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Messaggi - Tuttosbagliato

#1
Percorsi ed Esperienze / Re:Prigioniera
24 Marzo 2017, 22:38:23 PM
Ciao, a tutti.
La prigioniera è fuggita. Ma chi ha detto che la fuga non sia atto di coraggio?
Può esserlo benissimo.
Lui sta meglio, la sua salute è migliorata, e io ricomincio da zero. Lontano da lui.
Grazie per avermi accolta in un momento di estremo bisogno di sfogo: ero una pentola a pressione.

In questi giorni mi è tornata in mente una frase semplicemente intelligente, che più spesso mi devo ripetere:

« Quant'è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non v'è certezza »

Lorenzo de' Medici, MAGNIFICO filosofo.
#2
Percorsi ed Esperienze / Re:Prigioniera
25 Gennaio 2017, 17:20:23 PM
Citazione di: Jean il 23 Gennaio 2017, 19:22:31 PM
Tra gli eventi della vita par si nasconda un segno
il qual non ha spessore e mai l'ugual colore,
la diritta forma muta al par del col d'un cigno,
come una lama freddo oppur di gran calore.

Qual fune che s'intonda s'avvinghia all'esistenza
ma ritornato acqua si fugge da ogni foro,
un vento sulla pula che del gran ti lascia senza
e ancor appare in scena a ricantar nel coro.

Accade raramente che mostri la sua impronta
e al farlo mi domando se ponga l'intenzione
che par nell'espressione la guardia quello allenta,
quasi s'adagia, attende, mantien la posizione

così che t'avvicini come per coglier un fiore,
ma il vento gl'ubbidisce e a forma di soffione
scompare alla tua vista lasciandoti l'afrore
del frutto della vita, passata l'alluvione.

E' bella, ha un suo perché, ed è molto calzante con le nostre domande su come la 'vita' ci faccia pensare di avere capito qualcosa per poi cancellare con n colpo di spugna tutto quello che avevamo scritto sulla lavagna della nostra faticosa conoscenza interiore. E vedo anche l'aspetto 'giocoso' che a volte la vita assume, che strascende nell'ironia e poi nel sarcasmo... e nell'incompreso!
#3
Citazione di: Angelo Cannata il 25 Gennaio 2017, 10:29:32 AML'essere. Cos'è l'essere? Come umani non possiamo fare a meno di associarlo a ciò che la vista ci dice. Vedo un oggetto là e dico: "Lì c'è quell'oggetto".

Poi nasce l'approfondimento scientifico ed ecco i problemi.

La scienza mi dice che non ho visto l'oggetto, ma soltanto i raggi di luce colorata che quell'oggetto mi ha inviato.

La visione di un oggetto fisicamente, in soldoni, è l'elaborazione dell'energia che da questo ci arriva; ovvero l'oggetto riceve la luce solare, energia, una parte viene assorbita e un'altra riflessa. La luce riflessa arriva ai nostri organi ricettori, gli occhi, che la inviano al cervello che la decodifica: la magia della 'visione'! A me sembra una cosa meravigliosa, un prodigio della natura, quasi un miracolo, detto da una non credente! Noi vediamo una proprietà dell'oggetto, e ce lo rappresentiamo oltre che con questa con altre, come il profumo, la sua collocazione spaziale, le sue dimensioni, possiamo toccarlo, e così via. Per quanto la visione sia sempre personale ha delle proprietà in comune con tutti gli esseri umani, molti animali hanno infatti visioni differenti dalla nostra, ma non voglio divagare. Il punto è che non vedo in questa nostro modo di 'vedere' una contraddizione alla conoscenza dell'oggetto: è una delle tante forme di conoscenza che abbiamo  dello stesso, e possiamo relazionarci con gli altri che hanno gli stessi 'strumenti di misura' nostri in dotazione. A noi esseri umani è dato di 'vedere' così, forse, se esistono altre forme di vita aliene, queste 'vedranno' in modo diverso, magari attraverso gli infrarossi o gli ultravioletti che noi non vediamo, o magari sentono senza avere una visione come la concepiamo noi, tramite le vibrazioni... Non è estremamente affascinante?
Più che catastrofico ed inconoscibile, l'esistente mi sembra conoscibile in modi infiniti e diversi...
Citazione di: Angelo Cannata il 25 Gennaio 2017, 10:29:32 AM


Questo mi dice che io non so cos'è l'essere, se non per l'inganno dei sensi che mi fanno pensare a punti dello spazio e del tempo da cui vedo sorgere sensazioni; se le sensazioni provengono tutte da un certo punto dello spazio e del tempo, allora penso che lì c'è un oggetto.

