Il relativo maschile

Aperto da fabriba, 26 Agosto 2025, 14:57:45 PM

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InVerno

Ma l'aspetto negativo della vicenda non sono mica i videogiochi, che al massimo essendo un esperienza multimediale sfaccettata e complessa raccontano meglio di altre quali esperienze si vogliano surrogare (e qui mi aspetterei forti disparità di genere) per superare l'alienamento della società moderna che colpisce certamente anche le donne. L'aspetto negativo è essere "chiusi in garage", iperbole che voleva descrivere una serie di comportamenti, dall'abbandono scolastico alla disoccuppazione, che colpisce in maniera sempre più disproporzionale gli uomini, soprattutto negli states che si, sono "trend setter" del resto dell'occidente. 
Ora Noè, coltivatore della terra, cominció a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacó. Genesi 9:20

fabriba

Citazione di: InVerno il 13 Settembre 2025, 21:53:14 PMNon posso che reiterare la risposta iniziale. E' transculturale, le donne si interessano di più delle persone, gli uomini delle cose, a cascata questo genera risultati, come l'assenza di discussioni "introspettive maschili". Se vai in un edicola troverai centinaia di "giornali per donne" dove si discute del ciclo e altri aspetti della persona (femminile), per gli uomini ci sono quattro giornaletti che più che fare metanalisi sulla mascolinità danno consigli su come cuccare, perchè le discussioni che interessano gli uomini mediamente hanno a che fare con le cose, e perciò automobili, bricolage, politica etc perchè il mondo mentale degli uomini è animato da questo.
Questo è effettivamente illuminante, l'avevo compreso solo in parte dal tuo commento precedente, e l'idea che gli uomini non parlino di maschi ma di cose (ovvero: che la sottocultura* maschile è sottorappresentata nello studio delle materie umanistiche rispetto alle "stem") è una questione chiave che avevo completamente ignorato fin qui.

(* sottocultura non è un termine dispregiativo)

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Quasi tutto quello che dici dopo però è un giudizio di valore che non condivido quasi in nulla. 
Condivido che l'uomo abbia ricevuto meno modelli maschili positivi in cui identificarsi, ma non condivido i termini in cui la metti.

La grossa differenza secondo me è che è diventato socialmente accettabile che una donna "porti i pantaloni", ma non è diventato socialmente accettabile che un uomo "porti la gonna"**, e anzi, da quello che so ci siamo arroccati ancora di più su una versione un po' più estrema di quello che significa essere uomo rispetto a 100 anni fa (in cui, da foto d'epoca, analisi di vecchi romanzi e anche da altre culture contemporanee che non hanno percorso i nostri stessi passi, mi risulta che ci fosse un rapporto tra uomini molto più incline al contatto fisico, alle confidenze e in generale ad atteggiamenti che oggi consideriamo "effemminati").

Se accettiamo quest'ultima parte come valida (posso fare più ricerca per portare esempi, se non è un punto di vista condiviso), la domanda interessante è cosa è intervenuto per "radicalizzare" la sottocultura maschile occidentale nell'ultimo secolo.

La mia risposta -in via di tentativo- è che sono intervenute 2 guerre mondiali, che hanno condizionato pesantemente la sottocultura maschile di 2 generazioni, e almeno una terza di figli nati durante la guerra fredda, quando i genitori istintivamente educavano ancora i maschi a sopravvivere all'eventualità di un nuovo conflitto. Quel trauma che si è indurito per mezzo secolo, può aver lasciato segni sulla ossatura della nostra civiltà che durano ancora oggi.

