Menu principale

Metamorphosĕon

Aperto da doxa, Oggi alle 11:26:00 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

doxa

Nel mondo antico si viveva circondati dai personaggi del mito: rappresentati all'interno delle case in articolate composizioni parietali o sulle gemme che impreziosivano i gioielli, o ancora sulle casse dei sarcofagi o all'interno delle tombe.

Le numerose leggende che circolavano in età romana  furono in parte raccolte nelle "Metamorphosĕon" (=Metamorfosi), poema epico-mitologico di Ovidio.

Il fenomeno della metamorfosi è interessante, nel nostro tempo lo chiamiamo anche "gender fluidity", al quale dedicherò il prossimo post.

Adesso vi propongo  questo dipinto


Sandro Botticelli, Pallade e il centauro, tempera su tavola,  1480 – 1485 circa, Gallerie degli Uffizi, Firenze.

"Pallade", epiteto di Atena:  l'appellativo deriverebbe dal nome di una ninfa chiamata  Pallade, una compagna di giochi della giovane Atena, che la uccise per errore mentre simulavano un combattimento. Atena prese quindi il nome di Pallade in segno di lutto per dimostrare il suo rimorso.

Ed ora un  po' d'iconografia.

Questo quadro ha come sfondo un paesaggio lacustre.

Atena, patrona di Atene (per la mitologia romana, Minerva) è  raffigurata come una giovane donna, in piedi,  con la lunga capigliatura  di colore ramato; sul capo ha una corona formata con rametti di ulivo, serti di ulivo (simbolo di pace),  sono anche sparsi  sul suo abito trasparente.  Ci sono pure  ricami che raffigurano  anelli intrecciati, ognuno con diamante  e con il motto "Deo amante" ("A dio devoto"), ma non visibile. 

La dea,  con il braccio e  la mano sinistra regge un'alabarda, con la mano destra  trattiene per i capelli un centauro arciere, con arco e faretra, metà uomo (dalla vita in su) e metà cavallo (dalle anche in giù). 

I centauri  simboleggiano la dualità umana: razionale e irrazionale, ragione e istinto, perciò questo dipinto di Botticelli è da intendersi come un'allegoria della virtù che frena l'impeto. 

La scena  complessiva potrebbe essere considerata come l'Allegoria della Ragione, di cui è simbolo la dea che vince sull'istintualità raffigurata dal centauro.

I colori tersi e contrastanti, accentuano i gesti e le torsioni delle figure.

doxa

Roberta Scorranese, giornalista del Corriere della Sera, ha recentemente pubblicato il libro titolato: "Fluido. Corpi mutevoli e instabili nell'arte" (edit Giunti), in 11 capitoli spiega i "passaggi di genere e forma".

"Per quanto diversi siano i sessi, nel genere umano ci sono oscillazioni da un sesso all'altro. Spesso sono soltanto gli abiti a mostrare le sembianze maschili o femminili, con complicazioni e confusioni che ne derivano", scrisse nel 1928 Virginia Woolf in "Orlando".

Nel nostro tempo la fluidità, quella "di genere", o "gender fluidity", fa parte della nostra quotidianità.

Le persone gender fluid, dette anche "non binarie", si identificano in un'identità di genere che non è fissa ma può cambiare nel tempo o a seconda delle circostanze, dondolando tra maschile,  femminile, entrambi o nessuna delle due. Questo significa che la percezione del proprio genere è "fluida", non legata a categorie rigide e può manifestarsi con diverse espressioni, come l'abbigliamento. La fluidità di genere,  o transgender, è un aspetto dell'identità di genere, non dell'orientamento sessuale o del sesso biologico.

Comunque non è soltanto una questione di definizione o di autodefinizione, ma anche di rappresentazione. E' la storia a raccontare persone e "tipi" (reali, immaginari, mitologici) che vivono nell'indefinitezza, nella variabilità, come  tra Apollo e Dioniso, tra Afrodite e Atena (per la mitologia romana, Minerva, dea della Sapienza).

Passaggi di genere e di forma hanno popolato la fantasia di artisti e scrittori: dall'Epopea di Gilgames all'indiano Mahabharata, alle "Metamorfosi"  narrate da Ovidio, da Artemide a Narciso, divinità sospese tra gli opposti, androginia e travestimenti, o altre rappresentazioni: "Difficile o dea, riconoscerti quando t'incontra un mortale, anche se è molto saggio: tu prendi tutti gli aspetti": così Ulisse, l'eroe dell'Odissea, si rivolge, sconsolato, ad Atena, protagonista di trasformazioni, come anche  suo padre, Zeus, di identità fittizie.

Atena, la dea della guerra e della strategia bellica, nacque da una gravidanza maschile. Il mito narra che Zeus mise incinta Metis, una figlia di Oceano, ma poi, spaventato dal pensiero che lei potesse generare un figlio più forte e più intelligente di lui, la colse di sorpresa e la divorò.

La gestazione avvenne nel suo corpo maschile e divino. Atena uscì dalla testa di Zeus  già adulta, già guerriera, dotata di elmo, scudo e corazza.

Famosi pittori la rappresentarono nelle sue molte forme e caratteristiche

doxa

Metamorfosi, la meraviglia e l'orrore del cambiamento.

La trasformazione fa parte della nostra vita, a cominciare dalle cellule del nostro corpo, che si rigenerano.

Nella mitologia e nelle fiabe è consueta la trasformazione di un essere vivente o  di un oggetto per volere delle divinità o per magia. 


Ermafrodito dormiente,  gruppo scultoreo in marmo, Museo del Louvre, Parigi.

La marmorea statua, di epoca romana, è la copia di un originale ellenistico in bronzo.
Fu rinvenuta nel 1608 a Roma  durante i lavori per la costruzione della chiesa dedicata a Santa Maria della Vittoria, in via XX Settembre.

Nel 1620 venne affidata a Gian Lorenzo Bernini per reintegrarne il piede sinistro e per realizzare un materasso con cuscino in marmo dove adagiare la statua. La grande abilità dell'artista nel rappresentare le pieghe del materasso era tale che il pubblico credeva che fosse un letto vero.

Il personaggio mitologico di Ermafrodito, figlio di Ermes (messaggero degli dei) e della dea Afrodite,  dea dell'amore, presenta caratteristiche fisiche sia maschili che femminili.

Il giovane, nell'arte greco-romana, è spesso raffigurato come figura femminile con genitali maschili.


statua ellenistica di Ermafrodito, divinità della fertilità e dell'androginia.

Con androgino si intende una persona che ha attributi o caratteristiche maschili e femminili, aspetti esteriori, sembianze o comportamenti propri di entrambi i sessi.