Ma a questo punto è facile intuire che anche l'idea di spazio e tempo è simile al problema dei sensi, cioè è una mia organizzazione mentale. Così come nulla mi autorizza a dire che dietro certi fasci di luce c'è una pietra colorata che li invia, allo stesso modo nulla mi autorizza a pensare che spazio e tempo non siano altro che miei schemi mentali per orientarmi nel buio del mio essere feto ai suoi primi giorni.

Siamo nel buio.

Sono d'accordo: spazio e tempo sono nostri schemi mentali, il punto è: esistono solo in relazione a noi? Noi studiamo l'universo da centinaia di anni ormai, e siamo arrivati ad avere riscontri fisici sulle teorie di evoluzione dello stesso. Le leggi che lo governano esistevano da prima di noi e esisteranno dopo di noi. Vanno 'aggiustate'? Sicuramente! Se avessimo già tutte le conoscenze non avrebbe lo stesso fascino la vita. Quindi non direi che è tutto un inganno, è una visione, nel senso fisico e anche metafisico del termine. Ma quando Galileo costruì il suo cannocchiale e lo volse verso il cielo a dar origine all'astronomia moderna non lo fece col pensiero che niente è conoscibile, ma, penso, piuttosto con la curiosità tipica dei bambini, con la fame e l'apertura a ogni forma di conoscenza: conoscere è possibile.

Ma tutto ciò non è solo negazione, è anche sospetto che il tutto possa essere pensare in maniere diverse, magari forse più produttive, più belle, più interessanti, più arricchenti.
Perché altre forme di conoscenza dovrebbero essere più belle della nostra? Per il 'fascino dello 'straniero'? O perché 'l'erba del vicino è sempre più verde'? Io direi parimenti affascinante. Non pensiamo sempre di essere inferiori ad altre esistenze! [/glow]

Aggiungo un P.S.: qualcuno saprebbe dirmi di che colore è il negativo di una pellicola fotografica? Impossibile, perché per vederlo dobbiamo colpire quel negativo con della luce, la quale inevitabilmente lo impressionerà e quindi possiamo sapere il colore del negativo colpito da una certa luce. Il negativo, come qualsiasi altro ogggetto, non ha un colore, ma solo delle proprietà di rinvio della luce.

Il colore è una proprietà della luce. Il colore non è altro che una lunghezza d'onda della stessa. La luce è fatta di fotoni, i fotoni sono 'pacchetti' di energia, dalla natura dualistica onda-particella.... Non so bene come funzioni lo sviluppo di un negativo, ma esso finché non sarà impressionato avrà il colore che tu puoi vedere, dopo cambierà perché l'energia, la luce, lo avrà modificato: tutto nell'universo è in continuo mutamento, tutto si trasforma (dalla fisica...). 

Questo mi fa sospettare che tutto quanto riferiamo ad "oggetti" è solo un rinviare che, più che far parte dell'oggetto che li invia, faccia parte della mia mente che ha bisogno di padroneggiare, dominare, organizzare le sensazioni, perché ciò produce un certo tipo di successo in questo mondo: la sopravvivenza. Da qui a concludere che la verità non è altro che uno strumento di potere il passo dovrebbe essere non difficile.
  
Non c'è nulla di disconnesso nell'esistente: la mente ha le sue proprietà di visione, tu devi relazionarti a ciò che è al di fuori di te in qualche modo, e quel modo modificherà sempre ciò che guardi perché l'atto della visione implica mettere in moto energia e dunque modificare l'ambiente circostante: tutto, compreso l'oggetto in questione.  La nostra mente ha bisogno di conoscere per sopravvivere: certo. Altrimenti non saremo nemmeno in grado di nutrirci. La verità non è unica, esistono più verità, il potere non è uno strumento negativo di per sé, dipende sempre dall'uso che ne si fa. Come per un'arma: puoi usarla per procurarti del cibo o per fare del male a qualcuno, gratuitamente. In fondo Einstein con la sua relatività non ha solo cambiato la fisica e con essa la visione dell'universo, ma anche la visione filosofica della vita: tutto è relativo. Io posso essere ferma per te, per un altro che si muove rispetto a te mi muovo, è tutto 'relativo' al sistema di riferimento usato. Ma nessuno ha torto. E' che guardiamo da diversi 'punti di vista'.
Ah la fisica! Dovrebbe essere obbligatoria come base per la comprensione, almeno per farsi un'idea di quale filosofia di vita seguire. 
#4
Percorsi ed Esperienze / Re:Prigioniera
23 Gennaio 2017, 16:58:09 PM
Posso risponderti attraverso le parole non scritte da me ma che considero non solo pertinenti ma esprimenti appieno il mio sentire:

<<Per essere svegli, bisogna poter guardare le cose senza filtri, senza l'apposizione di maschere che rendono le acque torbide e confuse.

