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Cos'è l'arte ?

Aperto da doxa, 19 Maggio 2025, 10:44:11 AM

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doxa


Giacomo Grosso, Allegoria delle arti, olio su tela, 1925, collezione privata

Nell'antica Grecia  era sconosciuta la parola "arte". Nei testi platonici, i concetti che noi includiamo nella parola "arte" venivano espressi con due termini diversi, cui corrispondono realtà diverse: poiesis (= atto creativo) e techne (= tecnica).

La più vicina  al nostro significato di arte era "tékhne".

Comunque i due lemmi evocano l'abilità che si esprime nel fare, produrre qualcosa  da parte dell'individuo.

In epoca romana i termini in lingua latina  "ars", "artis" alludevano all'abilità nel progettare o costruire.

Nella lingua italiana la parola arte comparve nel XIII secolo: indicava l'attività regolata da procedimenti tecnici, fondata sullo studio e l'esperienza.

L'attuale significato della parola "arte" cominciò a delinearsi  nel XIV secolo con riferimento particolare alla pittura, scultura e architettura.

Il sostantivo "arte" include due aree semantiche distinte, e ciò genera confusione.

Arte intesa come "techne",  come abilità, capacità di eseguire un procedimento in relazione allo scopo prefissato.

Arte  intesa comunicazione, l'espressione di un sentimento, di uno stato d'animo. 

Artista è colui che trascende la realtà ed esprime la sua idea in un atto creativo.

Nell'ambito delle cosiddette teorie del bello o dell'estetica, si tende a dare al termine arte un significato vario secondo le diverse epoche e i diversi orientamenti critici, per indicare un particolare prodotto culturale, comunemente classificato come pittura, scultura, architettura, musica, poesia, ecc.

Torno alla domanda inziale.

Cos'è l'arte ?  Questo concetto è oggetto di opinioni discordanti.

Esiste la storia dell'arte, o delle arti, perciò si deve tentare di definire cos'è l'arte,  cosa s'intende per opera d'arte.

Cosa può essere definito arte e cosa no.

Io interpreto l'arte come connubio tra sentimenti e tecnica, perché l'arte deve esprimere emozioni e sentimenti tramite la tecnica.

Sono numerose le attività comprese nel concetto di "attività artistica", perciò è necessario centrare l'attenzione sul risultato di tali attività: il prodotto artistico, che scaturisce dall'attività di un creatore, di un'artista, che poi sottopone al giudizio dei fruitori che attribuiscono giudizi di valore al prodotto realizzato dall'artista.

I prodotti artistici vengono creati per sopravvivere al loro creatore. Nell'opera d'arte sono racchiusi valori spirituali scaturiti dall'esperienza personale dell'artista nella realtà sociale in cui vive.

L'originalità è fondamentale in un'opera d'arte.

L'arte nel suo significato più ampio comprende ogni attività – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme di creatività e di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate o acquisite e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza.

L'arte è una forma espressiva estetica, evidenzia l'opinione dell'artista, è  simile ad un linguaggio, tuttavia non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un unico codice inequivocabile di interpretazione. 

Alcuni filosofi e studiosi di semantica, invece, sostengono che esista un linguaggio artistico oggettivo che prescinde dalle epoche e dagli stili, ma dovrebbe essere codificato per poter essere compreso da tutti. Gli sforzi per dimostrare questa affermazione finora sono vani.


Karl Pavlovic Brjullov, Il Genio dell'Arte, 1817, Museo di Sanpietroburgo

anthonyi

L'arte é espressione dell'interiorità tramite l'uso di supporti fisici di qualche tipo. 
In questo senso la tecnica non é che uno strumento dell'espressione artistica, vale come la tela ed i colori, ma non può mai definire l'essenza dell'arte che é il risultato di una propensione istintiva dell'essere umano ad esprimere su un supporto fisico le sensazioni vissute nella sua psiche. 

Il_Dubbio

Argomento interessante.

Per me arte è ciò che è bello e che piace, ed è originale. 

l'originalità poi promuove un linguaggio nuovo, che inizialmente potrebbe anche non piacere o addirittura essere definito brutto, ma che vuole comunicare qualcosa di nuovo. 

La storia dell'arte poi definisce meglio i confini a posteriori, su come si è evoluto il linguaggio e ne trae alla fine la piu giusta interpretazione. Con lo studio delle tecniche utilizzate e attraverso i nuovi sviluppi, si riescono a determinare i passaggi epocali individuando gli artisti migliori di una certa tendenza artistica. Infine per dare loro il giusto valore storico e artistico.  




