Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole:
ed è subito sera.
Ma nel ricordo, che dentro stringe e serra,
rivedo il tuo bel viso, e le parole
di quella primavera.
Ognuno sta solo sul cuor della terra
ma nel ricordo, che dentro stringe e serra,
trafitto da un raggio di Sole
rivedo il tuo bel viso, e le parole
di quella primavera
ed è subito sera.
Cordialmente
Jean
Citazione di: Jean il 02 Settembre 2016, 19:53:45 PMOgnuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole:
ed è subito sera.
Ma nel ricordo, che dentro stringe e serra,
rivedo il tuo bel viso, e le parole
di quella primavera.
Un rimpianto si perde ed erra;
l'anima non più si duole:
il fato mio s'avvera...
Ognuno sta solo sul cuor della terra
ma nel ricordo, che dentro stringe e serra,
un rimpianto si perde ed erra;
trafitto da un raggio di Sole
rivedo il tuo bel viso, e le parole;
l'anima non più si duole
di quella primavera
ed è subito sera:
il fato mio s'avvera...
[Corsivo mio]
Giocosamente... ;)
Omaggio a E.L.Masters
Rosa sulla veranda, e il blu elettrico del mare
che si getta impaziente sulla sabbia.
Con la febbre vengono strane visioni
e i pianti dei bimbi riposano nella sera.
E tu stavi seduto alla finestra:
Il vento ti scompigliava i bianchi capelli;
con la tua vecchia pipa consumata
guardavi il Vivente e le sue opere.
Ero venuto a trovarmi, o forse
a trovarlo, come non so.
Si sentiva cupo il tonfo del mare,
l'erba di trifoglio ondeggiava,
a tre o quattro petali assieme.
Il piccolo venne alla finestra e sorrideva
nel suo pigiama giallo ornato di rondini.
Poi ti chiesi: - Che cos'è la "divina disperazione"?-
Mi guardasti assonnato con un'aureola di fumo
tra i capelli.
- Hai mai pianto inutili lacrime? - mi chiese.
- Sì, ma non vorrai dirmi che questo esprime la
divina disperazione? -
-Ingenuo amico mio - rispose -proprio per questo la
disperazione è divina. -
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole:
ed è subito sera.
Ma nel ricordo, che dentro stringe e serra,
rivedo il tuo bel viso, e le parole
di quella primavera.
Un rimpianto si perde ed erra;
l'anima non più si duole:
il fato mio s'avvera...
La vita che mi lascia non l'afferra
(altre son le cose ch'essa vuole)
qual fumo che risal dalla teiera.
Ognuno sta solo sul cuor della terra,
ma nel ricordo che dentro stringe e serra,
un rimpianto si perde ed erra,
la vita che mi lascia non l'afferra.
Trafitto da un raggio di Sole
rivedo il tuo bel viso, e le parole;
l'anima non più si duole,
(altre son le cose ch'essa vuole)
di quella primavera.
Ed è subito sera,
il fato mio s'avvera
qual fumo che risal dalla teiera.
Rosa sulla veranda, e il blu elettrico del mare che si getta impaziente sulla sabbia.
Quando stai male sei di nuovo solo, con la febbre vengono strane visioni, rimpianti e ricordi altrimenti smarriti...
... i pianti dei bimbi riposano nella sera e tu stavi seduto alla finestra: il vento ti scompigliava i bianchi capelli, con la tua vecchia pipa consumata guardavi il Vivente, che non si fa afferrare, e le sue opere che dovrai lasciare...
Ero venuto a trovarmi, o forse
a trovarlo, come non so.
Si sentiva cupo il tonfo del mare,
l'erba di trifoglio ondeggiava,
a tre o quattro petali assieme.
Rivedo il bel viso del piccolo che venuto alla finestra sorrideva
nel suo pigiama giallo come un sole trafitto da voli di rondini.
