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Messaggi - acquario69

#1
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Fine della discussione
11 Settembre 2019, 16:06:01 PM
Citazione di: InVerno il 11 Settembre 2019, 14:35:51 PM
Citazione di: Elia il 11 Settembre 2019, 13:05:13 PME tutti i post e i commenti di propaganda politica di Eutidemo?  dove insulta Salvini senza mezzi termini e deride gli elettori di destra o chiunque non condivide le sue sacre idee di sinistra? Non mi pare sia stato mai eliminato un suo post o commento o sia mai stato bannato.

Questa sarebbe la vostra obiettività.
Il cestino è pieno di post di Eutidemo, nell'ultimo topic "Russia connection" gli sono stati eliminati CINQUE post (più che al razzista). La tua obbiettività è quella di chi non sa di cosa parla, e l'intelligenza di Eutidemo è quella di non sentirsi minacciato dagli illuminati.


Non sei per niente corretto perché di quei 5 post,3 sono banalissime chat,mentre gli altri due sono risposte ai post di leibnicht che pero essendo stati questi eliminati,bisognava per mera logica eliminare anche quelli..e dunque nulla a che vedere con la censura che di fatto in questo modo e' stata effettuata solo nei confronti di leibnicht


PERTANTO CHIEDO ANCH'IO DI ESSERE ELIMINATO SUBITO DA QUESTO FORUM
#2
Citazione di: bobmax il 09 Settembre 2019, 13:18:43 PM

Davvero ritieni che sia possibile un pensiero filosofico che non necessiti della fede?

Sono viceversa convinto che ogni pensiero, che abbia un minimo valore, sia necessariamente sostenuto dalla fede.

Del resto lo conferma il fatto che qualsiasi affermazione....sia pure una negazione...come ad esempio "io non credo" ...indica per forza di cose ad una stessa affermazione e perciò di fede implicita
Dire io non credo equivale comunque a credere di "non credere"
#3
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
07 Settembre 2019, 06:40:08 AM
La (psico)polizia del politicamente corretto

Il totalitarismo del buoni sentimenti ("buoni" solo in apparenza) ha i suoi cani da guardia, la sua psicopolizia, pronti a riportare all'ovile chiunque dissenta od osi manifestare pubblicamente dei dubbi.
E le conseguenze sono tanto feroci quanto implacabili.
«Quando esiste una sorveglianza su ciò che si dice si vive in un regime dittatoriale, il cui destino è vivere stabilendo divieti e decretando punizioni»,Si vuole cioè evitare la possibilità di pensare, di esprimersi liberamente. Si vuole neutralizzare la coscienza critica e censurare qualunque forma di dissidenzaPer chi sgarra la prima sanzione è «l'avvertimento in stile mafioso», con lo scatenamento delle armate mediatiche o dei cyberbullisti o i troll dei social network.
Si passa poi all'esclusione dal dibattito, infine alla punizione. Chi dissente dal pensiero unico va censurato, silenziato, deve arrivare a vergognarsi non solo di quello che ha detto ma di quello che ha "osato" pensare. Potrà pertanto essere riaccettato nella comunità solo a patto di umiliarsi e chiedere pubblicamente perdono (ve li ricordate quei processi mediatici a quei vip che si sono macchiati di psicoreato, da Barilla a Predolin?).
Denigrando e perseguitando gli intellettuali e le menti critiche si spera così di disincentivarli dal continuare le loro ricerche. Se questi si ostinano a continuare, verranno puniti attraverso le sempre più numerose norme e attraverso l'introduzione del reato d'opinione (ci siamo quasi...).

La dittatura del politicamente corretto

Di certe tematiche non si deve parlare per non urtare alcune minoranze che sembrano aver preso in ostaggio il senso critico. Chi si permette di farlo dovrebbe ritagliarsi una fascetta di tessuto, ricamarci l'iniziale di "E" di eretico, e cucirsela a bella vista sui vestiti. In fondo anche la stregoneria quando venne perseguitata era assimilata all'eresia. Anche essere politicamente scorretti è una forma di eresia: significa rifiutarsi di conformarsi al pensiero unico, dissentire dall'Ortodossia di Stato, forgiarsi una propria opinione alternativa alla maggioranza e difenderla a rischio di, citando Ernst Jünger, "darsi al bosco".
E per tutti gli altri ci saranno i farmaci (come il "soma", la droga di Stato del Mondo nuovo di Aldous Huxley) o il conformarsi ai costumi libertari e progressisti del pensiero unico.

Fonte:
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/schierarsi-contro-il-politicamente-corretto


...e che ti serva da lezione !!
https://www.youtube.com/watch?v=--byg1N842E

Tu che sei innocente
Tu che non hai fatto niente
Tu che ti lamenti
Perché ti hanno imbrogliato
Allora adesso senti:
Tu andrai in prigione
In prigione, in prigione
Proprio tu, in prigione
E che ti serva da lezione!
Tu che hai rispettato
Le leggi dello stato
Ti senti sfortunato
Ti senti perseguitato, offeso
Amareggiato, allora:
In prigione, in prigione!...
Tu che hai calcolato
Tu che hai provveduto
Tu che non hai mai sgarrato
Tu che alla giustizia
Ci hai sempre creduto
Tu andrai in prigione!
Tu che indaghi sempre
Sul conto della gente
E non ti fermi alle apparenze
Ma analizzi, scavi e poi
Sputi le sentenze, allora:
In prigione, in prigione!
Tu che sei avvocato
Serio e preparato
Ridi e scherzi poco
Ma conosci tutte le regole
Del gioco, allora:
In prigione, in prigione!
#4
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
30 Agosto 2019, 13:43:24 PM
Tutti in fila per tre

https://www.youtube.com/watch?v=AqdP9oKXXcA

Presto vieni qui ma su non fare così
ma non li vedi quanti altri bambini
che sono tutti come te
che stanno in fila per tre
che sono bravi e che non piangono mai...

