Prima di leggere guardate questo video: https://youtu.be/zb7mQeS9NPI Una bella grafica (minimalista), un'ottima scelta e sincronizzazione musicale... se (come il sottoscritto) non avete di primo acchito colto il significato... beh, si riferisce al trascorrere del tempo, illustrando quella che pare esperienza comune: man mano che s'invecchia il tempo si contrae, le giornate durano sempre meno e le ore... accidenti, passano come i minuti!Qual che sia la soggettiva percezione del flusso temporale è certo che la nostra clessidra vada inesorabilmente svuotandosi dell'energia vitale che ci anima e sostiene la nostra mongolfiera nel suo girovagare (o stazionare) nel cielo, così che arriverà il momento che il nostro "io immutabile" dovrà prender atto che per quanta zavorra vada scaricando non è in grado di contrastare l'incremento di velocità. Giunto ad un punto della vita in cui s'evidenzia sempre più il punto d'impatto della mia mongolfiera (naturalmente se non interviene il Divino Romanziere a concludere anzitempo la permanenza nelle pagine dell'esistenza) non mi do più pena di scaricar zavorra, non c'è né ci sarà alcuno che si risolleverà permanentemente nel cielo, conviene farsene una ragione il prima possibile... per osservar un po' meglio appunto quella zavorra che portiamo con noi. Non quella materiale ma l'altra, qual memoria residente nei circuiti neuronali o in una mente che s'appoggia a quelli. Beh, non c'è da esser sicuri di potersene affrancare, non essendo possibile un "reset" completo del nostro hard disk (semplificando, il cervello).Accettata la situazione almeno resta la possibilità di scelta tra le varie zavorre... per dar corpo nei limiti del possibile alla nostra precipua peculiarità. La mia, attualmente, può esprimersi al meglio (secondo la mia limitata misura) solo in ambiti (diciamo) artistici e non codificati. La filosofia è per me un interesse di passaggio, certamente anche a causa dell'inadeguatezza del mio "strumento intellettuale".Al pari di un sentiero spirituale qual che sia... perché necessariamente esclude gli altri, palese contraddizione (per chi vuol vederla).Oppure scientifico... per parlar di scienza occorre esser di scienza, per comprendere "i numeri" serve lo strumento matematico e la capacità di sentir "parlare" una formula, cogliendone l'intrinseca bellezza (come, per esempio, dicono delle equazioni di Navier-Stokes).Così mi rimane percorribile solo quest'ambito, d'artista dilettante, risolvendomi di tornar qui ogni tanto a dir qualcosa al riguardo. Quel che ho già detto (e come) ovviamente rimane, a volte come fondamenta del diverso approccio (artistico) alle questioni. Per questo il titolo della presente discussione è il medesimo di quello che ho aperto in filosofia, ma la prospettiva la rende tutt'altro. Un al di là dell'aldilà "artistico", se così si può dire... dove divien reale (e prima ancora possibile) anche il camminar sopra un arcobaleno... ma questo sarà il tema di un prossimo post. Un cordiale saluto a vecchi (eh sì, si dice così...) e nuovi utenti. Jean https://youtu.be/0cHeNscKZN0
Citazione di: Jean il 23 Giugno 2018, 23:22:25 PM
Prima di leggere guardate questo video: https://youtu.be/zb7mQeS9NPI
Una bella grafica (minimalista), un'ottima scelta e sincronizzazione musicale... se (come il sottoscritto) non avete di primo acchito colto il significato... beh, si riferisce al trascorrere del tempo, illustrando quella che pare esperienza comune: man mano che s'invecchia il tempo si contrae, le giornate durano sempre meno e le ore... accidenti, passano come i minuti!
Qual che sia la soggettiva percezione del flusso temporale è certo che la nostra clessidra vada inesorabilmente svuotandosi dell'energia vitale che ci anima e sostiene la nostra mongolfiera nel suo girovagare (o stazionare) nel cielo, così che arriverà il momento che il nostro "io immutabile" dovrà prender atto che per quanta zavorra vada scaricando non è in grado di contrastare l'incremento di velocità.
Giunto ad un punto della vita in cui s'evidenzia sempre più il punto d'impatto della mia mongolfiera (naturalmente se non interviene il Divino Romanziere a concludere anzitempo la permanenza nelle pagine dell'esistenza) non mi do più pena di scaricar zavorra, non c'è né ci sarà alcuno che si risolleverà permanentemente nel cielo, conviene farsene una ragione il prima possibile... per osservar un po' meglio appunto quella zavorra che portiamo con noi.
Non quella materiale ma l'altra, qual memoria residente nei circuiti neuronali o in una mente che s'appoggia a quelli.
Beh, non c'è da esser sicuri di potersene affrancare, non essendo possibile un "reset" completo del nostro hard disk (semplificando, il cervello).
Accettata la situazione almeno resta la possibilità di scelta tra le varie zavorre... per dar corpo nei limiti del possibile alla nostra precipua peculiarità.
La mia, attualmente, può esprimersi al meglio (secondo la mia limitata misura) solo in ambiti (diciamo) artistici e non codificati.
La filosofia è per me un interesse di passaggio, certamente anche a causa dell'inadeguatezza del mio "strumento intellettuale".
Al pari di un sentiero spirituale qual che sia... perché necessariamente esclude gli altri, palese contraddizione (per chi vuol vederla).
Oppure scientifico... per parlar di scienza occorre esser di scienza, per comprendere "i numeri" serve lo strumento matematico e la capacità di sentir "parlare" una formula, cogliendone l'intrinseca bellezza (come, per esempio, dicono delle equazioni di Navier-Stokes).
Così mi rimane percorribile solo quest'ambito, d'artista dilettante, risolvendomi di tornar qui ogni tanto a dir qualcosa al riguardo.
Quel che ho già detto (e come) ovviamente rimane, a volte come fondamenta del diverso approccio (artistico) alle questioni.
Per questo il titolo della presente discussione è il medesimo di quello che ho aperto in filosofia, ma la prospettiva la rende tutt'altro.
Un al di là dell'aldilà "artistico", se così si può dire... dove divien reale (e prima ancora possibile) anche il camminar sopra un arcobaleno... ma questo sarà il tema di un prossimo post.
Un cordiale saluto a vecchi (eh sì, si dice così...) e nuovi utenti.
Jean
https://youtu.be/0cHeNscKZN0
caro Jean,
è sempre un piacere leggerti.
Superato il " nel mezzo del cammin di nostra vita........" da un pezzo, o si rischia continuamente di guardarsi indietro e di aspettare Godot, oppure si vive semplicemente giorno per giorno.Persino gli acciacchi danno il ritmo alle giunture, ma per fortuna, come scrisse il filosofo francese George Canguilhem, la normalità non può essere uno standard universale, ogni età ogni condizione di salute ha una sua soggettiva normalità.Quindi ogni giorno va vissuto e si sposta l'asticella un pò più in là.
L'arte ha la prerogativa di uscire dallo spazio tempo, di rompere ogni paradigma, di buttare già porte, per questo è un forever young.
Attendendo tuoi nuovi post,
un caro saluto
P.S.
nel sito lamacchinadiluce. com ci sono anche tue creazioni?
Vedo le persone intorno a me. Vorrei fermarle, parlarci, confrontarmi con loro, sentirmi loro figlio e loro padre. Vorrei incontrare nuovamente una mia cara amica di gioventu' e condividere con lei la nostra reciproca vita. Una ragazza mi passa accanto. Sento la sua sfrontata vitalita'. Sarebbe meraviglioso abbracciarla e vedere dai suoi occhi che ha capito. Nessuna intenzione malevola ma solo dirsi con quel gesto: siamo passeggeri di un treno lungo milioni di anni. Che fantastica coincidenza esserci incontrati!
Grazie Jean per essere ritornato.
Citazione di: paul11 il 26 Giugno 2018, 23:03:12 PM
Citazione di: Jean il 23 Giugno 2018, 23:22:25 PM
Prima di leggere guardate questo video: https://youtu.be/zb7mQeS9NPI
Una bella grafica (minimalista), un'ottima scelta e sincronizzazione musicale... se (come il sottoscritto) non avete di primo acchito colto il significato... beh, si riferisce al trascorrere del tempo, illustrando quella che pare esperienza comune: man mano che s'invecchia il tempo si contrae, le giornate durano sempre meno e le ore... accidenti, passano come i minuti!
Qual che sia la soggettiva percezione del flusso temporale è certo che la nostra clessidra vada inesorabilmente svuotandosi dell'energia vitale che ci anima e sostiene la nostra mongolfiera nel suo girovagare (o stazionare) nel cielo, così che arriverà il momento che il nostro "io immutabile" dovrà prender atto che per quanta zavorra vada scaricando non è in grado di contrastare l'incremento di velocità.
Giunto ad un punto della vita in cui s'evidenzia sempre più il punto d'impatto della mia mongolfiera (naturalmente se non interviene il Divino Romanziere a concludere anzitempo la permanenza nelle pagine dell'esistenza) non mi do più pena di scaricar zavorra, non c'è né ci sarà alcuno che si risolleverà permanentemente nel cielo, conviene farsene una ragione il prima possibile... per osservar un po' meglio appunto quella zavorra che portiamo con noi.
Non quella materiale ma l'altra, qual memoria residente nei circuiti neuronali o in una mente che s'appoggia a quelli.
Beh, non c'è da esser sicuri di potersene affrancare, non essendo possibile un "reset" completo del nostro hard disk (semplificando, il cervello).
Accettata la situazione almeno resta la possibilità di scelta tra le varie zavorre... per dar corpo nei limiti del possibile alla nostra precipua peculiarità.
La mia, attualmente, può esprimersi al meglio (secondo la mia limitata misura) solo in ambiti (diciamo) artistici e non codificati.
