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Tematiche Spirituali / Re: Filosofia della Perfezione
Ultimo messaggio di Mel Fed - Oggi alle 12:07:22 PM
Citazione di: Kob il Oggi alle 09:29:54 AMÈ l'idea stessa di perfezione a suscitare sospetti. Infatti non c'è esperienza umana che rimandi concretamente ad essa, in ambito naturale, sociale o della vita interiore.
...
Penso ci possa essere una filosofia della perfezione solo nel caso in cui l'attenzione venga focalizzata su tentativi, sempre un po' disperati, di lavorare al cammino: per adesso concentriamoci sul prossimo passo, piede e gamba destra in avanti, ed evitiamo di precipitare nel dirupo, tutto qua, poi si vedrà...
Ma una roba del genere per dirla tutta non è più una filosofia della perfezione, piuttosto una filosofia della salvezza.
Non bisogna pensare che la mia Perfezione sia il perfezionismo, un ideale che si raggiunge con sforzo e grande impegno. Posso tradurlo anche con Correttezza. Se dico 1+1=2 sono corretto, perfetto, se dico 1+1=3 non lo sono. Per cui non è un ideale irraggiungibile. Ripeto che anche nel Nulla c'è la Perfezione, per cui essa si può ottenere senza fare nessuno sforzo.
Per quanto riguarda la modalità di raggiungerla, tu proponi di partire da dove ti trovi e fare dei passi avanti. Io propongo invece di farli indietro, fino all'origine della propria natura, dove troveremo la perfezione del Nulla, e poi ripartire da quel punto, evitando tutti gli errori che si presenteranno sul percorso fino a raggiungere ancora la situazione presente. Certo ci sarà sempre il rischio del dirupo, ma se si è interiormente sereni e si è capito che la Perfezione è possibile, ed è anche facile da ottenere, si sarà più convinti e sicuri di potere raggiungere la salvezza.
#2
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Processi alle intenzioni
Ultimo messaggio di fabriba - Oggi alle 11:53:47 AM
Citazione di: Ipazia il 23 Agosto 2025, 15:46:32 PM1. quando si sono instaurate aggregazioni di potere oligarchiche in forma stato.
2. I vantaggi per chi detiene il potere sono di prevenire la perdita del potere, colpendo indiscriminatamente ogni dissenso, visto come potenziale minaccia. La persona giusta del processo (alle intenzioni) per chi non ha potere è la terza plurale, non la prima.
Però questo accade in maniera abbastanza bipartisan, quindi la tua tesi è che essenzialmente tutte le parti politiche coinvolte sono "complici" ed questo processo è parte di uno svuotamento della democrazia, se ti seguo correttamente. 

Mi è molto chiaro come questo si applichi all'esempio dell'ampia applicazione delle leggi anti terroristiche.
Mi aiuti a capire meglio invece se la questione del movente dell'omicidio rientri in questa ipotesi?
#3
Ultimo libro letto / Re: RIFLESSIONALE LAICO
Ultimo messaggio di sapa - Oggi alle 11:50:19 AM
A metà circa del cammin della lettura, mi sento già di ringraziarne l'Autore per lo stile ( per i contenuti attendo di finire), una scrittura facile e bella, che definirei armoniosa, con venature brevi ma intense di Liri-smo (come il fiume). Ringrazio, perchè con questa facilità di espressione il pensiero fluisce e la comprensione non è mai pesante. E, forse, questo è lo scopo, il movente, l'obbiettivo.
#4
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Processi alle intenzioni
Ultimo messaggio di fabriba - Oggi alle 11:46:37 AM
Citazione di: Il_Dubbio il 23 Agosto 2025, 12:35:09 PM......
tendendo a farla sempre facile faccio un esempio............

A me è sempre sembrato che quello che tu descrivi era un modo di portare nella vita di tutti i giorni un atteggiamento che però aveva un fondamento in un principio giuridico.
Ad ogni modo la mia domanda in effetti può anche essere interpretata in ambito sociale/culturale:
oggi si legifera in modo che l'intenzione abbia un importanza determinante sull'esito del processo, perchè oggi è socialmente accettabile farlo (e -a me sembra- 40 anni fa non lo era altrettanto, ma questa è una opinione)
#5
Tematiche Filosofiche / Re: Fallacia naturalistica
Ultimo messaggio di iano - Oggi alle 11:43:43 AM
Il nostro grosso problema quindi è che la scienza sta diventando disumana, non perchè ci affidiamo sempre più alle macchine, cosa che abbiamo sempre fatto, ma perchè è ciò che ''naturalmente'' condividiamo a farci umani, e questa condivisione attraverso la scienza è problematica.
Questo è dunque il vero problema da affrontare.
Una soluzione può essere rifiutare la scienza, e di questo rifiuto oggi siamo testimoni come non mai, ma significherebbe buttare via il bambino con l'acqua sporca.
#6
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Processi alle intenzioni
Ultimo messaggio di fabriba - Oggi alle 11:39:13 AM
Citazione di: Il_Dubbio il 23 Agosto 2025, 10:08:00 AMon mi viene nulla invece su una intenzione, che non ha prodotto alcun tipo di fatto, che sia perseguibile pen
ok, quindi tu sostieni che quando si parlava di "processo alle intenzioni" si intendeva "processo alle intenzioni non concretizzate".