E' il primo giorno però domani ti abituerai
e ti sembrerà una cosa normale
fare la fila per tre, risponder sempre di sì
e comportarti da persona civile...

https://www.youtube.com/watch?v=Et8eiLURIFk
#5
Tematiche Filosofiche / Re:Eric Voegelin
30 Agosto 2019, 08:46:24 AM
Citazione di: paul11 il 29 Agosto 2019, 23:30:26 PM
Erich Voegelin è un importante personalità del Novecento, di cui, in sintesi, potrebbe così essere descritto il suo pensiero:

[tratto da https://www.cosmopolisonline.it/articolo.php?numero=XI22014&id=17 ]

L'essenza dello gnosticismo consiste nell'eliminare il piano trascendente dell'esistenza umana, nell'immanentizzare l'eschatoncristiano, nel sancire la morte di Dio autodivinizzando l'uomo e, infine, nel fornire un modello di salvezza affine a quello cristiano, ma opposto ad esso, perché mondano. In base a queste coordinate, la comprensione del simbolismo gioachimita si precisa: quattro sono i simboli che Voegelin ricava leggendo Gioacchino sotto la lente dell'escatologia gnostica. Il primo è la concezione della storia come sequenza di età (la terza delle quali raggiungerebbe un completamento finale); il secondo è quello del leader che introduce ogni epoca; il terzo è il profeta ed il quarto è la stessa comunità di perfezione .
Voegelin enuncia poi tre possibili varianti gnostico-ideologiche: se l'accento è posto sulla componente teleologica del pellegrinaggio quale movimento verso un non chiaro futuro di perfezione, ne consegue un'interpretazione progressista come in Diderot e D'Alembert; se l'accento cade sulla componente di perfezione finale ,unmondo di sogni assiologici, senza chiarezza circa i mezzi per raggiungere tale stato, ci troviamo di fronte a risultati utopistici, come quelli di Tommaso Moro o dei più recenti idealismi sociali; qualora il movimento progressivo e l'obiettivo finale siano chiaramente messi in luce e quindi il processo di immanentizzazione si estenda al simbolismo cristiano nel suo complesso, ne risulta il misticismo attivista di uno stato di perfezione, come prefigurato, per esempio, da Marx -


E' bene chiarire che per Voegelin c'è una forte differenza fra cristianesimo e gnosticismo.
Il cristianesimo trascende e Voegelin ne è d'accordo; lo gnosticismo, invece ,credendo che un demiurgo (il male) abbia creato il mondo, l'uomo immanentemente (contrario al trascendente) deve cambiare il corso della storia, ponendosi nella mondanità.

Gioacchino da Fiore è un famoso abate del dodicesimo secolo.
Credeva che la storia umana seguisse il principio trinitario : il tempo del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo (che è la modernità). Voegelin ritiene che il simbolismo gioachimita segua il processo gnostico, di immanentizzazione.
D'altra parte ,nella storia del pensiero cristiano apparvero fra gli altri ,ad esempio, anche i millenaristi .

Voegelin fuggì dal nazionalsocialismo tedesco intravvedendone i simbolismi gnostico immanentistici, fin dalla prima ora.


Eric Voegelin aveva visto giusto..

lo sintetizza bene quando esorta a guardare il cielo e non solo per terra...poiché tra l'altro non sono entrambi separate...ma il punto e' che il materialismo (lo sguardo fisso a terra) e' talmente avanzato che non se ne ha nemmeno più una vaga idea di cosa sia il "cielo", ritenuto tutt'al più una mera superstizione..
Recentemente in un altro mio post scrivevo "analogamente" sulla causa e gli effetti, dove si cerca di indagare solo su quest'ultimi e proprio perché sarebbe sparita la prima,dall'orizzonte comune.

La materia, e' divisione e molteplicità e nel momento che viene a mancare lo Spirito (il cielo) non può che portare a perenni conflitti, alla schiavitù in tutte le sue forme e in definitiva alla disintegrazione.  
#6
Riflessioni sull'Arte / Re:LO STATO GRIGIO
30 Agosto 2019, 06:56:44 AM
https://www.youtube.com/watch?v=Gy7FVXERKFE

Questo qui sopra invece e' solo il trailer di un film mai trasmesso dal titolo "LO STATO GRIGIO"

(Ossia il futuro prossimo dell'Italia - e l'EU - sancito dall'ultimo sinistro inciucione...ultimo perché non vi faranno manco più votare..del resto per quello che valeva! )

E indovina un po perché il film non e' mai uscito?
Perche il regista si sarebbe "suicidato" poco prima,uccidendo pure la sua famiglia!