 

Phil

Di definizioni di arte se ne possono dare (e infatti ne sono state date) molte e da molti punti di vista; forse il denominatore comune è la produzione di stimoli sensoriali finalizzati all'induzione di suggestioni emotive o psicologiche (fossero anche solo per l'autore stesso, che fa della sua produzione una catarsi).
Anche nel caso di arti che non consistono in un oggetto fisico "istantaneo da guardare", ma in una performance (come il teatro, la musica, etc.) l'arte è tale (aspetti commerciali e accademici a parte) per la reazione che suscita (non necessariamente la stessa per tutti, ovviamente); per l'innesco di emozioni o alterazioni psicologiche "forzate", nel senso che altrimenti non sarebbero avvenute e non farebbero parte del fluire delle esperienze "naturali" del pubblico. A suo modo è come l'erotismo indotto rispetto a quello che accade spontaneamente in una situazione relazionale.
L'irruzione dell'arte, se non è prevista, è uno stimolo esterno spesso decontestualizzato (e sui "luoghi dell'arte" sono state fatte molte riflessioni dal novecento in poi). Se entro a casa di una persona e noto un quadro di un certo tipo, o facendo zapping in tv mi imbatto in una scena di un certo tipo, o cambiando stazione radio mi ritrovo ad ascoltare una certa musica, etc. vivrò delle emozioni (o reazioni psicologiche) "forzate" ed estranee al contesto esperenziale immediatamente precedente: magari il quadro rappresenta una scena bucolica, ma siamo all'ultimo piano di un grattacielo di Milano e non è un tipo di suggestione coerente con l'aver preso l'ascensore parlando di lavoro, etc. magari la scena del film è estremamente horror e non ha nulla a che fare con il mood di un sabato sera tranquillo in cerca di relax a casa; e così via. L'opera d'arte è in generale un input emotivo cristallizzato e riproducibile (almeno sensorialmente, tramite altri media), indipendente dal precedente flusso esperenziale dei suoi fruitori.
La fruizione di un'opera d'arte, quando è intenzionale, suscita quasi "a comando" reazioni di un certo tipo, sono come dei "pulsanti" (trigger, "grilletti", si direbbe in altro ambito) che possono essere premuti quando si sceglie (anche in questo sta l'arti-ficialità emotiva o psicologica dell'arte) di orientarsi verso una certa emozione o un certo stato psicologico. Se vado a teatro a guardare una commedia, se scelgo di ascoltare una musica trionfale, se decido di osservare un quadro astratto, etc. è perché sono in grado di anticipare le conseguenze emotive e psicologiche che quell'esperienza estetica mi provocherà.
L'arte è ciò che rende possibile tale (auto)stimolazione (più o meno volontaria), è quasi una forma farmaceutica di produrre "esperienze alterate di realtà", che vede nell'artista il farmacista che sa come indurre tali "stati alterati", un po' perché sono stati i suoi in un determinato momento produttivo, un po' perché ha la tecnica per "oggettificarli" in uno spartito, un copione, un'immagine, una pellicola, etc.

iano

L'arte di prendere coscienza di ciò che condividiamo, traducendolo attraverso una tecnica, e che è atto creativo quindi solo nella misura in cui la presa di coscienza non è compiuta.
Si tratta di tradurre un meccanismo in una tecnica che, togliendolo dall'incoscienza, lo fa evolvere, in un meccanismo che non è più naturale, ma solo nel senso che non viene più da se, ma richiede un esplicito atto di volontà. 




Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

La semplicità è diversamente complicata.

iano

L'arte di fissare ciò che non esiste, ma che pure vediamo.
L'arte di dare corpo ai fantasmi, esplicitando il meccanismo della visione, attraverso il quale la realtà ci appare.
L'arte di smascherare il meccanismo col quale la realtà ci appare, il quale non può essere garante di realtà , se possiamo riprodurlo, per cui la vera opera d'arte è la realtà.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

La semplicità è diversamente complicata.

iano

#6
L'arte di reimparare ciò che sappiamo rinnovandone la sorpresa.
La sorpresa della realtà che si rinnova nella sorpresa che una tecnica ce la possa richiamare, riproducendola.
La sorpresa che arte e realtà siano fatte di una sostanza sola, di cui prendiamo coscienza nel riplasmarla.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

La semplicità è diversamente complicata.

nessuno

Arte come terapia e varco esperienziale sull'inconscio: ciò che è invisibile si manifesta, ciò che è impensato trova forma.

doxa

#8
Da circa duemila anni la figurativa arte sacra cristiana tende a collegare il visibile all'invisibile, tramite la pittura, la scultura, l'architettura, i simboli. Fonda la sua estetica sul linguaggio simbolico. E' un'arte didattico-edificante ispirata da personaggi e avvenimenti descritti nell'Antico e Nuovo Testamento.