In questo senso, non mi viene in effetti in mente molto che sia un reato oggi che non produca fatti tangibili.

Pur essendo d'accordo con quello che dici mi pare però che il tuo esempio di distinguere tra un omicidio volontario o accidentale, non sia sullo stesso piano di -resto sui miei esempi iniziali
  • fare distinzione tra due omicidi in base al movente / al tipo di umano ucciso
  • attribuire a un manifestante  l'intenzione di compiere atti di terrorismo e processarlo di conseguenza

E in particolare la mia sensazione è che questo secondo modo di interpretare la legge stia prendendo più piede in anni recenti.
#7
Riflessioni sull'Arte / Re: Metamorphosĕon
Ultimo messaggio di doxa - Oggi alle 11:33:21 AM
Roberta Scorranese, giornalista del Corriere della Sera, ha recentemente pubblicato il libro titolato: "Fluido. Corpi mutevoli e instabili nell'arte" (edit Giunti), in 11 capitoli spiega i "passaggi di genere e forma".

"Per quanto diversi siano i sessi, nel genere umano ci sono oscillazioni da un sesso all'altro. Spesso sono soltanto gli abiti a mostrare le sembianze maschili o femminili, con complicazioni e confusioni che ne derivano", scrisse nel 1928 Virginia Woolf in "Orlando".

Nel nostro tempo la fluidità, quella "di genere", o "gender fluidity", fa parte della nostra quotidianità.

Le persone gender fluid, dette anche "non binarie", si identificano in un'identità di genere che non è fissa ma può cambiare nel tempo o a seconda delle circostanze, dondolando tra maschile,  femminile, entrambi o nessuna delle due. Questo significa che la percezione del proprio genere è "fluida", non legata a categorie rigide e può manifestarsi con diverse espressioni, come l'abbigliamento. La fluidità di genere,  o transgender, è un aspetto dell'identità di genere, non dell'orientamento sessuale o del sesso biologico.

Comunque non è soltanto una questione di definizione o di autodefinizione, ma anche di rappresentazione. E' la storia a raccontare persone e "tipi" (reali, immaginari, mitologici) che vivono nell'indefinitezza, nella variabilità, come  tra Apollo e Dioniso, tra Afrodite e Atena (per la mitologia romana, Minerva, dea della Sapienza).

Passaggi di genere e di forma hanno popolato la fantasia di artisti e scrittori: dall'Epopea di Gilgames all'indiano Mahabharata, alle "Metamorfosi"  narrate da Ovidio, da Artemide a Narciso, divinità sospese tra gli opposti, androginia e travestimenti, o altre rappresentazioni: "Difficile o dea, riconoscerti quando t'incontra un mortale, anche se è molto saggio: tu prendi tutti gli aspetti": così Ulisse, l'eroe dell'Odissea, si rivolge, sconsolato, ad Atena, protagonista di trasformazioni, come anche  suo padre, Zeus, di identità fittizie.

Atena, la dea della guerra e della strategia bellica, nacque da una gravidanza maschile. Il mito narra che Zeus mise incinta Metis, una figlia di Oceano, ma poi, spaventato dal pensiero che lei potesse generare un figlio più forte e più intelligente di lui, la colse di sorpresa e la divorò.

La gestazione avvenne nel suo corpo maschile e divino. Atena uscì dalla testa di Zeus  già adulta, già guerriera, dotata di elmo, scudo e corazza.

Famosi pittori la rappresentarono nelle sue molte forme e caratteristiche
#8
Riflessioni sull'Arte / Metamorphosĕon
Ultimo messaggio di doxa - Oggi alle 11:26:00 AM
Nel mondo antico si viveva circondati dai personaggi del mito: rappresentati all'interno delle case in articolate composizioni parietali o sulle gemme che impreziosivano i gioielli, o ancora sulle casse dei sarcofagi o all'interno delle tombe.

Le numerose leggende che circolavano in età romana  furono in parte raccolte nelle "Metamorphosĕon" (=Metamorfosi), poema epico-mitologico di Ovidio.

Il fenomeno della metamorfosi è interessante, nel nostro tempo lo chiamiamo anche "gender fluidity", al quale dedicherò il prossimo post.

Adesso vi propongo  questo dipinto


Sandro Botticelli, Pallade e il centauro, tempera su tavola,  1480 – 1485 circa, Gallerie degli Uffizi, Firenze.