ooooohhhhhh ma che coincidenza !!   :o  :o  :o   
#7
Attualità / Re:Tutto scorre
25 Agosto 2019, 16:18:15 PM
Citazione di: paul11 il 25 Agosto 2019, 14:14:31 PM
p.s il nostro forumista Eutidemo ,prende il nome da un sofista erista (che significa battagliero)

L'eristica viene presentata abbastanza dettagliatamente nell'Eutidemo, dialogo giovanile di Platone
Qui Platone mostra come i sofisti Eutidemo e Dionisidoro, due fratelli originari di Chio usino giochi di parole col fine di confutare il proprio avversario dialettico senza, tuttavia, minimamente interessarsi della validità oggettiva delle proprie affermazioni o sul significato delle parole che vengono impiegate. Ne emerge, così, un personaggio a cui non interessa la conoscenza delle cose, ma solo la vittoria dialettica sugli altri. Non a caso questo uso della ragione è stato definito «distruttivo»

Chiaramente ciò è in pieno contrasto con la filosofia Socratica che concepisce la conoscenza come un momento di dialogo costruttivo nel quale gli interlocutori rinunciano (o, perlomeno, mettono tra parentesi) ai propri pregiudizi per ricercare insieme la verità.

La disputa dialettica per questi sofisti è, al contrario, semplicemente un gioco che simula una battaglia nella quale è necessario avere la meglio a prescindere da ciò che si sostiene. In tal senso gli eristi estremizzano la dottrina dei "doppi discorsi" di Protagora.
Se, infatti, in Protagora essa veniva utilizzata per dimostrare la relatività di valori culturali ed etici gli eristi la usano solamente per dimostrare in toto che l'interlocutore ha torto e che si può asserire il vero, e il contrario di qualsiasi cosa.

Fonte: 
wikipedia

...Tutto continua a scorrere
#8
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
23 Agosto 2019, 09:23:04 AM
@ Ipazia

Tu rispondi continuando a rifarti sulla religione...io invece scrivevo di metafisica.

PASSO E CHIUDO  :)
#9
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
23 Agosto 2019, 06:52:51 AM
@ Ipazia e paul

CitazioneMolte cose condivisibili, escluso il punto di partenza. L'etica non è mai stata un processo cristallino, neppure sotto il segno di ideologie religiose forti e condivise che hanno riempito gli armadi dei loro scheletri inconfessabili.

Infatti l'etica da sola non basta (e qui trapela il limite della religione) 

"La concezione di libertà che oggi viviamo ha radici lontane, e si colloca al tramonto del Medioevo" spiega Galantini. "Già dal Quattrocento il pensiero umanistico, il cosiddetto Rinascimento, pone le basi di una critica serrata alle "catene" che la visione metafisica cristiana imporrebbe alla storia dell'uomo. Nelle molteplici discipline del pensiero, dalla religione con Lutero, alla politica con Machiavelli, alla filosofia e al diritto con Grozio e Hobbes, si giungerà a convergere sul convincimento dell'autofondazione dell'uomo come soggetto al centro del cosmo. Questa visione antropocentrica dello stato di natura si sostituisce al cosmocentrismo di impronta medievale, in cui l'uomo, come afferma San Tommaso, manifesta la sua intelligenza nel saper contemplare con umiltà il fondamento della sua esistenza, cioè la Creazione come dono di Dio. Il diritto naturale cristiano quindi non può fare a meno di impregnare profondamente ogni atto di legge, di norma, di diritto consuetudinario, di quel carattere di equità e giustizia in quanto manifestazione della naturale, ragionevole bontà delle cose insita nella prassi umana. 
Tutto il contrario della problematica visione antropocentrica che si considera dall'Umanesimo in poi, dove l'uomo, presunto artefice di sé stesso, concepisce la vicenda storica come uno stato di perenne costante conflittualità e lotta per la sopravvivenza: venuto a mancare il Padre, la legittimazione della legge non è più la giustizia, e dunque la libertà si traduce in una ricerca ineluttabile del proprio bene individualistico.

Qui sopra invece l'autore a mio avviso spiega le cose da un punto di vista molto diverso e accenna alla visione metafisica (che non e' strettamente religiosa..ed oggi di quel che rimane della religione,meno che mai)
E fa notare che il punto di svolta e' l'antropocentrismo che da quel momento in poi dara' la direzione fino ad arrivare all'individualismo estremo dei nostri giorni, che comporterà a sua volta più o meno la seconda parte della tua descrizione, solo che tu ritorni allo stesso umanesimo che ha invece e per l'appunto innescato l'antropocentrismo.
La visione metafisica non separa l'uomo da tutto il resto ne tantomeno mette un Dio a distanza, concependolo come un entita anch'essa separata e trasformata in qualcosa di altrettanto "umano" con tutto cio che ne e' conseguito anche in questo caso.