** tanto che l'espressione fa pensare a un gay (che non è quello che intendo, per chiarire), mentre una donna che porta i pantaloni no

InVerno

Citazione di: fabriba il 14 Settembre 2025, 09:42:17 AMLa grossa differenza secondo me è che è diventato socialmente accettabile che una donna "porti i pantaloni", ma non è diventato socialmente accettabile che un uomo "porti la gonna"**, e anzi, da quello che so ci siamo arroccati ancora di più su una versione un po' più estrema di quello che significa essere uomo rispetto a 100 anni fa (in cui, da foto d'epoca, analisi di vecchi romanzi e anche da altre culture contemporanee che non hanno percorso i nostri stessi passi, mi risulta che ci fosse un rapporto tra uomini molto più incline al contatto fisico, alle confidenze e in generale ad atteggiamenti che oggi consideriamo "effemminati").
Ti sorprenderà, visto che mi dai torto, che io invece ti do ragione, solo in termini diversi. Perchè il contrario dell'uomo "con i pantaloni" non è un uomo con la gonna, e scrivo questo ironicamente stamattina dopo che mia moglie mi ha pitturato le unghie dei piedi nel sonno, e vedo perciò le mie belle unghie rosse e blu dietro allo schermo del laptop. Domanda: secondo te quante donne sono disposte a costruire una famiglia con un marito a carico? Essendo loro quelle che cambiano le lampadine e si occupano dell'auto, quelle che hanno la pistola sotto il cuscino in caso arrivino i ladri, quelle che portano a casa la pagnotta mentre il marito si occupa dei figli? Qualcuna c'è, ma mediamente questi "uomini non tradizionali" vengono selezionati fuori dalla riproduzione da quelle stesse donne che li hanno educati così, perchè il padre era assente, le maestre erano tutte donne, e al cinema l'eroe maschile piangeva alla finestra. C'è stata una liberazione dei ruoli tradizionali, ma solo per un genere, dall'altro ci si aspetta ancora le stesse cose di sempre, e non ci sarebbe niente di male se ce lo si dicesse chiaramente, invece si vuole educare "innovativamente" uomini che si troveranno presto in un garage a non capire cosa la società vuole da loro. La tua chiosa assomiglia ad una citazione "famosa": Tempi duri creano uomini forti, uomini forti creano tempi buoni, il buon tempo crea uomini deboli, uomini deboli creano tempi duri.
Ora Noè, coltivatore della terra, cominció a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacó. Genesi 9:20

Phil

Citazione di: InVerno il 14 Settembre 2025, 07:50:32 AMMa l'aspetto negativo della vicenda non sono mica i videogiochi [...] L'aspetto negativo è essere "chiusi in garage", iperbole che voleva descrivere una serie di comportamenti
Anch'io non ho nulla contro i videogiochi, precisavo solo che quel «videogiochi, che sono ormai l'unico spazio sociale costruito da uomini per altri uomini» (cit.) era innegabile trenta anni fa, ma ora è stato "contaminato" dall'altro genere; come gli spalti degli stadi, i ring MMA, etc.
L'ho precisato perché individuare uno "spazio solo per uomini" (così come uno solo per donne) sarebbe un elemento differenziante all'interno di una tendenza a condividere (che non significa affatto 50%/50%) gli spazi in passato esclusivi (letteralmente) di un genere nei confronti dell'altro; soprattutto se consideriamo un'esclusività non sancita per legge o regolamento (non parlo dei bagni separati), ma per norma sociale.
Ad esempio, non c'è nulla che vieti ad una donna di frequentare (da cliente) uno strip club "per uomini", ma in concreto accade molto di rado (suppongo...).
Visto che siamo in tempi di inizio scuola, compito per casa facoltativo: quali sono altri spazi "per soli uomini", a cui le donne potrebbero accedere ma non lo fanno? E quali quelli per sole donne a cui gli uomini potrebbero accedere, ma non lo fanno?
Scherzo, è che al volo non mi viene in mente nulla (tipica pigrizia mentale maschile, lo ammetto); forse i forum dove si oggettifica la donna, da una parte, e i forum di gossip mediatico (Tizia lascia Caio che era l'ex marito di... etc.) dall'altra?
Ultima domanda: il motto: «Tempi duri creano uomini forti, uomini forti creano tempi buoni, il buon tempo crea uomini deboli, uomini deboli creano tempi duri.» vale anche per le donne o già si intende «uomini» come «membri del genere umano»?

