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Messaggi - Adalberto

#1
È narrativamente efficace partire da un inizio, anche se per la Genesi si tratta solo di un artificio in quanto  quello non sembra essere proprio il libro più vecchio della Bibbia.
Dubito anche che la successione degli stessi capitoli (di quello che ci appare come il primo libro della Torah) rispetti la sequenza temporale della nascita delle tradizioni orali da cui derivano. 
Al di là delle ipotesi è così che ci troviamo a leggerla, a far data da un'epoca in cui il tempo aveva già  assunto una dimensione  lineare,  cioè storica, smarrendo un po' per volta la sua pregressa circolarità mitica.

Talvolta anche il partire dalla fine offre un forte spunto non solo narrativo ma fondativo  di una cultura. l'Iliade narra  infatti l'ultima fase di una guerra ma anche l'estinguersi della mitica stirpe degli eroi greci. Una svolta che  prelude ad un diverso inizio epocale.
#2
Cinema, Serie TV e Teatro / GENERAZIONE ROMANTICA
24 Aprile 2025, 23:48:01 PM
GENERAZIONE ROMANTICA un film cinese di qusi 2 ore, pochissimi dialoghi, molte canzoni  e tante inquadrature  magistrali in un collage della vita cinese, realizzato da  Jia Zhangke durante un periodo di 20 anni di rapidissime  trasformazioni sociali e di costumi, per non parlare di economia, paesaggio, urbanistica. Di conseguenza  si adatterebbe meglio il titolo internazionale del film: "Catturati dalle maree".
La storia d'amore fra i due protagonisti che emergono pian piano è il filo esile che cuce insieme questo mosaico di video e di immagini in movimento, tutte di grande rilievo.
Un'altra traduzione del titolo  cinese è "Generazione errante", che si adatta forse meglio di quello italiano il quale si presta anche a una lettura ironica.
Formidabile l'esclamazione della protagonista nel finale: forse  è la prima volta che apre bocca in tutto il film.
Ci ha catturato la brevissima segnalazione di Mymovies: una scelta d'impulso. Un paio d'ore dopo eravamo già al cine.
Davvero notevole, molto molto particolare. Qualsiasi altro mio commento risulterebbe riduttivo.
#3
Percorsi ed Esperienze / Re: Avere o essere?
11 Aprile 2025, 23:37:12 PM
Un saluto a  Doxa, sempre interessante con le sue riflessioni:  essenziale VS. superfluo.
Ma  come dare significato a questi due concetti?
Forse che sia  stato  "superfluo" il vermentino che mi suggerisce ora di risponderti dopo averlo abbondantemente gustato poco fa nel  mio risto-sardo preferito?
Ma come  lo misuriamo questo "superfluo" , che  dal suo etimo assume subito una negativa connotazione?
Forse con  morale e  razionalità?
Oppure tramite  passione e  gioia di vivere?
Non ho risposte,  anche se proprio ora emergono alla mia memoria alcune dimenticate rivendicazioni di operaie americane e/o di suffragette che  un secolo fa chiedevano non solo  pane,  ma anche rose.
"Il pane e le rose" fu anche una rivista che ebbe vita breve, come molti tentativi di sintetizzare gli opposti.

Alla fin fine  penso che l'opposizione essenziale / superfluo sia tale solo se la si concepisce in termini convenzionali:, forse perché non vedo un valore positivo o negativo in alcuno dei due. 
Noi animali-umani viviamo in un mix di materiale e di immaginario da quando abbiamo iniziato a parlare.
Sono anche quasi certo  che anche gli animali-animali vivano la nostra stessa contraddizione, per esempio quando giocano,
E allora non mi rimane che misurare entrambi gli opposti solo attraverso il metro del  tempo e della fatica che mi costano, in termini banalmente soggettivi.
Preferisco  quindi volare  basso basso per farvi  (forse)  sorridere di fronte una delle mie prime grandi scelte  giovanili. Appena ventenne  mi son fatto crescere la barba.
Avevo ben calcolato che i 5 minuti risparmiati ogni giorno alla fin fine mi avrebbero regalato 2 o tre mesi di vita attiva,  da spendere in cose più piacevoli.
Ora da vecchio posso dire di aver fatto un buon affare 😊.
#4
Percorsi ed Esperienze / Re: Avere o essere?
07 Aprile 2025, 13:33:45 PM
Citazione di: Ninag il 07 Aprile 2025, 12:47:38 PMMolte teorie psicologiche nascono nella prima metà del secolo scorso e i padri fondatori sono in gran parte di religione ebraica, che ha sicuramente influenzato il pensiero dei maggiori psicoanalisti.
Attualmente è molto di moda la teoria che sostiene:" Non avrai nulla e sarai felice". Sarà un mio limite ma non riesco a comprendere tale assioma.
Hai ragione: ho controllato anche Fromm era ebreo. ma che c'entra?
A differenza dei cristiani (lasciati nell'ignoranza per due millenni e educati solo tramite -magnifiche- illustrazioni nelle chiese spiegate dai prelati), il popolo del libro ha coltivato lo studio della parola anche per mantenere una sua identità malgrado persecuzioni e/o negazioni di attività lavorative manuali. Diventa poi naturale avere delle eccellenze in altri campi.

