Nel "volgare" di Dante non ci sono soltanto, comprensibilmente, molti "latinismi", ma, talvolta, troviamo addirittura l'"eco" delle "declinazioni" latine.
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Ad esempio:
a)
Nel canto XXVI dell'Inferno, troviamo scritto:
"Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio quando drizzo la mente a ciò ch'io vidi, e piú lo 'ngegno affreno ch'i' non soglio, perché non corra che *virtú* nol guidi; sí che, se stella bona o miglior cosa m'ha dato 'l ben, ch'io stessi nol m'invidi." (CANTO XXVI INFERNO)
In cui *virtú* ("virtus") è al "nominativo".
b)
Nel canto XXVI dell'Inferno, più avanti, troviamo invece scritto:
"Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir *virtute* e canoscenza".(CANTO XXVI INFERNO)
In cui *virtute* ("virtutem") è chiaramente un'eco dell'accusativo latino.
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