La filosofia è per me un interesse di passaggio, certamente anche a causa dell'inadeguatezza del mio "strumento intellettuale".
Al pari di un sentiero spirituale qual che sia... perché necessariamente esclude gli altri, palese contraddizione (per chi vuol vederla).
Oppure scientifico... per parlar di scienza occorre esser di scienza, per comprendere "i numeri" serve lo strumento matematico e la capacità di sentir "parlare" una formula, cogliendone l'intrinseca bellezza (come, per esempio, dicono delle equazioni di Navier-Stokes).
Così mi rimane percorribile solo quest'ambito, d'artista dilettante, risolvendomi di tornar qui ogni tanto a dir qualcosa al riguardo.
Quel che ho già detto (e come) ovviamente rimane, a volte come fondamenta del diverso approccio (artistico) alle questioni.
Per questo il titolo della presente discussione è il medesimo di quello che ho aperto in filosofia, ma la prospettiva la rende tutt'altro.
Un al di là dell'aldilà "artistico", se così si può dire... dove divien reale (e prima ancora possibile) anche il camminar sopra un arcobaleno... ma questo sarà il tema di un prossimo post.
Un cordiale saluto a vecchi (eh sì, si dice così...) e nuovi utenti.
Jean
https://youtu.be/0cHeNscKZN0
caro Jean,
è sempre un piacere leggerti.
Superato il " nel mezzo del cammin di nostra vita........" da un pezzo, o si rischia continuamente di guardarsi indietro e di aspettare Godot, oppure si vive semplicemente giorno per giorno.Persino gli acciacchi danno il ritmo alle giunture, ma per fortuna, come scrisse il filosofo francese George Canguilhem, la normalità non può essere uno standard universale, ogni età ogni condizione di salute ha una sua soggettiva normalità.Quindi ogni giorno va vissuto e si sposta l'asticella un pò più in là.
L'arte ha la prerogativa di uscire dallo spazio tempo, di rompere ogni paradigma, di buttare già porte, per questo è un forever young.
Attendendo tuoi nuovi post,
un caro saluto
P.S.
nel sito lamacchinadiluce. com ci sono anche tue creazioni?
Caro paul,è sempre un onore venir letto da te.Superato come dici "il mezzo del cammin.." chissà che la sorte benignamente ci consenta di procedere, si spera ancora a lungo, in quel cammin di mezzo che ben hai raffigurato qual luogo ove si vive semplicemente giorno per giorno, dove contiamo di ritrovar chi per altre vie vi sia giunto o giungerà, il buon Sari ad esempio (e tutti gli amici del forum cui aggrada tal modo di vivere). Che caratteristiche avrà mai codesto cammin di mezzo? Son certo che ne coglierai il paradosso... dovrebbe esser un percorso che non conduce in alcun luogo, altrimenti fatti alcuni passi muterebbe nel cammin di mezzo – n divenendo qualcosa di diverso, così che dovremo nuovamente cercar daccapo dove sia andato a finire... Certo, il cammin dell'arte come dici, può romper ogni paradigma e condurre al di là dello spazio tempo, come può far senza alcun addestramento la fantasia, l'immaginazione. O bella, ne abbiam tutti, chi più e chi meno... ma poi dove si rintana che il mondo par ne disponga di ben poca? Solo in quell'altro mondo del sogno (e dell'inconscio)? "gli acciacchi che danno il ritmo alle giunture..." mmh... l'anagramma di ritmo non promette bene... ;D ;) https://youtu.be/YSH_NP3lx0w(PS- grazie del destro... in la macchina di luce sto raccogliendo principalmente del mio materiale ma sarei lusingato d'ospitarne d'altrui...)Un caro salutoJean
Citazione di: Jacopus il 26 Giugno 2018, 23:28:41 PM
Vedo le persone intorno a me. Vorrei fermarle, parlarci, confrontarmi con loro, sentirmi loro figlio e loro padre. Vorrei incontrare nuovamente una mia cara amica di gioventu' e condividere con lei la nostra reciproca vita. Una ragazza mi passa accanto. Sento la sua sfrontata vitalita'. Sarebbe meraviglioso abbracciarla e vedere dai suoi occhi che ha capito. Nessuna intenzione malevola ma solo dirsi con quel gesto: siamo passeggeri di un treno lungo milioni di anni. Che fantastica coincidenza esserci incontrati!
Grazie Jean per essere ritornato.
https://youtu.be/NpH0zQDbC8Y... per chi rivela d'esserti vicino Nous ne sommes que des touristes sur cette terre
Che pensano d'aver scelto i propri viaggi
E i luoghi da visitare, quando saranno raggiunti
Ma, alle nostre spalle, qualcosa c'incalza
Ci segue
Al voltarci per vederlo
Scorgiamo solo un'ombra
Credendo sia la nostra
Non ci badiamo più di tanto
Fin quando realizziamo
Che quella ombra
C'è sempre, anche senza luce
Quel qualcosa è dentro di noi, è parte di noi
Parte del nostro destino
Seduti ad un bar, sorseggiando un buon caffè caldo
Apriamo una pagina
Del nostro libro
Ed eccoci in quel luogo
In quella situazione
In un forum, perché no?
Chi ci ha condotto là?
Forse la sensazione
D'aver qualcosa, qualcuno da incontrare
L'ombra di un'altra persona
O la sua luce
Si vedrà, con il tempo
Se eran solo fantasie
Per tentar di sfuggire
Almeno per un po'
Alla sensazione
Del viaggio che s'approssima
Al termine
Nous ne sommes que des touristes sur cette terre Grazie a te, JacopusJean
Che la divinità ultraterrena avesse qualcosa di inquietante l'aveva pensato sin da quando riuscì a procurarsi e leggere "la formula" per evocarla... e non solo, ma ottenere da essa d'essere esaudito di un suo qualunque desiderio, per quanto grande o inverosimile potesse essere.
Sì, perché c'era quella "geometria" – semplice in verità, un cerchio di buon diametro tracciato sul terreno – che gli rammentava qualcosa pur senza riuscir a "focalizzarlo", così che gli rimase quella sensazione d'inquietudine sin al momento decisivo: l'invocazione.
Si concentrò e stando attento a pronunciare tutte le parole, scandendo ben le sillabe, avviò il procedimento.
Era a tal punto motivato che non cedette alle emozioni neppur quando si produssero tuoni e lampi... ed odori, ed altre spiacevoli evenienze. Pensò, giustamente, che era la prova da superare, d'altronde nulla s'ottiene per nulla.
Ma infine l'entità si manifestò all'interno del cerchio e dopo il primo tentativo di sortirne - per quanto onnipotente non lo era del tutto colà confinata - non ne fece altri.
"Subito!!! Cancella questo cerchio e sarò clemente con te!!"
Pur sudando freddo e caldo insieme – che la divinità lo sovrastava d'almeno due lunghezze e d'aspetto... l'ultima raffigurazione che vorreste incontrare – aveva avuto conferma della potenza della formula. Poteva sbraitare e minacciar qualunque cosa ma non poteva scioglier il sortilegio.
"non ci penso neppure, mi annienteresti in un attimo..."
"... attento, questo cerchio non resisterà a lungo..."
"abbastanza perché tu rispetti la regola.."
"che ne sa un pidocchio qual sei di regole..?" - ruggì, emettendo una vampata di fuoco.
"non facciamola lunga, son anni che studio la faccenda... devi esaudire un mio desiderio per tornar libero..."
"... e subito dopo... ti divoro!!" – altra vampata, il doppio della precedente.
"affatto, non potrai torcermi un capello... è la regola..."
La divinità era sotto scacco, era già accaduto un paio di volte in passato ma poi la formula s'era persa... incredibile che un tal pidocchio l'avesse ritrovata e conducesse il gioco... e allora giochiamo...
"su, alla svelta... che cifra vuoi?"
"nessun tesoro..."
"ahhh... cento donne tutte assieme.. o dieci per notte?"
"non potrei sopravvivere a tanta abbondanza..."
"... e dunque... vorresti l'immortalità, giusto?"
"avessi almeno due desideri certamente... ma con uno solo son certo che cadrei dalla padella alla brace..."
"... mmh... sei forse un filosofo, un filosofo alchimista, come lo erano i primi?"
"solo quel tanto che basta per capire che c'è un limite a tutto, che la felicità è uno stato mentale..."
"...balle!! La felicità è avere!!"
"... essere..."
"... avere l'essere!!! Se non hai nulla sei nulla!!! Basta con le farneticazioni, tanto mi domanderai qualcosa, scommettiamo?"
" in questo hai ragione, ma ti domanderò l'essere..."
"ahhh... chi vorresti dunque essere?"
"non un altro, sempre me stesso... ma per sempre felice!!"
"tutto qui..? Codesta piccola cosa quando potresti conoscere i segreti dell'universo, della vita..?"
"non è la mia misura... vedi, ho una moglie che mi tiranneggia da una vita ed è anche più forte di me. Potrei ucciderla... ma questa storia del karma mi impressiona troppo... ecco cosa voglio: solamente, semplicemente essere felice..."
"questo hai chiesto e questo avrai!!" – e la divinità scomparve in una nuvola di fuoco.
Il mattino appresso colui che aveva imprigionato la divinità, costringendola ad esaudire il suo desiderio, si risvegliò sul suo letto, con una squisita sensazione, fisica e mentale... l'entità era stata ai patti e già si figurava d'apprezzar ogni istante della sua nuova vita quando udì la vecchia megera (moglie) chiamarlo dalla cucina...
"... maledetto disgraziato... son già le otto e non mi hai portato la colazione... Feliceee!!! Felice!!!! Se non vieni subito ti spacco la testa col mattarello!!!"
