L'interpretazione delle fiabe

Aperto da Aspirante Filosofo58, Oggi alle 11:43:25 AM

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Aspirante Filosofo58

Buongiorno, già negli anni '80 del secolo scorso (quando ero poco più che ventenne), mi piaceva cercare di capire le posizioni diverse dalle mie, convinto come ero e come sono tuttora, che nessun essere umano, in quanto imperfetto sia in possesso della verità assoluta, ma che, viceversa, ognuno possa e debba contribuire al miglioramento della società, apportando la propria esperienza e le proprie conoscenze. Fu così che nell'unico periodo dell'anno in cui potevo leggere il giornale (quello delle vacanze: tre settimane di mare a luglio, in quel di Bibione - Ve -) decisi di acquistare ogni giorno due quotidiani diversi (allora aveva un senso farlo perché ogni quotidiano raccontava i fatti e li interpretava secondo il proprio punto di vista; visto l'appiattimento quasi totale dei giornali odierni, oggi sarebbe un po' più difficile). In questo modo ho avuto la possibilità di comprendere senza giudicarlo, ogni punto di vista diverso dal mio, arricchendo conseguentemente le mie conoscenze. Qui, oggi condivido l'interpretazione sicuramente sui generis di tre fiabe: Pinocchio, Biancaneve, I tre porcellini. Mi piacerebbe poi leggere i vostri pensieri al riguardo:
Pinocchio non è solo una favola per bambini. È un manuale iniziatico travestito da storia per ragazzi, e in Italia ce l'abbiamo sotto gli occhi da sempre senza capirlo. Geppetto che scolpisce un pezzo di legno e crea un burattino è il Demiurgo: il "dio artigiano" che fabbrica un mondo imperfetto e un uomo incompleto, fatto a sua immagine... ma senza libertà vera.  Pinocchio è materia che si muove, creatura che prende vita e subito sente che quel "padre" non è il suo vero origine. Per questo lo sfida, lo disobbedisce, scappa. È l'anima che rifiuta di essere solo un oggetto nelle mani del fabbricante. Il Gatto e la Volpe sono il mondo materiale che ti ruba tempo, energia e destino: promesse facili, scorciatoie, soldi senza sforzo. Sono le distrazioni che ti allontanano dal risveglio. Il Paese dei Balocchi è la versione ottocentesca di ciò che viviamo oggi: zero studio, zero disciplina, zero conoscenza, solo consumo e divertimento infinito. Bambini che restano bambini, fino a diventare asini. E lì Collodi è spietato: chi rifiuta di crescere spiritualmente, si reincarna in uno stato più basso, ridotto a strumento, a bestia da lavoro. Il Grillo Parlante è la coscienza che non vuole tacere, quella voce interiore che le religioni del "porgi l'altra guancia" cercano di coprire con sensi di colpa e catechismi. Mangiafuoco è il potere che tira i fili: l'arconte, il sistema che usa i burattini finché gli servono. Poi c'è la Fata Turchina: non è una "mamma buona", è Sophia, la Sapienza, la parte divina che non appartiene al mondo del demiurgo. È lei che guida, che salva, che richiama Pinocchio ogni volta che si perde. Il passaggio nel ventre della balena è l'oscurità necessaria: il ritiro, la crisi, la morte simbolica. È lì che l'uomo smette di essere burattino e comincia a ricordare chi è davvero. Alla fine, Pinocchio diventa un bambino vero: non perché "obbedisce", ma perché ha attraversato errore, dolore, tentazione, vergogna, prova. Ha spezzato i fili. È passato da creatura del demiurgo a essere cosciente di sé. La grande opera non è fare il bravo burattino. È diventare finalmente reale. C'è un dettaglio che ho dimenticato: il nome Pin-Occhio richiama in modo impressionante la formula pineal–occhio, il pineal eye, la ghiandola pineale simbolo del risveglio interiore. Non sarà dichiarato da Collodi, ma l'assonanza è fin troppo precisa per essere un caso: un burattino che diventa "vero" grazie alla coscienza... e un nome che richiama direttamente l'occhio interiore. A volte, le favole dicono più verità dei catechismi.+
Dopo Pinocchio... Biancaneve: Se guardi Biancaneve con il terzo occhio aperto, smette di essere una fiaba e diventa una diagnosi del nostro stato spirituale.