Adalberto

Citazione di: fabriba il 14 Settembre 2025, 09:42:17 AM...quello che significa essere uomo rispetto a 100 anni fa (in cui, da foto d'epoca, analisi di vecchi romanzi e anche da altre culture contemporanee che non hanno percorso i nostri stessi passi, mi risulta che ci fosse un rapporto tra uomini molto più incline al contatto fisico, alle confidenze e in generale ad atteggiamenti che oggi consideriamo "effemminati").
Se la tua analisi sull'essere uomo un secolo fa non è conclusa mi viene da suggerire il romanzo realtà  "Padre padrone" di Gavino Ledda che sviluppa proprio il tema del "contatto fisico"  :)
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

fabriba

Citazione di: InVerno il 14 Settembre 2025, 11:11:29 AMTi sorprenderà, visto che mi dai torto, (....)
Intanto scusa, non volevo darti torto.
Quando ho detto "Quasi tutto quello che dici dopo però è un giudizio di valore che non condivido quasi in nulla." sono stato inutilmente tranchant, cerco di spiegarmi meglio.
Quando parli di <modelli maschili ostracizzati come "tossici" e "patriarcali">, di  <ambienti maschili "sanificati">,  di <uomo dal pianto libero e che blatera di rasatura delle ascelle, sensibile e con la lacrimuccia>, mi sembra che ci sia un chiaro giudizio di valore, forse anche iperbolico, e su un giudizio di valore non si può* avere ragione o torto, è un giudizio, io al limite posso non condividerlo, e in effetti non lo condivido.
  (*forse si può, non so, in questo caso mi pare di no)

Se usciamo per un momento dalle cose banali, un problema serio cui ho già accennato è che le carceri sono sovraffollate di uomini con una disproporzione che non sarebbe tollerata per altri gruppi sociali (90-95% del totale sono uomini).
Ora: non sono d'accordo che si possa dismettere questo problema (sono al limite d'accordo che è quasi sempre espresso in termini sbagliati), e l'umano è una macchina complessa in cui è difficile dire cosa influenza cos'altro.

Esiste una possibilità non nulla che l'uomo che si rasa le ascelle (si sto prendendo la cosa più sciocca apposta, l'ho fatto anche coi miei esempi però :D ) sviluppi nel tempo una sensibilità maggiore (se non altro epidermica) e che questo porti a diminuire la (s)proporzione di crimini che commette.
Quindi dire che c'è una carenza di modelli maschili per me è condivisibile, dire che quello che si vuole è forzare l'uomo (parafraso) a diventare una mammoletta, non è (da me) condivisibile.

Non ti do torto sulla analisi però, che mi pare ragionevole e per me ha fatto avanzare la discussione.

fabriba

Citazione di: Adalberto il 14 Settembre 2025, 14:45:32 PMSe la tua analisi sull'essere uomo un secolo fa non è conclusa mi viene da suggerire il romanzo realtà  "Padre padrone" di Gavino Ledda che sviluppa proprio il tema del "contatto fisico"  :)
No, se avessi una idea fatta e finita avrei spiegato a tutti come sta il mondo... anzi, in parte mi sono già ricreduto su quella cosa che ho scritto (solo in parte).
Mi sono andato subito a cercare un bigino, però è un testo autobiografico pubblicato nel 1975 da un autore nato nel 1938, non sono sicuro che possa contare come controesempio, anzi, forse finisce per rafforzare la mia tesi visto che parla proprio delle generazioni che avevo additato come parte di quello che indicavo come -boh- "possibile percorso storico di estremizzazione della mascolinità", mettiamola così.

fabriba

Citazione di: Phil il 14 Settembre 2025, 14:15:30 PMVisto che siamo in tempi di inizio scuola, compito per casa facoltativo: quali sono altri spazi "per soli uomini", a cui le donne potrebbero accedere ma non lo fanno? E quali quelli per sole donne a cui gli uomini potrebbero accedere, ma non lo fanno?
Non lo so, però una cosa abbastanza spiacevole che so che sta accadendo nelle accademie italiane è che si creano gruppi di discussione di studentesse e vietati agli studenti maschi. 
So che non è una cosa di "potrebbero ma non", però è un tema che trovo interessante.