CitazioneL'incipit di Cicerone è già contraddittoria.
Non c'è nessuna legge umana ispirata dalla natura , la quale non conosce né il bene e neppure il male, tanto meno la giustizia.
Tommaso d'Aquino dovrebbe dirci quando e dove nei Vangeli ,Gesù sostenga che la legge di natura corrisponda alla legge divina e in cosa consista la legge divina formulata da Tommaso-

Io credo che Cicerone - e Tommaso.. intendesse per "natura" non quella del divenire ma quella.."presente in tutti, invariabile ed eterna"..(ossia quella metafisica)..cioè della natura come causa -Natura naturans- e non solo come effetto -Natura naturata...ripreso poi da Giordano Bruno - Della causa principio et uno....e per il Taoismo il corrispondente di Yang e yin 

Noi oggi abbiamo infatti perso questo significato (ed anche questo e' effetto dell'individualismo antropocentrico) ecco perché per noi natura si limita a quella manifesta... ossia l'effetto,ma non la causa.

e su quest'ultima considerazione (quella di non riuscire più a vedere la "causa" ma solo "l'effetto") si sono aggrovigliate inestricabilmente le cose di cui "ora" si notano bene tutte le conseguenze.. 
#10
Attualità / Re:Salvini, che Dio lo benedica
22 Agosto 2019, 06:09:20 AM
Citazione di: anthonyi il 22 Agosto 2019, 05:59:50 AM
Citazione di: acquario69 il 22 Agosto 2019, 03:04:25 AM
Citazione di: Elia il 20 Agosto 2019, 18:14:51 PMDunque, l'ultimo tentativo per salvare l'Italia dai "cialtroni" e dai lacchè è avere solo la destra al governo con pieni poteri; ultima spiaggia. A quel punto o la destra sarà in grado di farci uscire lentamente dalla melma  o per l'Italia è finita.

ma non credo che ti lasceranno nemmeno andare votare...quindi preparati a subire l'ennesimo sinistro inciucione...

Ma la cosa secondo me ancora più ridicola e' il presunto pericolo di una deriva autoritaria
quando e' esattamente quella che già avete a tutti gli effetti e che state subendo da anni e che da monti in poi diventa sempre più repressiva e liberticida.

Il pericolo reale del populismo (E quindi anche di Salvini) non è la deriva autoritaria, ma la deriva anti-istituzionale, sia contro le istituzioni Europee, sia contro le istituzioni italiane. Anche i ragionamenti che fai tu, acquario69, secondo i quali, "da Monti in poi" ci sarebbe la repressione, fanno parte di questa deriva. Il pericolo autoritario viene dopo, cioè dopo che la deriva anti-istituzionale è riuscita a rompere, in maniera adeguata, le nostre istituzioni, allora il vostro desiderio nascosto si può realizzare visto che le istituzioni non possono più difenderci.
Un saluto e W l'Italia repubblica democratica.

ma forse sei tu che ancora non hai capito che le istituzioni, si sono progressivamente svuotate, fino a diventare gusci vuoti, quali sono oggi
#11
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
22 Agosto 2019, 05:44:17 AM
Molti non hanno ancora capito la gravità di quanto sta accadendo.
Siamo ormai in una situazione di vera guerra civile, anche se sotterranea.
Assistiamo ad un conflitto istituzionale inaudito, che vede una parte delle istituzioni, dirette da traditori, o attraverso singole unità militanti molto probabilmente legate a strutture segrete massoniche o simili, in particolare della magistratura, il più efficace e sperimentato strumento di eversione che permette di mantenere la mascheratura e la finzione di legalità, apertamente e spudoratamente schierate contro quelle che esprimono la volontà popolare e democratica, in una sistematica azione eversiva dell'ordine costituzionale. Siamo caduti sotto il giogo di una congrega di pazzi criminali alla guida della più mostruosa entità di Potere della Storia, la Cupola mondialista globalista finanz-capitalistica, con una parte, malata, del popolo italiano, traditori e deviati mentali, che ad essi obbedisce e dà ascolto e servizio. Ci troviamo in presenza di un attacco di gravità senza precedenti alla nostra Nazione e all'esistenza stessa del nostro Popolo, che vogliono inglobare in un Impero sovranazionale al loro comando. Per far questo disattivano le nostre Istituzioni e sostituiscono, per dissolverlo, il nostro Popolo, con una popolazione indistinta fatta affluire da tutto il mondo. Un progetto antropologico genocida mostruoso, in confronto al quale quello del Terzo Reich nazista fu una bazzecola, sostenuto internamente da infidi nemici collaborazionisti che agiscono contro il proprio paese e il proprio popolo. In un'Unione Europea impostaci con l'inganno e il ricatto, una vera dittatura nascosta, governata della casta finanziaria e capitalistica internazionale, e fondata su Trattati che palesemente e diffusamente violano e violentano la nostra Costituzione. Il tutto contornato da un'azione di abbattimento di limiti e riferimenti morali o valoriali, che non sia il buonismo becero dei loro zombi decerebrati, pienamente funzionale ai loro obiettivi criminali. Ci troviamo dunque in una situazione di GUERRA, e anche di GUERRA CIVILE interna tra il Popolo italiano e gli infami traditori e degenerati che, affiancatisi al nemico esterno, agiscono per ucciderci. Dobbiamo finalmente prenderne piena consapevolezza e regolarci di conseguenza.

Fonte:
http://www.giornaledelribelle.com
#12
Attualità / Re:Salvini, che Dio lo benedica
22 Agosto 2019, 03:04:25 AM
Citazione di: Elia il 20 Agosto 2019, 18:14:51 PMDunque, l'ultimo tentativo per salvare l'Italia dai "cialtroni" e dai lacchè è avere solo la destra al governo con pieni poteri; ultima spiaggia. A quel punto o la destra sarà in grado di farci uscire lentamente dalla melma  o per l'Italia è finita.

ma non credo che ti lasceranno nemmeno andare votare...quindi preparati a subire l'ennesimo sinistro inciucione...