Biancaneve è l'umanità. La mela è il cristianesimo. Arriva lucida, perfetta, "portatrice di salvezza": ti dicono che è amore, perdono, redenzione. Ma dentro è veleno. È il frutto che ti convince che sei peccatore, sbagliato, indegno, che da solo non vali niente. Quando Biancaneve morde la mela, non muore: si addormenta. Così ha fatto l'Europa quando ha morso il frutto cristiano: ha addormentato la propria anima, ha abbandonato gli antichi Dèi, i misteri, i culti della natura, e si è chiusa nella bara di cristallo di una fede unica e totalizzante. La bara di cristallo è l'immagine perfetta: l'anima è bella, intatta, visibile... ma immobile. Conservata, sospesa. Così vivono le masse: apparentemente vive, interiormente congelate. I sette nani possono essere letti come i sette centri energetici, i chakra: parti dell'essere che continuano a funzionare anche mentre la coscienza superiore dorme. L'istinto, l'emozione, la mente pratica, la forza... tutto va avanti. Ma la verticale, il collegamento al divino, è spento. La Regina che offre la mela è il potere che usa la religione come strumento di controllo: non ti elimina, ti narcotizza. Preferisce un popolo in coma spirituale piuttosto che anime selvagge e consapevoli. Poi arriva il Principe. Qui il simbolismo si fa chiarissimo: il Principe non è un uomo esterno, è il Sé superiore, la coscienza solare che ritorna. Porta la corona: il richiamo al chakra della corona, il centro dell'illuminazione. È l'energia che discende dall'alto, rompe l'ipnosi, richiama l'anima a se stessa. Il bacio avviene sulla bocca, sede della parola, collegata al chakra della gola: è l'attivazione della verità interiore. Finché l'anima è addormentata, non parla. Ripete catechismi. Quando il Principe interiore la tocca, la gola si apre: la persona smette di recitare e comincia a pronunciare la propria voce spirituale. La storia, letta così, è semplice e crudele: abbiamo morso una mela avvelenata, ci siamo chiusi in una bara luminosa chiamata "fede", e abbiamo chiamato sonno "salvezza". Ma il mito ci ricorda che la scintilla non è morta: il principe-corona, il bacio-gola, il risveglio sono già scritti dentro di noi.
Infine... i tre porcellini: la fiaba che parla di te, degli elementi e della tua trasformazione interiore. Non è una storia morale. È un insegnamento iniziatico su come si costruisce l'anima davanti alle forze del mondo. Le tre case non sono case. Sono i tre livelli della struttura del Sé: La paglia, materia dispersa, senza forma. È l'essere umano che vive senza direzione, senza radici, senza volontà. L'anima in stato grezzo.
Il legno: materia organizzata, ma non trasformata. È chi intuisce qualcosa, inizia un cammino, ma non affronta mai il proprio fuoco. L'anima che vuole, ma ancora teme. Il mattone: terra attraversata dal fuoco: l'elemento alchemico che separa il puro dall'impuro. È l'essere umano che ha affrontato le prove, che ha compattato il caos in ordine. L'anima forgiata, solida, che può reggere la tempesta. E il lupo? Il lupo è la forza caotica che il cosmo manda per testare la tua struttura. È la prova iniziatica. Non ti attacca: ti rivela. Nel soffio del lupo ci sono gli elementi: aria che separa, che spazza ciò che non è reale, che abbatte l'edificio interiore costruito con illusione. Se cadi, è perché non eri pronto. Se resisti, è perché hai creato qualcosa che porta il segno del fuoco trasformativo.
Nella versione antica il lupo finisce nel calderone. Non perché "il bene vince", ma perché il caos non domina chi è passato attraverso il fuoco. Chi si è trasformato può trasformare. È la stessa logica delle antiche tradizioni: prima cadi, poi ardi, poi diventi pietra. La fiaba, spogliata dalle versioni moderne, dice una sola cosa: Il mondo non premia chi prega di essere salvato. Il mondo premia chi sa forgiare sé stesso. Se sei paglia, crolli. Se sei legno, tremi. Se sei mattone, il caos non ti distrugge: ti incorona.