L'autocommiserazione è una di queste: una delle peggiori maschere che indossiamo.

L'autocommiserazione non è il "richiedere aiuto". 
Al contrario, saper chiedere aiuto nella vita è un fattore importante e vita


L'autocommiserazione pertanto, non consiste nel richiedere aiuto agli altri quando siamo in difficoltà, ma consiste nel godere della propria frustrazione, trarre un sottile e morboso piacere dalle proprie condizioni di sofferenza fisica o emozionale;  soprattutto, senza alcuna intenzioni di liberarci dalla sofferenza stessa.


Questo, penso sia molto importante da comprendere:

L'autocommiserazione rappresenta la volontà di "non liberarsi dal dolore".

Anzi, essa lo utilizza come una forma di nutrimento.
Nei primi stadi, l'autocommiserazione abbisogna di supporti esterni, ovvero dell'altrui attenzione. In questa fase si può osservare la necessità di attirare l'attenzione di coloro, di cui si ha bisogno. 

Se viene offerta una soluzione al problema, questa è interiormente rifiutata con la scusa di una qualche impossibilità, perché la rinuncia alla sofferenza priverebbe l'individuo dell'arma principale per attrarre l'attenzione su di sé, e per poter così ricattare emotivamente il prossimo.

In stadi più avanzati, possiamo vedere come l'autocommiserazione assume caratteristiche più patologiche, e superato un certo livello, non si ha più bisogno degli altri. Il dialogo avviene fra sé e sé, e l'autoconvincimento di uno stato di dolore insuperabile è sufficiente per generare una forma di gratificazione emotiva.

A questo punto, l'individuo si chiude sempre più in sé stesso, fino a perdere completamente ogni contatto con la realtà, nutrendosi unicamente della sensazione di dolore, che, come in un circolo vizioso, alimenta l'autocommiserazione stessa.>>


Non è purtroppo farina del mio sacco ma diRoberto Potocniak,
trovato sul sito http://www.meditazioneattiva.com/

Rispecchia totalmente il mio concetto di autocommiserazione che non trovo rispondente a me stessa. Qui chiudo comunque ogni altro discorso sull'argomento.
#5
Percorsi ed Esperienze / Re:Prigioniera
23 Gennaio 2017, 10:31:00 AM
Citazione di: Duc in altum! il 23 Gennaio 2017, 09:55:58 AMQuindi, ribadisco la mia ipotesi, @Tuttosbagliato ha almeno due alternative, e, secondo me, questa volta il "destino" gli sta dando l'opportunità di conoscere maggiormente il suo Sé. E il commiserarsi non la aiuta di certo. Detto ciò le sono vicino e pregherò per loro.
Io penso che abbiamo sempre una possibilità di scelta, e, ribadisco, io ho sempre scelto. Ma uno sceglie da un ventaglio di possibilità che offre la vita. Non trinceriamoci dietro l'Io, il Sé o qualche altro astratto concetto di noi stessi. Noi siamo tutte queste parti, e la loro unione decide chi siamo e, soprattutto, chi vogliamo essere. Ti prego in futuro di essere più cauto nei giudizi, oltre alla filosofia si può imparare molto dalla vita vera, quella che le persone vivono e a cui un altro si dovrebbe accostare con l'umiltà di studiare ogni verbo e parola scelta per esprimersi. Confesso che penso che a volte usiate termini e frasi troppo astruse, almeno per i miei gusti, io penso che la bravura nell'esprimersi sia rendere semplice ciò che è complicato, non rendere complicato ciò che dovrebbe essere comprensibile.
In relazione alla tua avventata frase: "E il commiserarsi non l'aiuta di certo". Ho raccontato le mie sofferenze interiori, in quali parole esattamente hai trovato commiserazione? Magari sono stata io quella distratta, fammi chiarezza.
Per inciso: sono una persona così piena di dignità che altri, troppo pieni del vuoto di se stessi, non potranno mai capire, perché non hanno spazio per possederla.

