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Messaggi - Omissis

#1
Tematiche Filosofiche / Re:Ottimismo
13 Dicembre 2016, 17:44:28 PM
Se parliamo in termini Filosofici, credo che sia da sconsigliare l'ottimismo come pure il pessimismo, che, lungi da essere delle posizioni vicine alla realtà, che conferiscono un'immagine chiara e netta del mondo, al contrario, finiscono per confondere le acque. Sono due errori uguali e contrari. Io cerco di evitarli entrambi, ma, se dovessi scegliere, opterei decisamente per il pessimismo, come forma di scetticismo verso l'ampia possibilità.
#2
Citazione di: memento il 12 Agosto 2016, 22:45:00 PMCerchiamo di definire i principi cardine del prospettivismo nicciano: innanzitutto questo afferma che,nel momento in cui esprimiamo una valutazione,positiva o negativa che sia,valutiamo sotto la spinta e il controllo di un'istinto vitale,la cui volontà di potenza si manifesta appunto nell'atto di valutare. In questo discorso,e solo in questo discorso,può rientrare il concetto di decadenza,che indica una condizione fisiologica in cui gli istinti si infiacchiscono,prevalgono debolezza e malattia,per cui il soggetto sceglie spontaneamente ciò che lo danneggia; quel che è cattivo e dannoso per la persona diventa bene (altruismo e in generale tutte le azioni disinteressate) e viceversa quel che rinvigorisce la salute,male. Per questo motivo Nietzsche definisce i valori cristiani come decadenti,poiché antepongono la salvezza dell'"anima" al benessere del corpo,che viene disprezzato.  
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 Quindi, se ho ben capito, il problema della scelta sta nel suo inizio: Se l'individuo è condizionato da una morale come il Cristianesimo, i suoi istinti si infiacchiscono ed esso sceglie ciò che lo danneggia, ovvero sceglie volontariamente di disprezzare il proprio corpo e di credere in determinate illusioni metafisiche. Ne consegue che il presupposto della scelta sta nella "salute", ossia la buona fisiologia. Questa dunque sarebbe quella che Nietzsche considera la "psicologia del prete" (in Ecce Homo)? Tutto sembra essere chiaro. . .
Il problema della "decadenza" odierna però rimane: è vero che io posso considerare, dalla mia prospettiva, come importante e necessaria la cultura (in generale) e disprezzare, dentro di me e per me, quelli che la considerano inutile (esempio banale, ma per capire). Ma nel momento in cui io andassi in pubblica piazza a dire che la cultura è bene e che l'ignoranza è male, cadrei in errore, perchè la cultura non può essere "buona in sè"; Hegel, ad esempio, considerava la Musica come un'Arte inutile e priva di significato, e quindi non la considerava come "Buona"...! Oppure anche qui bisogna partire da un presupposto "fisiologico"? Affermando che la "Musica è priva di utilità e significato" non voglio, inconsciamente, la maledizione del mio corpo...

Grazie per le risposte
#3
Buongiorno a tutti

Di seguito una questione sul prospettivismo Nietzschiano.

Se Nietzsche è un deciso sostenitore del prospettivismo e del relativismo dei valori ("Non ci sono fatti ma solo interpretazioni"), se tutti i valori non hanno valore in sè ma sono dei meri -valutati-, ne consegue che non esiste un -bene- e un -male- ma solo la scelta del nostro bene e del nostro male, ossia ciò che è bene per noi. Questo concetto si riallaccia al titolo di una delle sue opere, cioè "Al di là del bene e del male", intendendo, con questo motto, che non esistono bene e male assoluti, ma solo relativi a seconda di chi li valuta. Dunque, non esistendo un valore delle cose in sè, non si può nemmeno parlare di "Decadenza". Dire che il mondo è in una fase di decadenza perchè alla cultura si preferisce portare il cane in una spiaggia specializzata è insensato, se i valori sono dei valutati (e quindi la cultura non ha valore in sè!). La contraddizione nel pensiero di Nietzsche sta nel fatto che lui esemplifica una "morale degli schiavi" e una "morale dei signori", e sostiene che la prima, attraverso il Cristianesimo, abbia prevalso sulla seconda, determinando la decadenza del mondo moderno; addirittura, con la "Trasvalutazione", vorrebbe affermare nuovi valori, andando di fatto a considerare come -buona in sè-, come -giusta-, come -grande salute- la virtus Rinascimentale...!  ???  ???