Testimonia la teologia della fede, il rapporto tra la vita e la religione, l'adesione al divino. L'immagine non cerca di imitare l'apparenza ma la realtà invisibile tramite il linguaggio simbolico e la fede del credente per la sua formazione cristiana, il suo modo di pensare e di agire, come risultato di un'educazione silenziosa attraverso la visione, la contemplazione e l'interiorizzazione delle immagini. Ne è un esempio il nostro amico Cono.

Il 7 maggio 1964 nella Cappella Sistina Paolo VI rivolgendosi agli artisti disse: "Il nostro mestiere (di sacerdoti) ha bisogno della vostra collaborazione, perché, come sapete, il nostro ministero è quello di predicare e di rendere accessibile e comprensibile, anzi commovente, la spiritualità, l'invisibile, l'ineffabile, la divinità. Questo passaggio che travasa il mondo invisibile in modalità accessibili, intelligibili, voi siete maestri con le vostre creazioni artistiche. E' il vostro mestiere, la vostra missione, la vostra arte è proprio quella di carpire dallo spirito i suoi "tesori" e ornarli con le parole, i colori, le forme, l'accessibilità per facilitare la comprensione del mistero, la trascendenza".

Papa Montini usò il termine tedesco "einfuhlung" per indicare la sensibilità, la capacità degli artisti di avvertire tramite i sentimenti ciò che il pensiero non riesce ad esprimere.

Il pontefice continuò il suo discorso dicendo che tanta arte sacra o a soggetto religioso è ridicola o aberrante; prima di dubitare sui contenuti è dubbia se sia arte o no.

Arte sacra e fede, entrambe inducono verso Dio, all'anelito verso l'Oltre, varcando il velo della superficie per intuire l'epifania del mistero. Esse riescono a suscitare emozioni, pietas, riflessioni nel credente.

Le opere d'arte per le chiese vengono commissionate per comunicare messaggi religiosi, ma evidenziano anche gli stili dei singoli artisti, a prescindere dalla loro fede o non fede religiosa.

In passato ho partecipato come uditore ad alcune lectiones magistrales del cardinale Gianfranco Ravasi. Egli diceva, cito a memoria (ormai labile), che nelle sue dimensioni simboliche il dipinto che rappresenta il volto di Dio immaginato dall'artista, è uno dei capitoli fondamentali nella storia dell'arte.

I fedeli cercano il volto di Dio, e l'arte, tramite l'antropomorfismo, gli dà l'immagine, simbolicamente lo rappresenta, Egli acquisisce fisionomia attraverso la parola cosiddetta "sacra", e l'invisibile diventa icona.

Nel Salterio progressivamente si delinea la possibilità in chi crede di "vedere il volto di Dio" mentre prega.

Dal libro dei Numeri (6, 25-26): "Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace".

In questo contrappunto tra il mistero del volto divino e la sua rivelazione e contemplazione si ripropone il nesso tra la trascendenza di Dio e la sua immanenza, ossia tra il suo essere differente e superiore alle facoltà umane ma al tempo stesso il suo essere persona che opera, parla, interviene nella storia, manifestandosi come "salvatore".

I cicli pittorici nelle chiese, la "Biblia pauperum" (Bibbia dei poveri), diventano la "muta predicatio", il muto discorso proposto dalle numerose immagini che esprimono gesti, sguardi, volti, paesaggi. La pittura sacra bizantina sostituisce al paesaggio la metafisica dello sfondo in oro.

Il pittore Paul Klee scrisse: "L'arte non ripete le cose visibili ma rende visibile ciò che spesso non lo è". Infatti l'arte sacra non imita l'apparenza ma la realtà invisibile tramite il linguaggio simbolico e la fede del credente.

iano

Citazione di: doxa il 19 Maggio 2025, 17:41:21 PMIl pittore Paul Klee scrisse: "L'arte non ripete le cose visibili ma rende visibile ciò che spesso non lo è". Infatti l'arte sacra non imita l'apparenza ma la realtà invisibile tramite il linguaggio simbolico e la fede del credente.

Geniale.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

La semplicità è diversamente complicata.