Capisco che le studentesse sentano di non aver raggiunto ancora parità di genere su molti punti, e per questo cerchino spazi protetti in cui lavorare per ridurre il divide, però di questo passo si andrà a sovracompensare per inerzia a uno svantaggio storico (ovvero: si continua a lavorare per raggiungere la parità, ma quando la parità è raggiunta non è che la macchina magicamente si ferma, ma per inerzia va a superare la parità, portando le donne in vantaggio).

Non che sia un male. Solo la storia, nel caso, potrà dire se sarà stato per il meglio o per il peggio. 

Jacopus

Sarò apodittico. La questione si può ridurre alla seguente equazione:

PM (r) = strum. 🌏.

Soluzione: il potere maschile del mondo, per esprimersi, ha messo tra parentesi la relazionalità e ciò ha permesso di rendere il mondo uno strumento al servizio del potere maschile.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Citazione di: Phil il 14 Settembre 2025, 14:15:30 PMAnch'io non ho nulla contro i videogiochi, precisavo solo che quel «videogiochi, che sono ormai l'unico spazio sociale costruito da uomini per altri uomini» (cit.) era innegabile trenta anni fa, ma ora è stato "contaminato" dall'altro genere; come gli spalti degli stadi, i ring MMA, etc.
No non è contaminato, i generi di giochi che erano prettamente maschili continuano ad essere maschili, più donne giocano ai videogiochi perchè i produttori di essi hanno sfornato generi a cui giocano, ma la tipica "routine" del videogioco di trent'anni fa è ancora dominata dai maschi, secondo questo studio le categorie dove le ragazze vanno forte sono i puzzle, i simulatori di famiglie e fattorie(sic!),esplorazione atmosferica(?) e drammi interattivi. Ancora niente strategici, ancora niente sport, ancora niente giochi violenti dove non raggiungono il 10%. Così rispondo anche alla domanda  successiva, non ci sono donne nei giochi strategici e nessuno gli impedisce di farlo, e ancora prima dei videogiochi non c'erano donne che giocavano a scacchi, in compenso c'è una recente serie Netflix dove la protagonista è una scacchista donna di fantasia.  La citazione penso intenda uomini come genere umano, non ho letto il libro da cui è tratta (The End - G.M. Hopf) ma essendo a tema apocalittico immagino quello sia il contesto, e anche io (se dovessi accettarne la validità al di là delle evidenti semplificazioni che pone in essere) direi che è valida per ambo i sessi.
Citazione di: fabriba il 14 Settembre 2025, 15:34:37 PMIntanto scusa, non volevo darti torto.
Quando ho detto "Quasi tutto quello che dici dopo però è un giudizio di valore che non condivido quasi in nulla." sono stato inutilmente tranchant, cerco di spiegarmi meglio.
Quando parli di <modelli maschili ostracizzati come "tossici" e "patriarcali">, di  <ambienti maschili "sanificati">,  di <uomo dal pianto libero e che blatera di rasatura delle ascelle, sensibile e con la lacrimuccia>, mi sembra che ci sia un chiaro giudizio di valore, forse anche iperbolico, e su un giudizio di valore non si può* avere ragione o torto, è un giudizio, io al limite posso non condividerlo, e in effetti non lo condivido.
  (*forse si può, non so, in questo caso mi pare di no)
Non ti do torto sulla analisi però, che mi pare ragionevole e per me ha fatto avanzare la discussione.
Come scusa non volevi darmi torto, dovevi darmi torto, son qua per questo. Si certo che nel mio lessico "nascondo" giudizi di valore, e se uso immagini forti è una mio "tic" che impararei ad apprezzare o disprezzare, in giovane età ho incontrato il concetto di "filosofia col martello" e mi sono affezionato all'idea che prima di creare bisogna distruggere.

