualcosa a cui aspirerebbe come fine. Qui si introduce bene il peccato originale della dottrina cristiana che ha sconvolto l'ordine celeste in cui l'uomo viveva, creando così una natura corrotta e degenerata. La natura di Dio e quella della sua immagine prima della caduta non sono certo la natura in cui noi viviamo. Perché il peccato si introduce bene con il fatto che Dio non ha un fine? Perché nella perfezione celeste l'uomo disponeva di tutte le cose e di beatitudine, il suo peccato è stata la disobbedienza, la concupiscenza, il non avere fede in Dio e nella sua bontà. Dio d'altronde ha creato il mondo perché, in accordo con quanto è scritto nell'etica spinoziana, esistere ed essere in atto è segno di perfezione rispetto a non esistere, e omettendo tutte le dimostrazioni per il quale dio esiste necessariamente, la sua realtà è tanto più perfetta quanti più attributi comprende, e quindi, constatando di infiniti attributi, la sua realtà è perfetta. La caduta è vista nell'ottica della grazia, e solo per mezzo della fede questa ci è data. Per me l'etica di Spinoza può benissimo essere letta in chiave cristiana

 ) cito solo definizioni e proposizioni di spinoza, ma essendo questo l'argomento, ovvero l'etica di spinoza, e in quanto sospetto di essere spinoziano, cito definizioni e proposizioni per rifarmi al capolavoro dell'autore. comunque anche io sono dell'idea di bobmax, ovvero che in quanto noi "esistiamo" siamo gli unici a non esistere in senso proprio poichè l'essere spetta solo a Dio, difatti l'affermazione biblica di Dio a Mosè "io sono colui che è" quindi l'essenza spetta soltanto a dio, per dirla in termini sartriani (o hegeliani poichè nel mio percorso filosofico personale è venuto prima l'essere e il nulla di sartre che la fenomenologia di hegel" noi non siamo altro che fenomeni dell'essere (da quello che ho capito) cioè manifestazione fenomenica di quest'essenza pura eterna e immobile.. da qui ne deriva che noi siamo eterni in spirito, come afferma Knox e se ne deduce da Spinoza, altro vorrei dire ma ora mi sfugge
) cito solo definizioni e proposizioni di spinoza, ma essendo questo l'argomento, ovvero l'etica di spinoza, e in quanto sospetto di essere spinoziano, cito definizioni e proposizioni per rifarmi al capolavoro dell'autore. comunque anche io sono dell'idea di bobmax, ovvero che in quanto noi "esistiamo" siamo gli unici a non esistere in senso proprio poichè l'essere spetta solo a Dio, difatti l'affermazione biblica di Dio a Mosè "io sono colui che è" quindi l'essenza spetta soltanto a dio, per dirla in termini sartriani (o hegeliani poichè nel mio percorso filosofico personale è venuto prima l'essere e il nulla di sartre che la fenomenologia di hegel" noi non siamo altro che fenomeni dell'essere (da quello che ho capito) cioè manifestazione fenomenica di quest'essenza pura eterna e immobile.. da qui ne deriva che noi siamo eterni in spirito, come afferma Knox e se ne deduce da Spinoza, altro vorrei dire ma ora mi sfugge