Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - cvc

#1
Tematiche Culturali e Sociali / Il più grande italiano
11 Novembre 2023, 12:57:06 PM
Nel 2010 la RAI trasmise un programma intitolato "Il più grande (italiano di tutti i tempi)". Si trattava di stabilire chi fosse "nella pancia degli italiani" l'italiano più grande di tutti i tempi.

Questa la classifica finale





• Leonardo Da Vinci con l'81% al televoto

• Giuseppe Verdi

• Falcone e Borsellino perdono in semifinale con Leonardo che ottiene il 64%

• Galileo Galilei perde in semifinale con Verdi che ottiene il 51%

• Totò escluso dalla giuria dalla terna Totò - Da Vinci - Falcone e Borsellino

• Laura Pausini esclusa dalla giuria dalla terna Pausini - Galilei - Verdi

• Anna Magnani esclusa dalle due terne finali dalla classifica web, nella quale precede Pirandello e Fermi

• Luigi Pirandello escluso dalle due terne finali dalla classifica web, nella quale precede Fermi

• Enrico Fermi escluso dalle due terne finali dalla classifica web

• Dante Alighieri escluso dai primi 9 componenti della giuria che hanno salvato un personaggio a testa (Sgarbi era il Presidente di giuria e non aveva diritto a votare)

• Caravaggio escluso dalla classifica web, ove risulta 11º, dai primi 10 partecipanti alla puntata finale

• Cristoforo Colombo escluso dalla classifica web, ove risulta 12º, dai primi 10 partecipanti alla puntata finale

• Giacomo Puccini escluso dalla classifica web, ove risulta 13º, dai primi 10 partecipanti alla puntata finale


Considerazioni

1 Personalmente ritengo incredibile che il nome di Giuseppe Garibaldi (presente nelle liste nonostante nacque a Nizza che ora è in Francia) non compaia nemmeno nelle prime 13 posizioni.

2 Totò e Laura Pausini precedono i vari Dante, Caravaggio, Colombo...

3 La predominanza di personaggi intellettuali a discapito di uomini d'azione come appunto Garibaldi o Colombo (eccezion fatta per Falcone e Borsellino che sicuramente si possono definire tali).

Mi rendo conto dell'amenità dell'argomento, ma visto il preiodo almeno può servire per stemperare un pò e per comprendere qualcosa della sociologia del nostro paese.

Cosa ne pensate?
#2
Anche io mi diletto "a mo di gioco" col trading on line con cifre irrisorie. Il fatto è che quando sono in attivo mi faccio prendere dall'euforia e finisco col perdere tutto 😭. Si sta parlando di speculazione che è la forma d'investimento più aggressiva e rischiosa. Ovviamente si può guadagnare anche operando short, e certamente si possono anche perdere soldi in questo modo.
Parlavo del piano di accumulo (PAC) che è la forma di investimento che consiste di mediare il livello di ingresso di un investimento con versamenti periodici nella prospettiva che il mercato nel lungo termine tende a salire. Il problema è che se uno inizia il PAC col mercato sui massimi poi rischia di vanificare i suoi utili appena il mercato ha una correzione al ribasso. Perciò dicevo che sarebbe opportuno attendere che ci sia una correzione per cominciare.
Il PAC è una forma d'investimento per quanto ne so ritenuta sicura che nel lungo termine assicura un buon risultato. È chiamato investimento passivo perchè l'investitore non studia il mercato per sapere quando entrare ma compra quote omogenee a intervalli costanti andando così a mediare i prezzi.
Certamente le commissioni fanno si che il banco vinca sempre.
A proposito di mercati ai massimi, trovo piuttosto curioso che con le guerre che ci sono in corso e le relative difficoltà di approvvigionamento delle materie prime i mercati siano al di sotto dei massimi appena del 10/15%. Fra l'altro parlavo con un agente immobiliare il quale mi diceva che anche il prezzo delle case tende al ribasso in quanto le banche fanno difficoltà nel concedere credito. Anche questo non mi parrebbe un buon segno.

Comunque siamo in un campo esoterico dove è meglio non indagare troppo senza essere adepti.....