Non c'è nessun problema col fatto che il 90% delle carceri è popolato da uomini, sono popolate da criminali e gli uomini tendenzialmente si affacciano alla violenza (vedi sopra videogiochi) in maniera diversa per via del testosterone. Quello che è un problema è un università che crea discussioni vietate agli studenti maschi, questa è una discriminazione sessista chiara e tonda, a differenza delle carceri dove l'accesso è garantito ad ambo i sessi di criminali, il colmo sarà stato che quasi certamente erano lì a parlare di come superare il sessismo istituzionale.
Ora Noè, coltivatore della terra, cominció a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacó. Genesi 9:20

Phil

Citazione di: InVerno il 14 Settembre 2025, 21:46:24 PMNo non è contaminato, i generi di giochi che erano prettamente maschili continuano ad essere maschili, più donne giocano ai videogiochi perchè i produttori di essi hanno sfornato generi a cui giocano, ma la tipica "routine" del videogioco di trent'anni fa è ancora dominata dai maschi
Questo è il punto in cui la contaminazione è avvenuta (uso «contaminazione», ma come detto, «condivisione» va bene lo stesso): perché trenta anni fa non si facevano giochi per donne e ora sì? Perché si è creduto che le donne potessero contaminare il mondo dei giocatori uomini. Sta avendo successo fare giochi "per le donne"? Se ci sono 1,4 miliardi di donne che ci giocano direi di sì; anzi, se consideriamo che ci giocano da meno tempo, il fatto che ci siano "solo" 1,7 miliardi di giocatori maschi che vengono da 30 anni di tradizione, è un "vantaggio quantitativo" che assume un'altra luce (una chiusura della forbice?).
Come dire: se ora per distinguere gli uomini dalle donne non basta considerare chi gioca ai videogame e chi no, ma bisogna andare a scrutinare a quali giochi si gioca, è evidente che c'è stata una contaminazione (che, certo, non riguarda tutti i generi di giochi, ma sicuramente il fatto di giocare o meno ai videogame).

Alexander

#26
Secondo recenti studi I ragazzi e le ragazze si differenziano anche nell'uso dello smartphone. Le ragazze passano mediamente più tempo ((6 ore) al giorno è preferiscono I social e chattare. I maschi preferiscono i giochi online e la ricerca di informazioni. È vero che c è contaminazione tra generi, ma anche a fine ottocento le puttane fumavano e bevevano alcolici come facevano gli uomini, ma non si può dire che fosse lo standard per le donne dell'epoca. È interessante però notare come adesso il divario tra uomini e donne fumatrici si stia assottigliando sempre più, ma questo sembra confermare che la società non impone modelli nuovi comportamentali bensì che c'è una accettazione e condivisione da parte delle donne del modello predominante maschile. Lo vediamo anche nel continuo aumento di donne combattenti in guerra o di ragazze che si ubriacano. Mentre gli sforzi delle frange politiche più progressista nello spingere anche I maschi verso comportamenti ritenuti socialmente più femminili non sembra ancora maturare grossi cambiamenti nel modello maschile, salvo una maggiore cura dei figli piccoli per motivi però prevalentemente economici (lavoro femminile). Non lo vedo come un segno positivo. La società non si arricchisce nell'appiattimento ma nelle libere differenze tra generi, quando non sfociano in discrimination.

