Il dialetto: che cos'è secondo voi?

Aperto da Aspirante Filosofo58, Oggi alle 10:52:48 AM

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Aspirante Filosofo58

Buongiorno, in questi giorni ho parlato con un'amica, di dialetti: secondo lei stanno perdendo quota nei confronti della lingua nazionale, vuoi per le migrazioni interne: da regione a regione, ma vuoi anche per quelle esterne all'Italia. A parte che leggo e ascolto orrori letterari in italiano,  a 360 gradi, anche sui tg nazionali e sulle riviste più quotate, però secondo me, il dialetto è una specie di carta di identità di una determinata zona, un po' una sorta di valore aggiunto, tanto che gli esperti affermano che saper comprendere e parlare uno o più dialetti equivale a conoscere una o più lingue straniere. Se poi, capita di incontrare persone di una certa età, che sono più a loro agio col dialetto che con la lingua italiana, saper parlare il loro dialetto mi sembra importante per stabilire o mantenere una relazione. Nel mio caso: io sono nato e vivo in Brianza e, all'occorrenza parlo il dialetto brianzolo; inoltre, sono di origine veneta (genitori del Polesine, ossia Provincia di Rovigo) e ho la quasi totalità dei parenti in quella zona d'Italia, dove il dialetto è parlato molto di più della lingua nazionale, tanto che nel Veneto si parla di lingua veneta e non di dialetto veneto! Voi parlate abitualmente o all'occorrenza, un dialetto? Grazie.
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

iano

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il Oggi alle 10:52:48 AMVoi parlate abitualmente o all'occorrenza, un dialetto? Grazie.
Io propongo di vedere la cosa da un punto di vista diverso.
Se parli vuol dire che una lingua la parli, ed è la lingua con cui hai iniziato a parlare.
Se magari poi senti la necessità di allargare la comunicazione ad un consesso più ampio dovrai impararne una seconda.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

Lou

#2
Per quanto mi riguarda associo il dialetto a lingue e luoghi dell'infanzia, da una parte trovo i miei nonni ( di parte piemontese ) con cui condivisi assai tempo, li sentivo parlare quasi esclusivamente in dialetto e in questa lingua a me spesso si rivolgevano, lo comprendo quasi bene, ma non la so scrivere nè parlare, se non semplici frasi o dizioni comuni. Ma questa comprensione per me è un valore aggiunto. A volte credevo che volessero usare tra loro una lingua segreta che solo tra amici si può usare, per non farsi capire. Mio padre mi parlò sempre e solo in italiano, così come mia madre e ci tenevano assai che io parlassi unicamente in italiano. La mia nonna materna (di origini calabre) aveva un dialetto ( una sorta di lingua albanese ) che è rimasto per me uno scrigno incomprensibile di significati. Mi divertivo assai a chiederle di parlarmi in quel dialetto e io non capivo nulla, ma comprendevo una componente importante che mia nonna, pur parlando un italiano scorretto e un dialetto piemontese che causava l'ilarità di molti , quando parlava il suo dialetto mostrava un orgoglio sterminato, come se lei conoscesse un mondo che io, e molti noi nati e cresciuti nelle lande piemontesi, tra cui suo marito, non conoscevamo. Chiedevo traduzioni, ma non pervennero, se non con "Eh" - seguito da un sospiro. A volte litigavano, i miei nonni, uno in dialetto piemontese e una, quando si piccava di brutto, in un dialetto calabro, erano fantastici. Lei capiva, lui zero. Credo  che il parlare quella lingua albanese fosse un modo per dirgliene di peste e di corna. Almeno così lo interpretai. Ma chissà.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

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