Un saluto e buon week end.
#3
Buongiorno Eutidemo. L'economista Arkelof scrisse un libro intitolato "il mercato dei limoni" che nel linguaggio comune americano sarebbe il mercato delle auto usate. Il concetto di fondo è l'asimmetria di informazione fra chi vende l'auto conoscendone pregi e difetti e chi vuole acquistare dovendosi fidare di ciò che dice il venditore. Non ho letto il libro però immagino sia un'estensione del paradigma del mercato delle auto usate, il mercato dei limoni (o dei bidoni).
Questa asimmetria informativa è evidente nel rapporto fra il promotore finanziario ed il comune investirore. Quest'ultimo va a parlare in banca con due sole idee ben precise: proteggere i soldi, sapere quanto possono fruttare. Il promotore conosce fin troppo bene la disinformazione finanziaria dell'uomo medio e tutto ciò che deve fare è assicurarsi che il malcapitato sia sufficientemente confuso (nel caso rincarare la dose) per poi riportare la luce, ovviamente indirizzandolo verso le forme di investimento per cui percepisce le commissioni.
Naturalmente tale divario informativo non può che aumentare nel tempo dato che la finanza diventa sempre più complessa e chi non ne ha le basi non può certo progredire.
Per farla facile si potrebbe dire che alla fine i cicli prevalgono sempre, la finanza è un pendolo che oscilla fra euforia e disperazione. Basterebbe aspettare la prossima inevitabile crisi finanziaria che prima o poi avverrà, attendere una decina di mesi che è la durata media delle recessioni e cominciare un piano d'accumulo in fondi comuni fino a quando il mercato raggiungerà i nuovi massimi.
Una buona giornata. 👋
#4
La fiducia nell'operatività delle banche è oramai un dogma uno e trino  ;D O:-)
#5
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica della guerra
26 Ottobre 2023, 11:44:50 AM
Non posso darti torto. Però non ridurrei il discorso su Dio a questo. Credo esistano diverse inclinazioni umane. Alcuni hanno bisogno di percepire un'entità superiore e altri non ne hanno affatto. La filosofia dovrebbe prescindere da questo. Nemmeno Epicuro negava l'esistenza di Dio, solo pensava che non s'interessasse delle vicende umane. Socrate che viene spesso indicato come precursore del Cristianesimo non negava che la morte potesse essere un sonno senza sogni.
 Può esserci un mondo con Dio, può esserci un mondo senza Dio. Sia il credente che l'ateo credo abbiano bisogno di nutrirsi almeno un pò del dubbio.
#6
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica della guerra
26 Ottobre 2023, 10:37:50 AM
Citazione di: Ipazia il 26 Ottobre 2023, 10:21:18 AMLa filosofia teista ha creato argomenti del tipo:

"Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi."

"Si brucia il corpo dell'eretico dopo il suo pentimento per impedirgli di ricadere in tentazione e salvargli l'anima"

"Se la bibblioteca di Alessandria contiene cose contrarie al Corano va distrutta; se dice le stesse cose è superflua e va distrutta ugualmente"

Il bestiario potrebbe proseguire a lungo e le guerre sante e jihad ne sono una straripante Treccani.

Di cui l'aforisma di Weingerg è la sintesi.