Per concludere: non so che senso possano avere le tue parole: "Le sono vicino". Come? Con le parole che mi giudicano auto-commiserante? Odio l'ipocrisia, anche virtuale, quindi astieniti.
Sì, sono parole pesanti le mie, ma le penso. E ti prego di non 'pregare per noi'.  Il solo pensiero mi da i brividi.
#6
Percorsi ed Esperienze / Re:Prigioniera
22 Gennaio 2017, 18:41:47 PM
Jean,
hai parole che hanno un sapore di saggezza e un profumo di amicizia. Virtuale? Quando gli effetti si riverberano nella realtà di qualcuno, la mia nel particolare, il virtuale diventa reale, molto più di certe amicizie che di fatto non possono nemmeno assurgere a tale grado, virtuale, in quanto non esistono affatto.

Grazie per la poesia. Senza dilungarmi, descrive alcuni dei modi di vivere gli accadimenti che trovo affini a me.
Sprattutto grazie per il vino, io lo reggo molto bene.

Ho già un mio giardino segreto, in cui mi ritrovo sempre, anche a distanza di molti anni, sola con me stessa, il mio rifugio da sempre: è la scrittura. Scrivo poesie, ho scritto fiabe e qualche racconto, mi piacerebbe un giorno pubblicarli, chissà se anche questo fa parte del mio disegno, opera di qualcun altro,  del disegno in cui le mie scelte ci sono ma ci sono anche accadimenti, importanti, tanti, che da me non sono dipesi. Ma probabilmente è così per ognuno di noi, in modo ovviamente diverso.

Scrivere qui di tanto in tanto mi fa sempre molto bene, mi fate bene voi che senza chiedere nulla in cambio mi date in dono le vostre riflessioni, i vostri consigli 'pensati', non buttati lì; del resto in un blog che si chiama 'riflessioni' mi auguravo proprio questo...

Il tempo a mia disposizione è poco, ma appena posso, appena anche mi 'sento', vengo qui e do uno sguardo, vago, sono entrata in casa e nel giardino di Sariputra, ho curiosato, ma in volata.

Grazie,
a volte mi basta poco per trovare la forza di un sorriso, a volte l'ho trovato leggendovi.

Alla prossima
#7
Percorsi ed Esperienze / Re:Prigioniera
21 Gennaio 2017, 15:17:50 PM
Citazione di: graziashadow1 il 19 Gennaio 2017, 11:30:49 AM
Non sono nuova a certe situazioni,mio padre era un malato terminale,credo di comprendere come ti senti.
Per quel poco che vale ti sono vicina.
Grazie 'GraziaOmbra'.

Vedi penso che, come me, molte persone siano affamate di sentimenti veri, che io non trovo. Il tuo accenno di comprensione mi fa piacere anche se purtroppo non viene da esperienze positive. Solo chi ha vissuto certi dolori può capirli. Il fatto è che è così difficile capirsi ma anche farsi capire! La maggior parte delle volte le persone non ne hanno la capacità, la restante percentuale non ne ha la voglia. Ci sono piccole, piccolissime eccezioni, ne sono certa, solo che non mi è stato dato, ancora, di incontrarle. Ogni giorno osservo la frenetica, vuota e spesso finta vita di chi mi scorre affianco: cercano tutti emozioni futili, volatili e finiscono solo per raccontarsi delle favole, più o meno complesse in base al livello culturale e all'intelligenza personale.

Il mio, ancora attuale purtroppo, compagno è una persona falsa, profondamente egoista e senza scrupoli. non ha il minimo senso di gratitudine per me, nei fatti. A parole qualche volta si esprime anche bene, blaterando di grandi sentimenti da parte sua (mai riscontrati nei fatti) ma lo fa solo perché sa di avere bisogno dei miei 'servigi'; non vuole capire, anche se molte volte da ormai un mese, gli ho detto che non provo più amore per lui, da tanto tempo, che sono rimasta in questi ultimi 3  anni solo perché nessuno avrebbe potuto farlo al mio posto e lui da solo certamente non avrebbe potuto sopravvivere. Ora gli ho salvato la vita, l'ho portato in ospedale appena in tempo mi hanno detto, e lui in cambio ha lamentele per tutto ma ci tiene a precisare che è molto debole, che non potrà tornare a lavoro prima di un mese almeno, lavoro che gli porto avanti io che già lavoravo con lui, aiutandolo in tutto.
Certo non mi sento, io come persona, di lasciarlo in balia di se stesso, anche se lo meriterebbe non ne sono capace. Vorrei almeno che recuperasse un minimo di indipendenza. Pensa, pochi giorni prima che lo ricoverassi, discutendo sul fatto che io volevo lasciarlo entro gennaio di quest'anno, mi ha detto che ero più cretina di quando mi aveva conosciuta. Pensa a chi dono me stessa! Questo, questa consapevolezza, della sua pochezza e della mia ritrovata autostima, che vanno molto oltre questa frase ma nascono da ben altre vicende, mi genera una dicotomia lacerante! Da una parte vorrei fregarmene della sua salute, vorrei poter dire che non mi riguarda, ma dall'altra come potrei ricominciare una vita, la mia, sapendo di avere lasciato una persona sola in questo stato?