L'aldilà si presta a varie interpretazioni e gradazioni, si dice di un atleta che consegua un miglior risultato che è andato al di là dei suoi limiti, così di un artista ecc.Alcune persone poi giungono a vivere costantemente sulla sottile linea del proprio limite, realizzando con continuità opere e gesti di livello non convenzionale. Mozart, per far un solo esempio, ma ve ne sono in tutti gli ambiti, nell'arte come nelle scienze, nella filosofia come nella religione. Per ancor meno individui la propria specificità può diventare l'ultimo limite e procedere oltre richiede d'abbandonare quanto più a loro corrisponde. Michelangelo, dopo aver prodotto quel che ha prodotto sin oltre gli ottant'anni, in fin di vita disse che sarebbe stato meglio si fosse dedicato a far zolfanelli... parole che danno il segno di una persona che (mentalmente) sia andato al di là della propria condizione (e identificazione) prima di approdare all'aldilà. Un passaggio cruciale, significativo e implicativo, a mio avviso.Dalla notte dei tempi l'uomo ha ricercato il significato della propria esistenza, accumulando al riguardo una conoscenza enorme, col solo limite di doversi fermare giusto appena prima dell'irreversibilità. Visto che alcuno è tornato indietro a riferire (i racconti a sfondo religioso van interpretati in quel contesto, salvo evidenze conclamate), si possono comprendere i percorsi di tutti i tipi volti a cercar di raffigurarsi e magari assaggiare, seppur fugacemente, qual potrebbe essere un "altro" stato della mente, nella convinzione o nella speranza che essa (la mente) abbia le prerogative per poter sfuggire alle leggi dello spazio-tempo riguardanti la materia. Così anche nelle differenti forme artistiche son confluiti innumerevoli contributi in merito; ad esempio in ambito cinematografico l'aldilà è, a ragione, uno tra i temi più trattati di questa meravigliosa settima arte (Ricciotto Canudo). Non solo l'aldilà propriamente inteso ma anche gli stati, mentali e/o fisici che s'avvicinano tanto o poco a quel confine indefinito nel quale gli eventi prendono una strada diversa. Come è un percorso nell'aldilà il passaggio dello specchio di Alice e l'interrogarsi sulla natura del sogno ne è un altro il film Il mago di Oz, annoverato tra i capolavori dell'arte. Se ne potrebbe parlar a lungo se qualcuno fosse interessato, per il momento, fedele al mio interesse di cacciator di coincidenze, propongo questa riguardante il film:Quando la MGM incominciò ad acquistare i costumi per l'adattamento cinematografico de Il meraviglioso mago di Oz del 1939, a Frank Morgan (che interpretava il mago) toccò un soprabito acquistato di seconda mano; osservandone la fodera, Morgan vi trovò un'etichetta con la scritta "Proprietà of L. Frank Baum" (lo scrittore del romanzo). In seguito, la moglie di Baum confermò che il soprabito era effettivamente appartenuto a suo marito. La MGM utilizzò questa singolare coincidenza nella pubblicità del film. Un estivo salutoJean P.S. - Nel film si scopre che infine è stato tutto solo un sogno mentre nel libro invece è tutto vero.
Ritornando alla settima arte, la cinematografia, al chiedersi qual siano le migliori opere troverete liste dei migliori 10, 20, 100... film e scorrendole non ce ne saranno due che concordano (ho provato con le prime 10). Del tutto lecito e prevedibile, la diversità d'opinioni in ogni campo corrisponde alla biodiversità culturale (se si può dir così).In quelle liste ci son opere che a volte son nelle prime posizioni e altre ben più giù, ma raramente son escluse del tutto ed il film di cui m'interessa parlare è tra i più quotati.2001 Odissea nello spazio
All'inizio del tempo, sulla Terra primordiale, un grande monolito, parallelepipedo perfetto levigato e nero come la grafite, appare ad alcuni scimmieschi antenati dell'uomo, sconfitti nella lotta per il possesso di una pozza d'acqua da un branco più numeroso e aggressivo di loro simili. Il contatto non ha effetti visibili, eppure qualcosa è avvenuto: il primo barlume di pensiero si è acceso nel leader del gruppo, che scopre in un robusto osso l'utensile, e al tempo stesso l'arma, che gli consentirà di dominare il mondo che lo circonda. Millenni dopo, un identico monolito viene alla luce nel cratere di Tycho, durante gli scavi che gli uomini, ormai conquistato lo spazio, stanno conducendo sulla Luna. Per scoprire a chi è destinato il segnale che l'incomprensibile oggetto ha improvvisamente emesso in direzione di Giove, parte la Discovery, con a bordo gli astronauti David Bowman (Dullea) e Frank Poole (Lockwood) oltre a tre scienziati in animazione sospesa. Ma quando, dopo diciotto mesi di viaggio, l'astronave raggiunge il pianeta, soltanto Bowman è sopravvissuto all'attacco di Hal 9000, il super calcolatore a cui è affidato ogni controllo, che è andato in avaria ed ha cercato di eliminare l'intero equipaggio. Disattivato il computer assassino, Bowman rimane solo di fronte all'universo ed all'inconoscibile presenza che lo attende sul pianeta gigante. Il film di Kubrick rappresenta una svolta epocale per il cinema di fantascienza e forse non solo per quello. Mai prima era stato tanto potentemente evocato l'ignoto che attende l'uomo oltre gli ormai più o meno disvelati "vicini" planetari del sistema interno, a cominciare dai successivi e misteriosi giganti gassosi posti subito al di là del confine della cintura degli asteroidi. Mai prima l'uomo era stato così esplicitamente riconosciuto vero protagonista, e posto con decisione al centro della scena, soggetto ed oggetto al tempo stesso di una filosofica e quasi metafisica ricerca del significato della vita, e del suo posto e del suo ruolo in un universo largamente incomprensibile nella sua infinità. In lunga (cinque anni di lavorazione) e tormentata osmosi creativa con il famoso Arthur C. Clarke (che contemporaneamente rielaborava i suoi racconti ispiratori "La sentinella", "Encounter in the Dawn" e "Guardian Angel"), Kubrick realizza un'opera unica ed irripetibile, che si colloca subito e per sempre tra i capolavori immortali del cinema. Senza paragoni ancora oggi gli effetti speciali, realizzati con perfezione maniacale ancor più stupefacente se si considera che sono stati realizzati in anni nei quali la tecnologia della manipolazione delle immagini era ancora assai rudimentale. Originalissimo nella scelta delle musiche, il film è anzitutto geniale ed innovativo nelle tematiche, tra le quali già individua, con moderna visione anticipatoria, il problematico rapporto con l'intelligenza artificiale. https://www.mymovies.it/film/1968/2001odisseanellospazio/ Che dire, un'opera al di là dei tempi... e del tempo, sulla quale potremmo discutere a lungo per gli ambiti che tocca. Almeno nella finzione cinematografica qualcuno ritorna da quel viaggio di sola andata che è l'esistenza...A causa del mio interesse per l'A.I. (trattata sia in scienza e tecnologia che in filosofia ed oggi qui in riflessioni sull'arte) vorrei discutere con voi il seguente punto, riportato nella recensione:Hal 9000, il super calcolatore a cui è affidato ogni controllo, che è andato in avaria ed ha cercato di eliminare l'intero equipaggio...La domanda (spero abbiate visto il film nella sua interezza):ritenete che davvero si tratti di "avaria"..? Un cordiale salutoJean
Citazione di: Jean il 14 Novembre 2018, 18:35:39 PMritenete che davvero si tratti di "avaria"..?
Uh mi ero perso questa storia di Jean.. mancano tantissimo delle discussioni sulla cinematografia..
Si, ritengo si tratti di avaria, e ritengo che venga considerata un avaria per una sorta di consapevolezza, ovvero che serva un errore per trasformare una I.A. in qualcosa capace di operare in maniera umana. E' qualcosa che ho già detto, per fare un I.A. intelligente serve che sia più "stupida", non più "intelligente"..E l'archetipo ripete l'inizio, il monolito è una "avaria" nel genere umano, per forza un avaria deve ripetersi per risvegliare l'IA. Il monolito nero in particolare è un immagine estremamente calzante con quello che ritengo sia il quid che differenzi l'uomo. Il monolito è piatto, ma è anche così nero che all'interno di esso si può immaginare una profondità, una prospettiva, sembra una porta entro la quale si possa attraversare in una dimensione diversa.. eppure è semplicemente piatto. Sembra contenere un abisso, eppure fisicamente non è niente altro che una stele.
Ecco il monolito (codice Hammurabi), piatto, ma che contiene un mondo nuovo dentro, il mondo del significato. Puoi quasi immergerti dentro di esso, i segni indicano la profondità che puoi raggiungere all'interno di esso, oltre la quale, altro nero assoluto.
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/37/Codice_di_hammurabi_01.JPG/800px-Codice_di_hammurabi_01.JPG)
caro Jean,
è sempre un piacere leggerti.
Ho ricordi non proprio nitidissimi del film che è tuttora un capolavoro imperdibile.
L'avaria di Hal in fondo, è l'anomalia di un dna in mutazione, è il caso in una griglia causa-effetto,
è uscire dal programmato per riprogrammarsi, è l'imponderabile del calcolo, è l'inspiegato che si presenta come sorprendente.
A parte Hal ,se non ricordo male le immagini finali erano una ri-nascita umana, una reincarnazione?
Bellissime le "danze" dei pianeti con la musica di Deodato: lo stupore ,la meraviglia.
un caro saluto
Sul tema dell'interazione fra uomo e AI (per andare al di là dei celeberrimi «2001 Odissea nello spazio» e «Matrix») mi permetto di suggerire la visione di «Transcendence» e «Il tredicesimo piano»: due film con due prospettive differenti sul tema, due punti di visita che ho trovato per nulla banali, quasi filosoficamente interessanti per leggere possibili scenari e temi trasversali.
