La corona e lo scettro sono simbolicamente importanti, ma è il trono l'espressione migliore del potere dei monarchi.
Il nome "trono" ha una lunga storia: deriva dall'antico greco "thrònos", passato nella lingua latina nella forma "thronus", col significato di "ciò che sostiene": "seggio", in modo più comprensibile: seggiola", :D spesso collocata su una pedana lignea preceduta da gradini.
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Napoli, Palazzo reale, Sala del trono, ornata con stucchi dorati al soffitto.
Su questo trono sedettero re Ferdinando II e Francesco II di Borbone, gli ultimi sovrani delle "Due Sicilie". Fu realizzato negli anni '40 del XIX secolo. E' sovrastato da un baldacchino settecentesco di velluto rosso.
(https://www.civitatis.com/f/italia/napoles/galeria/trono-palacio-real-napoles.jpg)
Due leoni lignei decorano i braccioli: uno per parte. Idem nel trono della Reggia di Caserta.
Leoni lignei sono rappresentati anche nei troni dei Savoia nei palazzi reali di Torino e Genova, ma non in quello che portarono a Roma, nel Palazzo del Quirinale, per farne il "trono d'Italia".
Gruppi di leoni con aspetto difensivo e minaccioso circondano i bellissimi troni del re di Spagna e del re di Danimarca, realizzati nel '700.
L'antica usanza di ornare il trono con figure leonine forse deriva dalla descrizione biblica del trono del re Salomone: due leoni per lato e due su ogni gradino.
(https://tse1.mm.bing.net/th/id/OIP.0WQf1p_OC5uM8FlDZoOacgHaFw?rs=1&pid=ImgDetMain&o=7&rm=3)
Il nome ebreo Salomone significa pace. Secondo l'Antico Testamento, il primo libro dei Re, Salomone regnò per 40 anni, dal 970 a. C. al 930 a. C. e fu il terzo sovrano di Israele, successore e figlio di Davide. Fu l'ultimo re del regno unificato di Giuda e Israele.
Adesso voliamo con la fantasia a molti secoli dopo, nel 1650 circa, per la regina Cristina di Svezia fu realizzato un trono d'argento, ancor oggi usato dal re di Svezia.
In Francia, il re Luigi XIV riprese l'idea di Cristina facendone realizzare per Versailles uno ancora più ricco, circondato con statue argentee. Durò poco. Dopo dieci anni fece fondere tutto, per pagare le armi di una delle sue guerre.
Rimango in Francia per dire che Napoleone I Bonaparte, quando divenne imperatore, decise di sedersi sul trono che, secondo la tradizione, sarebbe appartenuto al medievale re franco Dagoberto I (610 circa – 639) della dinastia dei Merovingi. Conservato per secoli a Saint Denis (vicino Parigi) nell'omonima basilica gotica, Napoleone decise di sedersi su quel trono per concedere le prime decorazioni della "Legion d'Onore". In tal modo egli intendeva stabilire un legame ideale fra sé e la più antica regalità francese. Ma le cose non andarono bene. Infatti si racconta che poco dopo essersi seduto un pezzo della sedia si ruppe.
Da non dimenticare è il trono nel simbolismo religioso. La Madonna è di solito rappresentata assisa in trono.
Ad Aachan, Aquisgrana, la Cappella Palatina che contiene il trono e la tomba di Carlo Magno era la cappella di famiglia del palazzo reale di Carlo Magno.
Di quell' edificio non è rimasto nulla. I motivi sono vari, la perdita del ruolo di capitale nel corso dei secoli, i danneggiamenti durante l'incursione vichinga ed infine il fatto che Aquisgrana sia poi diventata sede vescovile, il palazzo in pratica divenne inutilizzato.
Aquisgrana, in epoca romana, era nota per le sue terme e per la presenza di un palazzo governativo. Questo palazzo passò in mano ai re dei Franchi, fra i quali Pipino il Breve (padre di Carlo Magno) che usò questo edificio come una delle residenze del re, come sappiamo al tempo la corte era "itinerante".
Con la morte di Pipino e la salita al potere di Carlo nel 768 il luogo venne ancora usato come residenza temporanea, e quel palazzo di epoca romana fu restaurato più volte.
Aquisgrana, fu scelta per la sua posizione da Carlo pensando alla sua anzianità e alla necessità di acque termali, fece costruire un nuovo palazzo reale con scopi residenziali, politici e religiosi sede poi del potere carolingio.
La maggior parte del palazzo carolingio fu costruito nel 790, ma i lavori continuarono fino alla morte di Carlo Magno nell'814. L'architetto fu Oddone di Metz, il suo nome appare nelle opere di Eginardo (775-840 circa), il biografo di Carlo Magno . Si suppone che sia stato un chierico istruito.
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/92/Aachener_Dom_BW_2016-07-09_13-49-15.jpg/250px-Aachener_Dom_BW_2016-07-09_13-49-15.jpg)
trono reale nella cattedrale di Aquisgrana (Germania) noto anche come Trono di Carlo Magno (Thron Karls des Großen o, semplicemente, Karlsthron), è un trono fatto costruire negli anni 790 da Carlo Magno come parte degli arredi della sua cappella palatina (nucleo centrale dell'odierna cattedrale di Aquisgrana), nella quale è rimasto sin dalla sua creazione.
Fu utilizzato per l'incoronazione di Ludovico il Pio a co-imperatore nell'813, e in seguito per l'incoronazione a re dei Romani di tutti gli imperatori del Sacro Romano Impero da Ottone I di Sassonia (nel 936) a Ferdinando I d'Asburgo (nel 1531). Pertanto, già dall'XI secolo, il Trono Reale di Aquisgrana era chiamato totius regni archisolium, cioè primo soglio di tutto l'impero.
Carlo Magno, non fu incoronato ad Aquisgrana; divenne infatti re a Noyon nel 768 e imperatore (augusto) a Roma nell'800. Forse nella Cappella Palatina assisteva alle cerimonie religiose seduto su questo trono.
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/29/Thron_Karls_des_Gro%C3%9Fen_-_Flickr_-_tm-md.jpg/960px-Thron_Karls_des_Gro%C3%9Fen_-_Flickr_-_tm-md.jpg)
La pavimentazione originaria ancora presente attorno al trono reale di Aquisgrana è semplice, privo di ornamenti. E' sopra un podio, separato da sei gradini dal livello del suolo.
Il trono è costituito da quattro lastre di marmo pario, tenute insieme da staffe di bronzo. Le lastre di marmo forse furono prelevate a Gerusalemme dalla basilica del Santo Sepolcro nell'anno 800 circa.
Su di una delle due lastre laterali sono presenti delle linee incise che probabilmente servivano da tavolo per l'antico "gioco del mulino" o "filetto".
Nella lastra posteriore c'è invece incisa una scena della crocifissione.
Una struttura interna in legno fungeva da supporto della quinta lastra di marmo, andata perduta, che costituiva il sedile. All'interno di essa era presente un vano in cui, secondo recenti studi, erano custodite le insegne imperiali o parte di esse, in particolare la "borsa di Santo Stefano".