Dopo Pinocchio... Biancaneve: Se guardi Biancaneve con il terzo occhio aperto, smette di essere una fiaba e diventa una diagnosi del nostro stato spirituale.
Biancaneve è l'umanità. La mela è il cristianesimo. Arriva lucida, perfetta, "portatrice di salvezza": ti dicono che è amore, perdono, redenzione. Ma dentro è veleno. È il frutto che ti convince che sei peccatore, sbagliato, indegno, che da solo non vali niente. Quando Biancaneve morde la mela, non muore: si addormenta. Così ha fatto l'Europa quando ha morso il frutto cristiano: ha addormentato la propria anima, ha abbandonato gli antichi Dèi, i misteri, i culti della natura, e si è chiusa nella bara di cristallo di una fede unica e totalizzante. La bara di cristallo è l'immagine perfetta: l'anima è bella, intatta, visibile... ma immobile. Conservata, sospesa. Così vivono le masse: apparentemente vive, interiormente congelate. I sette nani possono essere letti come i sette centri energetici, i chakra: parti dell'essere che continuano a funzionare anche mentre la coscienza superiore dorme. L'istinto, l'emozione, la mente pratica, la forza... tutto va avanti. Ma la verticale, il collegamento al divino, è spento. La Regina che offre la mela è il potere che usa la religione come strumento di controllo: non ti elimina, ti narcotizza. Preferisce un popolo in coma spirituale piuttosto che anime selvagge e consapevoli. Poi arriva il Principe. Qui il simbolismo si fa chiarissimo: il Principe non è un uomo esterno, è il Sé superiore, la coscienza solare che ritorna. Porta la corona: il richiamo al chakra della corona, il centro dell'illuminazione. È l'energia che discende dall'alto, rompe l'ipnosi, richiama l'anima a se stessa. Il bacio avviene sulla bocca, sede della parola, collegata al chakra della gola: è l'attivazione della verità interiore. Finché l'anima è addormentata, non parla. Ripete catechismi. Quando il Principe interiore la tocca, la gola si apre: la persona smette di recitare e comincia a pronunciare la propria voce spirituale. La storia, letta così, è semplice e crudele: abbiamo morso una mela avvelenata, ci siamo chiusi in una bara luminosa chiamata "fede", e abbiamo chiamato sonno "salvezza". Ma il mito ci ricorda che la scintilla non è morta: il principe-corona, il bacio-gola, il risveglio sono già scritti dentro di noi. Infine... i tre porcellini: la fiaba che parla di te, degli elementi e della tua trasformazione interiore. Non è una storia morale. È un insegnamento iniziatico su come si costruisce l'anima davanti alle forze del mondo. Le tre case non sono case. Sono i tre livelli della struttura del Sé: La paglia, materia dispersa, senza forma. È l'essere umano che vive senza direzione, senza radici, senza volontà. L'anima in stato grezzo.
Il legno: materia organizzata, ma non trasformata. È chi intuisce qualcosa, inizia un cammino, ma non affronta mai il proprio fuoco. L'anima che vuole, ma ancora teme. Il mattone: terra attraversata dal fuoco: l'elemento alchemico che separa il puro dall'impuro. È l'essere umano che ha affrontato le prove, che ha compattato il caos in ordine. L'anima forgiata, solida, che può reggere la tempesta. E il lupo? Il lupo è la forza caotica che il cosmo manda per testare la tua struttura. È la prova iniziatica. Non ti attacca: ti rivela. Nel soffio del lupo ci sono gli elementi: aria che separa, che spazza ciò che non è reale, che abbatte l'edificio interiore costruito con illusione. Se cadi, è perché non eri pronto. Se resisti, è perché hai creato qualcosa che porta il segno del fuoco trasformativo.
Nella versione antica il lupo finisce nel calderone. Non perché "il bene vince", ma perché il caos non domina chi è passato attraverso il fuoco. Chi si è trasformato può trasformare. È la stessa logica delle antiche tradizioni: prima cadi, poi ardi, poi diventi pietra. La fiaba, spogliata dalle versioni moderne, dice una sola cosa: Il mondo non premia chi prega di essere salvato. Il mondo premia chi sa forgiare sé stesso. Se sei paglia, crolli. Se sei legno, tremi. Se sei mattone, il caos non ti distrugge: ti incorona. Dopo Pinocchio... Biancaneve: Se guardi Biancaneve con il terzo occhio aperto, smette di essere una fiaba e diventa una diagnosi del nostro stato spirituale.
