Citazione di: bobmax il 24 Gennaio 2024, 18:34:53 PMPer provare a risponderti, devo andare alle motivazioni del mio dire.Di base comprendo il tuo discorso, sono assolutamente d'accordo che siamo "noi stessi" a generare il nostro inferno. Ma quando dici che è giusto questo inferno e che non hai speranza di uscirne, perchè ?
Come sono giunto alla constatazione di essere il semplice effetto del pensare e sentire?
Un ruolo lo ha senz'altro avuto una evidenza che, quando si impone, sovrasta ogni altra percezione o pensiero. Mi accompagna da sempre.
Seppur di norma latente, ma pronta a riemergere alla consapevolezza in qualsiasi momento.
È l'orrore del Nulla.
Che non ha niente a che fare con lo spirito di sopravvivenza.
Non è orrore della morte, ma della effettiva nullità della esistenza.
È sufficiente non lasciarsi distrarre dal flusso continuo della vita, anche per solo un attimo... e tutto d'improvviso scolora, là dietro traspare il Nulla.
È come se dentro di me già conoscessi la Verità...
E questa Verità non fosse altro che il Nulla.
Questa è, diciamo così la cifra costante.
Sempre esorcizzata, ma mai debellata.
Mi sono spesso chiesto il perché di questo mio sentire...
Finché, anni fa, ho incominciato a ritrovarmi all'inferno.
L'inferno non è nell'aldilà, ma è qui, nel presente, vi posso accedere in ogni momento. È un luogo dell'anima.
Nessun altro mi condanna all'inferno. Se non me stesso, perché così è giusto.
Ed essendo giusto, non ho speranza di uscirne.
Anche se magari vivo ancora la maggior parte del mio tempo come se ne fossi fuori. Ma basta rammentare una mia colpa e subito mi ci ritrovo!
Tuttavia l'inferno non è il Nulla.
Anzi, fa in modo che l'Essere trionfi. Infatti, come osserva Margherita Porete, solo all'inferno (o in paradiso) Dio è certo.
Ma perché merito l'inferno?
Per il male. Il male che è in me, il male che io stesso sono.
Ma cosa è questo male?
Beh, in definitiva ho scoperto che il male altro non è che amore negato.
E così forse ho finalmente un'idea di cosa sia questo Nulla che mi perseguita.
È l'Essere senza amore.
È la possibilità che l'Amore non sia.
Cioè che Dio non sia.
Solo il mio Amore può far sì che Dio sia.
Ma devo rinunciare a tutto.
Persino ad ogni mio pensiero ad ogni altro mio sentire.
Rinunciare a me stesso.
Constatando di essere proprio io quel Nulla.
In un punto dici che questo nulla è l'Essere senza Amore, poi concludi che sei proprio tu quel Nulla, quindi asserisci che la nostra Essenza è Nulla senza amore ?
Sono d'accordissimo che per poter Essere Amore dobbiamo rinunciare a noi stessi, anzi a "molti" noi stessi che crediamo di essere. E' vero dobbiamo rinunciare al sentire e pensare di quel "me stesso" in cui siamo identificati, che, ripeto, crediamo di essere.... ma che in realtà non siamo !
E' questa molteplicità di "io" che genera inferni, finchè i vari "io" vivono dentro di noi, concordo che sia impossibile uscire dagli inferni che essi stessi generano, sono essi a generare l'illusione di un nulla senza amore.
Ma se troviamo il modo, la Via, non solo di rinunciarvi, ma di ucciderli definitivamente, Noi, il nostro Reale Essere non è destinato all'inferno. In assenza del "me stesso" il Nulla diventa Tutto.
E da una molteplicità si può sperimentare l'Uno, ma solo attraverso la "morte seconda".
Il punto è conoscere il come attuare questo processo, ed essere Veramente disposti ad intraprenderlo. Perchè "noi"siamo tremendamente attaccati all'illusione, così attaccati che rinunciarvi ci dà la sensazione di un salto nel vuoto.
Una volta un Maestro disse che l'essere umano è attaccato alle gioie, alle sensazioni, ai desideri, che il mondo illusorio gli propone... ma più di tutto, è attaccato alla propria sofferenza, la sofferenza è ciò da cui noi facciamo più fatica a distaccarci.