Lascio questo discorso con il punto interrogativo, perché non ho soluzione a questa divisione interiore.

Grazie per le tue parole, mi consentono di sfogarmi.
#8
Percorsi ed Esperienze / Re:Prigioniera
08 Gennaio 2017, 17:20:44 PM
Citazione di: acquario69 il 08 Gennaio 2017, 14:51:47 PM
secondo me,potrebbe esserci un problema di fondo..

e sarebbe quello di esserti "attaccata" a lui e viceversa (e ancor prima della sua malattia,quindi a prescindere da questa,che nel caso avrebbe così soltanto fatto finalmente emergere e fatto esplodere in te,qualcosa che ti sarebbe rimasto ancora nascosto)



a un certo punto infatti parli di annientazione totale,ma forse questo tuo annientamento era già in opera..ora come si può essere (qualcosa) di aiuto se ancora prima mi auto annullo?...(se non parto prima da una mia identità?)..cosa posso dare ad un altro a cui dico di voler bene se prima ancora non voglio bene a me stessa?...cosa gli do il mio essere annullato?
..e il fatto che,almeno da come hai descritto le sue reazioni,pare come se ad un certo punto se ne fosse  "approfittato",dovrebbe confermarlo.

allora viene da pensare che la tua identità l'hai appunto annullata creando così un rapporto di dipendenza (prigioniera/tuttosbagliato)..quindi di malsano attaccamento...perché non si può vivere solo per un altro,annullando pero se stessi,proprio per quello che ho provato a spiegare sopra.


aggiungo un eventuale ipotesi..o se vuoi uno ulteriore stimolo;

paradossalmente potrebbe succedere che..attraverso questa tua nuova consapevolezza..(che prima ti rimaneva nascosta) hai appunto ritrovato il "bene" che devi prima di tutto a te stessa e che solo così si e' in grado di poterlo dare.. e forse lo indica già da questa tua ultima decisione di seguirlo...ma e' chiaro che ora dovra essere anche lui a capirlo
Sono stata molto "attaccata a lui in passato" e mi sono fatta maltrattare. Non avevo esperienza dell'Amore e ci ho messo del tempo a capire che io davo moltissimo e non ricevevo quello che meritavo. E' così, è stata una mia mancanza, una mia debolezza, una mia incomprensione. Ho sempre avuto il desiderio di aiutare gli altri ma anche di essere amata. Pensavo che lui mi amasse, ma mi sbagliavo, capita. Invece avrei dovuto prima pretendere da lui attenzioni e pensieri, che non ci sono mai stati, nemmeno quendo ho cominciato a chiederli. Ora sono cambiata, sono più consapevole, la mia insicurezza si è trasformata in consapevolezza, non in superbia, solo ora so che io valgo. Ma qiesto non muta la mia indole e sento di fare la cosa giusta a rimanere per aiutarlo, visto che ora ha troppo bisogno di me.

Grazie e scusa, ora sono un pò di fretta.
Alla prossima
#9
Percorsi ed Esperienze / Re:Prigioniera
08 Gennaio 2017, 17:01:39 PM
Citazione di: Fharenight il 08 Gennaio 2017, 13:53:36 PM
Tuttosbagliato dice: "Ho una piccola nota per voi, di merito e di demerito...".
Beh, dopo esserci impegnati a soccorrere, sia pur solo verbalmente, una persona che chiede aiuto, questa bacchettata non mi sembra di buon gusto.