Strano, la mia anima s'era chetata e ti chiesi: - Che cos'è la "divina disperazione"?-
Mi guardasti assonnato con un'aureola di fumo tra i capelli.
- Hai mai pianto inutili lacrime? - mi chiese.
- Sì, ma non vorrai dirmi che questo esprime la divina disperazione? -
-Ingenuo amico mio - rispose -proprio per questo la disperazione è divina. –
Ancora fumava la teiera quando mi destai, ma attesi la sera prima di un'ultima tazza di the...
Dici bene Phil, giocosamente... ;)
Citazione di: Jean il 02 Settembre 2016, 23:37:30 PMOgnuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole:
ed è subito sera.
Ma nel ricordo, che dentro stringe e serra,
rivedo il tuo bel viso, e le parole
di quella primavera.
Un rimpianto si perde ed erra;
l'anima non più si duole:
il fato mio s'avvera...
La vita che mi lascia non l'afferra
(altre son le cose ch'essa vuole)
qual fumo che risal dalla teiera.
Presagi di pace eterna dopo la guerra,
non voci ma silenzio nelle gole
allo svanire di ciò che c'era...
Ognuno sta solo sul cuor della terra,
ma nel ricordo che dentro stringe e serra,
un rimpianto si perde ed erra,
la vita che mi lascia non l'afferra...
presagi di pace eterna dopo la guerra.
Trafitto da un raggio di Sole
rivedo il tuo bel viso, e le parole;
l'anima non più si duole
(altre son le cose ch'essa vuole),
non voci ma silenzio nelle gole
di quella primavera.
Ed è subito sera,
il fato mio s'avvera
qual fumo che risal dalla teiera
allo svanire di ciò che c'era...
Visto lo sviluppo del tema, un po' di "verde speranza" non guasta ;D
Ognuno sta solo nel cuore della terra
ma il cuore della terra tutto accoglie,
di quella primavera
ed e' subito sera
il fato mio s'avvera...
..il bambino paffuto
riverso sulla sabbia,
polmoni pieni d'acqua salata.
Innocente bambino, come tutti i bambini,
anima come tutte le anime....
in cerca di' ancoraggio' e coraggio
in cerca di risposte
sull'ingiustizia dell'annegare,
poi...nella confusione del fato,
quel fumo che risal dalla teiera...
allo svanire di cio' che era....
NON VOCI MA SILENZIO IN GOLA.
E a proposito di sera . . . (Chiedo venia a Foscolo e Leopardi)
Forse perché della fatal quiete
Tu sei l'imago a me sì cara vieni
Oh sera!
E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei...
Così tra questa immensità si annega il pensier mio:
Questo è il mondo?
Questi i diletti, l'amor, l'opre, gli eventi?
Questa la sorte delle umane genti?
... E intanto fugge questo reo tempo!
E mentre guardo la tua pace
Si risveglia ancor
Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.
Grazie Phil,
una terzina per Quasimodo e due per noi... un simpatico gioco... con lo spariglio finale di Aniel (grazie anche a te) che l'ha riportato su binari un po' tristi... quelli della vita reale che, come diceva Isac Asimov, differentemente dal gioco continua anche dopo lo scacco matto. Chissà se sia da interpretare come una speranza...
Sul gioco:
Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco che in un anno di conversazione.
(Platone)
Il modo in cui la gente gioca mostra qualcosa del loro carattere. Il modo in cui perde lo mostra per intero.
(Harvey B. Mackay)
E sui bambini:
Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.
(Dante Alighieri)
Verdeidea,
(prendendo spunto dall'informatica) i versi sono le stringhe (istruzioni) di uno stupefacente programma, iniziato a scriversi nella notte dei tempi e mai terminato perché chiunque può contribuirvi, aggiungendoci qualcosa.
In molti modi: con le parole, i pennelli, o con dei segni che alfine divengon suoni... e molti altri ancora (anche riusando diversamente il materiale prodotto da altri).