"Pallade", epiteto di Atena:  l'appellativo deriverebbe dal nome di una ninfa chiamata  Pallade, una compagna di giochi della giovane Atena, che la uccise per errore mentre simulavano un combattimento. Atena prese quindi il nome di Pallade in segno di lutto per dimostrare il suo rimorso.

Ed ora un  po' d'iconografia.

Questo quadro ha come sfondo un paesaggio lacustre.

Atena, patrona di Atene (per la mitologia romana, Minerva) è  raffigurata come una giovane donna, in piedi,  con la lunga capigliatura  di colore ramato; sul capo ha una corona formata con rametti di ulivo, serti di ulivo (simbolo di pace),  sono anche sparsi  sul suo abito trasparente.  Ci sono pure  ricami che raffigurano  anelli intrecciati, ognuno con diamante  e con il motto "Deo amante" ("A dio devoto"), ma non visibile. 

La dea,  con il braccio e  la mano sinistra regge un'alabarda, con la mano destra  trattiene per i capelli un centauro arciere, con arco e faretra, metà uomo (dalla vita in su) e metà cavallo (dalle anche in giù). 

I centauri  simboleggiano la dualità umana: razionale e irrazionale, ragione e istinto, perciò questo dipinto di Botticelli è da intendersi come un'allegoria della virtù che frena l'impeto. 

La scena  complessiva potrebbe essere considerata come l'Allegoria della Ragione, di cui è simbolo la dea che vince sull'istintualità raffigurata dal centauro.

I colori tersi e contrastanti, accentuano i gesti e le torsioni delle figure.
#9
Tematiche Spirituali / Re: Filosofia della Perfezione
Ultimo messaggio di Phil - Oggi alle 11:23:47 AM
Citazione di: Kob il Oggi alle 09:29:54 AMla logica infatti è un sogno, il sogno di scarnificare il linguaggio dal suo corpo simbolico. Un linguaggio puro, immacolato, scevro dal potere evocativo della parola.
Una nota: la logica non è sogno, è concretamente ciò che usiamo per formulare frasi di senso compiuto. Il problema può sorgere quando si pensa di poter ridurre tutto l'uso del linguaggio alla sola dimensione logica, in un monismo il cui progetto neopositivista è fallito il secolo scorso. Buttare via la logica in favore di un uso solo retorico, emotivo e poetico del linguaggio, significherebbe vaneggiare, così come parlare solo per funzioni logiche sarebbe parimenti sterile ed inutile, come qualunque formalismo privo di contenuto reale.
Anche il discorso più ingenuo, umile e semplice, solitamente tende a bilanciare (come può) logica, retorica, semantica, etc. quando si trova un bilanciamento che "ci piace", allora "la ricetta" è quella giusta per noi. Quando poi condividiamo "la ricetta" con gli altri, è inevitabile che ci possano essere "gusti" e bilanciamenti differenti, ma finché il cibo resta "commestibile", può valere la pena assaggiarlo (cercare di comprenderlo).
#10
Tematiche Filosofiche / Re: Fallacia naturalistica
Ultimo messaggio di iano - Oggi alle 11:04:48 AM
Citazione di: Ipazia il Oggi alle 09:03:08 AMIl mondo/modo in cui viviamo sottintende la sua antropizzazione, ma si può fare ricerca anche senza trascendenti narrazioni antropiche. Limitandosi al trascendentale (natura per noi) kantiano della descrizione e a condivise ragionevoli prescrizioni.
Nella misura in cui ci appare antropica la narrazione è da rivedere, sono d'accordo.
In ogni caso siccome la ricerca, e conseguente narrazione, le facciamo noi, restano antropiche per definizione.
Questo significa che possiamo, e dobbiamo rivederle, quando cambiando, diventiamo altro da noi, perchè possiamo osservare solo ciò che eravamo essendo che l'osservatore non si può osservare mentre osserva.
Quando diciamo, con cognizione di causa, io sono, quella cosa più non siamo.
Quando invece diciamo, noi siamo, è in atto una condivisione, e una conseguente conformità nell'agire che possiamo solo illuderci di ottenere con pari efficacia attraverso la ragione. Se questa conformità non appare è perchè udiamo solo ciò che spicca dal rumore di fondo. Quando invece viene cercata attraverso la ragione essa appare con tutte le sue problematiche.
In tal senso l'etica è naturale, mentre quando la definiamo la tradiamo, attraverso appunto l'artifizio della definizione, perchè nulla coincide mai con la sua definizione.
Questo però non è un processo non virtuoso, ma solo un diverso modo di rapportarsi con la realtà che diciamo scienza.
Facciamo scienza se ci conformiamo al metodo, ma dobbiamo accettare che questo tipo di condivisione possa essere più problematica, considerando che i pro comunque non sembrano mancare.
Tutto ciò che cade sotto il nostro controllo cosciente perde in efficienza, perchè il controllo ha un costo.
Però noi dobbiamo valutare solo il rapporto costo benefici, e non l'efficienza in se.