Ma la cosa secondo me ancora più ridicola e' il presunto pericolo di una deriva autoritaria
quando e' esattamente quella che già avete a tutti gli effetti e che state subendo da anni e che da monti in poi diventa sempre più repressiva e liberticida.
#13
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
21 Agosto 2019, 16:35:15 PM
@bobmax

CitazioneLe mie parole ti risultano contraddittorie perché non vuoi vederne il reale significato.

La fede non è affatto certezza. 
La fede è dubbio. 
Di chi non vuole ingannarsi in nessun modo.
Perché... vuole la Verità!

Si ma il dubbio deve approdare alla verità e non rimanere tale

CitazioneNon confondere la fede con la superstizione.
E superstizione è credere che qualcosa sia verità assoluta.
Mentre l'autentica fede è fede nel Nulla.

E sai perché è fede nel Nulla?
Perché a niente e a nessuno puoi aggrapparti se non a te stesso!

E per te questo sarebbe Nulla?...secondo me sarebbe già abbastanza e più che sufficiente perché quel nulla che dici tu non sarebbe più tale

CitazioneIl calcio molto probabilmente lo considererei ingiusto. Ma sarebbe comunque una mia valutazione relativa. Non certo espressione della Giustizia assoluta.

Si ho capito...ma nel frattempo che facciamo,continuiamo a subire passivamente e solo perché 
la reputo una mia valutazione relativa?...non funziona cosi..anche il relativo ha una sua realtà e che non può non essere considerata...del resto il relativo e' l'altra parte rovesciata dell'assoluto

CitazioneQuesto non vuol dire che io non segua ciò che è giusto dal mio punto di vista.
Ma devo cercare di tenere sempre presente, cosa difficilissima... che la mia verità è comunque relativa.

Per quanto questa sia relativa questa corrisponde comunque ad una verità assoluta..le due cose non sono separate (uno e molteplice)

CitazioneOccorre anche distinguere tra legittimità e Giustizia.
Che non sono la stessa cosa.
L'azione dei magistrati potrà essere legittima o meno.
Per te magari non è giusta.

E per te invece?

CitazioneMa vorrei chiederti, può davvero avvenire qualcosa nel mondo che non sia a livello assoluto Giusta?

no...ma ripeto...questo non giustifica lo stesso il fatto che debba subire un ingiustizia o contemplare il "nulla" e se necessario reagire e' sacrosanto...il riferimento e' sempre uno. 
#14
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
21 Agosto 2019, 14:14:19 PM
Citazione di: bobmax il 21 Agosto 2019, 13:31:55 PM
Verità e Giustizia sono il medesimo.

Di modo che nessuno può pretendere di conoscere il Giusto.

Tuttavia, allo stesso tempo la Giustizia è ciò a cui tendere, attraverso la nostra fede nella Verità.

A me sembra che le tue parole siano molto contraddittorie e finisci al solito per incartarti su te stesso. 
Invochi la fede nella verità ...ma se hai fede nella verità, allora vuol dire che ne hai già la certezza...e che quindi già la "conosci"..ne avverti inesorabilmente "l'immutabile" presenza... altrimenti spiegami un po..come faresti ad averci comunque fede in essa?...

Ad ogni modo il giusto esiste eccome!! (Basta con il relativizzare sempre tutto!...questo si che' Nichilismo! come tante volte citi)
facciamo conto che qualcuno cosi all'improvviso e senza alcuna ragione ti da un calcio sulla parte più sensibile del tuo corpo (insomma le palle,per tornare finalmente a dire -pane al pane e vino al vino- in maniera politicamente "scorretta")...sentiamo...lo troveresti giusto??

Oppure ti faccio qui sotto la stessa domanda che ho fatto a viator (compreso video incorporato)

Secondo te e' giusto e corrisponde a verità quello che la magistratura sta combinando per forzare a tutti i costi lo sbarco di queste ONG, bypassando gli stessi decreti, provvedimenti, montando ridicole bugie su bugie e chi più ne ha più ne metta? 
https://www.youtube.com/watch?v=e94FUlTiZCA

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@viator

grazie per il chiarimento (credo proficuo e reciproco per entrambi)
#15
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
21 Agosto 2019, 11:25:03 AM
Quand'e' che verità e giustizia hanno smesso di andare a braccetto. (Intervista al prof.Galantini)

"Vi è una legge vera, ragione retta conforme alla natura, presente in tutti, invariabile, eterna, racconto da richiamare con i suoi comandi al dovere, e da distogliere con i suoi divieti dall'agire male ... A questa legge non è possibile si tolga valore, né lecito che in qualcosa si deroghi, né essa può essere abrogata; da questa legge non possiamo essere sciolti ad opera del senato o del popolo" ..affermava Cicerone ventuno secoli fa nel De re publica.
Con altre parole il dottore della Chiesa di San Tommaso d'Aquino ribadiva il concetto rincarando la dose: "Una legge ingiusta, contraria alla legge naturale o alla legge divina, non è una legge ma una corruzione della legge, e non obbliga in coscienza".
Anche Kant, che non è proprio una delle fonti del Catechismo, considerava la legge morale assoluta, libera da ogni condizionamento, universale e necessaria. 
Se diamo uno sguardo all'uso che le democrazie moderne fanno del diritto, si capisce bene che qualcosa nel corso della storia è andato storto.
Se oggi i parlamenti si trovano a discutere di eutanasia dei minori, aborto, unioni civili, instradandosi su veri e propri campi minati etici e generando dei vertiginosi vuoti giuridici è semplicemente perché i tempi cambiano oppure esiste una valutazione più profonda? Pur partendo da visioni diverse e giungendo a conclusioni diverse, i tre grandi pensatori citati prima riconoscono l'informazione di un nesso inscindibile tra verità e giustizia, che inevitabilmente condiziona l'aggiornamento della norma, intesa come insieme di regole volte a disciplinare la vita organizzata.