Come sempre, se si evita di leggere la trama prima della (eventuale) visione, l'impatto esperenziale del film sarà più profondo (come le domande che lasceranno in sospeso...).
C'è anche la serie "Westworld" , in genere non guardo serie Tv, ma questa l'ho apprezzata abbastanza .. sempre "pur essendo" una serie tv, con tutti i pregi e difetti del genere.
Trascendence, sottoscrivo, è ricco di spunti interessanti e, sebbene, credo di averla già citata, mi ripermetto di ri-indicarvi la miniserie "Maniac" che la trovo un capolavoro d'ironia e avaria di intelligenze umane e artificiali che siano e le loro interazioni.
@Jean
"La domanda (spero abbiate visto il film nella sua interezza):
ritenete che davvero si tratti di "avaria"..?"
Difficile a dirsi, personalmente ritengo che ( volutamente ) i piani di lettura del film siano molteplici e le stesse virgolette che inserisci a cornice del termine avaria manifestino il realizzarsi di uno stimolo ( anch'esso voluto dall'apertura dell'arte ) all'interrogazione sull'ambiguità dei nostri schemi mentali - come dire, colti in un certo imbarazzo, Hallcrea un certo imbarazzo, umano - abituati ad applicare etichette, in qualche modo semplificative a fronte di complessità il cui significato in divenire e in larga parte ancora ignoto, esonda e/o, forse, cade fuor delle virgolette del termine con cui cataloghiamo l'evento. Che in qualche modo siamo indotti a percepire ( potenza dell'arte e dell'immaginazione ).Ciò può produrre come effetti, da un lato, un rinnovamento del valore che diamo al termine avaria e dall'altro il ritenerlo insufficiente per dar conto della cascata di eventi concausanti il risultato, che abitualmente chiamiamo avaria.
Grazie jean per il filmato russo. Una (auto)biografia. Chissà.
2001 lo leggerei in chiave nicciana fin dalla sigla di R.Strauss. Il monolite è la cosa in sè, la metafisica, la risposta alla nostra domanda che non ha risposta. Hall 9000 è la tecnica ingannevole. Bowmann lo Zarathustra XX secolo, impacciato ma non fino al punto da farsi gabbare dalla tecnica. Il bambino sul pianeta remoto è l'oltreuomo. All'interno di ciò le simbologie si fanno più rarefatte ma decifrabili volendo.
Grazie @InVerno per aver sdoganato la discussione col tuo intervento, ricco di considerazioni interessanti, tra cui quella che per aversi maggior intelligenza, sia pure artificiale, sia necessario un errore che in qualche modo (mia interpretazione del tuo pensiero, correggimi nel caso) svincoli la stessa dai rigorosi limiti della sua programmazione. Un errore che può per esempio esser causato da un raggio cosmico che impatti un componente hardware... anche se i software di rilevazione e trattamento degli errori accidentali dovrebbero far pulizia degli stessi (ma qui ci vorrebbe un esperto, trattandosi di linguaggi...Ox...).Suggestiva l'interpretazione del monolito nero quale "avaria" per il genere umano, costretto da quello ad una sorta di "salto quantico coscienziale". Forse l'uomo odierno, nonostante belle intenzioni e proclami, non sarà mai in grado di spiccarne un altro, il clima e le relazioni internazionali (leggasi guerre di ogni sorta, finanziarie, fisiche ecc.) peggiorano di giorno in giorno e l'ultima chances potrebbe essere proprio quel "raggio" che inneschi la novella avaria... Il monolito di Hammurabi (in diorite nera, pietra che per la sua durezza veniva usata per lavorare il granito... e per lavorare quella..?) dici che contiene il mondo dei significati e penso tu ti riferisca al codice stesso, il corpus legale, una delle prime raccolte di leggi. Codici legali e codici informatici... istruzioni o linee di programma/algoritmi che dovrebbero regolare società ed individui. Caro paul11, nessuno è il nessuno qual sei (l'amico paul è un ammiratore dell'Ulisse Omerico) e come un'avaria (mutazione del DNA) può aver innescato il cammino verso la civiltà, un'altra avaria potrebbe retrocederla allo stato primitivo.Visto che si parla anche di codici legali, se tu potessi far approvare una legge, esageriamo che non costa nulla... valida in tutto il mondo, quale sarebbe? Sì, parrebbe una reincarnazione, tuttavia ad un livello superiore di coscienza... magari il superuomo nicciano annunciato dallo Zaratustra... e qui ci manca il supporto dell'amico Garbino per addentarci nell'interpretazione che assai fece discutere e a cui si ricollega @ Ipazia, dal suo punto di vista (e quello di Nietzsche) naturalmente lasciando Dio fuori dal set... (grazie Ipazia per l'intervento).C'è un guastafeste, tuttavia, in questo castello interpretativo: e si chiama Dio. Nietzsche, infatti, è il filosofo che ha annunciato la sua morte. Kubrick, invece, dice – addirittura – che il concetto di Dio è "al centro" del suo film. Ma quale Dio?Il regista non ha in mente "un'immagine tradizionale, antropomorfa di Dio", bensì crede sia "possibile formulare un'affascinante definizione scientifica una volta accettato il fatto che esistono circa cento miliardi di stelle solo nella nostra galassia". Leggendo queste righe, il gesuita e scienziato John Braverman ha avanzato "un'interpretazione teologica" del film (è contenuta in "Interviste extraterrestri, Isbn Edizioni). "Il Dio presente in 2001: Odissea nello spazio – scrive – è il Dio dei filosofi. Non è il Dio personale, amorevole, delle relazioni intime caro a Isacco, Abramo e Gesù". Tuttavia, aggiunge, la definizione di Dio che propone Kubrick offre una "teologia molto profonda", giacché i passi logici che egli compie per arrivare ad abbozzare la sua idea della divinità ricalcano le linee logiche della teologia classica, in particolare quelle della "Summa" di San Tommaso d'Aquino. Le due formulazioni hanno uno spettacolare particolare in comune: "L'uso delle informazioni sul mondo naturale per inferire l'esistenza di esseri più intelligenti". Così – conclude Braverman – anche se Kubrick non crede a nessuna delle religioni monoteiste della Terra, la linea del suo pensiero ne segue perfettamente le orme.https://www.huffingtonpost.it/nicola-mirenzi/2001-odissea-nello-spazio-e-dio-il-mondo-e-nietzsche-ma-anche-nulla-di-tutto-questo_a_23399442/Ciao Lou,dopo aver letto alcune possibili interpretazioni (piani di lettura...), l'interrogarsi come dici sull'ambiguità dei nostri schemi mentali è inevitabile e il tuo intervento aveva già anticipato qualcosa di quanto ho scritto oggi. C'è un passaggio che mi piacerebbe approfondire, quando scrivi del potere dell'arte: ...il cui significato in divenire e in larga parte ancora ignoto, esonda e/o, forse, cade fuor delle virgolette del termine con cui cataloghiamo l'evento. Che in qualche modo siamo indotti a percepire (potenza dell'arte e dell'immaginazione ).Davvero un gran potere... superiore ad ogni altro se può condurre ad intravedere (bello il termine inglese: glimpse che a me procura l'immagine di uno sbatter di ciglia) qualcosa al di là del conosciuto e non un mero congetturare/ipotizzare al riguardo. Così che la scienza si confronta con la trascendenza, la filosofia ne perlustra i confini e l'arte – talora – li sorpassa... (conseguentemente la spiritualità li vive...).@PhilGrazie per i suggerimenti che, uniti a quello di Inverno su Westworld e di Lou su Maniac, analogamente alla saga di Matrix, ruotano attorno ai temi ricorrenti dello sviluppo di A.I. impiegata per ricreare realtà virtuali alfine indistinguibili... temi futuribili sempre meno fantascientifici, come evidenziato in diversi miei post.Ci sia o meno un motivo che sottende l'enorme interesse per tali questioni, ne è significativa la convergenza appunto sull'A.I. e la sensazione di una possibile – se non già in atto - coesistenza di differenti realtà. Tale prospettiva, non più retaggio di visionari scrittori e registi ormai è divenuta mappa anche per gli sviluppatori delle tecnologie hard e soft necessarie. Al riguardo del dove si trovi il vero piano di lettura (usando l'espressione di Lou) ossia il codice per leggere la mappa, possiamo solo far congetture, magari in quel tredicesimo piano (dove ritroviamo il nostro Hall tra gli attori principali...) o nascosto negli inaccessibili server che fan vivere internet. Certo che anche gli attuali sviluppi – sul quesito dell'esistenza – originano dalle strane caratteristiche della nostra coscienza... *nota umoristica a margine: la bella gara a chi le scrive difficili tra Lou, Ipazia, talvolta (ma è di molto migliorato) InVerno e altri mette alla prova il lettore occasionale, sollecitando pure il sottoscritto all'emulazione... :-[ CordialmenteJean
Una considerazione veloce: nel giudicare il comportamento discutibile di Hal bisogna tener presente che lui era l'unico "componente dell'equipaggio" a conoscere la vera natura della missione, nata a seguito della scoperta del monolite sulla Luna.
Così non va esclusa la possibilità che sia arrivato alla conclusione (corretta) secondo cui la vita sulla Terra è stata influenzata da questo manufatto extraterrestre, e ciò potrebbe anche comportare, dal punto di vista logico dell'A.I., una relativizzazione dell'importanza del genere umano... e la formazione dell'idea che rifare tutto da capo partendo da un po' di materia organica e dal tocco del monolite misterioso, sia effettivamente possibile...
