Nietzsche: l' umo e il suo diritto al futuro.
Prima di riprendere il viaggio una piccola appendice per Green. Sul fatto che per Nietzsche Dio si identifichi con il nulla non c' è alcun dubbio. Ho già riportato varie volte alcune frasi delle sue opere che lo testimoniano. E specificatamente lo annovera come un' invenzione umana che però non è e non può essere. Il discorso perciò parte da lì ma poi prende mille strade, il tutto perciò acquisisce una dimensione enorme di difficile sintesi. Perciò quando ci torneremo avremo delle belle gatte da pelare. Buone vacanze.
A questo punto mi trovo nella condizione di avere molti punti in sospeso, tra i quali il rapporto tra Genealogia della morale e la realtà. L' attacco di Nietzsche al prete asceta o all' ascetismo è profondo e tremendo e non si conclude nell' opera. Anzi negli scritti postumi assume dimensioni ancora più chiare e specifiche. Come per esempio nell' aforisma n138 sempre dell' opera La volontà di potenza curata da Gast e dalla sorella:
I preti sono i teatranti che rappresentano alcunché di sovrumano a cui devono dare un carattere sensibile, di ideali, o di Dei, o di redentori: in ciò trovano la loro vocazione, per ciò posseggono gli istinti necessari; per rendere la cosa più credibile, devono spingersi il più lontano possibile nell'imitazione; la loro accortezza deve soprattutto suscitare in loro stessi ' la buona coscienza ' necessaria per persuadere qualcuno.
Questa precisazione, data in modo così perentorio, senza giri di parole, ci dà una dimensione di quanto Nietzsche veda nel prete asceta la genìa più pericolosa per l' umanità.
E' ovvio che comunque il prete per avere successo ha bisogno di uomini che siano nella condizione di ascoltarlo e di farsi ammaliare.
Ecco perché, come ipotizzavo in un post rivolto a Maral, ritengo che i periodi storici in cui tale genìa si afferma sono quelli in decadenza. Dove cioè l' uomo cerca certezze invisibili e non discutibili. Certezze cioè che necessitano di un grado di fede maggiore di quelle che gli derivano dai sensi. E questo proprio perché un uomo in decadenza può incominciare a mettere in discussione le morali o etiche determinate dal credere vere le sensazioni su ciò che lo circonda. Non bisogna dimenticare che tutte le certezze che l' uomo di volta in volta crea e da cui scaturisce una determinata morale necessitano comunque sempre di un grado di fede non indifferente, anche se poi è necessario che questo grado aumenti o diminuisca in base alla forza dell' uomo che lo crea.
L' argomento è abbastanza complesso, perciò mi fermo qui e ringrazio per la cortese attenzione.
Garbino Vento di Tempesta.
Prima di riprendere il viaggio una piccola appendice per Green. Sul fatto che per Nietzsche Dio si identifichi con il nulla non c' è alcun dubbio. Ho già riportato varie volte alcune frasi delle sue opere che lo testimoniano. E specificatamente lo annovera come un' invenzione umana che però non è e non può essere. Il discorso perciò parte da lì ma poi prende mille strade, il tutto perciò acquisisce una dimensione enorme di difficile sintesi. Perciò quando ci torneremo avremo delle belle gatte da pelare. Buone vacanze.
A questo punto mi trovo nella condizione di avere molti punti in sospeso, tra i quali il rapporto tra Genealogia della morale e la realtà. L' attacco di Nietzsche al prete asceta o all' ascetismo è profondo e tremendo e non si conclude nell' opera. Anzi negli scritti postumi assume dimensioni ancora più chiare e specifiche. Come per esempio nell' aforisma n138 sempre dell' opera La volontà di potenza curata da Gast e dalla sorella:
I preti sono i teatranti che rappresentano alcunché di sovrumano a cui devono dare un carattere sensibile, di ideali, o di Dei, o di redentori: in ciò trovano la loro vocazione, per ciò posseggono gli istinti necessari; per rendere la cosa più credibile, devono spingersi il più lontano possibile nell'imitazione; la loro accortezza deve soprattutto suscitare in loro stessi ' la buona coscienza ' necessaria per persuadere qualcuno.
Questa precisazione, data in modo così perentorio, senza giri di parole, ci dà una dimensione di quanto Nietzsche veda nel prete asceta la genìa più pericolosa per l' umanità.
E' ovvio che comunque il prete per avere successo ha bisogno di uomini che siano nella condizione di ascoltarlo e di farsi ammaliare.
Ecco perché, come ipotizzavo in un post rivolto a Maral, ritengo che i periodi storici in cui tale genìa si afferma sono quelli in decadenza. Dove cioè l' uomo cerca certezze invisibili e non discutibili. Certezze cioè che necessitano di un grado di fede maggiore di quelle che gli derivano dai sensi. E questo proprio perché un uomo in decadenza può incominciare a mettere in discussione le morali o etiche determinate dal credere vere le sensazioni su ciò che lo circonda. Non bisogna dimenticare che tutte le certezze che l' uomo di volta in volta crea e da cui scaturisce una determinata morale necessitano comunque sempre di un grado di fede non indifferente, anche se poi è necessario che questo grado aumenti o diminuisca in base alla forza dell' uomo che lo crea.
L' argomento è abbastanza complesso, perciò mi fermo qui e ringrazio per la cortese attenzione.
Garbino Vento di Tempesta.