Mi dispiace che tu non possa accettare un mio parere sulla modalità con cui a volte si è qui interloquito, è una questione di carattere e anche di buon gusto, hai ragione. Il fatto di avere chiesto aiuto non mi toglie il diritto di esprimere il mio pensiero, e in modo molto gentile ed educato. Maanche questo è un parere. Mi spiace di aver solleticato la tua suscettibilità.



Con l'ultimo intervento dell'utente  mi sembra di aver colto qualche dettaglio in piú che modifica la mia opinione.
In certi dilemmi, dicevo, in realtà non c'è neppure una vera scelta, lo è solo apparentemente; l'unica strada è quella già tracciata, oppure tracciarne un'altra è o sembra troppo faticoso.
Ho notato che la decisione presa e affermata con un compiacimento che stride, contrasta molto  con la disperazione espressa il giorno prima nel post iniziale.


Non c'è nessun compiacimento, ho solo sentito che quella presa era la decisione giusta, e ho spiegato il motivo.


Per me è una vittima (per quel pochissimo che ci è dato di sapete e capire), e come tutte le vittime che si immolano tali, esprime compiaciuta rassegnazione.
Secondo la mia esperienza, vittime si nasce e difficilmente si esce da un ruolo, da un copione assegnatoci dal fato, anche se ne siamo consapevoli;  è tutto ciò che ci muove intorno a determinare e rafforzare quel meccanismo che chiamiamo destino, non solo la nostra indole e le nostre predisposizioni.
Forse sono molto significative  e racchiudono tutta la disperata verità e la contraddizione, quelle due parole con cui l'utente si è manifestata: "Prigioniera" e "tuttosbagliato" .
Se tutto è sbagliato, cosa si fa?
Un prigioniero può scegliere?


Io non sono una vittima, considero il mio destino disgraziato, perchè mi sono successi molti accadimenti negativi di cui non ho avuto colpa. Quest'ultimo è un pò diverso ma non molto. Mi sono innamorata del mio compagno anni fà,  avevo già deciso di lasciarlo perchè mi ha fatto troppo soffrire, ora che ho la consapevolezza che uno non deve solo dare ma anche pretendere. Ci ho messo del tempo a capirlo, questa può essere una mia colpa. La nomea di vittima non mi si addice proprio, dato che non ho mai parlato con alcuno dei miei problemi nè ho fatto pesare mai a chi mi attorniava nessuno dei miei problemi.
Non vedo contraddizione nelle parole: Tuttosbagliato e Prigioniera.
Tuttosbagliato, perchè, oltre a me, troppe volte ho visto persone non cattive avere mille sofferenze e problemi, e altre invece ciniche, calcolatrici non avere grosse difficoltà e anzi, avere anche molta fortuna. Non ho mai invidiato nessuno se non chi ha avuto la grande fortuna di avere trovato una persona che la ami davvero. Quindi non ho livore con i più fortunati, ma mi chiedo perchè.
E poi Prigioniera perchè ho sbagliato a non capire prima che stavo con la persona sbagliata ma essere arrivati a queto punto, con lui che ha avuto bisogno di me mi ha fatto sentire prigioniera, nel dovere rimanere per prendermi cura di lui. Lo avevo già lasciato, poco prima che scoprisse il tumore. Per poco appunto, perchè il fatto che stesse male mi fece tornare, e ora che volevo andarmene definitivamente è stato di nuovo male.

Non vedo da nessuna parte le conclusioni che hai tratto, ma rispetto i tuoi pensieri. Del resto non rispondendo a realtà non mi infastidiscono.

Lo so che "A pensar male si fà peccato ma spesso ci si azzecca", ma in questo caso non è così.

Grazie per il tuo intervento e per il tuo tempo.
#10
Percorsi ed Esperienze / Re:Prigioniera
07 Gennaio 2017, 20:08:00 PM
Grazie a tutti,
avete preso a cuore la mia "storia" e la passione e la profondità con cui ne parlate a tratti mi emoziona. Devo di nuovo trovarmi in totale sintonia e vicinanza spirituale con  Donquixote, che coglie le piccole importanti pieghe che in un arazzo mostrano il vero disegno dell'artista: il "sembra" della frase incriminata porta con sé tutto il significato di una decisione. Una strada che decidiamo di percorrere diventa giusta non per ragionamenti, i più disparati, che sono comunque necessari, ma perché dopo tanto peregrinare del pensiero qualcosa scatta nel nostro inconscio, che sale al conscio, alla consapevolezza, e che ha per noi fatto la sintesi tra i fatti, esterni, e il nostro io, interiore: la sintesi è la decisione che sentiamo giusta. Questo mi è accaduto. So che sto facendo la cosa giusta perché mi sento me stessa nel farla.
Ho una piccola nota per voi, di merito e di demerito:
la foga con cui parlate di questa mia vicissitudine vi porta a volte allo scontro personale, ma leggendo questo vostro modo di esprimere contraddizioni di idee mi avete fatto sorridere, e per questo, ancora una volta, vi ringrazio: non sapete quanto ne ho bisogno.