Nella ricombinazione dei versi del Foscolo e Leopardi (... hai scelto due poesie che son come gli assi a briscola...) pur se vien meno l'unicum dell'opera (e non potrebbe essere altrimenti) tuttavia ne ho ricavato l'impressione di un'assonanza che non avevo ancora colto... ogni occasione è buona (anche un gioco) per meravigliarsi di quante belle cose abbiamo a disposizione...
... prendendolo come un gioco, dite, quale potrebbe essere lo stupefacente "programma"?
Buona domenica
Jean
L'universo non ha un centro, L'universo ha un centro,
ma per abbracciarsi si fa così: ma per dividersi si fa così:
ci si avvicina lentamente ci si allontana velocemente
eppure senza motivo apparente, senza apparente motivo,
poi allargando le braccia, poi chiudendo le braccia,
si mostra il disarmo delle ali, si mostra la forza delle proprie ali,
e infine si svanisce, svanendo infine,
insieme, soli e divisi
nello spazio di carità nello spazio d'odio
tra te tra te
e l'altro. e l'altro.
Chandra Livia Candiani
Un pensiero della Candiani:
C'è chi pensa che la poesia sia noiosa. E' la scuola ad averci rovinato, con le note e le analisi, come se lo scopo fosse di "tradurla".
E invece il bello è proprio il suo mistero, non capire tutto.
Del tutto ignari della nostra esistenza
voi navigate nei cieli aperti dei nostri limiti,
e delle nostre squallide ferite
voi fate un balsamo per le labbra di Dio.
Non vi è da parte nostra conoscenza degli angeli,
né gli angeli conosceranno mai il nostro martirio,
ma c'è una linea di infelicità come di un uragano
che separa noi dalla vostra siepe.
Voi entrate nell'uragano dell'universo
come coloro che si gettano nell'inferno
e trovano il tremolo sospiro
di chi sta per morire
e di chi sta per nascere.
Alda Merini, da "La carne degli angeli"
Della nostra esistenza,
dei nostri limiti e delle nostre ferite
voi fate conoscenza,
gli angeli conosceranno il nostro martirio,
una infelicità separa chi sta per morire
e chi sta per nascere.
cordialmente
Jean
Come in un sogno,
l'amore viene con passi silenziosi.
R.Tagore
A-L'amore viene,
come i sogni di passi silenziosi.
B-Nel silenzio dei passi,
ho sentito venire l'amore.
C-Come i sogni silenziosi,
sono i passi dell'amore.
D-L'amore non ha passi,
che non siano silenziosi.
E-L'amore è silenzioso
F-L'amore è nel silenzio.
G-Nel silenzio viene l'amore.
Grazie Jean , grazie Sariputra, le vostre poesie sono meravigliose, io ne ho trovato una talmente bella che non riesco proprio a profanarla con una 'modifica' pero' per ringraziarvi ve la presento lo stesso:
Un sogno dopo aver letto in Dante
l'episodio di Paolo e Francesca
Come sulle leggere piume un tempo
Ermete si affretto quando al cullante
suono cede' scornato nel sonno Argo,
cosi sopra una delfica zampogna
il mio spirito ozioso zufolando
cosi' burlo', cosi' per malia prese,
cosi' vinse,cosi' il drago del mondo
privo dei suoi cent'occhi, e cosi' dopo
vedendo che dormiva,fuggi via:
_non sull'Ida e al suo ciel freddo di neve,
ne' in Temple dove afflitto per un giorno
Giove riste', ma a quel secondo cerchio
del triste inferno, in cui fra il turbinio
del vento e le folate fra di pioggia
e grandine,non serve che gli amanti
dicano il loro affanno con parole.
Pallide erano e tenere le labbra
ch'io vidi, pallide erano le labbra
che baciai, e leggiadra la forma era
con cui insieme abbracciato fluttuai
per quella malinconica bufera.
