Di qua d'una muraglia che delimita il confine
di un mondo conosciuto dove ogni cosa scorre ,
apparendo all'esistenza per ritonar nel nulla,
di cui non trovi ragione nè il pensier soccorre
placando l'inquietudo dell'abisso senza fine,
apre la corazza e l'ali la rossa coccinella.
Essa potrebbe volar di là dai cocci aguzzi,
fuggir il merlo, la serpe e le biche di formiche
giungendo all'ignoto, lontano palpitar del mare.
Ma forse paventando la sua fine tra gli spruzzi
al par di te si adatta a quelle mura amiche,
al frinir delle cicale che invitano a sognare.
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"Meriggiare pallido e assorto"
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
E. Montale