Grazie e alla prossima
#11
Percorsi ed Esperienze / Re:Prigioniera
06 Gennaio 2017, 11:37:07 AM
Citazione di: donquixote il 04 Gennaio 2017, 20:05:24 PM
Se io avessi la suola di una scarpa rotta e per questo mio problema mi rivolgessi ad un forum di persone che stimo riflessive, o almeno potenzialmente tali, l'ultima cosa che mi aspetterei è di sentirmi dire: rivolgiti ad un calzolaio, perchè se questo accade significa che o io ho sovrastimato gli utenti del forum oppure questi hanno sottovalutato la mia intelligenza credendomi non in grado di arrivare a tale banale deduzione. Se si racconta a persone anonime una propria esperienza lo si fa solitamente per raccogliere pareri di gente non coinvolta emotivamente, oppure per confrontare esperienze analoghe e modi differenti di affrontarle, oppure anche solo per sfogarsi e trarre da una discussione qualche spunto utile. Credo che lo scopo sia più o meno questo, e dire "rivolgiti ad un professionista" è un modo per intervenire senza intervenire, per parlare senza dire nulla, e anzichè esprimersi in modo pilatesco se non addirittura offensivo puntualizzando l'ovvio se non si ha qualcosa da dire è sempre meglio non dire. E poi sarà l'intelligenza, la saggezza, la capacità di discernimento e di valutazione di colui o colei che  ha aperto questa discussione a decidere per il meglio, pescando da un ventaglio di punti di vista diversi ciò che riterrà più conforme o affine alle proprie necessità. Nel merito mi limito solo a riportare una citazione di Nietzsche: «Medico aiuta te stesso, così aiuterai anche i tuoi malati. Questo sia il tuo aiuto migliore: che egli guarisca guardando con gli occhi colui che risana se stesso». Il senso di responsabilità deve essere esercitato innanzitutto nei confronti di se stessi, perchè solo una persona sana potrà aiutare qualcun altro senza avere a sua volta bisogno d'aiuto, e anzi come giustamente dice Nietzsche l'aiuto migliore che si possa fornire a qualcuno è, per rimanere alla metafora,  metterlo in grado di camminare con le proprie gambe e non spingere la sua carrozzella vita natural durante.