https://www.frasicelebri.it/frasi-di/steven-weinberg/

Un ateo epicureo come Giulio Cesare mi pare abbia compiuto discreti danni nelle gallie per il proprio prestigio personale. Concordo nel condannare tutti i crimini perpetrati da tutte le religioni in nome di Dio.
#7
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica della guerra
26 Ottobre 2023, 08:39:20 AM
Ok green ho recepito il messaggio, tornerò alle elementari 😊. Scherzi a parte sono consapevole del solco che separa me (la mia pigrizia) da chi ha un'autentica passione per la lettura come te e altri e, anzi, ti ringrazio per la pazienza e in realtà cerco di limitarmi a scrivere cose che penso di poter scrivere senza troppi errori.
Sono d'accordo che il male delle nuove generazioni sia di non riuscire più a pensare a Dio. In questo credo c'entri  molto la cattiva reputazione che si è fatta la religione di bastone fra le ruote della scienza, del progresso (o del progressismo) in generale. Si è perso il senso del sacro, tutto si può sdoganare e ciò che viene venerato oggi sarà infangato domani. Tutto cambia in fretta, troppo in fretta. Hadot spiega come nel giudicare la filosfia antica si sia sottovalutato il passaggio dall'oralità alla scrittura (da Socrate a Platone se si vuole), grande rivoluzione tecnologica ante litteram. Ora lo sviluppo tecnologico rende sempre più difficile comparare l'oggi col domani perchè l'oggi è sempre più differente da ieri. Perchè si tramandi qualcosa di generazione in generazione occorre che abbiano qualcosa in comune. I semi della saggezza devono essere piantati sullo stesso terreno. Occorre identificare qualcosa di immutabile nella natura umana perchè l'umanità nel suo sviluppo storico possa creare un nesso fra le generazioni che si susseguono. Solo la filosofia può creare questo nesso e senza questo nesso non può esserci la filosofia. In questo senso forse la filosofia è la più umana delle scienze, ma alla filosofia senza Dio manca qualcosa, manca il collante fra le varie categorie.
Forse il pericolo maggiore è che il senso del sacro latente nell'uomo, in assenza di Dio, venga dirottato verso se stesso. Un individuo creatore della propria morale e disposto a cambiarla in base alle circostanze. Un individuo, questo, certamente incline alla guerra ed alla violenza in generale.
#8
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica della guerra
25 Ottobre 2023, 08:41:35 AM
Credo che un difetto di questa società, o forse in generale di tutte quelle in cui si sono compiute le peggiori nefandezze, sia di compiere il male senza averne coscienza. Sentivo tempo fa uno stupratore giustificarsi del suo gesto dicendo che aveva un bisogno, come se ciò che ha fatto fosse un suo diritto. Senza focalizzarsi sull'intellettualismo socratico, credo che si possa per lo meno fare una distinzione fra almeno due tipi di malvagità. Una è quella di chi compie il male sapendo di farlo e lo fa comunque e l'altra quella di chi compie il male credendo di compiere il bene o comunque di non stare facendo nulla di sbagliato. Si potrebbe obiettare che, a prescindere, chiunque compie il male ha una sua giustificazione. In questo caso sarebbe comunque lecito scindere chi si giustifica in buona fede da chi lo fa in cattiva fede. Cosa distingue allora la buona fede dalla cattiva fede? Socrate direbbe la conoscenza del male e del bene. Ovviamente è molto complicato definire cosa siano il bene e il male in termini filosofici perchè ci sono molte correnti filosofiche, ma cosa sono il male e il bene per la nostra società? Banalmente la giustizia sociale, la salute, il rispetto dell'ambiente, la cultura, il soddisfacimento dei bisogni. Ma in realtà dovremmo forse chiederci cosa promuove la nostra società presupponendo che sia il bene e da cosa ci mette in guardia come fosse un male. Ma anche supponendo che ciò che ci propongo i cosiddetti "consigli per gli acquisti", tutti i vari bombardamenti pubblicitari con bigliettini sotto la porta e nella maniglia della portiera dell'auto annessi, la spettacolarizzazione della violenza quotidiana (salvo poi disprezzare gli antichi orrori del Colosseo), anche ammettendo che tutto ciò sia per il bene nostro e della società, rimarrebbe comunque da interrogarsi sulla liceità del mezzo. Forse il bombardamento mediatico rivolto direttamente alla parte inferiore del sistema nervoso è ancora peggio dell'indottrinamento al male. Almeno quello è rivolto alla parte superiore del cervello. Quello può portare ad un cattivo pensare, questo all'astensione dal pensiero.
#9
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica della guerra
24 Ottobre 2023, 10:49:54 AM
Buongiorno green. La storia dell'umanità è piena di guerre iniziate per scopi personali e poi legittimate in nome di un bene superiore. Forse la vera domanda da porsi sarebbe se l'uomo scatenerebbe guerre anche in assenza di un possibile guadagno. Finchè c'è un valido (o almeno ritenuto tale) motivo qualsiasi guerra viene giustificata. Però l'aggressività umana si manifesta anche in assenza di validi motivi. Ad esempio si dice che la prima guerra mondiale fosse iniziata per il paradosso della sicurezza. Ognuno si arma più che può per sentirsi sicuro finchè si genera un'escalation per cui ci si trova in guerra senza neanche accorgersene. Il passo successivo è poi quello di trovare il colpevole, colui che ha voluto per primo la guerra.