Sono d'accordo con te, anche se non conosco questa moda. Il pauperismo sottinteso non mi sembra nuovo, mi rimanda a moralismi medioevali evidentemente ancora presenti. Lo vedo bene come titolo per un libretto di self-help in vendita a 9,90
 euro
#5
Percorsi ed Esperienze / Re: Avere o essere?
07 Aprile 2025, 12:10:21 PM
Citazione di: Ninag il 05 Aprile 2025, 22:25:08 PMDovrei averlo letto, probabilmente è in qualche scafale, la cosa strana è che non mi ricordo quasi nulla, di solito mi ricordo bene i libri che ho letto. Se non che era aveva un forte legame con Freud, di cui ho ricordi molto più precisi.
Nemmeno io ricordo il contenuto ma solo il periodo in cui è uscito, circa mezzo secolo fa.
Certi libri centrano l'attualità cogliendo faglie esistenziali in movimento.
Per molti giovani Fromm è stato come una bandierina che ha marcato un proprio momento di consolidamento o un punto di svolta nella vita. Non si trattava solo di  criticare l'avere beni materiali in possesso, ma anche abitudini ed esperienze mantenute per consuetudine e falsa sicurezza oppure abbandonate da poco in cerca di nuove realizzazioni.
Scegliere l'essere aveva il peso del cambiamento, del diventare altro da prima: una trasformazione non solo personale ma anche del proprio ruolo nella società.
Forse in questo senso Iano parla di divenire, non so, ma qualche attinenza la vedo.

In un certo senso è stato un libro in cui molti si  riconoscevano l'un l'altro, di una generazione che nella proiezione verso il futuro prossimo cercava una nuova identità, accomunati dallo sforzo di  realizzarla.
Vedo ora prevalere una ricerca dell'identità sociale più tesa a disegnare  radici del passato, ma senza neanche scavare tanto in profondità per cercarle davvero. Ma questo è un altro discorso.
#6
Percorsi ed Esperienze / Re: Avere o essere?
05 Aprile 2025, 19:30:37 PM
Citazione di: iano il 04 Aprile 2025, 04:30:17 AME' il titolo di un libro di Erich Fromm, che mi ha formato, laddove io, in accordo con l'autore, ho scelto di essere.
Oggi però, col senno di poi, fra l'essere e l'avere, scelgo il divenire, se nel percorso per ottenere ciò che desidero divengo ciò che sono.
La felicità sta nel possedere la capacità di ottenere qualcosa, e non nel possederla, perchè il possederla grava, mente la capacità di ottenerla rende leggero il nostro cammino.
Ciao Iano,
a volte penso che certi libri si acquistavano da giovani perché la scelta era già stata fatta e si aveva solo bisogno di conferme, di articolazioni razionali per un sentimento già chiaro in noi. O forse era solo così per me.

Più che divenire forse converrebbe parlare semplicemente di vivere, inteso come atto di traformazione fra ciò che eravamo e ciò che siamo, ma senza ridurre il nostro essere a semplice concetto, sia perché da un lato si acquisiscono delle capacità sia per le gioie che proviamo, soddisfacendo così sia la ragione che il sentimento. 