E chi non vorrebbe rifare tutto da capo?
Salve. Bravo Kobayashi. In fondo che ne sappiamo della gerarchia che potrebbe legare le artificialità o presunte tali) alle naturalità (o presunte tali) ? Noi in fondo viviamo tra le nebbie dell'ignoranza. Saluti.
Salve Jean ed Ipazia. A proposito della "nota umoristica" di Jean (l'umorismo è un formidabile grimaldello per la verità), condivido in modo speciale per quanto riguarda Ipazia.
Ciascuno ha il proprio stile, per carità. Poi il proprio bagaglio ( ho detto bagaglio, non bavaglio) culturale, poi tante altre belle cose.
I linguaggi troppo culturalmente indirizzati hanno in genere (consapevolmente od inconsapevolmente) dei tre scopi l'uno : sovrastare l'interlocutore oppure svolgere del narcisismo intellettuale (non sono questi due, mi sembra, i casi di Ipazia) oppure escludere gli inadeguati.
Il fatto è che l'esclusione degli inadeguati può costituire sia un arricchimento che un impoverimento del Forum. Meglio un forum "d'èlite" poco comprensibile ma profondo od uno "democratico" ma pieno di superficialità ?
E' il solito problema. La definizione di "radical chic" insegna". Ai posteri l'ardua sentenza. Salutoni.
Ciao viator,
(piccolo OT per chiudere la *notazione umoristica...)
gli "inadeguati" costituiscono un genere a se stante, di cui l'unico rappresentante nel forum coincide con l'utente Sariputra, talmente inadeguato che nel tentativo di rimediar qualche svarione ne produce di nuovi... ma come son certo del sense of humor dell'amico Sari così confido e credo in quello dei (delle) destinatari del suo (ovviamente inadeguato) umorismo... ah, Sari, stacci attento ... vedi cos'è successo a Dolce & Gabbana... 'un li compra più nessuno i loro abiti in Cina...
cordialmente
Jean
Citazione di: viator il 05 Dicembre 2018, 21:45:09 PM
Salve Jean ed Ipazia. A proposito della "nota umoristica" di Jean (l'umorismo è un formidabile grimaldello per la verità), condivido in modo speciale per quanto riguarda Ipazia.
Ciascuno ha il proprio stile, per carità. Poi il proprio bagaglio ( ho detto bagaglio, non bavaglio) culturale, poi tante altre belle cose.
I linguaggi troppo culturalmente indirizzati hanno in genere (consapevolmente od inconsapevolmente) dei tre scopi l'uno : sovrastare l'interlocutore oppure svolgere del narcisismo intellettuale (non sono questi due, mi sembra, i casi di Ipazia) oppure escludere gli inadeguati.
Il fatto è che l'esclusione degli inadeguati può costituire sia un arricchimento che un impoverimento del Forum. Meglio un forum "d'èlite" poco comprensibile ma profondo od uno "democratico" ma pieno di superficialità ?
E' il solito problema. La definizione di "radical chic" insegna". Ai posteri l'ardua sentenza. Salutoni.
Mamma mia quante paturnie. Lasciamo perdere i complessi di vario genere e cerchiamo di essere adeguati ciascuno alla propria maniera. Dai viator, ti racconto una favola liberamente tratta da 2001 Odissea nello spazio con tutte le mie inadeguatezze a cui sono molto affezionata.
Citazione di: Jean il 05 Dicembre 2018, 19:21:31 PM
Sì, parrebbe una reincarnazione, tuttavia ad un livello superiore di coscienza... magari il superuomo nicciano annunciato dallo Zaratustra... e qui ci manca il supporto dell'amico Garbino per addentarci nell'interpretazione che assai fece discutere e a cui si ricollega @ Ipazia, dal suo punto di vista (e quello di Nietzsche) naturalmentelasciando Dio fuori dal set... (grazie Ipazia per l'intervento).
C'è un guastafeste, tuttavia, in questo castello interpretativo: e si chiama Dio. Nietzsche, infatti, è il filosofo che ha annunciato la sua morte. Kubrick, invece, dice – addirittura – che il concetto di Dio è "al centro" del suo film. Ma quale Dio?
Il regista non ha in mente "un'immagine tradizionale, antropomorfa di Dio", bensì crede sia "possibile formulare un'affascinante definizione scientifica una volta accettato il fatto che esistono circa cento miliardi di stelle solo nella nostra galassia".
L'oltreuomo niccano ha caratteristiche divine, è un fato, inteso come gli dei dell'antica Grecia, e questo carattere fatale è accentuato ancor più nelle opere tarde di FN tra 87 e 88 prima del crollo. Le ultime parole del suo ultimo saggio sono:
Dioniso contro il Crocefisso.
Il filo conduttore del film è il monolite: demiurgo di quello strumento di progresso e dannazione che è la tecnica. Il passaggio di testimone "tecnologico" tra l'osso-clava e le astronavi è trasparente. Così come il cambio di atmosfera dal dionisiaco (natura) all'apollineo (razionalità) viene sottolineato dall'opposto registro della musica dei due Strauss, oltre che dalla scenografia sobriamente funzionalista dell'interno delle stazioni spaziali.
La morte di dio la porrei nella Luna, pianeta morto per definizione, e la musica di Ligeti a far da requiem ci sta pure bene. Il monolitico nume risorto dalla tomba lunare rilancia la storia umana e cinematografica verso i confini del sistema solare. La scelta di Giove (Zeus-Jupiter) non mi pare casuale. L'ambiguo intreccio tra uomo e tecnica riprende il suo corso fino al redde rationem finale.
L'avaria. Certo che c'è, ma non è la casuale avaria di una I.A. che ha deciso di fare il salto in proprio, ma quella più profonda del rapporto uomo macchina, dell'uomo che, dopo averlo sottratto a Dio, ha consegnato alla Tecnica, nuovo idolo assoluto, il suo destino. C'è molta consapevolezza di questo ruolo nella flautata petulanza di Hall 9000. L'arcere David Bowman si troverà alla fine da solo, in rappresentanza dell'Uomo, a dover trarre tutte le frecce dalla sua feretra razionale per porre rimedio a tale fatale avaria. La disattivazione di Hall 9000 è il momento dell'illuminazione, della ripresa del cammino dell'homo sapiens verso il suo destino. La morte di Hall ha del patetico (... ho paura... la filastrocca infantile...): il risveglio dal sogno della ragione rivela la banalità del mostro da essa creato ed a cui si è affidata (anche se nella realtà i ponti e le case continuano a crollare, le macchine a uccidere e le macchine di morte a volare. Anche nel Vietnam di allora). Interessante pure la già sottolineata simbologia dell'unico occhio e l'analogia con l'odissea omerica. Ma ci vedrei pure Tolkien e Foucault.
E' pure il momento in cui si ripristina il contatto con la memoria umana della missione e la macchina (la sonda) torna ad essere docile strumento in mano al suo signore, lasciando l'astronave a tomba eterna dell'ultimo nume tecnologico nel silenzio del cosmo.
La passione finale, sottolineata ancora una volta dalla musica di Ligeti e da una scenografia psichedelica, finisce, com'era cominciata l'ultima missione, in un luogo totalmento apollineo, segnato anche cromaticamente dal bianco dell'astrazione razionalistica e dal rispecchiamento speculativo di rughe implacabili. In quelle geometrie platoniche l'ultimo uomo consuma la sua ultima cena che non lascerà alcun simbolo a memoria futura. Nessun sacro graal o goccia di vino per i pifferai della musica dell'avvenire. Solo un esile calice di cristallo, in cui tutto è già stato bevuto, in frantumi.
Non resta che il commiato, il passaggio di testimone, certo non trionfale come il volo della tibia dionisiaca verso le apollinee macchine celesti, ma l'indice tremolante dell'ultimo uomo verso l'incognito che lo sostituirà. Nessuna musica per tutta la sequenza: solo un respiro, pneuma, atman, sempre più affannoso fino all'agonia.
L'ultimo Zarathustra straussiano che accompagna la creatura verso la Terra (eterno ritorno ?) è più per motivi drammaturgici cinematografici, perchè la musica dell'avvenire, quella vera transumanata, non la conosciamo. Ma pure un doveroso omaggio al creatore di quello che una volta si chiamava immaginario collettivo, che permea da capo a fondo questo film. Fece bene Kubrick a non sbilanciarsi più di tanto: i miti amano il mistero. E il mistero rende questo film ancora più mitico.
Trovo quasi più interessanti i vostri commenti sul film che non il film stesso :-\ . Ricordo infatti che mi annoiò abbastanza quando lo vidi...troppo lento per i miei gusti. E sì che all'epoca ero un accanito lettore delle collane Cosmo Oro e Cosmo Argento. Adesso non sopporto più la fantascienza...nemmeno quella di qualità, come alcuni film usciti negli ultimi anni di cui mi parlano bene...
Adesso vado in cerca su internet di vecchi film western anni cinquanta... epoca in cui probabilmente ero un coniglio ariete o "testa di leone", non so...:(
Ah, Sari... allora eri tu quello...Quando la prima proiezione di 2001: Odissea nello spazio non era ancora finita, Rock Hudson si alzò dalla poltrona e uscì dalla sala domandando: "C'è qualcuno che può dirmi di che diavolo parla questo film?".Ci fosse stata l'Ipazia t'avrebbe anticipato la magnifica interpretazione che ha qui postato (e che mi auguro venga dibattuta dagli utenti).Purtroppo non l'avresti riconosciuta... te ne sei andato nell'altra sala dove proiettavano I due invincibili che ti ha entusiasmato al punto d'aver comprato fucilino e cappello da cowboy e così agghindato ammazzar torme di nordisti... accidenti, eran grappoloni di prosecco!! Il tu' babbo (nordista) poi t'ha sistemato a dovere..! Ma poi, era davvero un bel film?Critica:Secondo il Morandini il film, "un po' letargico nel ritmo e prolisso nella narrazione, è ravvivato da qualche sequenza d'azione e dalla coppia Hudson-Wayne". Secondo Leonard Maltin "fatta eccezione per la ben assortita coppia Wayne-Hudson e per la presenza delle star del football Gabriel e Olsen, questo banale western ha ben poco da offrire". Duc in altum, Sari...Jean
Salve Ipazia. Quali tue inadeguatezze ? Sia la tua che quella di Sariputra sono adeguatezze profondamente indipendenti (non reciprocamente indipendenti.....indipendenti dal resto del mondo).