Abbiamo discusso di questo argomento con il professore Luca Galantini, docente di Regimi Internazionali all'Università Cattolica di Milano e di Storia del Diritto all'Università Europea di Roma, e autore con il professore Mario Palmaro, scomparso prematuramente due anni fa, del libro " Relativismo giuridico. La crisi del diritto positivo nello Stato moderno "(2012, Vita e Pensiero). Un testo di riferimento per chi vuole includere come, quando e perché verità e giustizia - e di conseguenza il diritto - hanno smesso di andare a un braccetto. Un testo quanto mai attuale per comprendere il modus operandi delle democrazie moderne. Di certo la frattura che abbiamo evocato prima nasce attorno ad un concetto errato di libertà.
Abbandonato il concetto di libertà come figlia della verità ("La verità vi renderà liberi" Gv 8, 32), la modernità le ha cucito addosso una veste nuova, intendendola come "capacità di compiere gli atti desiderati".
Dove si colloca temporaneamente la recisione del nesso tra verità e libertà?

"La concezione di libertà che oggi viviamo ha radici lontane, e si colloca al tramonto del Medioevo" spiega Galantini. "Già dal Quattrocento il pensiero umanistico, il cosiddetto Rinascimento, pone le basi di una critica serrata alle "catene" che la visione metafisica cristiana imporrebbe alla storia dell'uomo. Nelle molteplici discipline del pensiero, dalla religione con Lutero, alla politica con Machiavelli, alla filosofia e al diritto con Grozio e Hobbes, si giungerà a convergere sul convincimento dell'autofondazione dell'uomo come soggetto al centro del cosmo. Questa visione antropocentrica dello stato di natura si sostituisce al cosmocentrismo di impronta medievale, in cui l'uomo, come afferma San Tommaso, manifesta la sua intelligenza nel saper contemplare con umiltà il fondamento della sua esistenza, cioè la Creazione come dono di Dio. Il diritto naturale cristiano quindi non può fare a meno di impregnare profondamente ogni atto di legge, di norma, di diritto consuetudinario, di quel carattere di equità e giustizia in quanto manifestazione della naturale, ragionevole ricerca della naturale, ragionevole ricerca della naturale bontà delle cose insita nella prassi umana. 
Tutto il contrario della problematica visione antropocentrica che si considera dall'Umanesimo in poi, dove l'uomo, presunto artefice di sé stesso, concepisce la vicenda storica come uno stato di perenne costante conflittualità e lotta per la sopravvivenza: venuto a mancare il Padre, la legittimazione della legge non è più la giustizia, e dunque la libertà si traduce in una ricerca ineluttabile del proprio bene individualistico.
I giuristi ben conoscono questa fase di privatizzazione della legge, in cui accanto alla tradizionale concezione della proprietà come dominium rerum, di impronta romanistica, si afferma la pericolosa temeraria convinzione del dominium sui, cioè l'uomo si considera padrone, in una chiave patrimonialistica, del proprio corpo, di sé stesso, avviando quel processo di dissociazione della persona attraverso la volontà di dominio del mondo contrapposta al senso ultimo del limite che caratterizza ogni essere umano nella sua razionale perfettibilità e limitazione.
La secolarizzazione dell'Occidente è iniziata, e con essa una visione assai ombrosa dell'uomo, che si afferma secondo la logica dello stato della natura e dell'homo homini lupus. Sarà di li a poco nel formalismo giuridico delle moderne democrazie procedurali che troverà piena cristallizzazione la drammatica cesura tra norma di legge e giustizia: Hans Kelsen nel corso delle sue lezioni all'Università di Berkeley nel 1952 riconosceva che la scienza giuridica del XIX e XX secolo si dichiarava espressamente incapace di comprendere il problema della giustizia nella sua ricerca: né poteva essere diversamente, posto che la parola giustizia,destituita da ogni autentica genesi,poteva ridursi solo ad un flebile appello retorico alla fraternite' orfana del padre".

Questo nuovo concetto di libertà non può dunque aver lasciato indenne il diritto, inteso come argine alla volontà assoluta dell'uomo.
La privatizzazione del diritto citata da Galantini trova una perfetta sintesi nell'idolatria dei diritti denunciati da Simone Weil: la legge non viaggia più sui binari della verità ma diventa espressione della moda del tempo.