Biancaneve è l'umanità. La mela è il cristianesimo. Arriva lucida, perfetta, "portatrice di salvezza": ti dicono che è amore, perdono, redenzione. Ma dentro è veleno. È il frutto che ti convince che sei peccatore, sbagliato, indegno, che da solo non vali niente. Quando Biancaneve morde la mela, non muore: si addormenta. Così ha fatto l'Europa quando ha morso il frutto cristiano: ha addormentato la propria anima, ha abbandonato gli antichi Dèi, i misteri, i culti della natura, e si è chiusa nella bara di cristallo di una fede unica e totalizzante. La bara di cristallo è l'immagine perfetta: l'anima è bella, intatta, visibile... ma immobile. Conservata, sospesa. Così vivono le masse: apparentemente vive, interiormente congelate. I sette nani possono essere letti come i sette centri energetici, i chakra: parti dell'essere che continuano a funzionare anche mentre la coscienza superiore dorme. L'istinto, l'emozione, la mente pratica, la forza... tutto va avanti. Ma la verticale, il collegamento al divino, è spento. La Regina che offre la mela è il potere che usa la religione come strumento di controllo: non ti elimina, ti narcotizza. Preferisce un popolo in coma spirituale piuttosto che anime selvagge e consapevoli. Poi arriva il Principe. Qui il simbolismo si fa chiarissimo: il Principe non è un uomo esterno, è il Sé superiore, la coscienza solare che ritorna. Porta la corona: il richiamo al chakra della corona, il centro dell'illuminazione. È l'energia che discende dall'alto, rompe l'ipnosi, richiama l'anima a se stessa. Il bacio avviene sulla bocca, sede della parola, collegata al chakra della gola: è l'attivazione della verità interiore. Finché l'anima è addormentata, non parla. Ripete catechismi. Quando il Principe interiore la tocca, la gola si apre: la persona smette di recitare e comincia a pronunciare la propria voce spirituale. La storia, letta così, è semplice e crudele: abbiamo morso una mela avvelenata, ci siamo chiusi in una bara luminosa chiamata "fede", e abbiamo chiamato sonno "salvezza". Ma il mito ci ricorda che la scintilla non è morta: il principe-corona, il bacio-gola, il risveglio sono già scritti dentro di noi. Infine... i tre porcellini: la fiaba che parla di te, degli elementi e della tua trasformazione interiore. Non è una storia morale. È un insegnamento iniziatico su come si costruisce l'anima davanti alle forze del mondo. Le tre case non sono case. Sono i tre livelli della struttura del Sé: La paglia, materia dispersa, senza forma. È l'essere umano che vive senza direzione, senza radici, senza volontà. L'anima in stato grezzo.
Il legno: materia organizzata, ma non trasformata. È chi intuisce qualcosa, inizia un cammino, ma non affronta mai il proprio fuoco. L'anima che vuole, ma ancora teme. Il mattone: terra attraversata dal fuoco: l'elemento alchemico che separa il puro dall'impuro. È l'essere umano che ha affrontato le prove, che ha compattato il caos in ordine. L'anima forgiata, solida, che può reggere la tempesta. E il lupo? Il lupo è la forza caotica che il cosmo manda per testare la tua struttura. È la prova iniziatica. Non ti attacca: ti rivela. Nel soffio del lupo ci sono gli elementi: aria che separa, che spazza ciò che non è reale, che abbatte l'edificio interiore costruito con illusione. Se cadi, è perché non eri pronto. Se resisti, è perché hai creato qualcosa che porta il segno del fuoco trasformativo.
Nella versione antica il lupo finisce nel calderone. Non perché "il bene vince", ma perché il caos non domina chi è passato attraverso il fuoco. Chi si è trasformato può trasformare. È la stessa logica delle antiche tradizioni: prima cadi, poi ardi, poi diventi pietra. La fiaba, spogliata dalle versioni moderne, dice una sola cosa: Il mondo non premia chi prega di essere salvato. Il mondo premia chi sa forgiare sé stesso. Se sei paglia, crolli. Se sei legno, tremi. Se sei mattone, il caos non ti distrugge: ti incorona.



La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

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