Peraltro mi hai fatto tornare in mente un altro libro in cui riflettersi, visto che formati lo siamo già. Essere e vivere di Francois Jullien che metteva a confronto il modo occidentale di concepire il nostro essere  con la visione  cinese che valorizza le relazioni che possiamo cogliere nel fluire della vita.
#7
Citazione di: aurea il 26 Marzo 2025, 11:30:48 AMAllora,una specie vissuta per 1,8 milioni di anni,10000 anni fa si stufa e dice:" Ma perché non cambiare vita?Basta con la caccia,la pesca e la raccolta,diamoci all'ippica ...pardon ...all'allevamento e all'agricoltura,scopriamo i metalli e passiamo alla tecnologia in attesa di Elon Musk"
Il tutto essendo completamente ignoranti in materia.
Di tutte le favole raccontate dalla scienza,questa è la più realistica,l'ho scritta perchè le altre mi fanno ridere!


Trattandosi di una favola, allora come è andata per davvero?
#8

Translator



Citazione di: Jean Jacques il 28 Marzo 2025, 23:29:43 PMMa... non potrebbero esserci norme generali valide per tutti?
Nell'esempio della violenza fisica: perché creare sottoleggi (sul femminicidio) alla legge principale e generale (sull'omicidio) quando quest'ultima ha sempre la sua valenza? Una violenza, in sè, ha il suo peso, ma perché dovrebbe avere più o meno peso in base all'individuo?

Se due persone vogliono sposarsi, perché non avere una legge, unica, generale, che regola le nozze tra due individui maggiorenni consenzienti?

Il problema si pone quando si crea una categoria e questa scopre di non avere i diritti dell'altra o delle altre dalle quali si è "staccata". Come nel caso delle nozze: la categoria degli omosessuali, creata staccandosi da quella degli eterosessuali, scopre che la legge generale escludeva (a priori) una categoria della quale non ipotizzava la presenza al momento della scrittura della legge stessa.
Se una legge generale includesse tutti, al nascere di un nuovo genere esso verrebbe sempre e comunque, naturalmente incluso.

Sono due situazioni diverse che non possono essere gestite con il medesimo approccio universalistico
 
Il primo caso (la violenza) attiene alla giustizia umana che modula le conseguenti pene, che vengono necessariamente discriminate per evitare sommarie semplificazioni.
Il progresso civile ha attraversato millenni per modulare la legge del taglione, che comunque rappresentò un primo grande passaggio di civiltà  dall'arbitrarietà della pena alle prime forme di diritto. 
Non a caso l'omicidio nei tribunali viene valutato secondo le intenzioni, le circostanze ecc. con lo scopo di definire la pena correlata al delitto ( preterintenzionale, colposo ecc.). Fortunatamente oggi è palese che il femminicidio sia un'aggravante, ma troppo spesso ci si dimentica che in altri tempi il delitto d'onore veniva considerato un'attenuante.

Nel secondo caso si parla di diritti, per loro natura universali.
Chi li delimita segmentandoli per categorie (sesso, genere, razza, nazione ecc.) è portatore di ideologie illiberali.
#9
Tematiche Spirituali / Re: Religione scientifica?
29 Marzo 2025, 09:01:35 AM

Translator



Citazione di: aurea il 27 Marzo 2025, 06:09:41 AMQuesto perché la matematica ha il potere di dire tutto e il contrario di tutto,come ogni linguaggio,e lo  fa talmente bene da esserne convinta essendo convinta di essere reale.Ma la matematica non ha niente di oggettivo,di reale,come d'altronde la geometria,l'astronomia,
la LOGICA e ogni forma di linguaggio,orale e scritta.L'unica realtà "oggettiva" è quella condivisa e condivisibile da tutti gli esseri umani TRAMITE LA PERCEZIONE E GLI ORGANI DI SENSO.
Anche con la parola, che è il primo linguaggio, si può dire di tutto e il contrario di tutto per costruire un senso qualsiasi.
Allora sgretoliamo anche la parola e comunichiamo coerentemente a gesti, attraverso i semplici organi di senso.
Concordo con te: facciamolo subito, presto!
#10
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 25 Marzo 2025, 12:07:00 PMPerché  pensare cha la liberazione dell'Anima  da questo corpo fisico equivale ad essere pessimisti?