John Keats -1795 - 1821
Oggi ho aiutato mia figlia a fare la parafrasi, per la scuola, di questa poesia particolare in siculo-appulo, che riporto nella sua "interpretazione".
UN OSELETTO CHE CANTA D'AMORE
di Rinaldo d'Aquino XIII secolo
Scuola Siciliana
Un oseletto che canta d'amore
sento la notte far sì dulzi versi,
che me fa mover un aqua dal core
e ven a gli ogli, ne po' ritenersi
che non sparga fora cum tal furore,
che di corrente vena par che versi ;
et i' pensando che cosa è l'amore,
si zeto fora suspiri diversi.
Considerando la vita amorosa,
di l'oseletto che cantar no fina,
la mia gravosa pena porto in pace:
fera possanza ne l'amor reposa,
ci' ogn' amadore la dotta ed enclina,
e dona canto e planto a cui li piace.
La parafrasi che ne è uscita, molto laboriosamente, sconfina nella libera interpretazione ( vista anche la notevolissima difficoltà di intendere tutti i vocaboli...).
Un uccellino che canta d'amore
sento la notte far versi così dolci
che mi commuove profondamente,
fino a giungere alle lacrime, e non posso trattenermi
ne escono così tante e con tale furore
che mi sembra di versarne un torrente ;
e pensando a che cos'è l'amore,
escon fuori diversi sospiri.
Considerando la vita amorosa
dell'uccellino che non smette di cantare,
la mia grande pena porto in pace:
nell'amore riposa una forza orgogliosa
che ogni amante adotta e attrae
e dona canto e pianto a chi l'ascolta.
V.
Attorcigliavi i capelli con le dita
e ricordo al toccarli la paura
del tuo rifiuto alla mia sortita.
Poi furon stelle nella notte scura.
(... molto modificata, la riconoscete?)
cordialmente
Jean
Il recinto dei magnoli
D'autunno il monte accoglie
gli ultimi raggi;
voli d'uccelli seguono
i primi stormi.
Bagliore di smeraldo
a tratti sparso s'accende.
La foschia della sera
non ha dove restare.
Dalla volta di luce
all'ora che tramonta il sole,
la voce degli uccelli
si confonde con l'altra, del torrente.
La verde via del ruscello
volge alla lontananza;
gioia della solitudine,
avrai tu mai fine?
Wang Wei e P'ei Ti
da: "Poesie del fiume Wang"
Epoca T'ang ( 600-900 d.C. ca.)
La gabbia delle magnolie
D'autunno il mondo
accoglie gli ultimi raggi del sole;
bagliori di guerre, a tratti,
sparsi s'accendono.
Inseguo con lo sguardo
stormi di uccelli in volo;
in queste sere di foschia
non so dove stare.
Dall'albeggiare grigio
all'ora che tramonta il sole,
gli ultimi canti degli uccelli
si confondono con la voce del torrente.
La verde via della speranza
volge alla lontananza;
malinconica solitudine,
dirai la parola fine?
Sari
da: "Poesie sotto il monte"
Epoca Disperata ( dalla morte di Dio in avanti)
Natura (1836) di R.W. Emerson
(in omaggio a Lou)
Sottile catena di innumerevoli anelli
Ognuno si unisce al più lontano.
L'occhio legge presagi dove si posa,
E la rosa parla tutti i linguaggi.
E sforzandosi diventare uomo, il verme
Monta attraverso tutte le spire della forma.
L'occhio legge presagi ove si posa
ognun unito al più lontan di quelli,
qual linguaggi parlati da una rosa.
Disposti a spire ne risal la forma
sottil catena d'infiniti anelli,
il verme che alfin dell'uomo è firma.
un caro saluto
Jean
Settembre, andiamo... stagioni, tempo
Ricordi, emozioni... paure
La vita è un lampo
Nelle notti scure
J4Y
Settembre
Tempo,
nelle stagioni scure
ricordi paure, notti...
Andiamo,
la vita è emozioni...
un lampo!