Rispondo a te, rispondendo un pò a tutti. Prima di tutto ringrazio coloro che hanno scritto, tutti con le loro parole mi hanno dato un punto di vista che mi ha suscitato riflessioni e, in qualche modo, mi hanno fatto sentire meno sola, in questa immensa landa, che può essere desolatissima in mezzo a milioni di persone, che è la vita stessa. Spero di non fare torto ad alcuno rispondendo in unicum a tutti. Rispondo a te Donquixote perchè leggendoti, oggi, ho pensato che non avrei saputo trovare parole migliori per parlare a qualcuno come me sapendo le poche cose scritte. Ti ringrazio. A volte, incontrando tanta gente, perdo la fiducia nel genere umano ma poi la mia convinzione che esistano persone speciali, anche nella semplicità di un aiuto gratuito, di qualcuno che ti dedica il proprio tempo, sempre prezioso, e te lo regala con l'unico intento di farti stare meglio, ecco quando la  convinzione di ciò si materializza in carne e ossa, seppur virtuali in questo caso, mi riconcilia parzialmente con la vita.
Per ciò che riguarda tutti gli altri: grazie, apprezzo la parola di tutti. Sì io sono fragile in questo momento, ma ognuno di noi ha forza e fragilità in sè, solo che queste forze alterne si manifestano in modo differente in base al periodo che si attraversa. In generale sono forte di carattere, e anzi tutti in famiglia e nelle amicizie si sono sempre appoggiati a me per la soluzione a problemi, è che io non ho mai trovato alcuno che invece sapesse prendermi per mano nelle mie di difficoltà, le volte che ho provato a farmi aiutare mi sono sentita delusa o nelle intenzioni altrui, che nascondevano secondi fini, o nei limiti personali dell'altra persona. Ma sono in grado di discernere, di me dicono che ascolto tutti e poi faccio di testa mia, quindi non preoccupatevi di influenzarmi negativamente, nella vita se non si impara a discernere il 'sapere' non si è imparato nulla.
Dopo ciò, vi aggiorno. Il mio compagno ha curato questo tumore, e ora sembra sia rientrato. Dico sembra perchè come sapete il rischio di recidive nei primi anni post cure è alto. Tuttavia ci sono tutti i postumi delle cure debilitanti in un fisico già di suo molto fragile e problematico. Sta di fatto che la mia decisione di lasciarlo è rientrata per cause di forza maggiore: ho dovuto ricoveralo per polmonite. Sono stati giorni di passione, la situazione pare stabilizzarsi ma non sarà indipendente per molto tempo, quindi senza dubbi, la decisione è presa: mi prenderò cura di lui. Fino a quando? Non lo so. Ora la mia vita è questa. Lo sento giusto, e qualcuno evidentemente, ha deciso per me, perchè in questa situazione sono certa di quello che voglio e devo fare, per come sono io, perchè nella mia vita ho sempre preso tutte le mie decisioni facendo in modo di non rinnegare me stessa e quello che voglio essere; in passato il mio più grande errore è stato quello di non volermi bene a sufficienza, ma ora ho raggiunto la conoscenza di me stessa anche in questo, e ho capito quanto valgo e che anche io merito qualcuno che sappia darmi quello che io so dare.
Il mio futuro? Non lo so, ma vi ringrazio, davvero e dal cuore, scrivere qui mi ha aiutato moltissimo, prima di tutto perchè la scrittura è stata sempre la mia terapia, ma erano scritture private, invece in questo momento avevo bisogno di parole da altri che me, ma che non facessero parte delle mie conoscenze, troppo invischiate e poco oggettive.
Vorrei solo finire dicendo di non vergognarvi mai delle vostre fragilità, perchè chi vede chiaramente la propria fragilità altrettanto chiaramente vedrà la propria forza. Chiudo con una frase che ho sentito questa notte e che ho percepito subito mia:

"C'è sempre una scelta giusta e una scelta sbagliata, e la scelta sbagliata sembra sempre la più ragionevole."
(George Augustus Moore)
#12
Percorsi ed Esperienze / Prigioniera
02 Gennaio 2017, 19:17:22 PM
Mi sono iscritta a questo forum perchè sono esaurita e non so davvero con chi sfogarmi. Ci sarebbero così tante cose da scrivere da farmi dubitare, nello stesso momento in cui scrivo, che ho fatto la cosa giusta.
Taglio la testa al toro: inizio dalla fine. Il mio compagno ha curato negli ultimi anni un tumore che si presentava in stadio avanzato. Io, che già prima mi dedicavo a lui completamente, ho finito per vivere solo per lui, per cercare di farlo stare meglio possibile, andando anche contro il suo estremamente difficile carattere, che non ha accettato per lunghissimo tempo la malattia e anzi mi ha riversato addosso tutto il suo livore nei confronti del destino avverso; per farla breve mi ha distrutto, ha usurato tutte le mie energie vitali, fisiche e psichiche, ma sono rimasta con lui perchè non potevo lasciarlo malato. Ora che la situazione pare stabilizzarsi ho deciso, per evitare la mia annientazione totale, di lasciarlo. Gli ho parlato, ovviamente non ha voluto capire una parola delle tante che gli ho posto innanzi. Gli ho dato un pò di tempo per organizzarsi, giacchè fino ad ora mi sono occupata io sia della casa che del lavoro, che di lui. Lui ha provato prima con la calma, poi con la rabbia, poi con la pena a convincermi a rimanere. Non ho ceduto, per ora almeno, dato che invece negli ultimi giorni è stato molto male di salute e se non ci fossi stata io non so come avrebbe potuto fare. Mi rendo conto che queste mie parole sono davvero semplicistiche, ma sono così stanca della vita che anche scrivere queste poche parole mi fa sentire svuotata e priva di energie. Sono tuttavia convinta che questo forum possa essere l'inizio di una risalita per la mia vita, che dovrò ricominciare da zero, dopo che mi sarò lasciata lui finalmente alle spalle, senza sensi di colpa.

Sarò grata  a chiunque vorrà darmi un parere, guardando da fuori questo piccolo scorcio della mia disgraziata esistenza.
Grazie e alla prossima.