Perché mi auguro sempre che ciascuno possa vivere con discreta soddisfazione nel proprio corpo, indipendentemente dalle personali credenze su anima spirito o altre dimensioni dopo la morte.
#11
Citazione di: Jean Jacques il 17 Marzo 2025, 13:10:40 PMCiao Adalberto

Appena ho letto il titolo della discussione, mi è venuto in mente un ragionamento che feci da giovane.
Immaginai di essere eterno. Supposi di essere uno spirito eterno identico a come sono fisicamente.
Immaginai guerre, periodi di pace, il passare di centinaia di anni, e io sempre vivo, a camminare per le città.
Poi immaginai la distruzione della Terra, e io sempre vivo.
Vedi tutto, comprendi tutto, ma non finisce mai nulla. Come un... film infinito.
Arrivai a provare un senso di paura che superava e distruggeva (e distrusse) la paura della morte.
La fine della vita, la fine di qualcosa è, per l'uomo, una naturale e necessaria liberazione.

Un saluto.
Ciao JJ scusami se non ti ho risposto ieri sera quando ho scoperto che questo post non era finito nel dimenticatoio come pensavo. Peraltro non passo sempre da queste parti.
Liberazione? Dai, non sarai così pessimista?
Personalmente preferisco considerarla naturale, necessaria conclusione.
 L'importante è destreggiarsi nella vita per non accumulare  particolari rimpianti nè rimorsi.
Alla prossima.
#12
 Translator
 
 


Citazione di: Jean Jacques il 22 Marzo 2025, 18:54:19 PMPersonalmente ritengo che le leggi, le obbedienze forzate, siano inutili. Hanno dimostrato spesso, nelle scuole e sui luoghi di lavoro, che quando si "slacciano" i lacci che tengono gli individui legati al potere, questi sono più felici e, sul lavoro, più produttivi. Ricordo diverse aziende che avevano abolito gli orari di lavoro e i dipendenti si sentivano liberi, erano anche più puntuali e più produttivi.
La violenza esiste perché vi è il sentimento di possesso e si sta perdendo il senso di condivisione. Ci sono molte comunità che vivono invece in questo modo, ce ne sono diverse in europa. Se ci accontentassimo del minimo indispensabile per vivere, se ricordassimo ogni giorno che i possedimenti materiali li lasceremo qui, se pensassimo che c'è chi non possiede nulla e ha difficoltà anche a reperire del cibo, e se pensassimo che potremmo esser noi, un giorno, a perdere tutto, allora recupereremmo il nostro altruismo, la nostra bontà genuina e il nostro senso di condivisione.


Ciao JJ , non interverrei se non per questa tua frase sulle leggi e sulle obbedienze forzate che ritieni "inutili", malgrado tu non mi sembri il ragazzino che ero io e che da adolescente si professava anarchico e affermava cose simili, avendo letto qualcosa di questo o di quel promotore della causa libertaria. Poi entrando nella vita reale  senza rinunciare a realizzare quel tanto di autonomia  e libertà che ero in grado di ottenere con le mie forze, mi sono fortunatamente reso conto che lo stato e le leggi – a partire dalla vituperata legge biblica del taglione fino agli altrettanti vituperati sistemi democratici –  non esprimono certamente né il Bene né la Giustizia (con le maiuscole), ciononostante in qualche decina di secoli  hanno costruito ombrelli protettivi per chi ha meno potere di altri. Non è poco. Si tratta di proseguire, magari più sveltamente, però la parola inutile direi che andrebbe modulata un po' meglio.
 Intendo dire che l'idea di autoregolazione degli agnelli è fantastica, ma si basa sul presupposto che l'essere umano sia stabile (non dico non violento o violento,  buono o cattivo ecc. tutte categorie che non saprei definire con assolutezza) . Intendo dire semplicemnete equilibrato: mentalmente, emotivamente, socialmente, sessualmente ecc.  Anche in questo caso l'esperienza mi suggerisce che intorno agli agnelli ci siano anche dei lupi, anche che tutti noi siamo un po' uno e un po' l'altro o possiamo diventarlo. Forse avrai visto il signore delle mosche, ma il film è vecchio vecchio e mi auguro tu sia giovane.

Quanto alla libertà direi che è importante  la vecchia suddivisione fra libertà da (negativa) e libertà di (positiva). Persnalmente propendo per la prima, come esprimevi  pure tu nell'introduzione al post.
 