Spiega Galantini: "La storicizzazione del diritto e della legge è un fenomeno che dalla fine del Medioevo accompagna drammaticamente i processi decisionali della società politica e civile. La natura consuetudinaria del diritto medievale privilegiava il mos, il costume, la morale in quanto nel pluralismo giuridico delle esperienze localistiche, territoriali, di etnia, si trovava l'elemento conduttore comune e giustificativo del fondamento della legge nel diritto divino, nella naturalità delle Scritture e dell'amore cristiano. Si parla non a caso di "jus commune" nel Medioevo come di un fenomeno spirituale, che tutto compone armoniosamente e riporta il concetto di sovranità e potere politico sotto la tutela di Dio.
Gli esiti funesti dell'abbandono progressivo del diritto naturale e di ogni "giustificazione" della legge secondo il concetto di giustizia e dunque di verità sono il primo frutto amaro del positivismo giuridico, che qualifica la legge come tale solo se scritta ed emanata da un autorità politica sovrana.
E' il dramma della cosiddetta legolatria, o dispotismo giuridico, già svelato nell'Ottocento nella critica ai facili miti dell'Illuminismo e della Rivoluzione francese.
La legge non è più meritevole di rispetto e condivisione perché contiene la giustizia, bensì per il solo fatto di provenire dal detentore del potere politico. E 'la famosa teoria della legge come espressione della volontà generale, una visione paleo-democratica della sovranità popolare, come opportunamente evidenziava il politologo Nicola Matteucci, perché rende sovrane le leggi e non gli uomini.
La rigida astrattezza e la generalità della legge, frutto del dispotismo giacobino, porta inevitabilmente a mitizzare il principio di legalità, ignorando il momento della ricerca della verità in ogni legge, in quanto fatto in sé del tutto irrilevante.
Nella dogmatica dell'illuminismo si afferma una concezione della legge fondata su assiomi e miti che dimentica un momento fondamentale: la ricerca del bene comune, ovverosia della meritevolezza del bene che deve essere protetta dalla legge stessa. Ognuno può oramai vantare interessi, desideri, inclinazioni, aspettative personali come manifestazioni di un diritto che lo Stato deve tutelare. Ovviamente il venir meno del momento della riflessione sulla meritevolezza della tutela di quella data pretesa è determinato dall'espulsione del concetto di giustizia dal diritto.
La giustizia per sua natura è unica ed assoluta, non possiamo avere tante giustizie e verità. Al contrario oggi lo Stato viene chiamato a garantire le più diversificate, individualistiche e conflittuali pretese dal singolo soggetto: è il fenomeno dell'iperfetazione del diritto, ben descritto dal filosofo e dal politologo Marcel Gauchet. In una società atomizzata e liquida, per dirla alla Bauman, il momento della giustizia e della verità è un mero accidente.
Gli aspetti del legislatore in vari Paesi occidentali sui temi eticamente sensibili sono la cartina di tornasole di quanto descritto: un legalitarismo demenziale che ha perso del tutto la memoria dell'origine del diritto e dunque fa carne da macello della dignità della persona umana secondo logiche che richiamano la celebre teoria del caos permanente cementata nel relativismo culturale dei nostri giorni che rifiuta la ricerca di un Logos universale ".

Vista sotto questa luce la democrazia non solo risulta essere un sistema molto più che perfettibile, ma diventa addirittura l'humus perché questo nuovo errato concetto di diritto possa attecchire.
Esemplare in questo senso la critica del filosofo John Finnis: "l'essere democratica,non è per una società condizione sufficiente per essere considerata degna e giusta di essere obbedita".
Consapevoli di muoverci su un terreno irto di pericoli dal punto di vista logico, chiediamo al prof. Galantini di fare luce per comprendere come a suo avviso dovrebbero cambiare le democrazie moderne.

"Va da sé che il modello democratico, di per sé stesso, non sia assolutamente condizione sufficiente per garantire la tutela della dignità della persona umana.
Non solo Finnis ha evidenziato questo punto, ma lo stesso Bobbio ha mestamente riconosciuto che ogni teoria sui diritti umani, per quanto ragionevole e condivisibile, non sia in grado di giustificarsi razionalmente..figuriamoci un istituto politico come la democrazia.
Il giurista Zagrebelski, con acume, nel suo libro Il diritto mite, afferma espressamente che ogni regime democratico fondato sulla regola della maggioranza introduce nel mondo del diritto un elemento di artificialità,in quanto il diritto è il prodotto della lotta tra le fazioni politiche disciplinate nell'alveo della stessa Costituzione. Il diritto naturale in quanto affermazione di un ordine giusto e incontrovertibile non sarebbe dunque compatibile con la democrazia che è invece legata all'opinabilità e dunque alla relatività. La democrazia dunque ucciderebbe nel nuce il diritto naturale attraverso le convenzioni del compromesso tra logiche di maggioranza e minoranza, e quindi ogni qualsivoglia proposta sui diritti fondamentali dell'uomo,illuminata dal concetto di giustizia.
Il filosofo laico Habermas afferma il fallimento del concetto di laicismo in contrapposizione al fecondo apporto alla sfera pubblica, politica e sociale che la religione può portare. Nel celebre confronto con l'allora cardinale Ratzinger all'Accademia Cattolica di Baviera, Habermas ebbe un accordo sulla necessità di un dialogo polifonico tra potere politico e religione, tra laicità e fede, al fine di dare un senso compiuto alla convivenza del genere umano.
Tutto il contrario di ciò che sta accadendo ora.
L'indirizzo della politica non è nemmeno più quello che converte su grandi strutture ideologiche, ma di rendere il processo di strutturazione estremamente liquido - per usare un termine in un enorme negli ultimi anni - il tutto alla schizofrenica ricerca del consenso. Se il riflesso pratico del potere è la legislazione e in essa non esiste rimando alla verità, l'unico scopo - ormai dichiarato palesemente - non è più quello di affermare un determinato modello di società, ma semplicemente di instaurare una dittatura della maggioranza, dove alla la base viene concessa l'illusione di poterne in qualche modo influenzarne le decisioni.