Anche nei fatti di cronaca si vede sempre più violenza ingiustificata, omicidi per futili motivi, risposte violente esagerate rispetto ai fattori che le hanno causate.
Quasi che se l'uomo non fa la guerra, allora ci pensa la guerra stessa a trascinarcelo dentro. È un assurdo ovviamente, però a volte ho questa impressione.
#10
Tematiche Filosofiche / Re: Metafisica della guerra
21 Ottobre 2023, 09:59:27 AM
Buongiorno. Una delle prime e più profonde ragioni della guerra penso sia la guerra per il territorio, per ragioni intuibili. Il territorio nella sua forma concreta può però avere una corrispondenza astratta nell'ego. A livello astratto l'ego è il territorio di ognuno di noi. L'odio che è il motore della guerra nasce dalla rabbia, che nasce dal fastidio per l'intrusione. Il senso di intrusione nel proprio ego è non assimilazione o problematica assimilazione dell'altro. E' incongruenza fra bisogni degli uni e degli altri. Ciò che poi fa la differenza nella guerra è la natura dei mezzi che si usano per combatterla.
E ciò che domina dentro di noi è un profondo bisogno di pace, ottenibile però soltanto attraverso la guerra. La quale si può definire in molti modi, mentre la pace è solo l'assenza di guerra. La guerra di per sé sarebbe un qualcosa di positivo, non fosse che per ciò che si porta dietro: odio, morte, distruzione.
Sì è pensato di poter evitare la guerra con l'espandersi del commercio. Ma la guerra come l'acqua prende la forma degli ostacoli che incontra.
#11
Intanto l'emittente HBO ha tolto dalle sue programmazioni il film "Via col vento".
A me pare che se il razzismo si basa sul pregiudizio, non è con un pregiudizio sul pregiudizio che si risolve il problema. Se nei tempi in cui è ambientato il film c'era pregiudizio razziale, questa è una verità storica. Non è cancellando il passato che si risolve qualcosa. La rimozione non è il farmaco contro il razzismo. Anzi la rimozione disturba la consapevolezza. Bisogna essere consapevoli del passato per migliorare il presente.
#12
Tematiche Filosofiche / Re:L'ira
11 Giugno 2020, 21:04:07 PM
Rispondendo agli ultimi interventi, volevo chiarire che non è che intendessi legittimare la rabbia in senso universale.  Bodei fa una distinzione fra atteggiamenti culturali che ammettono una rabbia giusta e condannano l"ira indiscriminata, ed altri che la censurano in toto.
Riferendomi al punto di vista ad esempio degli stoici o di quello dell'ultimo intervento di Freedom che è poi anche quello della cultura orientale basato sull'autocontrollo, premetto che è condiviso (fino ad un certo punto) anche da me in primis. Però è difficile, come a suo modo rileva Bobmax.
Parlando di cultura orientale,  cito ancora Bodei: "Molto più che nel cristianesimo, è nel buddhismo che compare il più radicale rifiuto dell'ira (devsha), concepita come uno dei veleni che generano dolore nel ciclo di vite cui ciascuno è destinato prima di raggiungere l'eventuale nirvana. Nella dottrina buddhista la propensione all'ira dipende dalle esistenze precedenti e la collera attuale produce, a sua volta, un cattivo karma, che prepara l'ira futura."
E poi un'interessante storiella "del serpente che, appostato nel sentiero che portava al tempio, mordeva i passanti. Un santone gli parlò e lo persuase a rinunciarvi. Sapendo che era diventato ormai innocuo, un gruppo di ragazzi lo bastonò con allegra crudeltà. Allorché il santone lo rivide ferito e il serpente si dolse dei suoi consigli, la risposta fu: «Ti avevo detto di non mordere, non di non sibilare». In questo senso, «l'ira è il sibilo umano» (Tavri), l'avvertimento minaccioso di cui è lecito servirsi per prevenire il male."
#13
Tematiche Filosofiche / Re:L'ira
10 Giugno 2020, 11:05:12 AM
Citazione di: Lou il 09 Giugno 2020, 17:50:52 PM
@sapa
Molto vero, le ire sono una questione complessa nei poemi omerici, direi che lo stesso Achille ne rappresenta 2 versioni, di ira. La prima certamente ha una origine divina, in un certo qual modo una passione sacrale, prima che una azione, e, che come ogni pathos, ha una sua ratio è un suo logos, carattere divino che non presenta quella di Odisseo. ( in greco le distinzioni, grazie alla ricchezza semantica della lingua, credo si vedano meglio le accezioni per le diverse sfumature). A parte questa disgressione, mi interessava far notare come la mitologia prima e la filosofia dopo ( penso ad Aristotele ) riservi un posto privilegiato all'ira e alla connessione con il senso di giustizia che era la domanda di apertura posta da cvc. Essa, nelle sue forme, è genealogicamente la risposta originaria a una reale o presunta ingiustizia subita. E che sia presunta o reale questa ingiustizia, la risposta irosa è realmente vissuta da chi la prova. Perció trovo sia evidente come il legame con il giusto e l'ingiusto sia un aspetto rilevante.
Infatti nel suo trattato sull'ira Seneca menziona proprio Aristotele. L'obiezione si basa sul fatto che se l'ira viene moderata oppure usata discrezionalmente, come vorrebbe Aristotele, allora perde quell'incontrollabilità che la caratterizza. Un'ira moderata non è più ira. E se la ragione ha bisogno di rivolgersi all'ira per accedere al coraggio, significa che la ragione da sola non ha forza sufficiente.