Jacopus

Il fatto che ci sia l'accettazione di modelli maschili da parte del femminile e non viceversa è l'ennesima dimostrazione della diseguaglianza fra i generi, strutturata attraverso il potere (anche simbolico).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

fabriba

Citazione di: InVerno il 14 Settembre 2025, 21:46:24 PMQuello che è un problema è un università che crea discussioni vietate agli studenti maschi, questa è una discriminazione sessista chiara e tonda, a differenza delle carceri dove l'accesso è garantito ad ambo i sessi di criminali, il colmo sarà stato che quasi certamente erano lì a parlare di come superare il sessismo istituzionale.
Non è l'università che ha creato discussioni vietate agli studenti maschi.
Sono le studentesse. Formalmente la creazione di un circolo privato non è considerata discriminazione, non è istituzionale, e non è considerata problematica.
Io la trovo problematica, ma capisco che chi decida di muoversi in questa direzione trova ci siano anche altri problemi nella società.
Non trovo basti indicare cause antropologiche (alto testosterone, selezione naturale di genere dell'uomo-cacciatore e la donna-raccoglitrice, ecc, tutte valide) per giustificare disparità dell'uso della violenza o dei salari.
Si possono indicare per comprendere la causa e trovare modi di sorpassarla, ma non per giustificare (justus facere).

InVerno

Citazione di: Phil il 14 Settembre 2025, 22:26:21 PMQuesto è il punto in cui la contaminazione è avvenuta (uso «contaminazione», ma come detto, «condivisione» va bene lo stesso): perché trenta anni fa non si facevano giochi per donne e ora sì? Perché si è creduto che le donne potessero contaminare il mondo dei giocatori uomini. Sta avendo successo fare giochi "per le donne"? Se ci sono 1,4 miliardi di donne che ci giocano direi di sì; anzi, se consideriamo che ci giocano da meno tempo, il fatto che ci siano "solo" 1,7 miliardi di giocatori maschi che vengono da 30 anni di tradizione, è un "vantaggio quantitativo" che assume un'altra luce (una chiusura della forbice?).
Come dire: se ora per distinguere gli uomini dalle donne non basta considerare chi gioca ai videogame e chi no, ma bisogna andare a scrutinare a quali giochi si gioca, è evidente che c'è stata una contaminazione (che, certo, non riguarda tutti i generi di giochi, ma sicuramente il fatto di giocare o meno ai videogame).
Il mio argomento originale introduceva i videogiochi non nel senso generale di medium multimediale ma come forma di escapismo da una società che non offre più determinati stimoli che perciò vengo surrogati sottoforma virtuale nelle tradizionali routine ludiche "esplora\raccogli\competi\organizza-risorse". Questo campo di videogiochi organizzati con questi valori ludici in mente sono rimasti ad esclusivo uso maschile, e sono ancora un prodotto fatto da uomini (se non nel senso attuale di chi ci lavora, nella reiterazione dei concetti originari) e usufruito da uomini. Che poi si siano aggiunti dei generi come il "dramma interattivo" che le donne apprezzano, è un altro discorso la cui motivazione molto semplice è che chi li produce vorrebbe venderli anche all'altra metà di popolazione, ma pur trattandosi comunque di videogiochi si tratta di esperienze diametralmente opposte. Sono d'accordo con te con il fatto che c'è stata una condivisione del campo generale "giocare ai videogiochi", alla stessa maniera con cui pari numero di donne hanno avuto accesso all'università, ma i "sottogeneri di genere" (oops) rimangono separati (stem\umanistiche) senza che vi siano imposizioni di nessun tipo se non al contrario in senso equalizzatore. Ai marxisti che leggono in silenzio alzando gli occhi al cielo perchè già sanno che è tutta sovrastruttura e basterebbe mettere il rosa al posto dell'azzurro per pareggiare culturalmente queste iniquità sociale, vale la pena indicare questi due studi che indicano che persino gli scimpanzè maschi preferiscono i giochi per umani maschi mentre le scimpazè femmine preferiscono i bambolotti.
Ora Noè, coltivatore della terra, cominció a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacó. Genesi 9:20

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