 Ne approfitto per chiederti un tuo parere sulla vecchia questione del  Rousseau razzista. Non si tratta di domanda polemica vista la tua passione, ma di reale  curiosità visto che hai studiato a lungo il personaggio. Personalmente non ho  giudizi a rigurado: ognuno appartiene sempre all'epoca in cui vive..
#13

Translator



Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 24 Marzo 2025, 15:51:09 PMInteressante.  Dopo l'uscita dal corpo, di mio papà, mi capitò una notte, mentre mi stavo riaddormentando, di vedere contro il guardaroba una sagoma col viso di mio papà, però molto più piccola della statura corporea: come se fosse uno spirito, un fantasma o comunque qualcosa o qualcuno privo di corpo fisico. Rimasi imbambolato a guardare e poi mi addormentai. Ancora oggi, a volte mi chiedo cosa sia stato.
Presumo si tratti di un normale  stato ipnagogico tipico delle fasi che precedono il sonno
https://it.wikipedia.org/wiki/Illusione_ipnagogica

Sin dall'antichità queste e altre tipologie  di visioni hanno trovato integrazione nelle diverse culture, a partire da quelle sciamaniche.
Altri fenomeni interessanti di questo tipo sono
le immmagini eidetiche: https://www.treccani.it/enciclopedia/immagini-eidetiche_(Enciclopedia-Italiana)/
 e la pareidolia : https://it.wikipedia.org/wiki/Pareidolia.
#14
Un conto sono le teorie, le filosofie e i concetti astratti, un altro è vivere l'esperienza concreta della vita, che ci porta periodicamente a fare dei reset, a rielaborare e reinterpretare i fattori salienti della propria esistenza cercando di portarla su nuovi livelli, nuovi equilibri, che non sono solo intellettuali, emotivi o affettivi , ma che coinvolgono anche piani pratici, scelte concrete, svolte reali. È chiaro che necessitano sforzo, sudore e sofferenza,. Ma è anche vero che la rielaborazione interiore e la successiva  svolta pratica porta a superare pian piano problemi e sofferenza. Poi non sarà mai rose e fiori ma ci vedrà più attivamente presenti nella propria intimità e nei rapporti sociali, produttivi, affettivi in siamo inseriti
L'importante è non ritrovarsi poi con i medesimi problemi di prima ai quali si sono solo cambiate le denominazioni.
Pensare di Limitare la soluzione della crisi alla propria interiorità senza coinvolgere anche l'esteriorita' delle proprie relazioni è il campanello di allarme di una crisi potenzialmente irrisolta.
#15
Attualità / Re: Individualismo
08 Marzo 2025, 21:02:12 PM
Citazione di: doxa il 08 Marzo 2025, 15:22:37 PMSbaglio se penso che non ci sia il collegamento tra l'ambito individuale e quello  collettivo ?

L'individualista vuole il diritto di tutelare i propri affari, senza prendere in considerazione gli interessi della società.
Non c'è un marchio doc per l'individualismo, ma diverse declinazioni del rapporto fra individuo e società.
 In genere lo si confonde con l'egoismo asociale o con la sopraffazione del più forte sul più debole, ma queste sono espressioni di potere e dominio.
 Ma ci possono essere altri punti di vista.
 L'individuo che riconosce l'unicità della sua esperienza di vita non  per questo si concentrerà ad osservare solamente il proprio ombelico come centro del mondo. Sollevando lo sguardo verso altri individui potrebbe anche essere in grado di riconoscere agli altri la medesima unicità e di conseguenza scoprire che questa può esser la base di un diverso concetto di uguaglianza. Non parlo di una uguaglianza sotto una autorità reale o celestiale, ma di un visione paritaria fra esseri umani che compartecipano ai processi naturali. Una uguaglianza che si basa su un'etica della responsabilità e della reciprocità e non su principi morali  codificati. Un po' quello che avvenne nella seconda metà dell'ottocento con la nascita di autonome società di mutuo soccorso quando lo stato sociale non esisteva ancora.
 Ma nulla di tutto questo è uscito da sperimentazioni particolari, di piccoli gruppi e  di durata limitata.
 Utopie? Sì, certo, anche se idee ancora più strampalate vengono abitualmente  accettate per sante verità.
 Comunque nulla può vietare all'individuo di farsi ispirare nella sua esistenza da questi punti di vista soggettivi, che basandosi consapevolvente sulla  necessità di relazionarsi paritariamente con altri, rappresentano un plus piuttosto che un minus, anche a livello sociale.