Forse l'ira si collega alla giustizia nel senso che, non esistendo una giustizia assoluta, allora significa che a qualsiasi giustizia umana manca qualcosa. E se la giustizia umana, pur essendo manchevole, si erge falsamente a giustizia assoluta, allora questa è una prevaricazione. E l'ira diventa alfiere della giustizia (ideale, "giustizia giusta") denunciando tale prevaricazione.
#14
Tematiche Filosofiche / Re:L'ira
07 Giugno 2020, 21:26:26 PM
Ringrazio tutti per gli interventi e in particolare Viator per il gradimento sul tema.
Jacopus scrive "La legge moderna nasce proprio come antidoto alla violenza senza fine della vendetta. "
Cesare Lombroso, fondando la criminologia, ha di fatto creato il concetto del reo come soggetto patologico della società. Non un cittadino che infrange la legge e provoca la vendetta o rabbia della società esercitata attraverso la giustizia ma, di fatto, un malato da cui la società deve proteggersi e che deve possibilmente curare. In realtà ricordo un passo de "L'uomo delinquente " dove Lombroso sottolinea come le punizioni delle civiltà antiche fossero più, in certo senso, coerenti in quanto avevano il solo scopo di punire il reo, di vendicare il reato. Nella legge moderna invece il reo viene "rieducato". Per Lombroso il delinquente aveva delle caratteristiche innate, per cui difficilmente correggibili.
La criminologia si è molto evoluta da Lombroso in avanti, però lo studio del criminale è di fatto un'astrazione, un'oggettivazione del comportamento delinquenziale. Quindi la giustizia non è più la rabbia verso un componente della società che agisce contro i suoi pari, ma quasi un intervento medico che cura una malattia.
Ma questo non sempre basta a soddisfare la sete di giustizia. Ed emerge la rabbia.
Eppoi c'è la dichiarazione dei diritti dell'uomo, la giustizia sociale, che nasce dalla rabbia della rivoluzione.
#15
Tematiche Filosofiche / Re:L'ira
06 Giugno 2020, 10:38:05 AM
Citazione di: Jacopus il 06 Giugno 2020, 09:29:58 AM
La giustizia, da millenni, si è spogliata della categoria della vendetta, associabile all'ira. Il diritto romano si appropria a suo tempo della massima di Tacito "sine ira ac studio", che lui in verità, stava usando in campo storico.
Tutta la procedura penale moderna nasce proprio come normazione del diritto penale,  che diventa sanzione necessaria al convivere e non più vendetta.
Più facile a dirsi che a farsi in realtà,  perché ci sono parti del nostro cervello, quelle più arcaiche e legate alle emozioni di base che faticano a comprenderlo.
È per questo motivo che i giudici sono scelti dopo una selezione molto severa. Perché le istituzioni devono pensare in modo "non comune", abbandonando gli schemi di risposta più convenzionali.
Appunto. Più facile a dirsi che a farsi. Fare giustizia significa punire il colpevole. Il giusto è adirato col reo. Anche il perdono semmai viene dopo. Che senso avrebbe se no perdonare qualcuno se non ha prima provocato la mia ira? Il legislatore deve operare in modo equo e razionale, nondimeno deve punire. Non è adirato, ma ha lo stesso scopo dell'ira: punire. Certo quella del giudice è una punizione razionale, quindi motivata e argomentata. Mentre l'ira spesso colpisce a casaccio. Però la legge vendica la giustizia offesa. Si può forse pensare alla legge come ad una sublimazione dell'ira. Ciò che vi è di comune nella legge e nell'ira è la volontà di punire, sebbene discriminata in un caso e nell'altro no. Sebbene in un caso sia un male necessario e nell'altro l'apice del godimento. Però di sicuro l'ira è nata prima della legge, quindi non si può pensare che abbia plagiato alla legge la volontà di punire. Semmai la legge sarebbe una invenzione umana per mettere ordine nella concatenazione di punizioni e ritorsioni che l'ira scatena. Ma laddove nella legge si scopre qualche falla, allora l'ira torna paladina della giustizia. Come nel caso George Floyd.
Legge ed ira sono forse i due estremi, e la giustizia sta nel mezzo.