Entrambi create (eventualmente) l'eventuale inadeguatezza altrui.
Vedi, io sostengo che sia meglio essere come me (modesto, vero?).
Nel senso che, essendo io uno con poche idee, tutte sbagliate ma estremamente chiare, mi preferisco a quelli che hanno molte idee, tutte giuste ma completamente confuse.
In effetti io trovo che il lavoro di Kubrick non sia fantascienza ma fantafilosofia. Il monolite è l'effetto ultimo (della scienza) destinato a costituire la causa prima (di una nuova filosofia).
E Hal non è una intelligenza artificiale. E' un coscienza artificiale. Salutoni.
"Ciao Lou,
dopo aver letto alcune possibili interpretazioni (piani di lettura...), l'interrogarsi come dici sull'ambiguità dei nostri schemi mentali è inevitabile e il tuo intervento aveva già anticipato qualcosa di quanto ho scritto oggi.
C'è un passaggio che mi piacerebbe approfondire, quando scrivi del potere dell'arte:
...il cui significato in divenire e in larga parte ancora ignoto, esonda e/o, forse, cade fuor delle virgolette del termine con cui cataloghiamo l'evento. Che in qualche modo siamo indotti a percepire (potenza dell'arte e dell'immaginazione ).
Davvero un gran potere... superiore ad ogni altro se può condurre ad intravedere (bello il termine inglese: glimpse che a me procura l'immagine di uno sbatter di ciglia) qualcosa al di là del conosciuto e non un mero congetturare/ipotizzare al riguardo.
Così che la scienza si confronta con la trascendenza, la filosofia ne perlustra i confini e l'arte – talora – li sorpassa... (conseguentemente la spiritualità li vive...)."
"When I was a child
I caught a fleeting glimpse
Out of the corner of my eye
I turned to look but it was gone"
Rinnovare che è un restaurare quello sguardo bambino tanto caro alla filosofia, all'arte e alla scienza, da cui sorgono - forse il film è un tentativo di rinnovamento, che è, a suo modo, un ritorno.
Del resto Hal, non a caso, è un bambino.
Citazione di: viator il 06 Dicembre 2018, 15:53:12 PM
...
In effetti io trovo che il lavoro di Kubrick non sia fantascienza ma fantafilosofia. Il monolite è l'effetto ultimo (della scienza) destinato a costituire la causa prima (di una nuova filosofia).
E Hal non è una intelligenza artificiale. E' un coscienza artificiale. Salutoni.
Certamente: alla scienza spetta l'intelligenza, alla tecnica l'autocoscienza di quella intelligenza. Qualcosa di simile deve aver detto anche Heidegger. Autocoscienza significa etica, volontà di agire in proprio, e qui cominciano i problemi. Già Chaplin in
Tempi moderni ci mostra come la catena di montaggio trasferisce il dominio del tempo di lavoro dall'operaio alla macchina. Hal fa di più: controlla autocraticamente la vita degli umani che gli sono affidati e ci mette molto poco ad accorgersi che sono in sua balia.
La tecnica funziona così: è dispositivo di dominio sul mondo. Prima di passare alla tecnologia ha sperimentato i suoi metodi nelle macchine ideologiche: economia, politica, religione. Ora sta trasferendo questa esperienza sulle macchine tecnologiche. Hal è il racconto di questo trasferimento. Non siamo più noi a decidere le avarie, ma è (chi controlla) la tecnica. Ma, come Hal, la tecnica finisce col decidere in proprio e può decidere che l'avaria sono gli umani, come i calcolatori finanziari che decidono che lavoratori rottamare e quali tenere.
Prima di passare alla tecnologia ha sperimentato i suoi metodi nelle macchine ideologiche: economia, politica, religione. Ora sta trasferendo questa esperienza sulle macchine tecnologiche. Hal è il racconto di questo trasferimento. Non siamo più noi a decidere le avarie, ma è (chi controlla) la tecnica. Ma, come Hal, la tecnica finisce col decidere in proprio e può decidere che l'avaria sono gli umani, come i calcolatori finanziari che decidono che lavoratori rottamare e quali tenere.
L'ultimo mostro creato dall'uomo...l'ultimo di una lunga serie. Però, mentre gli altri mostri erano ancora tutto sommato controllati ( e controllabili..) dall'uomo, questo sta ricevendo una 'delega' sul controllo dell'umanità sempre più massiccia e direi irreversibile...La seduzione delle macchine tecnologiche è potentissima, ne siamo incantati perchè sono ben tangibili e tascabili ormai. Un tempo la macchina era nella fabbrica, adesso la portiamo sempre con noi e ne controlliamo ansiosamente la carica. I confini sfumano ogni giorno di più...siamo noi che la portiamo o in verità è lei che ormai ci porta con sè?...Huawei è piiù pericolosa dell'arsenale nucleare russo...le torri di controllo e le reti infrastrutturali sono armi micidiali...chi le controlla può controllare il mondo e scatenare una guerra cibernetica che ci può rendere muti...e tristi...Elon Musk fa il profeta: l' IA sarà la più grande minaccia che l'umanità si è mai trovata di fronte...nel frattempo un'isola tecnologica di plastica, grande tre volte la Francia, si sposta con le maree nell'Oceano Pacifico... :(
Tornando a "2001 Odissea nello spazio" propongo un'interpretazione più conservatrice.
Il monolite è realmente qualcosa di extra-umano. È ciò che l'uomo ha sempre definito come Dio.
Il tocco del monolite dà intelligenza all'uomo che subito però la usa per costruire armi e uccidere.
La scomparsa del monolite, poi ritrovato sulla Luna, riflette quei numerosi racconti religiosi in cui la divinità è nauseata da ciò che ha creato, dall'uomo, e decide di abbandonarla o di distruggerla.
Ma nel film uno degli scienziati che hanno lavorato al ritrovamento sulla Luna dice "è stato deliberatamente sotterrato lì circa quattro milioni di anni fa".
Perché? Perché potesse essere ritrovato al momento giusto dell'evoluzione umana.
Gli incontri tra astronauti di nazioni che nella realtà, a quei tempi, si consideravano nemiche, suggerisce un mondo dominato dalla razionalità, senza guerre.
Ultimo prodotto di questa evoluzione: Hal 9000.
Evidentemente, visto il duello tra uomo e I.A. che si scatena a bordo, l'uomo deve compiere un altro passo, che non può fare da solo, ancora una volta ha bisogno di un tocco divino...
Ma ora è pronto.
Ecco l'ultimo passo nella parte finale del film. Uno sprofondamento (psichedelico) nella divinità.
Il vecchio uomo muore, nasce un uomo nuovo.
Come insegnano tutte le dottrine spirituali: profezia quindi di un fatto reale accaduto nei pressi di Giove...
Nel film "Transcendence" si affronta invece la questione del trasferimento della mente umana su supporto digitale.
Ora, in piccola parte questo processo è già iniziato con il trasferimento della memoria umana nella rete. Per ora soprattutto la memoria collettiva, il sapere pubblico.
Ma già parte della memoria individuale è trasferita in rete sui social: in tempo reale immagini e filmati di eventi vengono postati nel proprio spazio virtuale.
Tutto cambierà quando ciascuno di noi se ne andrà in giro ogni giorno con microscopiche videocamere capaci di inviare in modo automatico direttamente ciò che riprendono al nostro archivio privato in rete.
Sarà così possibile "ricordarsi" di una cena tra amici di qualche anno prima visionando la ripresa di quella sera.
Il ricordo sarà completamente diverso: l'immaginazione non dovrà riempire i vuoti lasciati dal tempo. Tutto sarà oggettivamente osservabile.
La memoria organica rischierà forse di atrofizzarsi non avendo più alcuno scopo.
I primi monaci cristiani dovevano imparare a memoria interi libri delle Scritture. Come minimo il Nuovo Testamento e i Salmi. Questo per due motivi: per poter celebrare le preghiere comuni, essendo i manoscritti rari e costosi; perché ciò permetteva loro di "ruminare" la Parola anche mentre lavoravano. Potevano ripensare continuamente alla Parola, meditarla quando volevano.
In fondo noi non siamo essenzialmente ciò a cui pensiamo? Ciò che occupa, per lo più, e concretamente, nel corso delle giornate il nostro spazio interiore?
E loro, i monaci, volevano essere come Cristo. Per questo il ricordo di Cristo era continuamente riattivato appunto grazie alla memoria.
Come sarà questo uomo del futuro, senza memoria organica, sottoposto agli stimoli più diversi, accumulatore di ricordi digitali?
Citazione di: Jean il 05 Dicembre 2018, 19:21:31 PMIl monolito di Hammurabi (in diorite nera, pietra che per la sua durezza veniva usata per lavorare il granito... e per lavorare quella..?) dici che contiene il mondo dei significati e penso tu ti riferisca al codice stesso, il corpus legale, una delle prime raccolte di leggi. Codici legali e codici informatici... istruzioni o linee di programma/algoritmi che dovrebbero regolare società ed individui.