"Nelle aporie culturali della postmodernità la verità - e la giustizia di conseguenza - cessa di essere un bene pubblico, o meglio, un bene meritevole di tutela" incalza Galantini "posto che il sistema democratico pluralista per sopravvivere deve essere indifferente e una scelta di valori al fine di garantire le diverse concezioni delle libertà individuali, il rispetto delle coscienze, delle convinzioni religiose etiche e morali: ma se il sistema politico democratico deve garantire la sua neutralità o indifferenza di fronte ai valori, ne deriva l'assunzione di un potere pressoché illimitato alla volontà generale della maggioranza forma che si forma via via nelle aule parlamentari anche e sopratutto laddove si debba definire cosa sia giusto o meno ai fini della promulgazione di una legge.
I rischi che ne derivano sono enormi in sede di tutela della persona umana. Penso ai riti temerari plebiscitari della democrazia del web, con cui si illude di osare una patina di legittimità a processi decisionali che interessano milioni di cittadini di uno Stato garantendo l'emozionale virtuale partecipazione al voto attraverso un semplice clic del mouse. Annota il costituzionalista Passerin d'Entreves che secondo il giusnaturalismo la legge non è soltanto misura dell'agire umano, ma anche giudizio di valore dell'agire umano, perché il bene ed il male sono le condizioni valutative dell'obbligo giuridico.
Ma il diritto positivo non può adempiere a tale proposito perché - incalza Passerin d'Entreves - incarna solo i valori di un determinato gruppo d'interessi, o richiamando Zagrebelski, le logiche del conflitto tra maggioranza e minoranza parlamentare ".

Al termine di questa conversazione viene spontaneo pensare che la scelta irrinunciabile della modernità di abbandonare il rapporto con la religiosità e abbracciare il concetto di laicità possa essere stato uno dei peggiori errori della modernità.
Come ebbe a dire Joseph Ratzinger in un incontro tenutosi a Subiaco nell'aprile del 2005: "La vera contrapposizione che caratterizza il mondo di oggi non è quella tra le diverse culture religiose, ma quella tra la radicale emancipazione dell'uomo da Dio, dalle radici della vita, da una parte, e le grandi culture religiose dall'altra".

Ribatte Galantini: "Potrei provocatoriamente rammentare Giovanbattista Vico, secondo cui dietro ogni grande questione politica irrisolta si cela una questione religiosa irrisolta.
Il contenuto delle Costituzioni scritte moderne, quel catalogo di diritti fondamentali della persona umana, pone non pochi problemi nei termini in assolutezza, giustizia e legittimità: infatti tutte le Costituzioni non pongono, non creano, non predeterminano o eliminano a proprio piacimento la giustizia ed i diritti fondamentali dell'uomo, ma tuttalpiù si limita a riconoscerli come preesistenti alla propria azione di catalogazione.
Il costituzionalismo moderno, di cui si appella il positivismo giuridico, si riduce dunque ad essere un surrogato artificiale del diritto naturale, un modesto succedaneo, come ben dice Robert George. Da questa precisa notifica del percorso storico dei presupposti ideologici delle istituzioni giuridiche secolarizzate contemporanee - e dei limiti di tali presupposti - è indispensabile partire a mio avviso per saper proporre con consapevpolezzai paradigmi giusnaturalistici in grado di orientamento assiologicamente la storia delle istituzioni politiche dell'umanità e dei diritti che ispirino secondo il primato della giustizia.
Il giurista deve saper argomentare l'evidenza: l'evento del fallimento del senso di giustizia insito nel diritto positivo. Coglie efficacemente questa irrisolta antinomia dell'orizzonte giuridico moderno Benedetto XVI nel saggio L'elogio della coscienza, laddove afferma che noi non desideriamo che lo Stato ci imponga una determinata idea del bene e l'attenzione alla libertà di ciascuno ci sembra consistere oggi essenzialmente nel fatto che lo stato non pretenda di risolvere il problema della verità: la verità non appare conoscibile nella sfera sociale. Il tentativo di imporre a tutti ciò che una parte dei membri della società sembra essere la verità è perciò reputato come asservimento delle coscienze; 
la nozione di verità viene risospinta nel dominio dell'intolleranza e di quanto è profondamente anti-democratico ". Ma se la carità è privata di una retta consapevolezza di ciò che è giusto o ingiusto è assai ragionevole dubitare che si traduca in leggi che perseguono il bene e dunque la verità.
Il mito della laicità dello Stato, e la sua deriva nel laicismo ha portato a dissolvere quel patrimonio millenario del senso religioso che è stato l'architrave nella formazione del pensiero occidentale, dall'antica Grecia ad oggi.
Di fronte al drammatico nichilismo della mancanza di senso dell'esistenza che si irradia dall'organizzazione politica della società occidentale il recupero del dialogo virtuoso tra fede e ragione appare l'unica vera matura risposta che l'uomo può dare ".