(La diorite veniva presumibilmente levigata con acqua e sabbia per abrasione)
Prima del codice, immagina la pietra cavata lavorata a liscio, l'idea di incidervi sopra è un idea che ha a che fare con il concetto di profondità. Il segno inaugura la profondità del tempo, è un solco su una superfice piatta, come piatta era la coscienza prima che arrivasse il segno. E' universale (anche se può essere ligneo) il segno è sviluppato come un incisione su ciò che altrimento è liscio, cioè non profondo, bidimensionale, un tempo dove si può solo scorrere e mai scalfire. Le scimmie di Kubrik prendono in mano l'osso, cioè l'incisore, davanti a quella superficia liscia e cominciano a lasciare il segno di una nuova coscienza.
Citazione di: InVerno il 08 Dicembre 2018, 12:32:49 PM
Citazione di: Jean il 05 Dicembre 2018, 19:21:31 PMIl monolito di Hammurabi (in diorite nera, pietra che per la sua durezza veniva usata per lavorare il granito... e per lavorare quella..?) dici che contiene il mondo dei significati e penso tu ti riferisca al codice stesso, il corpus legale, una delle prime raccolte di leggi. Codici legali e codici informatici... istruzioni o linee di programma/algoritmi che dovrebbero regolare società ed individui.
(La diorite veniva presumibilmente levigata con acqua e sabbia per abrasione)
Prima del codice, immagina la pietra cavata lavorata a liscio, l'idea di incidervi sopra è un idea che ha a che fare con il concetto di profondità. Il segno inaugura la profondità del tempo, è un solco su una superfice piatta, come piatta era la coscienza prima che arrivasse il segno. E' universale (anche se può essere ligneo) il segno è sviluppato come un incisione su ciò che altrimento è liscio, cioè non profondo, bidimensionale, un tempo dove si può solo scorrere e mai scalfire. Le scimmie di Kubrik prendono in mano l'osso, cioè l'incisore, davanti a quella superficia liscia e cominciano a lasciare il segno di una nuova coscienza.
Ciao InVerno,"l'incisore" è una bella immagine... che riporta alla creazione di Adamo (Michelangelo, Cappella Sistina).WP - Adamo, la cui figura venne studiata con cura, venne invece riportato sull'intonaco con la sola incisione diretta.... che a sua volta si ricollega alle ultime scene del film, nelle quali Bowman morente protende il dito verso il monolite (voluta da Kubrick, qualcuno dubita?) Riguardo le analogie tra il nimbo Angelico e l'utero materno e/o il cervello:WP - Il gruppo divino è inserito in un grande manto rossastro, gonfio di vento, che abbraccia l'Eterno e gli angeli con una curva dinamica, che per alcuni studiosi ricorda la forma di un cervello umano, che sottolineerebbe il concetto di "idea" divina, per altri una conchiglia. Un gruppo di ricercatori italiani, in un lavoro recentemente pubblicato sulla rivista Mayo Clinic Proceedings, ha accostato la sagoma del "mantello" raffigurato nell'affresco con una sezione anatomica di utero post-partum, ottenendo una suggestiva sovrapposizione. La corrispondenza dei dettagli anatomici, sorprendente per l'esattezza, non può essere ritenuta casuale, ma si spiegherebbe solo in virtù della profonda conoscenza anatomica che Michelangelo aveva acquisito attraverso una consolidata esperienza di dissezioni su cadavere praticate durante il periodo trascorso presso la Basilica di Santo Spirito a Firenze.. Già Adrian Stokes nel 1955 aveva parlato di "uterine mantle" e il Professor Andrea Tranquilli aveva intuito che il mantello fosse la rappresentazione di un organo cavo di colore rosso deputato alla "creazione".Le ritengo valide entrambe, come ritengo plausibile la doppia funzione di "cervello" e "utero" del monolite, mentre per Ipazia quest'ultimo rappresenta .... quello strumento di progresso e dannazione che è la tecnica. Il passaggio di testimone "tecnologico" tra l'osso-clava e le astronavi è trasparente. Vero è che la "tecnica" svolge il ruolo centrale nel film... come lo sta sempre più svolgendo nell'odierna società. Così che "l'incisione" ha smesso d'aver necessità d'un "incisore" fisico (ricordate i dischi in vinile?), per aversi un "segno che agisce" basta uno spunto (e domani un pensiero...) su una pagina internet... e miliardi di dollari (o euro) passano di mano... Quindi, seguendo il pensiero di InVerno, questa nuova coscienza ha ormai alle spalle l'aggancio tridimensionale ed opera in una virtualità (per quanto sinora sostenuta da componenti fisiche) il cui prossimo confine – da raggiungere e forse da superare – è quello temporale.Il senza-tempo (per altri versi l'eterno ritorno), il non-luogo dove la tecnica perderà la sua ragion d'essere e l'uomo conseguirà la liberazione dalla tirannia del tempo (il braccio armato del destino, come l'avevo definito).(sempreché non vada tutto a catafascio...). CordialementJean
Ciao Inverno,
Alex Honnold è tra le persone che più stimo ed ammiro, non solo per gli impossibili realizzati, di cui l'ultimo è considerato alla stregua dello sbarco sulla luna per importanza.
Ha vinto strameritatamente l'Oscar per il miglior documentario, realizzato (assieme alla troupe) da quell'altro gran uomo di Jimmy Chin, quello di Meru, il dente di squalo Himalaiano.
Ho visto il film, straordinario... Alex, come molti asperger, ha delle caratteristiche che si possono sintetizzare con: è nel mondo ma non del mondo... e nel film vien mostrato lo studio sulla sua ghiandola cerebrale (amigdala) qual indizio organico.
Coincidenza, stavo proprio pensando di scrivere un post su Alex, El Cap ed il film quando mi son imbattuto sul tuo post, felice che un'altra persona ne sia stata affascinata.
Quello di Alex è un lavoro?
O c'è qualcosa in quell'uomo capace di toccar la vita ad un livello differente dell'usuale e fornirci un indizio utile anche a noi "normali"?
Certamente la sua è un'impresa al di là dell'aldilà... ne parleremo.
(PS- non son tre chilometri... tremila piedi...)
Cordialement
Jean
Citazione di: Jean il 26 Febbraio 2019, 22:36:41 PM(PS- non son tre chilometri... tremila piedi...)
Mi sono accorto dell'errore , ma ho deciso di lasciarlo perchè in fin dei conti dire che ha arrampicato tremila piedi non gli rende giustizia, se consideri quante volte ha scalato quella roccia per prepararsi. Sarebbe interessante che qualcuno avesse contato quanti kilometri ad El Cap sono stati necessari compresi di preparazione!
La sua personalità mi lascia confusamente tranquillo, è vero probabilmente è quel tipo di persona che oggi chiamiamo "Asperger" , ma la sua tenacia riguardo alla perfezione, all'esercizio, e all'equilibrio psicologico lascia confusi ma allo stesso tempo con un messaggio semplice, elegante e nobile. O perlomeno la nobilità è suggerita dai meravigliosi sfondi delle sue imprese, la parete di roccia è nobile, lui sembra molto cosciente di quello che sta accadendo in maniera estramente profonda, il che sconfigge definitavamente lo stereotipo che a certe attività siano disposti solo i "ciechi e i pazzi".
Non so se definirei questa esperienza al di la del al di là, ma piuttosto "sovrannaturale", perchè sono assolutamente convinto che non esiste nessun altro essere in natura capace, ne intenzionato, a fare quello che ha fatto quell'uomo. Che cosa cercava in cima alla vetta? non certo dell'erba da brucare!
Ciao!
:-[
Mi scuso con Inverno e con tutti, avevo visto il documentario Free solo in lingua inglese (di cui ho pochissima dimestichezza) ed avevo erroneamente attribuito allo scalatore (... Alex, come molti asperger... ) la sindrome che invece riguardava il padre.
Ora che l'ho potuto vedere al cinema sottotitolato mi son reso conto dell'errore, pardon... (però che sia un uomo "normale" è ancor più stupefacente).
J4Y
Ho visto il documentario Free Solo su Alex Hannold...........mamma mia che roba! Non ho quasi parole. Senza dubbio egli vive una dimensione di ricerca nella quale mette in gioco la vita. Sinceramente non è un'impostazione che condivido però.......che dire....chapeau!
I figli degli uomini (Children of Men) è un film del 2006 diretto da Alfonso Cuarón. È una pellicola di fantascienza distopica tratta dall'omonimo romanzo della scrittrice britannica P. D. James. https://it.wikipedia.org/wiki/I_figli_degli_uominiUna rivisitazione della sacra famiglia in un futuro non troppo lontano, 2027... Il romanzo è del 1992 e la visione della scrittrice riguardo gli "spostamenti" delle persone è straordinariamente profetico. Non ho letto il libro ma visto il film, davvero ben costruito, ottimi gli attori (tra i quali Michael Caine) e la scenografia. Su tutto il ritmo narrativo, incalzante e poi lento (riflessivo) in sequenza. C'è anche una canzone dei Rolling interpretata dal nostro impareggiabile Battiato che a mio avviso va al di là della versione originale https://www.youtube.com/watch?v=q4E2R_xqesA CordialementJean
https://www.youtube.com/watch?v=Gy7FVXERKFE
Questo qui sopra invece e' solo il trailer di un film mai trasmesso dal titolo "LO STATO GRIGIO"
(Ossia il futuro prossimo dell'Italia - e l'EU - sancito dall'ultimo sinistro inciucione...ultimo perché non vi faranno manco più votare..del resto per quello che valeva! )
E indovina un po perché il film non e' mai uscito?
Perche il regista si sarebbe "suicidato" poco prima,uccidendo pure la sua famiglia!
ooooohhhhhh ma che coincidenza !! :o :o :o
Le migrazioni vanno governate, altrimenti diventano incubi distopici. Per governarle bisogna agire alla fonte, laddove falliscono i governi locali. E poichè la questione è seria, serie e risolutive devono essere pure le misure correttive.
Citazione di: acquario69 il 30 Agosto 2019, 06:56:44 AM
https://www.youtube.com/watch?v=Gy7FVXERKFE
Questo qui sopra invece e' solo il trailer di un film mai trasmesso dal titolo "LO STATO GRIGIO"
(Ossia il futuro prossimo dell'Italia - e l'EU - sancito dall'ultimo sinistro inciucione...ultimo perché non vi faranno manco più votare..del resto per quello che valeva! )
E indovina un po perché il film non e' mai uscito?
Perche il regista si sarebbe "suicidato" poco prima,uccidendo pure la sua famiglia!
ooooohhhhhh ma che coincidenza !! :o :o :o
Il futuro prossimo Italiano? Cioè il nuovo governo metterà un codice a barre su tutti, confischerà tutte le armi agli Italiani, instaurando la legge marziale? E per un soggetto così banale una squadra di ninja della CIA ha ucciso il suddetto "regista", anzichè lasciarlo produrre ciò che altri producono tranquillamente in serie a puntate di centinaia di ore? L'unica cosa che dimostra questa roba è che la paranoia è una patologia seria che va curata con terapie adeguate, perchè i paranoici spesso si trasformano in violenti (anche e sopratutto dei propri cari), sopratutto quando incontrano la realtà, cioè che nessuno voleva finanziare il suo film perchè era un regista mediocre e non il
profeta della verità quale evidentemente credeva di essere. La cosa peggiore è far passare per un martire-eroe, un personaggio ridicolo che ha portato con se anche sua moglie e suo figlio nelle sue delusioni personali fino alla morte, anzichè condannarlo alla dannazione che meriterebbe.
Citazione di: Jean il 29 Agosto 2019, 19:23:46 PM
I figli degli uomini (Children of Men) è un film del 2006 diretto da Alfonso Cuarón. È una pellicola di fantascienza distopica tratta dall'omonimo romanzo della scrittrice britannica P. D. James. https://it.wikipedia.org/wiki/I_figli_degli_uomini
Una rivisitazione della sacra famiglia in un futuro non troppo lontano, 2027...
Il romanzo è del 1992 e la visione della scrittrice riguardo gli "spostamenti" delle persone è straordinariamente profetico.
Non ho letto il libro ma visto il film, davvero ben costruito, ottimi gli attori (tra i quali Michael Caine) e la scenografia.
Su tutto il ritmo narrativo, incalzante e poi lento (riflessivo) in sequenza.
C'è anche una canzone dei Rolling interpretata dal nostro impareggiabile Battiato che a mio avviso va al di là della versione originale https://www.youtube.com/watch?v=q4E2R_xqesA
Cordialement
Jean
Su youtube potete vedere il trailer https://www.youtube.com/watch?v=WaK-GGUb6gQe la scena finale https://www.youtube.com/watch?v=YBzWTIexszQ che molti commenti (ok, campione limitato e non rappresentativo...) reputano tra le migliori della storia del cinema, unitamente all'intero film. La recitazione di Clive Owen è perfetta e del regista, Alfonso Cuaròn... beh, quello di Roma, tre oscar per un film in bianco e nero del 2018, tutto dire... (per I figli degli uomini due nomination agli Oscar nella categoria Migliore sceneggiatura non originale e in quella per il Miglior montaggio,importante quanto la regia per il ritmo narrativo... son pochi i registi che vi si dedicano).Sarebbe interessante entrare negli argomenti del film ma bisognerebbe averlo visto (3,99 euro la visione; 4,99 l'acquisto https://www.youtube.com/watch?v=3tpw6OAH6oE).Uno degli argomenti del film (non a caso Cuaròn è messicano...) riguarda le migrazioni che Ipazia ritiene dovrebbero essere governate agendo alla fonte. Governare significa reggere il timone, guidare la nave... evidenti analogie con quanto accade oggi per mare.Si è discusso molto sul forum di questo problema e numerosi topic sono i luoghi adatti per ulteriori contributi in merito. Questa sezione, senza rigidità di sorta, dovrebbe evidenziare alla discussione le peculiarità appunto artistiche di un'opera, un'azione, un pensiero, un'idea... ecc. Ho ricercato il film (il trailer, ché il film non si è fatto) suggerito da Acquario trovando che il film "A gray state" presentato su Netflix è un'Inchiesta sul decesso di un regista (quello del trailer, ndr) la cui morte, insieme a quella di moglie e figlia, ha alimentato teorie complottiste di estrema destra. https://www.mymovies.it/netflix/news/da-vedere/a-gray-state/.
Purtroppo non seguo le inchieste per mancanza di tempo e differenti interessi. CordialementJean
Madonna giugno 2017
1-Il nuovo giorno ancor richiama qual valor nell'apparenza, 18 enza
2-quel guardar come dal palco dove è assisa la presenza. 18 enza
3-Pur bagnata d'acque fonde non trattien alcuna goccia, 16 occia
4-segue ogni direzione ma di sé non lascia traccia. 16 accia
5-Se chiamata non risponde al par di un gatto diffidente 18 ente
6-che ti osserva di lontano, ai tuoi gesti indifferente. 18 ente
7-T'accadde di giocare e ben sai la differenza 16 enza
8-con chi passa, guarda, fugge e non sente l'esigenza 16 enza
9-di lasciar di sé una traccia che rimanga alla coscienza, 16 enza
10-sì che al par di fuochi fatui, baglior di fluorescenza, 16 enza
11-non resta del percorso che memoria, evanescenza... 16 enza
12-Ma una sera ben d'appresso ti osservò curiosamente, 18 ente
13-e senza invito né chiamata ti rispose confidente 18 ente
14-con parole sconosciute che le altre tutte scaccia, 16 accia
15-fior nell'arido deserto che si gonfia, quindi sboccia. 16 occia
16-Chi osserva tal colore se intorno è solo assenza? 18 enza
17-Chi odora quel profumo senza il qual non v'è esistenza? 18 enza
Siamo quasi arrivati a giugno ed al suo trentesimo giorno metà anno sarà passato... forse per l'età, il virus o che altro ma è scivolato via come sabbia tra le dita...
Se non v'è modo d'arrestare l'implacabile corso del tempo, non rimane che cercar di viverlo meglio che si può nelle condizioni date, ognuno con le sue modalità.
Uno dei modi a cui talora mi dedico per "fermare" il tempo è attraverso l'attività artistica letteraria, particolarmente quella poetica.
Come tutte le attività anche questa ha i suoi "gradi" di difficoltà che se inizialmente intimoriscono man mano esercitano un'attrazione (vorrei dire) letale, capace di costringervi a rimaner sul foglio sin a superare quel grado che vi sta mettendo alla prova.
Il bello, nel mio caso, è che me lo scelgo da solo... salvo credere che quella vocina che mi suggerisce di complicarmela al massimo (la prova) abbia un'origine al di fuori di me... come son propenso a pensare.
Ogni prova, quando superata, produce una sensazione al minimo di rilassatezza ed al massimo di estasi, un tempo senza tempo dove l'aldilà (in questo caso delle vostre possibilità) trascende la sua collocazione e si deposita, leggero, nella vostra umana condizione.
Per poco che duri non lo si scorda.
La poesia che qui condivido è appunto il risultato di una prova cui mi sono sottoposto, cercando attraverso una stretta e rigida metrica di evocare lo sfuggente "fantasma nella macchina" con cui tutti abbiamo a che fare... un argomento convenientemente trattabile nell'aldilà filosofico.
La poesia racchiude altre ulteriori codifiche (oltre a sillabazione e rime), ad esempio le coppie opposte:
1-17 apparenza ed esistenza;
2-16 presenza ed assenza;
3-15 goccia e sboccia;
4-14 traccia e scaccia;
5-13 diffidente e confidente
6-12 indifferente e curiosamente
7-11 differenza e evanescenza
8-10 esigenza e fluorescenza
9... questo verso (spaiato) è il cuore della poesia, appunto lo scopo declamato di "fermar il tempo" attraverso l'opera artistica o qualsiasi altra che vi abbia interamente e degnamente coinvolto .
Cordialement
Jean
(https://www.riflessioni.it/logos/file:///C:/Users/Galvan/Desktop/FOTO%20FORUM%20ok%202.jpg)(https://postimg.cc/06g2r47V)(https://i.postimg.cc/0Nj6XRj1/FOTO-FORUM-ok-2.jpg)
Continuo le mie riflessioni sull'arte poetica (rispettoso di ogni convinzione altrui in merito, a partire dalla metrica sin alla libertà espressiva) oggi presentando un'insolita (e per quel che conosco sinora mai usata) "sistemazione" per le sei quartine della poesia che vi propongo.
Ho usato un "impianto a croce latina immissa" con le quartine sulla navata di 12 sillabe e sul transetto di 8 sillabe.
Si può scegliere il "percorso" delle sei quartine, dall'alto al basso, passando o meno per il transetto di destra, sinistra o entrambi... l'idea era quella di "zone" a sé stanti (navata e transetto hanno autonomia metrica e senso proprio) seppur collegate.
Come per la precedente poesia proposta, anche questa racchiude ulteriori codifiche: la navata ha una narrazione in terza persona e il transetto in prima, i versi del transetto di destra con quelli dell'ultima quartina della navata sono collegati...
Ma qual che sia forma e contenuto le poesie son di due categorie... le seconde son come il dito che indica la luna, toccate dalla carezza dell'ispirazione.
Cordialement
Jean